Ma quanto inquinano gli aerei?

Negli ultimi 24 anni il traffico aereo è aumentato dell’80% e stessa percentuale di aumento si è registrata per le emissioni di CO2 e si prevede che cresceranno di un altro 45% entro il 2035. Nel 2014 2,5 milioni di persone sono state esposte al rumore dei 45 principali aeroporti europei e si prevede che il numero aumenterà del 15% tra il 2014 e il 2035. Il trend, che si evince dal Rapporto ambientale sull’aviazione europea, non è sostenibile. Dobbiamo accettare il fatto che occorre tornare ad essere cittadini a chilometro zero, su tutti i fronti.

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Il Rapporto ambientale sull’aviazione europea, pubblicato il 29 gennaio scorso da EEA è il risultato di una stretta collaborazione tra la Commissione europea, l’EASA (European Aviation Safety Agency) e Eurocontrol. È alla sua prima edizione e fornisce informazioni sulle prestazioni ambientali del settore dell’aviazione con lo scopo di monitorare il sistema europeo, valutarne i significativi impatti e mettere in atto misure per renderlo più sostenibile. Il trasporto aereo, il cui valore economico e sociale non può essere ignorato, è in forte espansione. Tra il 1990 e il 2014 il numero di voli è aumentato dell’80% (anche per effetto del proliferare dei voli low cost a servizio del turismo mordi e fuggi) e si prevede che crescerà di un ulteriore 45% tra il 2014 e il 2035incrementando sempre di più le emissioni climalternati a livello globale, ma anche l’inquinamento dell’aria, il rumore ambientale e altri fattori di pressione a livello locale. Alcuni miglioramenti tecnologici, come il rinnovo di alcune flotte e una maggiore efficienza nella gestione del traffico aereo, e altri fattori strutturali, come la crisi economica iniziata nel 2008, hanno fatto tornare le emissioni e l’esposizione al rumore del 2014 vicini ai livelli registrati nel 2005. Tuttavia, in valori assoluti, le emissioni di anicride carbonica di anicride carbonica sono aumentate di circa l’80% tra il 1990 e il 2014, e si prevede che cresceranno di un ulteriore 45% tra il 2014 e il 2035. Le emissioni di ossido di azoto sono raddoppiate tra il 1990 e il 2014 e si prevede che cresceranno di un ulteriore 43% tra il 2014 e il 2035. In linea generale, la ricerca tecnologica per limitare gli impatti ambientali del settore del trasporto aereo non ha tenuto il passo con l’aumento della domanda, come è avvenuto in altri settori. I livelli di rumore di alcuni jet sono stati ridotti, da circa 2 a 4 decibel e recentemente sono stati introdotti più rigorosi limiti di rumorosità, insieme a limitazioni di emissioni di NOX e CO2, ma l’intera flotta europea sta lentamente invecchiando e l’età media dei velivoli era di circa 10 anni nel 2014. Nello stesso anno circa 2,5 milioni di persone sono state esposte al rumore dei 45 principali aeroporti europei nel 2014 e si prevede che il numero aumenterà del 15% tra il 2014 e il 2035.

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La ricerca sui carburanti sostenibili alternativi è molto lenta. In alcuni voli commerciali europei si sono sperimentati carburanti alternativi sostenibili, ma la produzione regolare di questi biocarburanti, che al 2020 doveva essere di 2 milioni di tonnellate (Flighpath), non sembra raggiungibile. Quanto al traffico aereo, la rete gestisce 27.000 voli e 2,27 milioni di passeggeri al giorno. Sono 92 gli aeroporti europei che partecipano al programma Airport Carbon Accreditation, sistema ambientale o di gestione della qualità certificata, e 20 di questi sono carbon neutral.

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Tuttavia si prevede che entro il 2035, in assenza di altre misure, circa 20 principali aeroporti europei dovranno affrontare problemi relativi alla congestione del traffico e all’aumento delle emissioni. Il sistema di scambio di emissioni dell’Unione europea (EU ETS)  attualmente copre tutti i voli intraeuropei, ma si stima che le riduzioni di CO2 tra il 2013 e il 2016 dovranno essere pari di 65 milioni di tonnellate. Inoltre, il settore del trasporto aereo è uno tra i più esposti al rischio derivato dagli effetti dei cambiamenti climatici. Occorre dunque cominciare a mettere in atto azioni preventive a livello nazionale e a livello europeo per prepararsi a fronteggiare eventi e potenziali impatti futuri per sviluppare efficaci forme di resilienza, come sottolinea il rapporto stesso. La situazione appare dunque sempre più insostenibile, anche perché impatta fortemente non solo sull’ambiente ma anche sulla salute della popolazione. Già nel 2014 Isde, l’associazione italiana Medici per l’Ambiente, denunciava come «le popolazioni che vivono in prossimità degli aeroporti pagano, in termini di malattie e cause di morte correlate anche a questa particolare forma d’inquinamento, il prezzo più alto di scelte che hanno spesso messo al primo posto il profitto di pochi invece che la salute dei cittadini». La soluzione? Tornare ad essere cittadini “a chilometro zero”, su tutti i fronti, adottando stili di vista sostenibili perchè… quello che stiamo consumando è il Pianeta dove viviamo!

