Energie rinnovabili ancora al 40% della produzione tra gennaio e settembre

Confermato l’assestamento della produzione da acqua, sole e vento a valori elevati. E’ giunto il momento di rilanciare le rinnovabili invece di inseguire il poco cattivo petrolio italiano

Secondo gli ultimi dati Terna resi pubblici ieri, le fonti rinnovabili nei primi nove mesi del 2014 hanno contribuito per il 40,1% alla produzione nazionale di energia elettrica, confermando il dato di giugno, con un buon incremento rispetto al 35,8% del 2013. Le rinnovabili hanno segnato un +7,8% rispetto allo steso periodo dello scorso anno, con una buona performance soprattutto per l’idroelettrico (+10%) e il fotovoltaico (+9%), quest’ultimo nonostante il fatto che la politica miope degli ultimi tre governi (compreso l’attuale) abbia sostanzialmente fermato la crescita di questo  settore vitale.

Come si vede dal grafico in basso, il traguardo del 40% è stato tuttavia ottenuto più per un ulteriore calo dei consumi globali e del termoelettrico, che non per una crescita significativa dell’energia sostenibile, il cui ritmo di crescita è rallentato negli ultimi anni. Senza questo 40% rinnovabile dovremmo importare il doppio del gas, con tutte le implicazioni geopolitiche connesse (Russia) e sarebbe impossibile raggiungere il traguardo di riduzione di emissioni di CO2. Sostenere le rinnovabili e’ il punto fondamentale della politica energetica italiana. E’ inutile e dannoso continuare ad estrarre il poco cattivo petrolio che abbiamo. Le risorse vanno messe nel campo delle energie sostenibili senza indugi e senza sprechi.Rinnovabili-primi-nove-mesi-2014

Fonte: ecoblog.it

VenTo, la Regione Piemonte aderisce al progetto della pista ciclabile più lunga d’Italia

Su proposta degli assessori Francesco Balocco, Giorgio Ferrero, Antonella Parigi ed Alberto Valmaggia è stata decisa ieri 8 settembre l’adesione della Regione Piemonte al progetto VenTo, elaborato dal Politecnico di Milano per realizzare un’infrastruttura viaria ciclabile di lunga percorrenza lungo il fiume Po380169

Su proposta dell’assessore ai Trasporti Francesco Balocco, alla Cultura e al Turismo Antonella Parigi, e all’Ambiente Alberto Valmaggia, la Giunta Regionale ha espresso la sua adesione al progetto elaborato dal Politecnico di MilanoVenTo, la via ciclabile lunga 679 Km che collega Torino a Venezia e che, ad oggi, risulta essere il percorso ciclabile più lungo d’Italia.  Dopo questo importante riconoscimento da parte della Regione, verranno definite e forme di collaborazione istituzionale per l’attuazione dell’intervento con i promotori, il Ministero dei Beni Culturali le Regioni Lombardia, Emilia Romagna e Veneto e gli enti locali.  Si tratta di un importante passo in avanti non solo per la diffusione di una mobilità dolce e alternativa, ma anche per i risvolti economici e occupazionali che un progetto così strutturato e che vede l’appoggio delle istituzioni può garantire. Secondo i calcoli, infatti, l’infrastruttura ciclabile con le attività ad essa collegate potrebbero portare introiti che vanno dagli 80 ai 100 milioni di euro l’anno, offrendo 2000 nuovi posti di lavoro e sviluppare un turismo legato alla valorizzazione dell’ambiente.

