Insegnanti che cambiano #2 – La scuola può educare alla felicità

Donna, moglie, madre e insegnante di lettere prima e di sostegno ora, Lucia Suriano è convinta che la scuola possa e debba allenare gli studenti ad essere felici. Così dopo aver conosciuto lo yoga della risata ha deciso di portarlo nelle sue classi proponendolo ad alunni e docenti. Oggi, il suo “Educare alla felicità” è divenuto un progetto molto più ampio.

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La copertina di “Educare alla felicità”

Lucia Suriano è un’insegnante, teacher di Yoga della Risata, appassionata di genitorialità consapevole e moltissimo altro. Il suo lavoro come formatrice si concentra sul mondo della scuola e sulla realizzazione di modelli educativi che mettano al centro la felicità. Non ho mai avuto l’occasione di conoscerla di persona ma ho sentito spesso parlare di lei per il suo libro “Educare alla Felicità” e visto che come lei credo fortemente in una scuola che metta al centro le emozioni e la felicità, ho deciso di intervistarla per Italia che Cambia.

Lucia, raccontaci chi sei e cosa fai nella vita.

Sono una donna, madre, moglie, insegnante e formatrice. Sono laureata in lettere, ho insegnato per una decina di anni italiano, storia e geografia nella scuola secondaria di primo grado poi, come spesso accade, ho maturato il ruolo nel sostegno e da quattro anni sono felice di essere un’insegnante di sostegno, consapevole della enorme esperienza che sto vivendo. Mi occupo principalmente di minori che hanno gravi problematiche socio-affettive e che sono a rischio devianza.

Quando e perché nasce il desiderio di scrivere “Educare alla Felicità?”

Educare alla Felicità nasce da un sogno presuntuoso maturato negli anni di esperienza come alunna prima e insegnante e madre dopo: realizzare e imparare ad allenare la felicità a scuola!  Circa dieci anni fa ho incontrato lo yoga della risata e incuriosita dall’inconfutabile benessere che questa tecnica genera nella vita di chi la pratica con consapevole maturità, ho iniziato ad approfondire studi di neuroscienze e di psicologia positiva che andavano ad arricchire e ad ampliare il valore e l’importanza della risata in ambito educativo. Con un briciolo di sana incoscienza ho iniziato a praticare la risata incondizionata nelle classi nelle quali insegnavo e ben presto in molte delle classi della scuola nella quale lavoravo allora come docente di lettere. Così ho iniziato a strutturare e sperimentare i primi percorsi di yoga della risata a scuola per alunni e insegnanti, della cui esperienza racconto proprio nel libro edito da Edizioni La Meridiana. Oggi Educare alla Felicità è un progetto molto più ampio che si propone di diventare un generatore di processo legato al BenEssere in ambito educativo, tematica ancora troppo poco sviluppata e soprattutto troppo poco agita concretamente.

Come vedi la scuola oggi in Italia?

Ma che bella domanda! La scuola del nostro Paese la vedo come un enorme campo di possibilità, non ho mai scelto la via della critica dura e spietata, del resto ne faccio parte a pieno titolo e sono fiera di essere un’insegnante italiana. Ho piuttosto fatto mio l’impegno per cercare di essere e di portare il cambiamento che voglio vedere avvenire, sulla scia della celebre citazione di Gandhi. Ci sono secondo me tanti insegnanti che contribuiscono in modo strepitoso alla realizzazione di una scuola che abbia valori forti e che sappia essere al passo con i tempi preparando gli studenti di oggi al futuro che li vedrà adulti, ce ne sono tanti altri che hanno perso lo stupore e la meraviglia, condizioni necessarie per poter insegnare. Ritengo che sia il tempo di rimettere realmente al centro l’essere umano, reinventando il modo di guardare e di concepire lo stesso principio di educare. Lasciarsi ribaltare è un tema a me molto caro e sebbene questa non sia proprio l’intervista dedicata a questo tema, ho l’urgenza di precisare che se avremo il coraggio di lasciarci ribaltare e di rimetterci in gioco come educatori saremmo in grado di “uscire a riveder le stelle” come Dante e Virgilio nell’ultimo canto dell’inferno.lucia-suriano

Lucia Suriano

Quanto lo Yoga della Risata è stato importante in questo processo? 

