DOPO LA DISFATTA DI VOLKSWAGEN, TORNA L’AUTO SOLARE. ECCOLA IN VERSIONE “LOW COST” E MADE IN ITALY [VIDEO]

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Non sarà certo l’”auto del popolo” (traduzione in italiano di Volkswagen) quella di Enzo Di Bella, tecnico del suono siracusano, appassionato di automobili da corsa che ha realizzato nella sua Siracusa la “Archimede Solar Car”, ma un dibattito sul ritorno all’energia pulita anche nel settore delle auto è certamente tornato in auge dopo lo scandalo Volkswagen. E’ un progetto ambizioso quello di Enzo (Enzo Di Bella, non Enzo Ferrari, anche se gli auguriamo lo stesso successo). L’idea nasce da un sogno che lo ha visto trascorrere tutti i ritagli di tempo degli ultimi 5 anni a progettare e realizzare un prototipo di automobile da corsa “low cost” interamente alimentata ad energia solare.

Il suo progetto è reale, funziona. Una schiera di amici inizia a condividere la sua scommessa aiutandolo nella realizzazione dell’auto solare “made in Sicily” fino a quando, a loro, si aggiunge un’equipe di laureandi ingegneri meccanici dell’Università di Catania, di tecnici informatici, elettronici e di web designer, come racconta Enzo in questo bellissimo video…

Si concretizza, in tal modo, un progetto tutto siciliano sviluppato con piccole somme racimolate qua e là e un’iniziativa di crowdfunding che partirà sul loro sito internet. Nell’ultimo anno, l’auto riceve l’invito a partecipare a tre competizioni internazionali rispettivamente in Australia, Marocco e Cile. Dopo mesi di prove tecniche e test in laboratorio, l’auto è pronta per essere testata sull’asfalto di un circuito prestigioso: l’autodromo di Pergusa ad Enna, situato simbolicamente e strategicamente al centro della Sicilia. L’iniziativa ennese di ospitare i fautori di questo piccolo miracolo ecologico ha trovato il favore dell’Ente Autodromo di Pergusa, di numerose imprese locali e di simpatizzanti del tema delle energie eco-sostenibili. Molti ennesi hanno già offerto un contributo economico simbolico o un servizio (donazioni, pernottamenti, pasti, agevolazione negli spostamenti) agli ideatori siracusani dell’automobile a impatto zero.

L’auto, che raggiunge i 100 km/h.

Fonte: buonenotizie.it

Caso Volkswagen, Genitori Antismog: “I test attuali sono farlocchi, troppa differenza tra il laboratorio e la strada”

Marco Ferrari dell’associazione che si batte contro l’inquinamento atmosferico: “9 auto diesel su 10 di ultima generazione su strada non rispettano i limiti di legge per le emissioni di ossidi di azoto, eppure tutte hanno passato i test”vigile

“Chiediamo che cada l’ipocrisia denunciata da anni sulla discrepanza tra i cicli di test e la strada. La Commissione europea e i singoli Governi nazionali attuino al più presto la revisione delle prove e perseguano le industrie automobilistiche che adottano pratiche elusive, se non fraudolente, così come fatto dalle autorità statunitensi”. Marco Ferrari di Genitori Antismog non ha dubbi: lo scandalo sulle emissioni delle auto diesel Volkswagen vendute negli USA è solo la punta dell’iceberg di una truffa “di sistema” che riguarda tutta l’Europa e probabilmente il mercato automobilistico nel suo complesso.

“In Europa – denuncia l’associazione attiva da oltre 10 anni nella difesa della qualità dell’aria – ben 9 auto diesel su 10 di ultima generazione provate su strada non rispettano i limiti di legge riguardo le emissioni di Nox, ossidi di azoto, eppure tutte hanno passato i test. Secondo l’organizzazione europea Transport & Environment i consumi reali sono fino al 40% più alti di quelli dichiarati e le emissioni di NOx arrivano ad essere superiori di 20 volte rispetto ai limiti di legge”.

“Per alcuni modelli la differenza è così alta che Transport & Environment sospetta che le auto siano in grado di capire quando si svolge il test utilizzando un dispositivo di manipolazione che abbassa artificialmente le emissioni durante la prova. Per esempio, una Audi A8 diesel su strada produce 21,9 volte più NOx rispetto ai limiti di legge, una BMW X3 diesel 9,9 volte, la Opel Zafira Tourer 9,5 volte, la Citroen C4 Picasso 5,1 volte. Tutte queste auto hanno però superato i test in laboratorio. (Per approfondire clicca qui http://www.transportenvironment.org/publications/vw%E2%80%99s-cheating-just-tip-iceberg).