 

Fonte: ecodallecitta.it

Progetto VENTO. Appunti (e foto) di viaggio dal Po in bicicletta

Piacenza (9/6), Cremona (10/6), Boretto (11/6), Suzzara (12/6) e Ferrara (13/6). Ecco le foto e gli appunti di viaggio del gruppo del Politecnico di Milano, in bici da una settimana da Torino a Venezia, per promuovere il progetto VENTO, il tracciato che potrebbe diventare la più lunga dorsale cicloturistica del sud Europa (679 km)379497

Tappa da Cremona a Boretto (RE)

Oggi VENTO sconfina in Emilia. E sconfinare è qualcosa che piace molto a VENTO, perchè il fiume non è un confine e le sue terre non sono terre di confine (come recitano sbiaditi poster nelle stazioni ferroviarie a Casalmaggiore). Il Fiume Po è un centro. Il centro della valle più agricola e vasta d’Europa. Una valle piena di storia, una storia che si è depositata in patrimoni e paesaggi proprio a ridosso del Po. Tutto questo VENTO lo raccoglie nel suo filo narrativo, cercando di riannodare ciò che negli anni si è separato o addirittura scomparso. Oggi ci siamo fermati a Casalmaggiore, invitati dal neo sindaco, un ragazzo di 34 anni che vuole la SlowTown e che ha capito insieme a tanti suoi cittadini che il benessere sta anche nella mobilità dolce, nei bei centri urbani dei piccoli comuni, in opportunità come VENTO.
I paesaggi agricoli attraversati sono di nuovo il segno tangibile della nostra attualità produttiva agricola. Le sommità arginali tra Cremona e Casalmaggiore sono quasi tutte in ordine e ciclabili, ma sono ancora troppe le auto, i camion, i furgoni che letteralmente sfrecciano veloci sull’argine sfiorando noi in bicicletta e disattendendo le indicazioni di divieto di transito. Sono tante anche le saracinesche abbassate che abbiamo trovato. Molte più dell’anno scorso. E questo ci convince che bisogna fare qualcosa, proporre alternative concrete. La dorsale cicloturistica è un’infrastruttura che potrebbe essere, ne siamo convinti, vitale per questi piccoli e medi comuni. Vitale per far rialzare molte delle saracinesche che abbiamo visto abbassate, lasciandoci dolore. Serata emiliana a Boretto per parlare di nuovo di Acqua, di fiume, di consorzi di bonifica, ovvero di qualcosa di importantissimo lungo il PO. Luoghi pieni di storia che dai più è dimenticata ma che chi l’ha vissuta vorrebbe raccontare a tanti con lo stesso entusiasmo che oggi ha mostrato a noi.

Tappa da Boretto a San Benedetto Po (MN)

Don Giorgio é il personaggio VENTO del giorno. Don Giorgio é il parroco di San Colombano, una antica chiesa a Riva di Suzzara spostata pezzo a pezzo un paio di secoli fa. Un altro gioiello custodito lungo il Po. Ma don Giorgio é il custode di mappe e antichi scritti attraverso i quali ha ricostruito gli antichi tracciati della via Giacobea e della via Teutonica già percorsi da San Colombano. Una testimonianza preziosa che ci conferma quanto il Po fosse una terra con meno confini di oggi e percorsa da strade da sponda a sponda. Un teatro di storie su storie oggi quasi perse. Don Giorgio ha subito simpatizzato con VENTO vedendo in questo progetto un nuovo filo conduttore. Da Riva di Suzzara un lungo tratto di 15 km di argine in ghiaia (faticoso e insidioso per bambini e meno esperti) ci ha portati fino a San Benedetto Po, sotto la guida di Annarosa Rizzo e di Angelo, della provincia di Mantova. Il tratto arginale é uno di quei tratti che fanno parte della progettazione di VENTO, laddove si suggerisce una pavimentazione adeguata in sostituzione della ghiaia polverosa. San Benedetto Po é una delle città del sistema matildico. La sua abbazia, del polirone, é tanto splendida quanto ancora troppo poco conosciuta purtroppo. Sarebbe una di quelle gemme della collana VENTO e rappresenterebbe bene l’immagine del patrimonio culturale lungo Po. A San Benedetto Po VENTO si é raccontato in piazza davanti a sindaci, cittadini e alla compagnia di Slow Food. L’ultima tappa ci ha portato all’Ostello dei Concari a Governolo, dove fino agli anni ’80 scorreva il Mincio. Oggi il paesaggio é surreale e bellissimo: laddove scorreva l’acqua un’elegante tappeto erboso fa da palcoscenico all’antica conca sostegno e alle belle case de lBorgo di Governolo. Infine serata a Mantova, città dalla bellezza irresistibile, già dotata ciclabili urbane ed extraurbane (quelle lungo i laghi…) che andrebbero ad innestarsi naturalmente su VENTO. Per chiudere in bellezza, VENTO é stato ospite del World Vespa Days 2014. Ma la chiusura più bella della giornata ci è suggerita da Paolo dell’associazione Scarponauti che, pensando all’idea progetto, ci ha detto: la vá cuma’l vent.

