Ostacolata per decenni dall’industria petrolifera, l’auto elettrica sta vivendo un momento di successo nel più popoloso stato americano. Restano da risolvere i problemi di autonomia e di prezzo
Ostacolata per decenni dall’industria petrolifera, l’auto elettrica sta conquistando sempre più adepti in California, Stato nel quale si sta sviluppando una rete di distributori sempre più capillare. Sono circa 150mila i californiani che sono passati all’auto elettrica per potersi spostare a impatto zero. La Tesla elettrica, per esempio, ha un’autonomia di 300 chilometri e garantisce ai suoi possessori spostamenti piuttosto lunghi, ma è ovvio che una diffusione su larga scala potrà avvenire soltanto con una rete in grado di consentire ai “pionieri” dell’elettrico di potersi muovere senza il rischio di rimanere a piedi a causa dell’esaurimento della batteria. Come è accaduto spesso sia sui temi ambientali che per quanto riguarda i diritti civili, la California si sta imponendo come uno Stato modello e il governatore Jerry Brown farà parte della folta delegazione statunitense alla COP21 di Parigi che inizierà fra pochi giorni. Ma i problemi, ovviamente, non sono soltanto quelli relativi alla rete distributiva. Una Tesla elettrica costa attualmente 100mila dollari, una cifra piuttosto proibitiva, ma va detto che la Nissan Leaf o la Chevrolet Volt hanno prezzi decisamente più abbordabili, anche se la loro autonomia è inferiore, fra i 50 e i 250 chilometri, elemento che le rende maggiormente dipendenti dalla rete di distribuzione. Attualmente il rapporto fra distributori e autovetture elettriche è di 1 a 10 e solamente una situazione maggiormente equilibrata potrà far sì che il fenomeno si espanda ulteriormente contribuendo a migliorare la qualità dell’aria di uno Stato che, fra l’altro, sta facendo i conti con la più grande siccità della sua storia.
Fonte: ecoblog.it
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