“La scienza è democratica quanto tutela la salute di tutti i cittadini”

Chi fa oggi la voce più grossa in tema di salute sostiene che ci siano in Italia “congiure di somari”, o “forze oscurantiste” o ancora che stia dilagando una qualche sorta di “spirito di superstizione”. Invece ci sono sane voci critiche e argomentate sull’eccessiva medicalizzazione, le leggi autoritarie e paternalistiche in tema di salute, sui conflitti di interesse. Di questo si parlerà sabato 10 marzo a Firenze nel convegno “La scienza è democratica quando tutela la salute di TUTTI i cittadini”. Aperte le iscrizioni .9748-10525

Chi fa oggi la voce più grossa in tema di salute sostiene di volta in volta che ci siano in Italia “congiure di somari”, o “forze oscurantiste” o ancora che stia dilagando una qualche sorta di “spirito di superstizione”. Assai spesso queste accuse infondate sono rivolte a chi ha, mantiene e documenta posizioni critiche e argomentate su molti aspetti dell’attuale gestione della salute, individuale e collettiva. Le associazioni AsSIS (Associazione Studi e Informazioni sulla Salute) e Amcp (Associazione per la Medicina Centrata sulla Persona), in collaborazione con Terra Nuova Edizioni, si mobilitano su queste tematiche e organizzano per

sabato 10 marzo a Firenze

il convegno dal titolo

“La scienza è democratica quando tutela la salute di TUTTI i cittadini”

che si terrà al

Cine-hall Odeon, piazza Strozzi, dalle 14.15 alle 19

QUI PER ISCRIVERSI

«La data non è casuale: il diritto all’istruzione soccombe davanti a una legge che ha sancito l’obbligo vaccinale per l’ammissione dei bambini alle scuole materne e d’infanzia, e dunque anche la loro esclusione – spiegano gli organizzatori – La salute si tutela con la prevenzione primaria, ben prima che con i trattamenti farmacologici e con la medicalizzazione di qualsiasi aspetto della vita fisica e psichica. Il fatto che un’affermazione tanto banale possa suonare, agli orecchi di alcuni, addirittura sovversiva rivela in modo chiarissimo che c’è un sistema sanitario che non vigila sui conflitti di interesse ma che fa affidamento esclusivamente sul consumo di farmaci, sulla moltiplicazione delle prestazioni, sul numero di interventi chirurgici, sul numero di mutuati e su quello delle vaccinazioni effettuate dietro incentivo e per obbligo di legge. È bene non lasciarsi distrarre dagli slogan, dagli allarmismi, dall’arroganza sdoganata, dalla pretesa di soffocare dialogo e confronto: fino a che ci sarà un’estesa infiltrazione di interessi impropri nei luoghi dove si prendono le decisioni in materia di salute, si avranno distorsioni negli orientamenti della ricerca medica, mutilazioni nella divulgazione delle conoscenze scientifiche e profondi dubbi sull’efficacia delle politiche sanitarie e sulla correttezza delle pratiche professionali».

Il convegno di Firenze sarà un momento di condivisione e confronto importantissimo.

Ecco il programma:

Ore 13.30 –  Registrazione dei partecipanti e ingresso

Ore 14.15 – Saluti degli organizzatori: i presidenti di AsSIS e Amcp e il direttore di Terra Nuova

Ore 14.40 – Apertura del convegno con l’intervento del professor Ivan Cavicchi, docente di Sociologia delle organizzazioni sanitarie e Filosofia della medicina alla facoltà di Medicina dell’Università di Tor Vergata a Roma: La democrazia nella scienza e la scienza in democrazia

Ore 15.05 – Intervento della Dottoressa Verena Schmid, fondatrice della Scuola Elementale di Arte Ostetrica di Firenze e docente di salutofisiologia in ostetrica all’università di Salisburgo: Gravidanza e parto non sono patologie da curare

Ore 15.30 – Intervento del dottor Adriano Cattaneo, epidemiologo e consulente di Ibfan Italia: Nutrizione e farmaci: dove si nascondono i conflitti di interesse