Tappa da San Benedetto Po (MN) a Ferrara

Partenza ore 7.00, direzione Ostiglia percorrendo una variante di VENTO in sponda sinistra. A Pieve di Coriano ci siamo imbarcati sulla Cicogna, una motonave che l’anno scorso faceva servizio a Cremona e ora lavora nel mantovano. La navigazione sul Po é una opportunità bellissima che dà la possibilità di avere un’altra percezione di paesaggio, quella dall’interno del fiume alle sponde. Ma la navigazione é oggi qualcosa di assolutamente sottodimensionato rispetto alle potenzialità ma soprattutto troppo rigidamente (e miopicamente) disegnato sui confini provinciali e regionali. Tutto questo deprime una dimensione turistica internazionale relegando ad una locale meno vantaggiosa per le economie.
Da dietro le fasce boscate svettano i campanili del sistema delle abbazie matildiche fino a Felonica, un comune graziosissimo aggrappato all’argine e con una storia recente ben raccolta e documentata nel museo della seconda guerra mondiale, visto che Felonica come tanti altri paesi lungo il Po è stato teatro di lunghi scontri che la memoria del grande fiume ancora trattiene. VENTO é anche questo, decine sono i musei lungo il Po ma pochi sono i visitatori e pressoché nulla é la conoscenza della loro esistenza al di fuori dei confini locali. Dopo Felonica VENTO ha fatto una piccola tappa in un posto splendido, frutto della buona volonta e del buon gusto di alcuni privati: stiamo parlando di corte Nigella con il suo museo delle erbe vive. Dopo un passaggio a Stellata di Bondeno con la sua splendida Rocca e la casa di Ludovico Ariosto, ma anche con una granatina al limone, quelle che non trovi più. VENTO rimane un progetto di paesaggio e di cultura ancor prima di una realizzazione infrastrutturale. Siamo ora a Ferrara, città della bicicletta. Ferrara é la prima città che nel 2012 ha ospitato il progetto ed é oggi in prima linea nell’aver colto le potenzialità dell’idea VENTO. L’accoglienza a Ferrara é grande. Comune, provincia, università sono stati straordinari. Gli sbandieratori con le loro acrobazie hanno salutato VENTO come solo Ferrara può e sa fare. Dopodiché dibattito al Torrione (che oggi ospita il jazz club) con un consenso unanime al progetto e il rinnovo della disponibilità politica (Maisto per il comune, Zappaterra per la provincia) e del mondo imprenditoriale locale (vicepresidente di Visit Ferrara). E sul finale non potevano mancare i cappellacci e una serata a Giardino delle Duchesse in compagnia di quanti già lavorano alla ciclabilità, di Foddis, un cantautore per la bici, e di Chiara Braga e Alessandro Bratti, due parlamentari che in commissione ambiente si sono dati da fare per riconoscere VENTO a Roma.ecodallecitta

Fonte: ecodallecittà.it

Energia eolica in Danimarca al 55% per tutto il mese di dicembre

Il record danese è avvenuto grazie ai continui investimenti nelle rinnovabili e mostra che la rete è in grado di gestire la potenza intermittente del vento

