Cina, cento tonnellate di tofu tossico in vendita

Un altro scandalo alimentare su vasta scala nelle regioni dello Shandong, dell’Henan e dello Jiangxi. La criminalità organizzata cinese ha immesso sui mercati dell’Est del Paese circa 100 tonnellate di tofu tossico. La vicenda, resa nota quest’oggi dai media di Pechino, non è che l’ultimo capitolo della lunga storia di pratiche illegali nell’industria alimentare cinese. Alle partite di tofu sarebbe stato aggiunto l’idrossimetansolfinato di sodio, un agente sbiancante che ha lo scopo di offrire un aspetto più chiaro e appetibile al tofu, modificandone anche la consistenza. L’utilizzo di questa sostanza (nota a livello internazionale come rongalite) è proibito dall’industria alimentare perché la sostanza è considerata cancerogena. Secondo il quotidiano Qilu Eveneing News la banda che ha immesso queste 100 tonnellate di tofu sul mercato è guidata da tre cugini. Secondo i poliziotti che hanno scoperto la fabbrica del tofu adulterato nelle regioni dello Shandong, dell’Henan e dello Jiangxi, l’odore dei locali in cui avveniva la produzione era insostenibile. Non sono attualmente segnalati casi di intossicazione o di malattia, ma l’allerta sanitario in queste province dell’est della Cina è massimo. Come abbiamo spesso raccontato su Ecoblog, le frodi alimentari e i rischi per i consumatori cinesi sono una vera e propria piaga per il settore alimentare cinese. Nello scorso luglio la società Yum Brands, casa madre di KFC e McDonald’s, è stata messa sotto accusa per l’utilizzo di carne oltre la data di scadenza, mentre nella carne venduta come di asino da Wal-Mart sono state trovate tracce di volpe.161688267_feb9e6bb9d_z-586x439

Fonte:  Le Monde

© Foto Getty Images

“Eden” tossico per le api: pesticidi nelle piante ornamentali

Il 79 per cento delle piante ornamentali analizzate sono risultate contaminate da pesticidi killer delle api. Alcuni campioni addirittura da sostanze illegali in Europa. Questi i risultati di un nuovo rapporto di Greenpeace International “Eden tossico: i loro veleni nel tuo giardino”, che evidenzia l’ampio uso di pesticidi dannosi per le api nel settore della florovivaistica. Le piante analizzate sono state acquistate in negozi di giardinaggio, supermercati e centri del fai da te in dieci Paesi europei per un totale di oltre 35 varietà di piante molto diffuse come viola, campanula e lavanda, note per attirare le api.eden_tossico

Il 79 per cento delle piante ornamentali analizzate sono risultate contaminate da pesticidi killer delle api. Alcuni campioni addirittura da sostanze illegali in Europa. Questi i risultati di un nuovo rapporto di Greenpeace International “Eden tossico: i loro veleni nel tuo giardino”, che evidenzia l’ampio uso di pesticidi dannosi per le api nel settore della florovivaistica. Le piante analizzate sono state acquistate in negozi di giardinaggio, supermercati e centri del fai da te in dieci Paesi europei per un totale di oltre 35 varietà di piante molto diffuse come viola, campanula e lavanda, note per attirare le api. Il 98 per cento dei campioni conteneva residui di insetticidi, erbicidi o fungicidi. Molti campioni erano contaminati da un “cocktail” di pesticidi diversi. Insetticidi ritenuti pericolosi per le api sono stati trovati in 68 piante (il 79 per cento dei campioni). In quasi la metà dei campioni sono stati rilevati residui di almeno uno dei tre insetticidi neonicotinoidi – il cui uso è stato limitato nell’Unione europea per evitare gli impatti sulle api – in alcuni casi ad alte concentrazioni: il 43 per cento conteneva imidacloprid, l’8 per cento il thiamethoxam, mentre il clothianidin è stato trovato nel 7 per cento del totale. «I fiori sui nostri balconi o nei nostri giardini possono contenere pesticidi tossici, che mettono a rischio api e altri impollinatori. Finché si continueranno a utilizzare pesticidi killer delle api per la coltivazione di piante e fiori, tutti noi possiamo essere complici inconsapevoli di una contaminazione ambientale che mette a rischio le api» dichiara Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. Tra le sostanze rilevate dallo studio, in 12 delle 86 piante ornamentali analizzate (il 14 per cento del campione) sono stati rilevati pesticidi non autorizzati nell’UE, tra cui due tossici per le api. Non è chiaro se si tratti di applicazioni illecite effettuate in Europa o di importazioni da Paesi dove gli standard sono inferiori a quelli dell’UE. Anche se da questo studio non è possibile trarre conclusioni definitive sull’impatto di queste sostanze tossiche sulle api, è plausibile che api e altri impollinatori possano essere esposti a concentrazioni rischiose quando visitano queste piante. «Il bando parziale in vigore su alcuni neonicotinoidi non basta a proteggere le api e gli altri impollinatori. È necessario subito un divieto assoluto dei pesticidi dannosi per le api, che sia il primo segnale di un cambio radicale dell’attuale modello agricolo industriale basato sulla chimica di sintesi» conclude Ferrario. La presenza di residui di antiparassitari non autorizzati in piante ornamentali vendute in Europa evidenzia la necessità di un maggior rigore dei sistemi di monitoraggio e gestione delle filiere nel settore florovivaistico. Questa però è solo la cima dell’iceberg. Quello che serve è lo sviluppo e la promozione di pratiche agricole ecologiche, che garantiscano ambienti salubri e sicuri all’interno di aziende agricole e giardini, dove insetti e biodiversità possano prosperare.

Leggi qui la sintesi del rapporto in italiano.

Fonte: il cambiamento.it