In realtà la risata incondizionata è stata la scintilla che ha dato il via ad un processo di rivoluzione interiore e professionale molto complesso che era già pronto a prendere vita. Quando ho iniziato a praticare questa disciplina a livello personale sentivo la necessità di essere e rimanere congruente anche in classe, evitando frasi come: “non capisco cosa abbiate da ridere! Non c’è niente da ridere! Smettila di ridere come… o peggio ancora Risus abundat… Poi ho iniziato ad osservare quando i momenti di ilarità aumentavano e perché, ma soprattutto ho avuto l’intuizione di far sì che la risata divenisse una mia alleata strategica e funzionale alla buona riuscita della mia didattica.

Quali sono i consigli che vorresti dare agli insegnanti che fanno fatica a capire che ridere a scuola è un valore aggiunto?
Ridere a scuola è un valore aggiunto solo se ridere è un valore aggiunto nella tua vita personale. Ho già detto in un’intervista ad Orizzonte scuola che un insegnante che non ride ha perso la sua umanità e allora non sta facendo bene il suo lavoro, non sta rispondendo al contratto che ha firmato con lo stato italiano. “Smettiamola di non realizzare cose belle per paura di essere definiti sognatori”, questa è una mia forte convinzione ed è il consiglio che mi sento di offrire con umiltà ai miei colleghi, ricordando a me e a tutti coloro che vorranno lasciarsi provocare che “Ridere è una cosa seria” al pari dell’atto di apprendere. Non si fa fatica a capire che la risata è un valore aggiunto se si è un insegnante che si forma continuamente e sa quanto oggi la scienza ci dice sul processo di apprendimento e sul suo funzionamento.happy-286152_960_720

Che insegnante sei oggi?

Un’insegnante che si allena alla felicità senza trascurare tutte le sfumature emozionali che la vita a scuola mi impone di vivere, da quelle più “facili” a quelle “meno facili”. Sono un’insegnante ribaltata, non dò mai nulla per scontato, non passa giorno che non mi dia il tempo per studiare, ricercare, sperimentare le modalità e le strategie che mi permettano di vedere realizzato il sogno di educare alla felicità nella scuola del mio Paese, anche nei momenti e nelle situazioni più difficili.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2018/05/insegnanti-che-cambiano-2-scuola-puo-educare-felicita/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Yoga della Risata: arriva il primo festival italiano

Un evento unico di incontro, confronto e conoscenza. Si terrà il 5 e 6 maggio a Gabicce (PU) il primo festival italiano di Yoga della Risata, una pratica semplice ed economica già applicata con successo negli ambiti più disparati: dagli ospedali alle aziende, dalle scuole alle case di riposo. Il 5 e 6 maggio a Gabicce (PU) in occasione della Giornata Mondiale della Risata si terrà il primo festival italiano di Yoga della Risata. Organizzato dall’Associazione Yorido – nata grazie all’impegno di Andrea Pensini e con più 900 membri attivi in tutta Italia –  e da Lara Lucaccioni, una delle Master Trainer di Yoga della Risata. Saranno due giorni imperdibili per vivere l’energia della risata, un evento unico di incontro, confronto e conoscenza, aperto a tutti, dedicato a questa pratica di gruppo semplice ed economica che combina la respirazione profonda propria dello yoga (diaframmatica) alla la risata incondizionata.I°-Festival-italiano-di-Yoga-della-Risata

Avviato nel 1995, il movimento dello Yoga della Risata si è diffuso in oltre 100 Paesi con migliaia di Club della Risata gratuiti, che ne sono il cuore, di cui oltre 400 solo in Italia. Se vuoi conoscere meglio questa pratica, capire come funziona e scoprirne gli innumerevoli benefici puoi leggere qui e qui  degli articoli di approfondimento. Nel week-end sono previsti approfondimenti e workshop, sessioni di Yoga della Risata e di Aqua Laughter, tavoli di lavoro tematici per dare un taglio non solo emozionale e professionalizzante all’evento, ma anche scientifico. Sono davvero emozionata e onorata di partecipare in veste di relatrice per parlare dell’importanza del gioco nel Yoga della Risata, durante uno dei tanti speech che si terranno nelle due giornate. La domenica ci saranno invece dei tavoli di lavoro su varie tematiche, per confrontarsi e mettere in luce quali siano le best pratices legate alla disciplina. Io avrò il piacere di facilitare il tavolo di lavoro sulle aziende. Da tempo infatti sto studiando il tema del divertimento come variabile fondamentale per il benessere all’interno delle culture aziendali. In Italia siamo in tanti ad applicare la pratica della risata incondizionata nei campi più disparati e questa sarà l’occasione per mettersi a confronto,  definire lo stato dell’arte dello Yoga della Risata nelle varie applicazioni e tracciare delle linee comuni per lo sviluppo e la crescita della disciplina stessa. Sarà possibile ascoltare le storie di chi ha portato la risata nelle scuole, in azienda, in ambienti sanitari, nei centri per disabili, nelle case di riposo, con i malati di Alzheimer e anche in carcere.yoga-risata-gruppo