Durante lo scorso mese di dicembre la produzione eolica ha fornito il 55% dell’energia elettrica della Danimarca. E’ una buona notizia, non solo per i danesi, ma per tutto il mondo, perchè mostra che se si fanno gli adeguati investimenti, la rete elettrica è perfettamente in grado di assorbire e gestire la potenza intermittente del vento, con buona pace di tutti i profeti di sventura che in questi anni hanno più volte detto che era impossibile o troppo problematico. Il fatto significativo è che questo record è mediato su tutto il mese e non riguarda solo i momenti eccezionali di tempesta, come è accaduto ad esempio in Germania. Nella notte tra il 30 novembre e il 1° dicembre la produzione danese di energia dal vento ha pesino superato la domanda, raggiungendo il 138%. In questi casi l’energia viene esportata, come mostra in tempo reale il sito Energinet: nel momento in cui scrivo la Danimarca sta esportando circa 1 GW di potenza verso la Germania e la Svezia. Il record è stato raggiunto anche grazie ai nuovi investimenti che hanno portato nel 2013 il parco eolico da 4,2 a 4,8 MW e la produzione da 10,3 a 11,1 TWh. L’obiettivo è il raggiungimento del 50% dei consumi entro il 2020. Qui è appena il caso di ricordare che l’Italia produce più energia dal vento della Danimarca, visto che nel 2013 ha quasi raggiunto i 15 TWh. Il vento tra il Mare del Nord e il Baltico è più forte che nel mediterraneo, ma i siti italiani disponibili sono più numerosi, compresi quelli in cui alcuni integralisti (utili idioti delle lobby fossili) vorrebbero impedire l’installazione delle turbine.TO GO WITH AFP STORY BY Pierre-Henry DES

fonte: ecoblog

Ontario, previsione di produzione eolica a 48 ore con errore del 5-10%

Le previsioni del tempo permettono di prevedere anche la produzione eolica delle successive 48 ore con un errore del 5-10%Produzione-prevista-ed-effettiva-di-energia-eolica-Ontario

La regione dell’Ontario, Canada, non è solo riuscita a consegnare il carbone alla storia, ma si sta anche impegnando sul fronte delle rinnovabili: con 1, 7 GW di potenza eolica installata, contribuisce per il 28% alla produzione canadese da vento, che a sua volta si colloca al nono posto nel mondo. L’aspetto più interessante dell’eolico dell’Ontario è tuttavia dato dal servizio di previsione della produzione basato naturalmente sulle previsioni meteorologiche. Il grafico in alto mostra ad esempio le previsioni per la giornata di ieri, 27 novembre 2013, unitamente alla produzione effettiva (1). Sembra che si sia trattato di una giornata particolarmente proficua, dal momento che il load factor è stato intorno al 75%.

L’accordo è buono, con una variazione massima di più o meno 10% durante la giornata e uno scarto complessivo del 5%. Un servizio simile è di grande importanza, perchè in futuro potrebbe permettere di programmare le attività più energivore (almeno a livello domestico) durante le ore di maggiore vento. In un sistema smart, questo potrebbe persino essere svolto in modo semiautomatico dalla domotica, segnalando i giorni migliori in cui attaccare la lavatrice o infornare una torta di mele. L’Ontario intende installare altri 3 GW da qui alla fine del 2015, ma forse anche prima. In questo modo il Canada potrebbe superare anche l’ Italia se noi dovessimo restare fermi, prigionieri come siamo delle lobby fossili antirinnovabili. L’esempio della regione canadese è particolarmente interessante, perchè mostra che non occorre attendere programmi e decisioni dei governi centrali, ma è possibile iniziare ad agire già ora a livello locale.

(1) Le previsioni vengono effettuate per le successive 48 ore e vengono quindi riaggiornate di ora in ora. La curva rossa tratteggiata rappresenta la previsione effettuata nelle prime ore del 27 novembre e non tiene conto dei successivi aggiustamenti nel corso della giornata.

