Messico, droni per proteggere le uova di tartaruga

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Droni usati in ambito naturalistico. Succede in Messico, dove questa tecnologia viene utilizzata al servizio degli animali sulla spiaggia di Morro Ayuta, nello stato di Oaxaca, per sorvegliare dall’alto le uova delle tartarughe affinché non vengano rubate. Le tartarughe raggiungono i 18 chilometri di spiaggia dove depongono le loro uova che fanno gola ai bracconieri che le mangiano e le rivendono nei mercati locali nonostante il loro commercio sia stato vietato da tempo. In passato sono stati impiegati anche i militari per controllarle, ora si è deciso di utilizzare droni dotati di gps e di una camera per immortalare gli eventuali ladri. Dall’alto è più facile riuscire a identificare le tracce e “seguire” i ladri di uova.

“Il drone ci dà il vantaggio della vista dall’alto. Possiamo avere una visuale aerea, quindi identificare i bracconieri e i loro percorsi fino a un perimetro di 30-40 ettari”, spiega Edgar Perrusquia, dell’agenzia federale di protezione dell’ambiente spiega. Ma i pericoli per le uova provengono anche da uccelli e cani che sono possibili predatori: si calcola, infatti, che solamente il 35% delle uova deposte riescono a schiudersi dopo i 45 giorni di incubazione.

Fonte:  Askanews

HemLoft, il rifugio sugli alberi a forma di uovo

Questa pittoresca casa sugli alberi, oltre all’indubbio fascino che l’accomuna a tante altre case sugli alberi, ha la prerogativa di avere alle spalle una storia molto particolare e affascinante grazie al suo creatore Joel Allen.hemloft-joel-allen-1-e1339221073176-400x250

Questi all’età di venticinque anni era un comunissimo ragazzo, laureato in informatica, che lavorava in una azienda specializzata nel settore a Whistler, a nord di Vancouver in Canada. Tutto nella sua vita andava per il meglio, finchè fu licenziato a causa della chiusura della stessa azienda trovandosi per la prima volta a dover riorganizzare la sua vita. Decise, a questo punto, di andare in “pensione” per dedicarsi ad altro alla sola età di 26 anni. Aspettava un finanziamento per intraprendere una nuova attività ma a distanza di un anno anche questo suo sogno fu disatteso trovandosi in condizioni economiche alquanto precarie. Nel frattempo conobbe un vecchio hippie chiamato Old Man John con cui strinse una forte e profonda amicizia. Questi aveva spesso l’abitudine di passeggiare per i boschi attorno a Whistler e ne conosceva ogni più piccolo segreto. Old Man John trasmise a Joel Allen l’amore e il rispetto per questo angolo della British Columbia. Tutto ciò fu d’ispirazione per Allen tanto che decise di costruire una casa sull’albero nel pieno rispetto della natura, al fine di vivere più intimamente con essa. Ecco così la nascita del suo nuovo sogno! Per prima cosa prese lezioni in una falegnameria e si fece assumere in una ditta di costruzioni, al fine di guadagnare qualche cosa per poter vivere e per imparare un mestiere che gli sarebbe stato utile nel suo sogno. Contattò due suoi amici architetti e insieme iniziarono la progettazione di una casa che fosse non solo accattivante nelle linee ma anche spaziosa. Vari progetti furono abbandonati, finchè si decise di costruire una casa a forma di uovo dove il tronco dell’albero si trovasse al centro. Allen costruì un modello in scala ridotta al fine di testarne da resistenza e durevolezza. Il passo successivo fu quello di cercare l’albero perfetto, la vista ideale e il terreno più comodo. Data la mancanza di capitale per l’acquisto di un terreno decise di realizzare il suo progetto nella foresta pubblica. Questa casa necessitava di un terreno ad una distanza ragionevole dalla strada in modo da rimanere in contatto con la società ma che consentisse un certo isolamento. Altra nota essenziale e che fosse nelle vicinanze di corsi d’acqua o di laghetti al fine di consentire un approvvigionamento idrico costante e che fungesse anche da doccia naturale. Poi vi era la necessita di costruirla in un luogo dove la forma a uovo non cozzasse troppo con l’ambiente e infine era necessario un albero dal tronco notevolmente robusto. Tale ricerca si protrasse per un mese circa finchè non trovò il sito adatto.