Gli aerei facciamoli di carta e giochiamoci con i nostri figli…

Si ringrazia Arpat Toscana

Fonte: ilcambiamento.it

Isde: “Grave l’inquinamento da traffico aereo, a rischio la salute di chi vive vicino agli aeroporti”

Malattie cardiovascolari, respiratorie, neoplastiche, disturbi della sfera neuro-comportamentale, disturbi dell’apprendimento e dell’attenzione nei bambini: per l’Associazione italiana medici per l’ambiente sono queste le conseguenze del vivere a distanza ridotta da un aeroporto. “Ridurre il numero dei voli”379515

Il trasporto aereo provoca inquinamento atmosferico, acustico ed elettromagnetico. Un dato ormai riconosciuto scientificamente e comprovato in modo incontrovertibile da decenni di studi e ricerche. Ad affermarlo è l’Associazione italiana medici per l’ambiente (Isde) di Viterbo. “Le popolazioni che vivono in prossimità degli aeroporti, come quelle residenti a CiampinoMarino e nel X Municipio di Roma – proseguono gli esperti – pagano pertanto, in termini di malattie e cause di morte correlate anche a questa particolare forma d’inquinamento, il prezzo più alto di scelte che hanno spesso messo al primo posto il profitto di pochi invece che la salute dei cittadini”.
L’Isde, che ha partecipato a Ciampino al convegno ‘Aeroporto, ambiente, salute, territorio’ promosso dal Comitato per la riduzione dell’impatto ambientale dell’aeroporto di Ciampino, cita come riferimenti studi già realizzati e in corso di Arpa-Lazio, delDipartimento di epidemiologia e prevenzione della Regione Lazio, dell’Università Sapienza di Roma e dell’Università Tor Vergata di Roma.
“In questi lavori scientifici – ha indicato nella sua relazione Antonella Litta, rappresentante dell’Isde di Viterbo – sono stati rilevati e studiati molti degli effetti sanitari già noti e generati dal trasporto aereo, soprattutto negli anni che hanno registrato un forte incremento del numero di voli sull’aeroporto di Ciampino, ovvero:malattie cardiovascolari, respiratorie, neoplastiche, disturbi della sfera neuro-comportamentale, disturbi dell’apprendimento e dell’attenzione nei bambini, e – aggiunge – una riduzione della qualità della vita per compromissione della qualità del sonno a causa delle operazioni aeroportuali svolte nelle ore notturne”.
La dottoressa Litta ha poi evidenziato come il trasporto aereo, incrementato dai voli ‘low-cost’ per lo più al servizio del cosiddetto ‘turismo mordi e fuggi’, “provochi gravissimi danni al clima (per i gas serra e le polveri generate dai combustibili utilizzati per la propulsione degli aerei), e come il surriscaldamento climatico e le sue conseguenze (alluvioni, desertificazioni, cicloni sempre più violenti, recrudescenze di particolari malattie infettive, riduzione della disponibilità di acqua potabile), abbiano ricadute drammatiche sull’intera umanità ed in particolare sulle popolazioni più povere del pianeta, quelle che per la stragrande parte non usufruiscono e non possono usufruire del trasporto aereo ma ne subiscono le nocive conseguenze e che vengono costrette a forzate migrazioni sanitarie”.
La rappresentante dell’Isde Viterbo lancia una appello alle istituzioni “affinché subito siano drasticamente ridotti i voli sull’aeroporto di Ciampino, prospettandone anche la possibile chiusura, in considerazione – avverte – della preoccupante situazione sanitaria determinata dalla lunga esposizione della popolazione a molteplici fattori d’inquinamento ambientale, di cui gran parte generata proprio dalle attività aeroportuali”.

Fonte: ecodallecittà.it