Fonte. ecoblog

Arriverà dal vento il 18% dell’energia elettrica mondiale

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Ci sarà più vento del previsto nel panorama energetico mondiale. Dalla IEA (International Energy Agency) è giunto l’ultimo aggiornamento sullo sviluppo dell’eolico a livello planetario. Ebbene, mentre il precedente rapporto del 2009 aveva stimato che questa fonte rinnovabile avrebbe generato il 12% dell’elettricità nel 2050, lo studio appena pubblicato assegna sei punti percentuali in più agli impianti eolici. Così secondo l’Agenzia internazionale dell’energia le fattorie del vento potranno valere fino al 18% del mix elettrico, grazie a 2.300/2.800 GW di capacità cumulativa. Di strada da percorrere ne resta parecchia. La potenza totale disponibile ha sfiorato 300 GW, con la Cina a guidare la classifica dei Paesi con 75 GW, davanti agli Stati Uniti (60) e alla Germania (31). L’eolico sta coprendo il 2,5% della domanda di energia elettrica nel mondo, con punte del 30% in Danimarca e del 18-20% in Portogallo e Spagna. Quindi per toccare le cifre indicate per il 2050, si legge nella sintesi del rapporto della Iea, i Governi dovranno rapidamente accelerare il ritmo delle nuove installazioni annuali, dai circa 45 GW del 2012 a 65 nel 2020 e poi sempre più su, 90 GW nel 2030 e oltre un centinaio alla data finale dello studio. Serviranno investimenti per almeno 150 miliardi di dollari ogni dodici mesi, quasi il doppio della somma destinata lo scorso anno all’eolico. Una larghissima fetta di tale crescita avverrà nei Paesi emergenti non Oecd, che dal 2030 concentreranno oltre metà della potenza complessivamente disponibile a livello internazionale. La Cina da sola produrrà più energia eolica di tutta l’Europa. L’abbassamento dei costi continuerà a giocare un ruolo decisivo: già ora le pale sono competitive con le altre fonti fossili e rinnovabili, nelle aree geografiche più ventose, dove gli Stati concedono condizioni favorevoli per i finanziamenti alle tecnologie pulite. Restano però indispensabili alcuni sussidi nella maggior parte dei casi; i costi di generazione dell’eolico sulla terraferma, evidenzia la Iea, variano da 60 a 130 dollari/MWh. Quelli delle centrali offshore sono molto più elevati. L’Agenzia è convinta che, grazie ai miglioramenti tecnologici, tali costi potranno calare del 25% circa entro il 2050 per gli impianti a terra e in misura maggiore (-45%) per quelli in mare. Per riuscire nell’impresa, però, i Governi dovranno necessariamente impegnarsi in sei diverse azioni. La prima è definire obiettivi vincolanti sulla potenza rinnovabile da installare, come quelli chiesti a più riprese dalla lobby europea del settore, l’EWEA, European wind energy association. Il secondo punto è abbattere le varie barriere di tipo non economico, snellendo le procedure autorizzative e includendo l’eolico nella pianificazione degli spazi territoriali e marittimi. La terza azione necessaria è incrementare i finanziamenti pubblici per le attività di ricerca e sviluppo, fermi finora ad appena il 2% di quelli destinati nel complesso al settore energetico.Il quarto punto riguarda la progettazione degli impianti, che dovrà assecondare maggiormente le condizioni locali: per esempio climi particolarmente freddi o siti con venti a minore intensità. La quinta area d’intervento è sulle reti di trasmissione, con tutti gli accorgimenti per gestire la variabilità della produzione eolica. Siamo dunque nel campo delle previsioni meteo, dell’analisi statistica dei dati, dei sistemi per accumulare l’energia generata ma non immediatamente consumata. L’ultimo punto indicato dalla IEA riguarda la promozione dell’accettazione sociale delle pale eoliche, spiegandone i benefici e incrementando la cooperazione internazionale, soprattutto nelle fasi di test di nuove soluzioni tecniche.