I workshop previsti nel corso del Festival riguarderanno quelli che lo Yoga della Risata considera come i quattro principi della gioia, ossia oltre alla risata, il gioco, il canto e la danza. Ci sarà anche spazio per la Funny Night, serata di espressione libera dei propri talenti, mentre domenica 6 maggio si vivrà un momento magico in cui si riderà tutti insieme per la Pace nel mondo.

“Il Festival si pone come obiettivo quello di far incontrare, aggiornare e confrontare chi sta portando avanti con passione e dedizione progetti importanti in tutte le applicazioni dello Yoga della Risata in tutta Italia – spiega Lara Lucaccioni – Sono anni che formo persone in questo campo e mi aggiorno costantemente, in Italia e all’estero, e le testimonianze che mi arrivano personalmente, ma che restano poco diffuse, perché poco comunicate, sono spesso notevoli. Il Festival vuole mettere in condivisione queste Best Practice e mostrare la ricchezza che stiamo generando a livello di esperienze in Italia. È aperto a tutti perché molti sono incuriositi da questa pratica e/o sono partecipanti abituali di Club della Risata, il cuore del movimento, vivendo personalmente il cambiamento che la risata è in grado di innescare”.
Vieni a scoprire il potere della risata incondizionata il 5 e il 6 Maggio a Gabicce, presso l’Hotel Michelacci. È possibile partecipare a entrambe le giornate o solo a una delle due. Ci sarà anche un servizio baby sitting per chi volesse venire con la propria famiglia!

Per maggiori informazioni e iscrizioni www.festivalyogadellarisata.it
Pagina Fb – Lucia Berdini Coach di Risate

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2018/04/yoga-della-risata-primo-festival-italiano/

E se la scuola fosse divertente?

Le emozioni giocano un ruolo fondamentale nei processi di apprendimento e la scienza dimostra che si impara meglio quando ci si diverte. Perché allora nelle scuole di oggi viene lasciato così poco spazio al gioco, alle risate e al movimento?

“Nelle nostre scuole si ride troppo poco”, diceva Gianni Rodari e – nonostante sia passato qualche lustro – questa affermazione rimane tristemente attuale. Purtroppo la scuola, oggi, è un posto in cui i bambini vanno malvolentieri, in cui si sta per ore seduti sui banchi, con una disposizione degli studenti (che ci portiamo dietro da più di un secolo) che non permette la cooperazione e il movimento. La convinzione alla base dello stato dei fatti è che apprendimento non fa rima con divertimento. A scuola non esistono momenti legati al gioco e alle risate, che sono in realtà alleati e potenti catalizzatori dei processi educativi. Ma le cose devono e possono cambiare.school_its_way_more_boring_than_when_you_were_there-1

Nel video cito uno studio molto interessante che è stato condotto dalla psicologa Jennifer Delgado sull’apprendimento osservativo con bambini di 18 mesi. I risultati sono incredibili e dimostrano come apprendere divertendosi è immediato e, naturalmente, più piacevole. La scienza ha evidenziato quanto le emozioni giochino un ruolo fondamentale nei processi d’apprendimento. La paura dell’errore, l’ansia per la competizione, il senso di inadeguatezza sono le emozioni più frequenti tra i banchi di scuola: questo vuol dire che stiamo ancorando i concetti e le abilità – per sempre e con grandissima fatica – a emozioni negative. Vogliamo una scuola in cui ci sia spazio per le risate, per il movimento, per il gioco. I miseri 10 minuti di ricreazione (spesso passati in aula) sembrano una beffa alla natura dei bambini, che potrebbero dare il meglio di loro se gli insegnanti avessero a disposizione tempo e modi differenti per svolgere le lezioni.