Ore 15,55- Intervallo, coffee break

Ore 16,20 – Intervento del Dottor Alberto Donzelli, membro del Consiglio direttivo e del Comitato scientifico della Fondazione Allineare Sanità e Salute: Determinanti maggiori di malattie e mortalità confermati dalle prove scientifiche. Esempi di efficacia comparativa di celebri terapie farmacologiche

Ore 16.45 – Intervento della Dottoressa Fiorella Belpoggi, direttore Area Ricerca dell’Istituto Ramazzini e del Centro di ricerca sul cancro “Cesare Maltoni”: Ignorare i dati scientifici scomodi danneggia ambiente e salute

Ore 17,10– Intervento del Dottor Eugenio Serravalle, medico pediatra, presidente di AsSIS: Vaccinazioni: dalla persuasione all’estensione dell’obbligo, la fine del consenso informato

Ore 17.35 – Dibattito, domande del pubblico

Ore 18.30 – Conclusioni

QUI PER ISCRIVERSI

La quota, come contributo per le spese organizzative, è di 10 euro a persona

Fonte: ilcambiamento.it

Isde, quando proteggere l’ambiente è tutelare la salute

Inquinamento dell’aria, dell’acqua, del suolo, del cibo; dissesti ambientali, depositi di rifiuti radioattivi, sostanze cancerogene in ogni dove: oggi più che mai, l’inquinamento dell’ambiente è spesso causa o motivo di aggravamento di numerose patologie. Ne è consapevole in particolar modo una Associazione internazionale di medici, quella dell’International Society of Doctors for the Environment (Isde). Che, dal 1990, si interessa appunto alle problematiche sanitarie connesse a quelle ecologiche.ambiente_salute

 

L’Associazione dei Medici per l’Ambiente, Ong ormai presente in ben 25 nazioni, ha la sua sede a Basilea, in Svizzera, dove fra le altre cose ospita un ufficio scientifico in cui si coordinano ricerche, informazioni e attività di formazione. In Italia, è rappresentata da un nutrito gruppo di medici decisi a stimolare l’impegno dei loro colleghi, oltre che della società civile, per la salvaguardia del martoriato ecosistema in cui tutti viviamo. Obiettivo dell’associazione? Diffondere conoscenze sul legame tra l’inquinamento ambientale e la salute umana, ma soprattutto avviare e sostenere iniziative per far sì che il degrado ambientale non minacci in modo irreparabile la salute e la sicurezza di tutte le persone. Incluse quelle non sono ancora nate. Abbiamo intervistato il presidente di Isde Italia, il dottor Roberto Romizi.

Dottore, sul sito www.isde.it si scrive: “Sono decenni che nei convegni medici si parla di salute e di inquinamento, e che i ricercatori si impegnano per evidenziarne le correlazioni”. Ma cosa è stato fatto di concreto, in tutti questi anni, per ridurne la portata?
In primis si è cercato di sensibilizzare attraverso molte attività informative la popolazione, le istituzioni, ma anche gli stessi professionisti della salute e dell’ambiente, tra i quali è cresciuto enormemente il livello di attenzione sulle tematiche ambiente e salute correlate. Resta il fatto che si può sempre fare di più: è necessario trovare un modo per coinvolgere anche i legislatori e i decisori politici per vedere davvero dei cambiamenti.

Qual è la risposta dei cittadini nei confronti delle vostre iniziative?

La reazione da parte della popolazione, sensibile, interessata e “preoccupata” rispetto ai temi affrontati da ISDE, è sempre più positiva, vista con favore e con attenzione per il rigore scientifico delle affermazioni e delle tesi sostenute.

E da parte delle Istituzioni, avete supporto o solo dichiarazioni di buoni propositi?

Principalmente il rapporto con le Istituzioni dipende dalla sensibilità e dal senso di responsabilità delle singole persone che vi lavorano. Dove esiste stima e considerazione reciproci, è facile compiere dei percorsi comuni che hanno anche portato a scelte coerenti. In altri casi è evidente il “fastidio”…

Non vi capita di scontrarvi con omertà o barriere corporative all’interno della categoria?

