Dal road pricing al trasporto merci pulito: i lavori in corso al Comune di Torino

Torino rischia nuovi tagli al trasporto pubblico o è fuori pericolo? Si può pensare al road pricing in ZTL? L’Assessore Lubatti risponde su tutti i work in progress della Città, dal progetto pilota sul traffico merci a basso impatto alle agevolazioni del Mobility Manager (zone blu comprese…)374951

Assessore Lubatti, è scongiurato l’ulteriore taglio al servizio di trasporto pubblico a Torino?
Beh sì, abbiamo fatto una lunga trattativa con la Regione Piemonte per capire quali fossero le risorse a disposizione e quali le azioni che noi potevamo mettere in campo per risparmiare ancora senza incidere sull’esercizio. Stiamo lavorando insieme all’Agenzia della Mobilità Metropolitana e i primi dati sembrano positivi, sembra che riusciremo a rispondere alle esigenze della Regione di diminuire le risorse a beneficio del trasporto pubblico per il 2013 senza ulteriori modifiche al trasporto pubblico.

Road pricing a Torino, sì o no?

Road pricing sì, nella zona centrale, appena il trasporto pubblico rappresenterà davvero un’alternativa al mezzo privato in termini di quantità e qualità del servizio. Bisogna poter essere in grado di sfidare il cittadino: io ti fornisco un servizio di trasporto pubblico che è talmente elevato, talmente di qualità, che se proprio vuoi usare la tua macchina paghi. Senza queste condizioni di partenza no, perché non sarebbe una sfida, ma una presa in giro.
E Torino non è pronta nemmeno per un road pricing nell’area centrale, sul modello di Area C?

La conformazione di Area C, che conosco bene anche perché ci confrontiamo spesso con l’Assessore Maran su questo tema, è difficilmente paragonabile con il centro di Torino, sia per gli ingressi che per l’accesso. Anche se non l’abbiamo mai annunciato ufficialmente, la Città sta puntando a qualificare al massimo il trasporto pubblico nell’area centrale, proprio in quest’ottica: il cittadino sarà messo davanti ad una scelta: usare il mezzo pubblico, senza inquinare e senza problemi di parcheggio, oppure la propria auto. Però a quel punto paga… le telecamere ci sono già. Quando il servizio sarà all’altezza della sfida saremo pronti per il road pricing.

E quando?

Eh. Questo, non sono nelle condizioni di dirvelo ora. E’ evidente che se la Regione continua a togliere risorse per il trasporto pubblico, non ci avviciniamo al risultato.

Parliamo di pedonalizzazioni: a Napoli l’assessore al Commercio ha sostenuto che le pedonalizzazioni fanno bene ai commercianti. Lei cosa ne dice?

Che sono assolutamente d’accordo, tanto che ero a Napoli assieme ad Anna Donati il primo giorno delle pedonalizzazioni, proprio per sostenere il progetto. A Torino abbiamo cominciato dalla scorsa settimana una sperimentazione in sette aree, e stiamo cercando di individuarne di nuove, assieme alle associazioni dei commercianti e ai comitati di quartiere. La Città è grande… Il mio obiettivo è trovare un’area da pedonalizzare in ogni circoscrizione, tenendo conto delle caratteristiche di ogni singola realtà…Corso Turati non è via Roma. Io capisco la paura e la prudenza dei commercianti. Scommettere è sempre difficile, farlo in piena crisi ancora di più. E infatti abbiamo sempre cercato di ascoltare le loro richieste senza piegarci sulle rigidità, come abbiamo dimostrato con Via Lagrange.
E lì chi ha avuto ragione? Che cosa è successo dopo la pedonalizzazione? 

Via Lagrange è la prova provata che se si ha coraggio si viene premiati: abbiamo avuto un aumento del 40% di richiesta di apertura di esercizi commerciali rispetto al passato. C’è a dire il vero anche un cambio delle tipologie merceologiche presenti: ci sono più dehors e meno elettrodomestici. Cambia la clientela: ma l’accusa che un’area pedonalizzata si desertifichi la rispedisco al mittente.

A proposito di mobilità sostenibile… L’accordo firmato a febbraio tra GTT e Comune prevedeva agevolazioni per i dipendenti di aziende ed enti dotati di un Mobility Manager (figura già obbligatoria per legge ma di fatto introdotta di rado). L’obiettivo del Mobility Manager dovrebbe essere quello di razionalizzare gli spostamenti dei dipendenti in un’ottica di mobilità sostenibile. Peccato però che gli sconti siano più convenienti per le zone blu che per l’abbonamento ai mezzi pubblici…

