Illuminazione a Led: tutti i vantaggi

 

Nel campo dell’illuminazione sostenibile la tecnologia Led è sicuramente quella che si sta diffondendo di più. Ma vediamo nel dettaglio quali sono i vantaggi di questa tecnologia cercando di capire perché andrebbe scelta.

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Innanzitutto il risparmio. Il Led garantisce consumi bassissimi: una lampadina a Led, infatti, a parità di luminosità consuma sette volte meno di una tradizionale, ma anche quattro volte di meno rispetto a una lampada a risparmio energetico a fluorescenza. Questo significa che una famiglia tipo consumerà per l’illuminazione circa 400 kWh con 75 euro di spesa usando lampadine a incandescenza, 250 kWh con 50 euro di spesa usando lampadine a risparmio energetico, mentre i consumi si limiteranno a circa 60 kWh all’anno con una spesa di 10 euro con il Led. Senza dimenticare che la sostituzione di un impianto di illuminazione tradizionale con uno a Led rientra nell‘Ecobonus 2016, che consente detrazioni fiscali del 65% per gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli immobili.

La durata di vita di una lampadina a Led, poi, è notevole: ben oltre le 50.000 ore, ossia venti volte di più rispetto a una lampadina tradizionale e il doppio rispetto a una lampadina a risparmio energetico a fluorescenza. Anche dopo le 50.000 ore, inoltre, il Led mantiene il 70% dell’emissione luminosa.

Un altro vantaggio di questa tecnologia è il minimo sviluppo di calore. A differenza delle lampade a incandescenza e fluorescenti, le lampadine a Led non emettono luce calda e restano fredde anche dopo molte ore di funzionamento, quindi possono essere installate senza problemi a contatto con legno o plastica.

Infine bisogna annoverare tra i plus di questa tecnologia le dimensioni ridotte che consentono alle lampadine Led di integrarsi all’interno di elementi architettonici come pavimenti, pareti, soffitti, scaffalature e altre superfici della casa.

Fonte: facile.it

 

Valvole termostatiche obbligatorie: cosa fare

Le scadenze, i vantaggi e le modalità per adeguarsi alle nuove regole per i condomini con riscaldamento centralizzatogettyimages-491821904

I prossimi dodici mesi saranno decisivi per l’adeguamento alla direttiva 2012/27/Ue sull’efficienza energetica dei condomini con riscaldamento centralizzato. I tempi, però, sono molto più stretti perché i lavori di adeguamento vanno fatti a impianto spento, nel periodo compreso tra aprile e ottobre.

Valvole termostatiche obbligatorie: la scadenza
La scadenza fissata per l’adeguamento degli impianti condominiali di riscaldamento è quella del 31 dicembre 2016. A partire dal 1° gennaio 2017 tutti gli impianti non adeguati saranno da ritenere irregolari. Obiettivo della norma comunitaria è migliorare il risparmio energetico e migliorare la spesa dei condomini che attualmente si basano sulle tabelle millesimali. La direttiva è in linea con il Protocollo 20-20-20 che prevede la diminuzione del 20% delle emissioni di Co2 e la conversione della stessa percentuale di rinnovabili entro il 2020.

Valvole termostatiche obbligatorie: le sanzioni
Per i condomini che non si adegueranno sono previste sanzioni da 500 a 3000 euro a unità immobiliare, a secondo delle disposizioni delle singole Regioni.

In Piemonte e Lombardia i termini sono già scaduti nel 2014, ma è stata concessa una sospensione che durerà fino al termine ultimo del 31 dicembre 2016. Pertanto anche nelle due regioni del Nord Ovest le sanzioni inizieranno dal 1° gennaio 2017.

Valvole termostatiche obbligatorie: il risparmio

Quanto si risparmierà? Abbassando la temperatura di un grado: per esempio da 20° a 19° C si risparmia il 7%. L’installazione dei dispositivi apporta una significativa riduzione delle emissioni di Co2 fino al 50%. Dunque l’adeguamento alla normativa oltre a essere un vantaggio economico per i condomini in regola (pagando il consumo effettivo si tende a consumare meno) è anche un vantaggio ecologico per l’ambiente (il riscaldamento delle abitazioni è una delle principali cause di inquinamento nelle nostre città) e in più può usufruire della detrazione fiscale della spesa.

Fonte: ecoblog.it