Anche all’interno della categoria medica, poiché le informazioni epidemiologiche sono discordanti (e talvolta e scarso l’interesse alle tematiche ambiente-salute correlate), c’è chi preferisce avere un atteggiamento di precauzione, altri no. E’ necessario insistere poiché la scienza non può essere asservita a logiche di interessi.

Ma i medici sono tutti d’accordo, con il vostro approccio? Se no, cosa li frena dall’esserlo?

È un problema di cultura specifica: dovrebbe infatti esistere nel corso di laurea in medicina una disciplina sul rapporto medico e ambiente. Cambiare la pratica clinica richiede un’adeguata formazione scientifica, quindi risulta difficoltoso accettare nuovi approcci per le patologie ambiente correlate. Alcuni medici si mostrano indifferenti, altri rassegnati, e non si rendono conto della loro enorme responsabilità. Un altro ostacolo è posto dall’industria e dal conseguente rischio di perdere privilegi acquisiti o la paura di scontrarsi con i poteri forti.

Cosa pensa dell’influenza del mondo dell’industria (farmaceutica e non) in campo medico e sanitario?

Come diceva Renzo Tomatis: “le pressioni sulla ricerca sono fortissime e questo purtroppo non è indipendente”. ISDE lotta perché venga attuata la prevenzione primaria e cioè ma messa in atto di tutte quelle strategie che non determinino l’insorgenza della malattia. Esistono comunque esempi di ottima collaborazione tra medici, fisici e industria, pur nella sostanziale diversità di mission. Il medico, per essere credibile, dovrebbe rifuggire dalle suggestioni della propaganda medica, assumendo un atteggiamento di critica prudente e attenta.

Sempre sul vostro sito Web viene scritto: “È altresì necessario intervenire, anche per via legale, contro i soggetti, pubblici e non, che perseguono iniziative non rispettose della salute dell’ambiente”. Vi è mai capitato di condurre battaglie legali di questo tipo, in un Paese in cui si verificano decine di reati ambientali ogni giorno?

Esiste un problema di tutela generale e individuale della salute che non possono essere ignorati in quanto previsti dalle norme di rango Costituzionale. Riteniamo giusto percorrere questa strada con correttezza e alla luce delle dimostrazioni di nocività di tutte quelle sostanze che hanno creato enormi problemi di sanità pubblica, senza che vi sia stato un intervento di chi istituzionalmente ne aveva dovere e responsabilità.

Qual è fra i vostri obiettivi quello che trovate più complesso da raggiungere?

Trasformare le evidenze scientifiche in azioni concrete di policy. E’ difficile far recepire l’importanza sociale, politica e sanitaria della prevenzione primaria sulla base del principio di precauzione: è necessario cambiare stile di vita e mettere la salvaguardia dell’ambiente al primo posto.

Cosa vi dà maggiori soddisfazioni, come medici per l’ambiente?

Essere testimoni attivi di una stimolante battaglia culturale e morale per la conservazione dell’ambiente e della salute. Constatare la crescente consapevolezza di responsabilità e di sensibilità da parte dei colleghi e dei cittadini che si fidano del medico.

Come vede il futuro della tutela dell’ambiente e della pratica medica?

Difficile, ma non impossibile, anzi stimolante. E’ un’occasione formidabile per siglare un patto tra arte medica e salubrità ambientale, partendo dalla formazione degli operatori della salute e dell’ambiente, al fine di evitare di scivolare nel degrado ambientale, morale e sociale dell’uomo. Ma il medico è solo uno degli attori che deve mettersi a disposizione di un’operazione così complessa.

Un dettaglio che tutti noi, in gran parte artefici del nostro destino ma sempre pronti a lamentarci e soprattutto a delegare ad altri tutto quel che concerne la politica, l’ambiente e la salute, dovremmo iniziare a tenere ben presente.

 

@AndreaBertaglio

Fonte: ilcambiamento.it