Fonte: Energia24Club.it

Ciclovia Torino-Venezia, firmato il protocollo d’intesa per VENTO

Nella domenica a piedi del 12 maggio a Milano, sul palco che ha dato il via al Cyclopride, gli assessori di Milano Maran e di Torino Lavolta hanno firmato il protocollo d’intesa per l’idea di ciclovia lungo il fiume Po che connette Torino a Venezia

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E’ stato firmato domenica 12 maggio in piazza del Cannone a Milano il protocollo d’intesa per VENTO, l’idea di ciclovia lungo il fiume Po che connette Torino a Venezia. Una via dedicata alle biciclette lunga 679 km: non soltanto un percorso attrezzato, ma un’infrastruttura capace di creare occupazione e di stimolare, sostengono gli ideatori, un’economia fiorente incentrata sulla tutela dell’ambiente e del paesaggio, sul green job, sul turismo sostenibile. Il progetto è frutto del lavoro del dipartimento Architettura e Pianificazione del Politecnico di Milano, che ha analizzato i possibili percorsi e individuato un tracciato che, con alcuni accorgimenti, può trasformarsi in un promettente volano economico, portando in Italia esperienze che in altri Paesi europei stanno dando ottimi risultati. Per realizzarla occorrerebbero circa 80 milioni di euro: in parte già esiste, in parte è da realizzare e mettere in sicurezza. Il 15 percento del percorso è già attrezzato e in sicurezza, il 42 per cento necessita di pochi interventi per trasformare tratti di strada esistenti e poco utilizzati in ciclovia. Il resto è da costruire, anche se con semplici accorgimenti tecnici. Un lavoro che impiegherebbe tre anni a compiersi. Le prime firmatarie del protocollo d’intesa sono Torino, Milano e Venezia, le tre grandi città che si collocano sull’asse del percorso e che hanno creduto fortemente a VENTO sin dalla sua prima presentazione. Le città daranno sostegno al progetto e promuoveranno azioni di sensibilizzazione verso gli organi centrali dello Stato. Nel contempo, lanciano una campagna di adesioni rivolta ad altri enti locali del territorio interessato e alle Regioni. In occasione della firma del protocollo è stato lanciato il VENTO biciTour: un viaggio attraverso il percorso progettato in partenza da Torino domenica 26 maggio, in occasione del Bike Pride, con arrivo a Venezia domenica 2 giugnoFesta della Repubblica. Il team del Politecnico di Milano, accompagnato dalle istituzioni e associazioni aderenti, ripercorrerà in otto giorni l’intero tracciato della ciclovia, organizzando eventi tematici in ciascun punto tappa: Torino, Morano sul Po, Casale Monferrato, Pecetto di Valenza, Pavia, Piacenza, Cremona, Boretto, San Benedetto Po, Pieve di Coriano, Ferrara, Taglio di Po, Chioggia, Venezia e, prima della partenza del tour, a Venaria Reale.

Fonte: eco dalle città

 

USA, STATO DI NEW YORK: PRESTO SPAZIO SOLO AD ENERGIE VERDI

LO RIVELA UNO STUDIO DI DUE ATENEI AMERICANI

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Svolta in arrivo per lo Stato di New York: presto potrebbe essere interamente alimentato da energie rinnovabili. Lo rivela uno studio appena pubblicato dalle università di Stanford e Cornell, secondo cui si prevede che entro il 2030 il fabbisogno interno potrebbe essere soddisfatto da vento, sole e acqua. La ricerca suggerisce anche le riforme che il governo dovrà fare nei prossimi 17 anni per poter centrare questo obiettivo. Serviranno grandi investimenti in centrali eoliche soprattutto nell’area di Long Island e ancona pannelli solari sui tetti di ogni casa nella zona settentrionale dello Stato. “È fattibile”, ha detto il co-autore Robert Howarth, professore alla Cornell University di Ecologia e biologia ambientale. Per poi aggiungere: “Sembra che sia un sogno, ma a volte le persone sono troppo pessimistiche rispetto a quello che si può fare nel futuro”. Certo è che negli ultimi nove anni lo Stato di New York ha fatto grandi passi in avanti sull’energia verde grazie anche alla tassa di un dollaro a bolletta che ha fatto entrare nella casse del governo somme cospicue da reinvestire in fonti rinnovabili. L’obiettivo da centrare nel 2015 consiste nel riuscire a usare energia pulita per il 30% del fabbisogno. Grandi investimenti, ancora, sono stati fatti soprattutto in campo eolico: dal 2004 a oggi la produzione di energia attraverso il vento è passata da 48 megawatt a più di 1.600 all’anno. Ecco perché la ricerca sostiene che nel 2030 la maggior parte delle rinnovabili usate per il sostentamento di tutto il territorio saranno prodotte dall’eolico, grazie a 12.700 pale poste fuori dai confini dello Stato.