C’è un grande bisogno di chiare direttive dall’alto e di una formazione che cambi direzione in maniera decisa! C’è bisogno di rassicurare gli insegnanti, già fortemente stressati. Quando comincio a parlare loro della possibilità di integrare le lezioni con giochi e risate percepisco la loro paura (di perdere autorità sulla classe, di non riuscire a portare a termine gli impegni presi col ministero, di far perdere il controllo ai bambini). Sanno che imparare facendo, mentre il corpo si muove, gioca e si diverte è utile e benefico, ma non hanno gli strumenti necessari per metterlo in pratica e nessuna direttiva chiara da parte del Ministero.bambini

Daniela Lucangeli, ordinario di psicologia all’Università di Padova nonché membro dell’Accademia Internazionale delle Scienze, scrive:

“A scuola si vivono delle esperienze significative della propria fase di crescita e le figure più importanti sono gli insegnanti e i compagni. Le ricerche dimostrano come le emozioni accompagnino ogni esperienza di apprendimento, quindi se noi impariamo provando paura tutte le volte che riprendiamo dalla nostra memoria quello che abbiamo appreso, riportiamo con noi anche la paura. Se apprendiamo con ansia, riprendiamo l’ansia. Quindi le scienze cognitive che sono più esposte verso  l’educazione ci avvertono e ci dicono ‘Se volete che i bambini apprendano ottenendo il meglio da loro stessi bisogna ritornare a far apprendere con il sorriso […]‘. Si parla di warm cognition, ovvero apprendimento caldo, con le emozioni migliori. Che tipo di atteggiamento educativo ha l’adulto verso il bambino? Quello che deve scegliere e decidere se essere alleato dell’errore contro il bambino è un insegnante giudice ‘Io giudico te non capace di fare, di agire, di apprendere. Sono dalla parte del compito e tutti e due siamo alleati contro chi non lo sta seguendo’. Se invece io sono alleato del bambino contro l’errore, ‘io sono dalla tua parte, ti aiuto a risolverlo, non sono un giudice, sono chi ti aiuta’”.HappyChildren

Vi consiglio due letture che potrebbero darvi una visione nuova del mestiere di insegnare, con la speranza che presto si raggiunga la massa critica di persone consapevole di questa necessità impellente: la scuola può e dovrebbe essere divertente!

“L’umorismo nella didattica – Schede operative per insegnare e imparare divertendosi” di Elena Falaschi, Alfredo Pierotti

Pensato per insegnanti della scuola primaria e secondaria di primo grado, insegnanti di sostegno e studenti di Scienze della formazione e dell’educazione, il libro è un utile strumento che consente di sperimentare metodologie di insegnamento divertenti ed efficaci.

“Educare alla Felicità”, di Lucia Suriano

“Questo lavoro è una proposta, un tentativo concreto di portare nelle scuole, attraverso un ampio e articolato supporto metodologico, pratiche di educazione alla felicità. Praticare la risata vuol dire spezzare gli schemi negativi. Quando pensiamo a una situazione in chiave positiva diventiamo capaci di prendere decisioni migliori e influenzare il nostro corpo e il nostro comportamento. Così non solo cambiamo noi stessi, ma in fondo trasmettiamo un’energia positiva che cambia il mondo. E non è queste la missione della scuola?”.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2018/03/se-scuola-fosse-divertente/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Lo Yoga della Risata, una vera filosofia di vita

Ritornare a ridere come quando eravamo bambini privi di giudizio. È quanto ci aiuta a fare lo Yoga della risata, disciplina che comporta molteplici benefici a livello neurobiologico e psicologico relazionale. Ce ne parla Lucia Berdini, che da tre anni conduce nel suo paese un Club della Risata e tiene corsi in tutta Italia.

“Non ridiamo perché siamo felici, siamo felici perché ridiamo”

William James

Lo Yoga della Risata è una disciplina nata in India nel 1995 grazie al medico Madan Kataria e si basa sull’idea unica che ognuno di noi è capace di ridere incondizionatamente, ovvero senza un motivo, senza l’uso di comicità o barzellette. Si fonda sulla scoperta incredibile che il nostro corpo non riconosce la differenza tra una risata “indotta” e una “spontanea” e ci fornisce comunque gli stessi benefici. Probabilmente, se non lo avete mai sperimentato, avrete dipinta in volto un’espressione scettica. Sì, perché per la mente adulta questo è un concetto difficile da digerire. Pensate ad un bambino di qualche mese che – pur non comprendendo linguisticamente una battuta – ride di gusto quando vede qualcuno ridere. Come ci riesce? I modelli della risata nell’adulto e nel bambino (specialmente quando non padroneggia ancora il linguaggio) sono molto differenti. Quando l’adulto ride lo fa sempre per un motivo, o rischia di essere considerato pazzo. Il bambino invece ride quasi sempre per motivi legati alla percezione e ai sensi. Lo Yoga della Risata ci aiuta a fare questo: ritornare a ridere come quando eravamo bambini privi di giudizio.1

Perché dovrei praticarlo?