E’ vero, ma purtroppo questo provvedimento è figlio di un’impostazione che arriva da lontano. Analisi fatte in passato sulla georeferenziazione dei dipendenti comunali avevano mostrato una propensione maggiore all’uso del mezzo privato… L’incontro con i sindacati ci ha fatto capire che l’abolizione o la riduzione degli sconti sui parcheggi sarebbe stata vissuta non come un cambio di strategia ma come una diminuzione di benefit e basta. Bisogna cambiare modello, ma segnalo che quando chiesi al Comune chi fosse il loro Mobility Manager mi risposero che non ce l’avevano più…Perciò prima di tutto l’abbiamo reintrodotto e stiamo lavorando per contrattare sconti speciali con le aziende dei trasporti per le imprese dotate di Mobility manager. Cito une  empio su tutti, l’iniziativa messa in atto con i dipendenti di Intesa San Paolo, che avranno il biglietto BIP con l’abbonamento car sharing e bike sharing integrato nel loro badge, per muoversi in modo sostenibile su tutta la città. E questo è nato grazie ad una collaborazione molto stretta tra il nostro Mobility Manager, quello di Intesa San Paolo e quello di GTT. Questo è il modello che deve cominciare a girare, e speriamo che a breve qualcosa di simile possa funzionare anche per il Comune di Torino, che in città è la seconda azienda dopo la FIAT.

In Commissione ha ricordato che il 35% degli accessi in Ztl sono riconducibili a furgoni commerciali. C’è un progetto specifico della Città per la riduzione dei veicoli merci in ingresso in Ztl?

Sì, c’è un piano del trasporto merci nazionale che prevede un’applicazione in tre città pilota: Torino, Milano e Napoli. A Torino stiamo operando una riorganizzazione del sistema che prevede due piattaforme, una nella zona Nord e una nella zona Sud, e dieci centri di distribuzione dove far arrivare le merci multimarca. Di qui l’00 “ultimo miglio” dello smistamento sarà riorganizzato con mezzi puliti, magari elettrici, e tendenzialmente pieni, per evitare gli sprechi. Anche il percorso viene razionalizzato in modo che il corriere possa coprire più consegne lungo lo stesso asse.
L’idea quindi è quella di non porre divieti d’accesso ai veicoli commerciali ma di accompagnarli in un percorso di trasformazione delle abitudini…

L’obiettivo è facilitare questi soggetti ad entrare dentro il sistema. Abbiamo deciso di non partire dal divieto ma di partire dalla costruzione di un sistema alternativo; a quel punto chiederemo ai soggetti di entrarci e, chi non entra nel sistema, starà fuori dal centro della città. Un divieto d’accesso per i veicoli commerciali così a freddo sarebbe stato una penalizzazione troppo forte. Tra l’altro in altre città, come Genova e Firenze, è stato oggetto anche di un’analisi del TAR che ha accettato i ricorsi dei commercianti, vanificando il provvedimento.

Fonte: eco dalle città

 

ZTL Torino, 24 milioni di euro l’anno dalle multe. La stessa cifra che portano in cassa i ticket di Area C

Dopo la notizia delle quattro telecamere fuori uso nella Ztl di Torino, e dei mancati introiti – sulla cui entità non c’è ancora certezza – una riflessione sugli incassi: la Ztl di Torino fa guadagnare 24 milioni di euro all’anno in multe: i ticket di Area C a Milano 25 milioni. (A cui si sommano i 50 milioni di multe)…374611

 

Che 5T, la società che gestisce il monitoraggio del traffico a Torino, non navigasse in buone acque non è una novità: che per questa ragione 4 telecamere della ztl fuori uso abbiano causato una perdita di 14 milioni di euro, come suggerito da alcune testate e riportato da altre, lascia basiti: ma è proprio così? Facciamo un passo indietro: nel 2011 il Comune di Torino aveva accertato sanzioni per 87,39 milioni di euro complessivi (ingressi illeciti in ZTL, sosta vietata, eccesso di velocità, etc…); nel 2012 la cifra è scesa a73,15 milioni. Tutta colpa delle quattro telecamere guaste (4 su 37)? Difficile, anche perché il calo delle multe è stato registrato anche per autovelox e sosta. Secondo l’ufficio stampa del Comune la perdita dovuta alle telecamere guaste ammonterebbe al massimo a qualche decina di migliaia di euro. Tra la stima dell’ufficio stampa e i 14 milioni dell’accusa, i numeri sembrerebbero suggerire una terza via. E’ vero che i varchi non sono tutti uguali, ma facendo “il conto del pollo”, 4 varchi non funzionanti su 37 significa perdere circa l’11% degli incassi, quindi almeno 2,6 milioni di euro). Qualunque sia l’entità della cifra – e fatto salvo che in tempi di conti in rosso qualunque cifra persa è importante – proviamo a riflettere sul totale degli incassi delle multe che porta in cassa la Ztl: 23.384.000 euro nel 2012. Praticamente la stessa cifra che i ticket di Area C hanno fatto guadagnare al Comune di Milano (25 milioni di euro nello stesso anno). Le multe di una ztl possono far guadagnare tanto come una congestion charge? Evidentemente sì, e anche di più: ai 25 milioni di euro degli ingressi regolari in Area C infatti bisogna sommarne altri 50 milioni, guadagnati grazie alle multe comminate agli evasori. Insomma, in entrambi i casi si guadagna con le multe.
Fonte. Eco dalle città

I romani chiedono la pedonalizzazione dei Fori e piste ciclabili

Il Rapporto Eures mostra che i romani vogliono una città più sostenibile per quanto riguarda la mobilità. Legambiente commenta:”La mobilità della Capitale è un disastro, serve un cambiamento vero”.