Fonte:animali e ambiente nel cuore

 

Confronto consumi energetici nel ciclo di vita

Zumtobel documenta l’impatto ambientale dei suoi prodotti in apposite schede tecniche (EPD)

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Queste schede permettono di documentare facilmente i diversi prodotti, dichiarando con trasparenza i materiali che li compongono e rendendo possibile un incessante miglioramento dei prodotti stessi.

Le cosiddette EPD (Environmental Product Declaration) sono schede ambientali specifiche dei prodotti. Si tratta di dichiarazioni verificate da organi esterni che documentano l’impatto ambientale di un prodotto attraverso tutto il suo ciclo di vita, rendendo così possibile confrontare un prodotto con l’altro.

Confronto tra LUCE MORBIDA V LED (52 W) e LUCE MORBIDA V TC-L (55 W)
Esaminando l’esempio illustrato nel grafico si nota il progresso nello sviluppo del prodotto. La variante LED richiede una certa energia in più nel processo produttivo. Ciò nonostante, una volta considerata la fase dell’utilizzo, risulta gravare meno sull’ambiente rispetto alla versione con lampade convenzionali: il merito è della minor potenza assorbita.

Base del calcolo
Il consumo di energia primaria* si ricava dalla somma di energia impiegata in materie prime e relativa lavorazione, trasporto fino al cliente per 1.500 km in camion e tempo di utilizzo di 15 anni in un ufficio tipico, sulla base del mix energetico europeo.

Vai alle EPD dei due prodotti:
» LUCE MORBIDA V LED
» LUCE MORBIDA V TC-L

* Consumo di energia primaria
Nell’economia energetica si definisce energia primaria quella presente in natura, vale a dire per esempio il carbone, il gas o il vento. In Europa per 1 kWh di corrente elettrica ci vogliono circa 3,3 kWh di energia primaria.

fonte: Zumtobel. La luce.

SQWID: la turbina eolica off-shore alimentata da vento e maree

 

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È stato presentato al Wind Expo 2013 di Tokyo, la scorsa settimana, un innovativo sistema per combinare due risorse offshore di energia rinnovabile. Si chiama SQWID ed è stato messo a punto dalla società giapponese MODEC. Si tratta di un impianto in grado di convogliare le energie del vento e delle maree verso le piattaforme offshore che fanno uso di turbine eoliche. Un sistema che si rivela molto economico rispetto ad altri, grazie all’utilizzo di energie naturali provenienti, appunto, dalla variabilità eolica. In pratica, la turbina si presenta di forma rettangolare e sfrutta le diverse velocità del vento provenienti da qualsiasi direzione. Questo sistema, dunque, si rivela decisamente più adatto per la produzione di energia di quanto non facessero le turbine di vecchia generazione. La turbina Savonius, di cui è provvista la piattaforma, ruota sempre nella stessa direzione ed è indipendente dalle forze delle maree e del vento. La struttura galleggiante SQWID viene utilizzata dove le acque sono meno profonde, al fine di renderla più stabile. La piattaforma, inoltre, supporta un’altra struttura, ossia la turbina eolica di montaggio Darrieus che offre accesso agli addetti alla manutenzione. La società nipponica MODEC sostiene che SQWID sia la struttura ideale per fornire alimentazione d’emergenza alle isole o alle aree più lontane. Una turbina eolica simile era in procinto di essere installata poco distante dalle coste settentrionali del Maine, negli Stati Uniti. Habib Dagher, direttore del UMaine’s Advanced Structures and Composites Center, ha dichiarato che “possediamo l’equivalente di 150 centrali nucleari che si avvalgono della potenza del vento che soffia sulla costa del Maine. Occorrono solo due centrali nucleari per alimentare l’intero stato, tanto è considerevole la risorsa“.

Fonte: GreenBizt