“Abbiamo sempre sostenuto che le emissioni dei motori diesel, ossidi di azoto e polveri sottili, sono pericolose per la salute. L’Organizzazione mondiale della sanità ha stabilito nel 2012 che i loro fumi sono cancerogeni. È quindi inaccettabile che le cause automobilistiche imbroglino sulle emissioni mettendo a rischio la salute dei cittadini”.

La Commissione Europea ha chiesto già da anni che i diesel fossero sottoposti al Real Driving Emissions (RDE), ovvero il test di emissione in condizioni di guida realistiche e non in laboratorio, ma come ci spiega Ferrari “le cause automobilistiche hanno fatto sì che la decisione venisse rimandata al 2017. Tra le righe hanno detto che se dovessero utilizzare le prove stradali arriverebbero a non vendere più”. In realtà la Commissione Ue, per voce della portavoce dell’esecutivo comunitario al mercato interno Lucia Caudet, ha appena annunciato di aver deciso per i test su strada: la nuova procedura è stata adottata da Bruxelles nel maggio 2015 ed entrerà in vigore nel gennaio 2016. “Tutti gli addetti ai lavori sanno che i test attuali sono una farloccata – sostiene Ferrari – ma adesso lo sta scoprendo anche l’opinione pubblica e si spera che questo faccia cadere il velo di ipocrisia in tutto il vecchio continente. Negli Stati Uniti sono andati più a fondo un po’ per una serie di condizioni contingenti ma anche perché sono più rigorosi e soprattutto perché i diesel per loro non dovrebbero proprio esistere. Rappresentano solo l’1% del loro mercato automobilistico complessivo, mentre in Europa il 55%, una differenza abissale”.

Inoltre c’è un’altra differenza non da poco: “Gli Stati Uniti hanno un’unica autorità di controllo sulle emissioni, mentre l’Europa ne ha 28 diverse”. La proposta di far riferimento ad una sola agenzia, più volte avanzata nel corso degli anni, ha sempre incontrato l’opposizione dei costruttori per potersi muovere più facilmente sui differenti sistemi di verifica dei 28 paesi dell’Unione.

Fonte: ecodallecitta.it

 

Uno studente nigeriano inventa l’auto che cammina sfruttando vento e sole

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Segun Oyeyiola, uno studente d’ingegneria nigeriano  della Obagemi Awolowo University, ha convertito un maggiolino della Volkswagen in un’auto a energia eolica e solare, pronta a sfruttare le condizioni metereologiche estreme, presenti nel suo Paese, per ricaricarsi. Il progetto è stato portato a termine con un budget di 6mila dollari e il materiale utilizzato, materiale riciclato e di scarto, è stato donato per lo più da amici e familiari. Così, Segun Oyeyiola ha dimostrato a tutti che, attraverso l’atteggiamento giusto e un po’ di ingegno, è possibile fare la differenza. La sua creatività ha reso possibile, infatti, dare nuova vita alla sua vecchia macchina, in maniera insolita, questo è sicuro, ma soprattutto in modo sostenibile. Il maggiolino è stato dotato di un gigantesco pannello solare piazzato sul tetto e una turbina a vento posizionata invece sotto il cofano. Mentre il pannello sfrutta i raggi solari, la turbina si avvale invece del flusso d’aria emesso mentre l’auto è in movimento. Per garantire che la vettura non crollasse sotto il peso di tutte le ulteriori tecnologie eco-friendly che sono state installate, Oyeyiola ha montato anche un super sistema di sospensione. Una tale trasformazione è del tutto inusuale e offre una prospettiva completamente nuova di concepire la mobilità. Interessante inoltre il fatto che l’auto sia stata ammodernata usando rifiuti riciclati. Segun Oyeyiola ha dichiarato di avere una ferma intenzione di continuare a lavorare su sull’auto, per perfezionarla e farla diventare il futuro della mobilità sostenibile in Nigeria e, perché no, anche di luoghi più lontani. Non solo, il suo sogno è anche quello di rende accessibili i veicoli per le persone che non hanno molti soldi. Per adesso, il suo è costato meno di 6mila dollari. Un problema futuro alla realizzazione del suo sogno potrebbe essere quello legato al reperimento dei materiali necessari per la costruzione di altri veicoli e, laddove ci fossero, delle competenze necessarie per assemblarli. In più, Oyeyiola ha dovuto affrontare le critiche di altre persone che pensavano che il suo lavoro fosse una perdita di tempo. Ora che però ha un prototipo funzionante, il piano è quello di migliorarne la progettazione per fare diventare il suo mezzo la macchina del futuro per la Nigeria. Ovviamente, è necessario apportare numerose migliorie a quest’auto. Ad esempio, attualmente, la batteria impiega circa 4-5 ore per ricaricarsi, il che non la rende ancora una soluzione comoda. Ma Segun ha la caparbietà e le idee giuste per rendere il suo prodotto competitivo e valido.

(Foto: oaupeeps.com)

Fonte: ambientebio.it