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I cittadini romani hanno le idee chiare: Colosseo e Fori pedonali (87,5% favorevoli), corsie preferenziali per le biciclette (88,9% favorevoli), rete metropolitana di superficie (86,5% favorevoli), servizi di trasporto fluviale (90,7% favorevoli tra utenti trasporto pubblico), liberalizzare le licenze dei taxi (75,7% favorevoli), ingresso a pagamento nel centro storico delle auto private (57% favorevoli). Sono queste le proposte per la città di Roma più sostenute, secondo il rapporto “La mobilità a Roma, tra esperienza e utopia”, realizzato dall’Istituto Eures Ricerche Economiche e Sociali. “Le indicazioni dei cittadini per la mobilità sono chiarissime, le facciamo nostre, il nuovo Sindaco di Roma ha un bel pezzo di programma pronto, a partire da Fori pedonalizzati e nuovi spazi per le biciclette”, afferma Lorenzo Parlati, Presidente di Legambiente Lazio. “La risposta alla domanda posta sui Fori Imperiali dal noto istituto di ricerche – sottolinea Parlati – è un grande risultato per Legambiente e per le decine di associazioni e comitati che hanno sostenuto la proposta di delibera depositata sei mesi fa in Campidoglio, con 6.400 sottoscrizioni: abbiamo riportato all’attenzione dei romani un tema che sembrava dimenticato e ora quasi nove su dieci cittadini sono favorevoli alla chiusura al traffico privato. A questo punto – evidenzia – il provvedimento va preso subito”. Per il resto il Rapporto è piuttosto preoccupante: quasi la metà dei cittadini afferma che la situazione della mobilità è peggiorata negli ultimi anni. “Queste dichiarazioni non stupiscono”, continua Lorenzo Parlati. “Con il Sindaco Alemanno le politiche di riduzione del traffico privato hanno subito attacchi continui[b/b], dall’eliminazione di 18.000 strisce blu, alla riduzione degli orari delle ZTL notturne, al nuovo piano pullman che permette ai bisonti di scorrazzare ovunque. I cittadini – conclude Parlati – chiedono politiche e azioni concrete, chiedono che Roma cambi davvero”.

Fonte: eco dalle città

Traffico automobilistico: a Roma automobilisti in coda quattro giorni all’anno

Ma l’indice di congestione di Palermo è il primo in Italia e quinto in Europa 

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Più le città sono antiche e più i loro centri storici sono angusti e le loro arterie di scorrimento intasate. L’Italia di città antiche ne ha in abbondanza e anche se molti centri urbani, nel corso dei decenni, si sono rifatti il look e hanno eliminato un po’ di traffico su gomma grazie alle metropolitane, le nostre città restano fra le più intasate del mondo. A dirlo è la TomTom Italy & Balkans che ha analizzato sei trillioni di informazioni, raccolte anonimamente in 161 città del mondo. La ricerca tiene conto del traffico in termini assoluti (quanto tempo si resta imbottigliati) e relativi (quanto tempo si perde in relazione alla lunghezza del tragitto). Nel primo caso il triste primato è di Roma con 93 ore in coda, praticamente quattro giorni. Nel secondo caso l’indice di congestione più alto è di Palermo con il 39% di tempo in più per precorrere un tratto di strada nelle ore di punta. In condizioni normali lo spostamento sarebbe di mezz’ora? Durerà 49-50 minuti. In totale le ore perse sono 89 all’anno. Il capoluogo siciliano è al quinto posto della classifica europea dietro a Mosca (incubo degli automobilisti), Istanbul, Varsavia e Marsiglia, ma nel ranking globale precede Los Angeles, Sydney e Rio de Janeiro. Nelle prime ventidue posizioni della classifica europea ci sono quattro italiane: oltre a Palermo quinta, Roma ottava, Milano ventesima, con 89 ore nel traffico come Palermo ma tratte più lunghe, dunque coefficiente più basso, e, infine, Napoli ventiduesima. A Milano, per esempio, il traffico è diminuito grazie all’introduzione della Ztl, ma soprattutto a causa della crisi: la gente ha meno soldi per la benzina e ha riscoperto mezzi pubblici e biciclette. Pil e traffico insomma sono inversamente proporzionali.

Fonte:  Repubblica