Smog, Transport&Enviroment: ‘Le città vietino anche i diesel Euro 6’

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“Questi motori dovrebbero essere aggiornati per rispettare i limiti o non essere consentiti nelle città”. Sono le conclusioni di uno studio della Ong Transport&Environment sulle strategie anti-smog adottate da 11 centri urbani europei, tra cui Milano. Le città europee che hanno varato misure permanenti anti-smog dovrebbero impedire l’accesso alle zone a basse emissioni anche ai veicoli diesel Euro 6. Sono le conclusioni di uno studio della Ong Transport&Environment sulle strategie anti-smog adottate da 11 centri urbani europei, tra cui Milano. “Una delle principali debolezze è l’esenzione generale per i veicoli Euro 6”, sottolinea lo studio, “mentre meno del 10% dei nuovi diesel Euro 6 in vendita soddisfano i limiti di emissione dell’Ue”.

“Questi motori – si legge nello studio – dovrebbero essere aggiornati per rispettare i limiti o non essere consentiti nelle città”. Senza iniziative dei costruttori, “le città che hanno violato i limiti dell’inquinamento atmosferico per quasi un decennio non hanno altra scelta se non quella di attuare drastiche misure di restrizione alla circolazione delle auto per proteggere la salute pubblica”.

“Due settimane fa una sentenza della più alta corte tedesca ha confermato che le città della Germania possono vietare alle auto di circolare e ha chiarito che il diritto dei cittadini di respirare aria pulita ha la precedenza sul diritto dei proprietari di guidare veicoli inquinanti. “La sentenza del tribunale tedesco dovrebbe essere un precedente in tutta l’UE – scrivono gli autori dello studio – ma la legislazione nazionale in tanti altri paesi impedisce alle città di agire”.

“I paesi dell’Europa centrale e orientale fanno molto affidamento sulle esportazioni di auto usate. Esiste il rischio che le città di queste zone siano invase da diesel costosi e sporchi che gli europei occidentali non possono più guidare nei propri paesi. La Commissione europea dovrebbe valutare quali misure possono essere messe in atto per garantire che tutte le autovetture importate di seconda mano siano state riparate o aggiornate ai loro sistemi di trattamento dei gas di scarico. Tutti gli europei hanno lo stesso diritto all’aria pulita e una soluzione europea comune è necessaria “.

Il mercato automobilistico in Europa è stato sbilanciato a favore del diesel attraverso norme sulle emissioni deboli e agevolazioni fiscali. Il mercato è cresciuto fino al 53% delle auto vendute nel 2011 e l’Europa rappresenta il 70% delle vendite globali di auto diesel. Tuttavia, dopo lo scandalo del dieselgate, la quota di mercato del diesel è in forte calo. Con costi aggiuntivi per soddisfare le nuove norme sulle emissioni, si prevede che la quota di mercato del diesel continui a scendere, suggerendo che i costosi investimenti delle case automobilistiche europee nei nuovi motori diesel potrebbero rivelarsi una decisione sbagliata.

Fonte: ecodallecitta.it

Bloccato un documento che vieta 31 pesticidi in Europa, lo denuncia The Guardian

Il giornale The Guardian annuncia di aver visionato un documento in possesso della Commissione europea in cui 31 pesticidi potrebbero essere vietati a causa dei potenziali rischi per la salute. Ma il documento sembra sia stato bloccato. Ci sono 31 pesticidi per un valore di mercato di miliardi di euro che potrebbero essere vietati poiché rappresentano dei potenziali rischi per la salute. Ma secondo The Guardian il documento è stato bloccato da alti funzionari dell’Unione europea sotto la pressione delle grandi aziende chimiche che li utilizzano nei saponi, cosmetici e plastiche, scrive The Guardian;

quali Bayer e BASF, che ne hanno bloccato i criteri e al loro posto sono apparse opzioni meno rigorose assieme a un piano per la valutazione di impatto che si finalizzerà nel 2016.

Il documento visto da The Guardian raccomanda inoltre, di identificare e categorizzare le sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino (EDC) che secondo gli scienziati causano un’aumento di anomalie fetali, mutazioni genitali, sterilità ma anche cancro e perdita del QI. Il documento inedito afferma inoltre che i rischi associati all’esposizione a interferenti endocrini si verificano anche a basse dosi e che dunque è necessario per queste sostanze chimiche che ne sia approvato l’uso. I criteri proposti per la categorizzazione degli interferenti endocrini, assieme alla strategia per la loro attuazione, si sarebbe dovuta mettere in atto lo scorso anno.pesticidi-620x350

Una fonte della Commissione ha detto a The Guardian:

Eravamo pronti presentare i criteri e una proposta di strategia ma dall’Ufficio del segretario generale ci hanno detto di non pensarci più. Effettivamente i criteri sono stati soppressi e biocidi e pesticidi hanno proseguito per la loro strada.

Il mese scorso 11 deputati hanno scritto una lettera al Commissario per la salute e la sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitisin lamentandosi del fallimento dell’Unione europea nell’ onorare il suo mandato a adottare i criteri sugli interferenti endocrini. Al posto della identificazione proposta di composti simili agli ormoni, l’attuale tabella di marcia dell’UE favorisce opzioni per basse quantità di interferenti endocrini e iò perché l’esposizione a soglie basse sarebbe considerata sicura. L’industria e le lobby agricole favoriscono questo approccio, sostenuto dal Regno Unito e da alcuni ministeri tedeschi. Sostengono che gli effetti socio-economici del divieto di pesticidi e biocidi potrebbe essere rovinoso per le comunità agricole. Infatti, uno studio del National Farmers ‘Union lo scorso anno ha stimato che il ritiro dei prodotti per la protezione delle colture potrebbe costare al settore agricolo del Regno Unito fino a 40.000 posti di lavoro e a 1.73 miliardi di sterline di perdite nei profitti, pari al 36 per cento dei livelli attuali.

Fonte: The Guardian

© Foto Getty Images