“Meeting urban food needs”, il progetto della FAO in collaborazione con l’Università di Torino

Il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino e la FAO siglano una partnership per lo studio delle dinamiche dei sistemi complessi. Il progetto si chiama “Meeting urban food needs” e si propone di fornire ai governi locali strumenti per migliorare la sostenibilità del sistema alimentare379625

Che la distribuzione delle risorse alimentari sia un problematica che interessa la popolazione su larga scala è un dato ben noto. Una constatazione che ha portato allo sviluppo del progetto “Meeting urban food needs” da parte della FAO. Un studio che si propone di ricercare il modo in cui i sistemi che producono e distribuiscono le risorse alimentari possono soddisfare i bisogni della popolazione. Lo studio di queste dinamiche vuole portare i governi locali, infatti, ad intraprendere azioni e strumenti per migliorare la sostenibilità del sistema alimentare.
Ad accompagnare la FAO nel suo progetto anche il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino, che ha deciso di offrire le proprie competenze e conoscenze in campo sociale al fine di raggiungere il benessere della popolazione proprio grazie all’integrazione di due ambiti strettamente connessi.
Si tratta di unire la necessità di migliorare i sistemi di approvvigionamento e di distribuzione alimentare con la consapevolezza del fondamentale ruolo sociale di attività rivolte alla collettività.

Fonte: ecodallecittà.it

Amianto all’Università di Torino: terza morte per mesotelioma pleurico

Un professore, un ricercatore e un bibliotecario sono deceduti per mesotelioma pleurico. Sul caso il sostituto procuratore Raffaele Guariniello aprì un’inchiesta nel 1999

Dopo un docente di francese, Gianni Mombello, e un ricercatore di economia a Scienze Politiche, Andrea Brero, negli scorsi giorni è deceduto un bibliotecario di Palazzo Nuovo. Sale dunque a tre il numero dei decessi per mesotelioma pleurico nella sede universitaria torinese che, dalla fine degli anni Sessanta, ospita le materie giuridiche e umanistiche. L’uomo, 54 anni, lavorava all’interno di Palazzo Nuovo dal 1982 e il suo caso è entrato nel fascicolo di inchiesta che il sostituto procuratore Raffaele Guariniello ha aperto alcuni anni fa sulla presenza di amianto nell’edificio. Guariniello aveva iniziato a indagare nel lontano 1999 e fra queste tre vittime ci sarebbe un punto di contatto: la frequentazione della stessa biblioteca. La presenza di materiali contenenti amianto è accertata sino al 2003: non solo crisotilo, ma anche amianto blu, quello considerato più pericoloso. Nell’accertamento Asl fatto a cavallo fra 1999 e 2000 si scoprì che “le facciate esterne dell’intero palazzo sono state rivestite con lastre di tamponamento contenenti amianto”, più specificatamente “lastre modello Glasal con amianto” secondo quanto rilevato dall’Arpa: ma a destare preoccupazione furono, nel 1999, soprattutto le condizioni dei materiali: “Le lastre non sono in buon stato di conservazione, presentano spesso deformazioni e rotture”. Quando iniziarono i lavori per la biblioteca universitaria frammenti di lastre di materiale furono trovate ai lati del cantiere. La bonifica avvenne ma con notevoli ritardi: nell’ottobre 1999 i presidi annunciarono “imminenti lavori di rimozione” e l’Arcas, la società incaricata delle rimozione, finì nel mirino dell’Asl per non avere provveduto alla rimozione dei “residui di lavorazione in imballaggi chiusi”. Nel 2001 l’Asl scrive al rettore riguardo al rischio di dispersione di amianto nell’ambiente. Un rischio affrontato in maniera inadeguata, ma non per ignoranza del pericolo. Un verbale del Cda dell’ateneo datato 1990, infatti, testimonia come i vertici dell’Università fossero al corrente della precarietà dei rivestimenti in amianto. Pochi sapevano, ma le informazioni rimasero sotto chiave: professori, amministrativi e studenti respirarono le fibre di amianto. Il caso Eternit lascia supporre che i tre decessi di questi ultimi anni non siano che l’inizio di una lista destinata ad allungarsi in futuro.

Fonte:  Ansa