Perché i benefici, a livello fisico, mentale ed emotivo sono innumerevoli ma soprattutto perché, se aspetti un buon motivo per ridere potresti aspettare anche tutta la vita. Per avere accesso ai benefici della risata, è necessario ridere per almeno dieci minuti e in maniera diaframmatica. Ti sembra impossibile vero? In realtà, nei club della risata, i partecipanti sbloccano la risata con molta facilità, perché grazie all’interazione giocosa con il gruppo e all’attivazione dei neuroni specchio – attraverso il contatto visivo – si riesce per un po’ a mandare in tilt il nostro emisfero destro. Dopo 10 minuti di risate diaframmatiche (no, ridacchiare non funziona), il corpo comincia a liberare un cocktail di ormoni della felicità e a migliorare moltissime funzioni fisiche e psichiche.

Ricontattare la propria risata, quella che parte dal corpo e non è indotta da scherzi o battute, non è sempre immediato. Dipende infatti da quanto la nostra sovrastruttura adulta, negli anni, si è ispessita. Tuttavia, presto o tardi, chiunque può ritrovarla, con la possibilità di andare a sciogliere emozioni bloccate da tempo. Non è inusuale infatti, specialmente durante gli intensivi di due giorni, che anche il pianto venga a galla. Spesso si pensa che, poiché ridiamo, vogliamo nascondere a noi stessi le brutture della vita, che vogliamo essere felici a tutti i costi. È vero esattamente il contrario. Ridendo – e quindi riattivando potentemente il diaframma – ci rimettiamo in contatto con il calderone delle emozioni (tutte!) e ricominciamo a sentirci, e a vivere. La combinazione delle tecniche di respirazione prese in prestito dallo Yoga (Pranayama), della giocosità tipica dei bambini e degli esercizi di risata, ci permette di ottenere di un lungo elenco di benefici neuro-biologici che la PNEI ha confermato grazie a numerose ricerche scientifiche.2

I benefici neuro-biologici

– Aumento dell’efficienza delle capacità respiratorie grazie al miglioramento della ventilazione polmonare
– Aumento dell’efficienza del sistema cardiocircolatorio
– Miglioramento delle funzionalità dell’endotelio
– Regolazione della pressione arteriosa
– Riduzione dei livelli di glucosio nel sangue
– Sensibile riduzione della produzione di cortisolo e regolazione dei livelli di adrenalina (ormoni dello stress)
– Attivazione dell’apparato linfatico
– Incremento della produzione endogena di: betaedorfine (antidolorifici naturali), serotonina (neurotrasmettitore che regola i cicli sonno veglie e antidepressivo naturale), ossitocina (ormone dell’amore), encefaline (rinforzano il sistema immunitario aumentando la produzione di immunoglobuline IgA e IgG)
– Aumento dell’attività interferomonica e delle cellule NK (Natural Killer) antitumorali.
– Stabilizzazione del ciclo della dopamina (regolatrice dei processi dell’apprendimento, della ricompensa, della motivazione e del benessere).3

I benefici psicologico relazionali

– Riduce in modo drastico lo stress (mentale ed emotivo, oltre che fisico)
– Favorisce un aumento dell’autostima e della sicurezza in sé
– Aumenta le capacità di attenzione e concentrazione
– Migliora le capacità di ascolto e di assertività
– Potenzia le doti di leadership
– Motiva alla responsabilità
– Promuove lo spirito di condivisione e di cooperazione
– Aiuta il superamento di idee e pregiudizi limitanti
– Stimola le capacità creative e di problem solving
– Genera le risorse fisiche e neuro-biologiche necessarie a superare momenti difficili nella vita personale, familiare, sociale e lavorativa.
Ridere incondizionatamente, oltre a essere divertente e gratuito, ci permette di diventare più resilienti, di creare una forte rete sociale (la prima necessità per una vita felice), di liberarci dal giudizio. Solo quando decidi di sorridere – e ridere – alla vita, anche la vita comincerà a sorriderti.

Fonti e studi rilevanti sui benefici dello Yoga della Risata

Foto dal Club della Risata condotto da Lucia Berdini

La pagina Facebook di Lucia Berdini

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2018/02/yoga-della-risata-vera-filosofia-vita/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni