Una app per rimettere in pista le piccole botteghe verso una nuova economia

È rivolto a tutti i piccoli negozi e alle botteghe d’Italia che stanno chiudendo i battenti il nuovo progetto promosso da Smart Cities Italy: si tratta di una piattaforma online pensata per offrire un aiuto ai commercianti utilizzando la vendita a distanza per contrastare questi mesi di emergenza. Il suo scopo è rafforzare le realtà locali mettendo in rete i piccoli produttori e stimolando un nuovo modo di fare economia.

«In questo periodo di difficoltà per la situazione causata dal Coronavirus, in che modo possono essere aiutate le persone e le attività commerciali?» Questa è la domanda che si è posta l’associazione con sede in Piemonte “Smart Cities Italy”, operatore abilitante del modello di sviluppo di Alfassa, che da anni opera sui territori promuovendo l’innovazione tecnologica e comportamenti eco-responsabili per creare una nuova consapevolezza utile a migliorare i nostri stili di vita. È una domanda che trova presto risposta nella situazione emergenziale che stiamo vivendo in queste settimane e allo stesso tempo fondamentale per individuare delle soluzioni concrete che ripensino nuovi modelli economici e alternativi di cui abbiamo bisogno ora più che mai.

https://www.italiachecambia.org/wp-content/uploads/2020/04/photo-1549057188-efd70413345e-1024x681.jpg

L’associazione è promotrice del progetto “Come aprire il tuo negozio online”, una piattaforma di e-commerce con la quale intende sostenere le piccole e medie attività comerciali come negozi e botteghe diffuse sul territorio italiano attraverso l’utilizzo di una app pensata per facilitare gli ordini e le consegne a domicilio. Si tratta di un servizio pensato per supportare tutte quelle realtà che hanno dovuto sospendere la propria attività e che, in questo modo, hanno la possibilità di vendere i propri prodotti, trovando un’occasione per reinventarsi e… ripartire. L’app è già operativa e, considerata la situazione di emergenza, ne viene concesso l’uso gratuito per la durata di tre mesi. Sono tantissimi i suoi vantaggi: pensiamo a un piccolo negozietto che attualmente, a causa delle misure prese per contrastare l’emergenza, ha dovuto chiudere i battenti. Utilizzando senza costi la piattaforma può così creare la sua “vetrina virtuale” ed inserire i propri prodotti, le immagini e i relativi prezzi permettendo al cliente di ordinare gli acquisti online e ottenere la consegna direttamente presso il proprio domicilio. Inoltre, come ci racconta Giovanna Menzaghi, presidente dell’associazione Smart Cities Italy, il progetto si adatta a tutti i settori come panetterie, alimentari e fruttivendoli, nella speranza che questa iniziativa possa essere un sostegno alle attività commerciali che, non effettuando consegne a domicilio, rischiano di non avere sufficienti forze per mantenere in vita la propria attività.

https://www.italiachecambia.org/wp-content/uploads/2020/04/lane-566720_1280-1024x681.jpg

«A causa di questa emergenza tante persone hanno perso il lavoro e sono sempre più sole e sempre più vulnerabili. La nostra volontà è aiutare le singole attività a ripartire e creare nel tempo un distretto sostenibile in cui i produttori locali, i commercianti, gli albergatori e le imprese acquisiscano valore all’interno della stessa rete. Per costruire un nuovo modello c’è bisogno di fare “massa critica” e di relazionarci per creare una rete sui territori dove i piccoli produttori locali diventano i veri protagonisti del futuro».

In questo modo la piattaforma vuole diventare uno strumento virtuale e innovativo che rafforza i territori attraverso uno strumento accessibile a tutti che vuole contribuire a rimettere in moto un’economia attualmente sospesa tra la paralisi del presente e l’incertezza del domani. E l’economia non può che ripartire dalla dimensione locale, dalla creazione di reti che, durante una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo, traggono forza le une dalle altre.

