Invece, si può!

Basta con i professionisti del catastrofismo! A furia di dire che tutto va sempre peggio, finiremo ai giardinetti davanti all’Inps brandendo un bastone verso il cielo e brontolando che una volta qui era tutta campagna. Che messaggio diamo ai giovani? E a noi stessi? Non è vero che va tutto storto, ci sono un mucchio di buone notizie in giro. Però, siccome l’essere umano ha una innata tendenza a lamentarsi, le buone notizie si vedono di meno. Anche voi siete col fegato a pezzi di fronte alle migliaia di sciagure che infestano il pianeta? Questa rubrica fa per voi! Piuttosto che prendere un gastroprotettore ogni volta che leggete un giornale, una dose di “Invece, si può!” fa lo stesso benefico effetto e in più non pesate sul Sistema sanitario nazionale. Ehi, anche questa è una buona notizia!

Il mio nome è Corvino, Mais Corvino. E torno dal passato.

Questa è la storia di come si può cambiare, più che l’Italia, la propria vita. Carlo Maria Recchia è un ragazzo di 22 anni che otto anni fa fu colpito da una passione: diventare agricoltore e ritrovare antiche qualità di sementi ormai perse. La sua attenzione si pose sul Mais Corvino, una varietà antichissima già conosciuta dai Maya.unnamed

Carlo Maria Recchia

Dove sta la via più fascinosa d’Italia?milan_italy_navigli_neighbourhood_canal_sunset_night_680

Siete degli estimatori della stampa anglosassone? Avete mai pensato “ah, i nostri giornali quanto sono provinciali, mente quelli anglosassoni sì che sanno fare giornalismo!” Guardate la BBC invece della Rai? O la CNN? Bravi. Uno sguardo globale alle cose è sempre interessante. Specie quando arriva un punto di vista inaspettato. Il New York Times, di cui tutto si può pensare tranne che sia superficiale, ha selezionato 12 vie preferite (“favorite streets”) in 12 città europee.  Favorite per chi ci va per turismo, ovviamente, per trovare atmosfera e resettare il contatore esistenziale a zero verso il mondo. Tra questa, una sola è italiana. Dove sarà mai? Si tratterà dell’Erta canina a Firenze? (chi non la conosce, la cerchi e la percorra da piazzale Michelangelo all’Arno) Di una calle veneziana? Di una via Condotti-like a Roma? No. Lo charme e direi anche il recupero del passato annata 2015 è a Milano, e si tratta del Naviglio Grande.

Facebook: vietato promuovere la violenza sugli animali

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Non è vero che va tutto storto!

Il mondo è pieno di buone notizie, ma siccome una buona notizia fa vendere meno di una cattiva notizia, giornali e siti le raccontano di meno. Eppure, in secoli di narrativa tradizionale, dai racconti attorno al fuoco fino a quella tecnologicamente avanzata della televisione e dei social network, da sempre oltre a sciagure, tragedie e drammi, il filone delle storie a lieto fine ha sempre avuto un ruolo narrativo sociale, storico e psicologico. Non ci mettiamo qui a fare la storia dei lieti fini nella letteratura mondiale negli ultimi secoli, anche se sarebbe interessante osservare cosa viene considerato lieto nelle varie epoche e nelle varie culture.

fonte: italiachecambia.org

Le Nazioni Unite approvano la Carta contro la violenza sulle donne

Il 15 marzo scorso è stata firmata all’ONU la Carta per l’eliminazione e la prevenzione di ogni forma di violenza sulle donne e sulle bambine e per la salvaguardia dei loro diritti e delle loro libertà fondamentali.

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È stata una giornata storica quella dello scorso venerdì a New York durante la cinquantasettesima sessione della Commissione della condizione della donna che si è conclusa con un emozionate e lunghissimo applauso. La Carta contro la violenza viene infine approvata con il voto di 131 paesi su 198. Non può che commuovere fortemente il raggiungimento di questo primissimo traguardo storico e simbolico. Occorre avere la consapevolezza che l’emozione e la contentezza sono istantanee e momentanee perché, resta inteso, la Dichiarazione che condanna ogni forma di violenza alle donne, è solo un punto di partenza sul quale, si spera, potere costruire un nuovo mondo e una nuova maniera di intendere la vita e il vivere. Del resto, lo dimostra anche l’iter che ha portato a questo risultato; contrariamente a quanto si possa pensare non si è trattata di un’approvazione immediata né tanto meno semplice e scontata. Lo dimostra il numero di paesi favorevoli, di quelli sfavorevoli e di quelli che hanno opposto obiezioni o espresso contrarietà su vari punti della Carta, lo confermano le tensioni durante lo svolgimento dei lavori della Commissione e infine, più in generale, ne sono una prova sconfortante i decenni di disaccordi su una materia che è assolutamente legittima e indiscutibile. In altre occasioni, per esempio nel 2003 e poi nel 2012, gli Stati membri dell’ONU si erano riuniti per affrontare la problematica della violenza sulle donne senza mai arrivare ad un accordo. La violenza contro le donne è un tema universale e secolare che tocca e riguarda ogni paese del pianeta, nessuno escluso.

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L’accordo approvato qualche giorno fa ha un carattere esortativo e non è vincolante per gli Stati membri, ma è lo start di un processo che paradossalmente sarà lungo e difficoltoso che mira a scardinare quelle mentalità e quelle culture ancora molto radicate che discriminano le donne. La Carta esorta ogni paese ad agire per eliminare gli usi, i costumi, le tradizioni o le considerazioni religiose che portano alla violenza nei confronti delle donne e che divergono dagli intenti stabiliti dalla Dichiarazione dell’ONU e dalla Carta universale dei diritti umani. Il testo adottato si focalizza sulla prevenzione, attraverso l’istruzione e la sensibilizzazione, sulla lotta alle ineguaglianze sociali, politiche e economiche e pone l’accento su un maggiore impegno nell’assicurare l’accessibilità delle vittime alle vie della giustizia. Sottolinea inoltre l’importanza di creare dei servizi multi settoriali per le vittime di violenza in grado di offrire supporto medico, psicologico e sostegno sociale e incentiva a muoversi per sanzioni più dure per gli aggressori ma, ancor prima, a combattere la frequente impunità degli autori dei crimini. Nel documento, i paesi membri, che ribadiscono l’anacronismo della discriminazione e della violenza sulle donne e le bambine, assumono l’impegno e la responsabilità di dare vita ad azioni concrete per eliminarle. Occorrono azioni concrete ed esempi che possano sancire definitivamente la valenza e la validità della Carta delle Nazioni Unite e degli accordi presi dalla maggior parte dei paesi del mondo. Atti reali, cambi di atteggiamento e di comportamenti sia a livello istituzionale che individuale che possano tracciare adesso il cammino legislativo e sociale internazionale di condanna alla violenza contro le donne per non rischiare di assistere a dei pericolosi retromarcia per l’intera umanità.

Fonte: il cambiamento

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