A questo punto il sogno c’era, il progetto anche e il luogo era perfetto. Iniziò la costruzione dell’abitazione e portò a termine lo scheletro della stessa con una spesa di circa 6500 dollari. Il progetto fu abbandonato per circa un anno, causa un viaggio in Slovenia. Qui conobbe e si innamorò di una ragazza di nome Heidi che lo convinse a tornare in Canada per terminare questo meraviglioso progetto. Qui si resero subito conto che poter portare a termine questo sogno sarebbero stati necessari circa 10.000 dollari di materiale. La cosa appariva non fattibile. Ed ecco qui un idea, utilizzare il legno di vecchi mobili e vecchie porte al macero, restaurarlo e riutilizzarlo nella costruzione dell’abitazione.

Nel corso di un’estate Joel e Heidi portarono a termine il loro progetto, lavorando solo nei fine settimana. Decisero di comune accordo di filmare a fotografare questa splendida casa. Tempo dopo a New York incontrarono una redattrice della rivista Dwell che si interessò notevolmente al progetto e decise di pubblicarlo con il nome di HemLoft. In seguito all’interesse riscontrato è stato anche aperto un sito internet dove vengono descritte nel dettaglio le varie fasi produttive.hemloft-joel-allen-6 (1)

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Tale pubblicazione ha portato all’attenzione delle autorità locali questa piccola abitazione in quanto costruita su terreno pubblico e senza nessuna autorizzazione. Tecnicamente, quindi, Allen non è padrone di nulla. Ha portato all’attenzione dei media tutto ciò sperando che possa essere legalizzato. Ha anche indetto un sondaggio sul sito web per farsi consigliare sulla maniera più giusta di muoversi dal punto di vista giuridico. Il 75% degli intervistati gli consiglia di cercare di acquistare il terreno. Ad oggi però, il destino di questa splendida abitazione appare incerto!

Fonte: tuttogreen.it

Da T-Riciclo l’uovo di Pasqua al cioccolato solidale bio con giocattoli riciclati.

A Roma torna RICIoCcoLATO l’uovo di Pasqua al cioccolato biologico e solidale della cooperativa T-Riciclo. Il progetto prevede che le uova al cioccolato siano accompagnate da peluches e giocattoli recuperati e riciclati.

Come spiegano le componenti della cooperativa T-Riciclo che ha lanciato il progetto giunto al decimo anno di vita:

La campagna ha molteplici scopi: primo fra tutti quello virtuoso del riuso degli oggetti e poi l’autofinanziamento attraverso il quale retribuire anche collaboratori/trici che provengono dalla disabilità e dal disagio sociale e infine per scopi no profit, il sostegno alla Associazione Kamar, a cui sono destinati parte dei proventi di vendita.

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T-Riciclo è impegnata proprio nel recuperare oggetti da riusare e riciclare e dunque la promozione delle uova di Pasqua in cioccolato bio è solo una delle possibilità di seconda vita offerta agli oggetti recuperati. Tra le iniziative di T-Riciclo anche le proposte di consumo consapevole ossia di imparare ad acquistare in maniera etica. Nel 2011 il progetto si è ulteriormente ampliato con il sostegno della Provincia di Roma ed è nato Alterequo, ossia commercio solidale al femminile. Tutti i rifiuti, come bottiglie di plastica, piccoli giochi e peluche grazie alle mani delle donne ritornano a nuova vita. Infatti Alterequo è un sito di e-commerce dove è possibile trovare tutti i prodotti artigiani dell’upcyle o riciclo creativo e include sia bojoutteria di alta moda, sia abbigliamento e sia oggettistica per la casa.

Fonte:  Comunicato stampa