«Il nostro sogno da sempre è quello di riaprire le botteghe e restituire dei servizi utili alla comunità. Penso che quest’emergenza ci farà molto riflettere: riflettere sul nostro tenore di vita, sull’importanza di valorizzare i borghi e le piccole attività che li caratterizzano per far ripartire l’economia del Paese».

Maggiori dettagli riguardo all’app li trovi cliccando qui.

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2020/04/app-rimettere-pista-piccole-botteghe-nuova-economia/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Incendi boschivi: il decreto “svuota carceri” favorisce i piromani

Legambiente lancia un forte appello alla Commissione Giustizia del Senato, dove in questi giorni è in corso la discussione per la conversione del decreto legge cosiddetto ‘svuota carceri’ che, tra l’altro, prevede la concessione delle misura alternative per i criminali incendiari, condannati alla pena definitiva.incendi_boschi

“Sembra assurdo ma è così: proprio nel periodo estivo, il più difficile sul fronte dell’emergenza incendi boschivi, si propone di derubricare il reato di incendio boschivo cancellando, di fatto, il ruolo deterrente della pena carceraria. Non si può tutelare il paesaggio, l’ambiente e il patrimonio boschivo e forestale, facendo sconti a chi ha l’obiettivo di distruggerlo, accentuando inoltre il gravissimo fenomeno del dissesto idrogeologico del già fragile territorio italiano”. Con queste parole Legambiente lancia un forte appello alla Commissione Giustizia del Senato, dove in questi giorni è in corso la discussione per la conversione del decreto legge cosiddetto ‘svuota carceri’ che, tra l’altro, prevede la concessione delle misura alternative per i criminali incendiari, condannati alla pena definitiva. “È un grave errore di valutazione non avere inserito il 423 bis, che punisce con la reclusione chi si rende responsabile degli incendi boschivi tra i delitti di particolare allarme sociale, per i quali non possono scattare gli sconti di pena previsti dal decreto”, dichiara il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. “Non si tiene conto, in questo modo dei gravissimi danni causati da queste attività criminali, dietro i quali si muovono forti interessi speculativi e mafiosi, ma soprattutto si finisce per azzerare l’efficacia preventiva di sanzioni adeguate. Ogni anno vanno in fumo in Italia decine di migliaia di ettari di bosco, causando vittime, danni al paesaggio e alle risorse naturali, alle economie locali delle aree interne. Basti pensare che negli ultimi trent’anni è andato distrutto il 12% del patrimonio forestale nazionale, tra i più importanti d’Europa per ampiezza e varietà di specie”. Solo nel 2012, come rivela l’ultimo Rapporto Ecomafia di Legambiente, sono stati ben 8.304 gli incendi che hanno colpito il patrimonio boschivo del nostro paese, con 742 persone denunciate, 21 arresti e 154 sequestri. Numeri in crescita rispetto al 2011, che pure era stato un anno pesantissimo, con un +4,6% di roghi. Non a caso, nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) si concentra il 48,4% di incendi. “Per fermare questa emergenza criminale – ha aggiunto Cogliati Dezza – devono essere messi in campo tutti gli strumenti possibili, senza mai abbassare la guardia: dalla vigilanza delle aree boschive, che deve essere rafforzata, a un sistema di interventi tempestivi per lo spegnimento dei roghi; dalle attività investigative e di contrasto del fenomeno, anche queste da potenziare, fino alla realizzazione e l’aggiornamento da parte di tutti i Comuni del catasto delle aree percorse dal fuoco, uno strumento indispensabile per disincentivare le molte speculazioni sulle aree bruciate. In questo contesto sarebbe davvero incomprensibile depotenziare l’efficacia della pena prevista dal 423 bis. Siamo convinti che la Commissione Giustizia del Senato e lo stesso ministero correggeranno un grave errore di valutazione sull’effettiva pericolosità di questi fenomeni criminali, che il Paese rischia di pagare molto caro”.

Fonte: il cambiamento