6. Miglioramento della concentrazione

16:00 – ATTIVITÀ FORMATIVA6

Oltre il 35% della popolazione europea frequenta dei corsi scolastici. Ogni corso o materia rappresenta una sfida, tanto per i giovani, quanto per i meno giovani. In classe sono necessarie concentrazione, interazione e produttività per l’intera durata della lezione. Migliori sono le prestazioni migliori saranno i risultati; anche gli insegnanti partecipano al raggiungimento del successo degli studenti. Le ricerche dimostrano che il rendimento aumenta con un’illuminazione dinamica. Gli effetti più significativi dell’illuminazione sono:

> Illuminamento adeguato delle aree orizzontali e verticali, quali banchi, lavagne o schermi

> Evitare il disturbo creato dal riflesso e dal contrasto insufficiente

> Il cambio nella temperatura del colore stimola l’attenzione

Fonte: CELMA-ELC

Stessa temperatura, comfort climatico diverso: può dipendere dal cattivo isolamento

A parità di temperatura dell’aria e di altre condizioni ambientali, la sensazione di calore può variare da un ambiente all’altro. Eco dalle Città ripropone l’intervista a Lorenzo Pagliano, esperto di comfort climatico: «Le superfici a bassa temperatura possono far diminuire la cosiddetta temperatura operativa, che sarebbe una media pesata della temperatura dell’aria e di quella delle superfici dell’ambiente, da cui dipende prevalentemente il comfort indoor»375800

Venti gradi sono venti gradi. Eppure, anche se il termometro non mente, a volte la stessa temperatura in ambienti diversi viene percepita in modo differente dalla stessa persona, anche a parità di condizioni di umidità. Succede, ad esempio, che entrando in un negozio dove la temperatura dell’aria è di 20 gradi, si avverta una sensazione di freddo, mentre in un negozio vicino, in condizioni di umidità sostanzialmente uguali, ci si senta a proprio agio alla stessa temperatura. Ma come si spiega questo fenomeno? La presenza di superfici particolarmente fredde all’interno di un certo ambiente può essere una delle cause della diversa percezione di calore in un ambiente piuttosto che in un altro. «Le superfici a bassa temperatura – spiega Lorenzo Pagliano, ricercatore ed esperto in comfort climatico – possono far diminuire la cosiddetta temperatura operativa, che sarebbe una media pesata della temperatura dell’aria e di quella delle superfici dell’ambiente, da cui dipende prevalentemente il comfort indoor». Se in una stanza, in un ufficio o in un negozio, quindi, ci sono delle superfici non ben isolate e quindi a temperatura più bassa dell’aria circostante, chi vi soggiorna può avvertire una sensazione di freddo, rispetto a un ambiente ben isolato termicamente. «È il caso, ad esempio di vetri ad elevata trasmittanza termica (cioè basso isolamento, come vetri semplici o vetri doppi non basso emissivi), pareti non ben isolate termicamente e ponti termici, come telai di finestre non ben isolati», aggiunge Pagliano. In queste condizioni, anche con l’aria a 20 gradi centigradi la temperatura operativa può essere significativamente inferiore, spingendo gli utenti ad alzare il termostato dei termosifoni. Con conseguenze importanti non solo sul piano dei costi, ma anche di emissioni inquinanti, come sottolineato dalle ordinanze anti-smog che nelle ultime settimane sono intervenute anche sulla temperatura massima all’interno degli edifici. Significativi, inoltre, i vantaggi in termini di risparmio di combustibile. «Migliorare l’isolamento termico di un edificio riduce la spesa energetica in due modi – sottolinea l’esperto – direttamente, limitando le perdite attraverso l’involucro, e indirettamente, perché consente di ottenere il comfort climatico con temperature dell’aria più basse». Anche sul ricambio d’aria, necessario a qualsiasi temperatura per ragioni igieniche, si ottengono dei benefici con un migliore isolamento. Buttare fuori aria a 23°C anziché 20 costa più energia, perché viene perso più calore – conclude Pagliano – Questa perdita si riduce in caso di ventilazione meccanica con recupero di calore sull’aria in uscita, ma al momento pochi edifici sono attrezzati in questo modo». A parità di altre condizioni ambientali, dunque, l’isolamento termico migliora il comfort, permettendo di risparmiare in termini di combustibile e di emissioni in atmosfera. Anche i costi di impianto, infine, diminuiscono: se prima di cambiare la caldaia si procede a isolare bene l’edificio, si potrà installare un impianto di potenza inferiore, e quindi meno costoso, rispetto a quello precedente. Un discorso analogo vale anche per il teleriscaldamento, dato che con un ambiente meglio isolato si risparmia sul costo dello scambiatore e sulla parte di tariffa legata alla potenza.

Fonte: eco dalle città

ISOLAMENTO TERMICO DELLE PARETI

 

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L’isolamento termico delle pareti perimetrali degli edifici rappresenta uno degli interventi più importanti da prevedere in sede di progettazione, allo scopo di:

‐ ridurre le dispersioni termiche attraverso le strutture perimetrali, diminuendo quindi i costi relativi alle spese di riscaldamento invernale e di condizionamento estivo;

‐ elevare il comfort abitativo, questo perchè il materiale isolante che viene inserito nelle strutture dell’edificio permette di ottenere sulle superfici interne dei valori di temperatura più vicine a quelle dell’ambiente abitato;

‐ si evita la formazione di condensa, e quindi di muffe, sulle superfici interne delle pareti e all’interno delle strutture (a causa dell’umidità contenuta nell’aria che va a condensare sulle superfici fredde);

‐ per rispettare quanto è previsto dalla Legge 10/91 che riguarda il contenimento dei consumi energetici nell’edilizia, le numerose leggi regionali e per aumentare l’efficienza energetica degli edifici.

Progettazione delle pareti

Per poter progettare in modo corretto l’isolamento termico di un edificio occorre eseguire:

‐ un attento esame delle caratteristiche del materiale isolante, facendo riferimento ai valori di resistenza meccanica, conduttività termica, comportamento all’acqua e all’umidità, permeabilità al vapore, comportamento al fuoco e stabilità dimensionale;

‐ eliminare i ponti termici andando ad intervenire su questi elementi che rappresentano delle grosse perdite di calore e sono anche sede di formazione di condense superficiali;

‐ isolare accuratamente anche le pareti contro terra, anche se i relativi locali non sono riscaldati (questo perchè presentano sempre una temperatura superiore a quella del terreno adiacente e quindi il pericolo di formazione di muffe è alto);

‐ determinare in modo opportuno gli spessori di materiale isolante, facendo riferimento alle prescrizioni della normativa vigente, in modo tale da garantire l’assenza di fenomeni di condensa superficiale;

‐ eseguire la verifica termoigrometrica delle pareti al fine di accertare l’assenza di condensa all’interno delle stesse e seguendo il metodo di calcolo indicato dalla norma UNI EN 13788.

Posizionamento dell’isolante

Gli interventi di isolamento termico sulle strutture opache verticali possono essere classificati in funzione del posizionamento del materiale isolante nella parete in:

‐ all’esterno (sistemi a cappotto o a facciata ventilata);

‐ in intercapedine.

Il posizionamento del materiale isolante va ad incidere sulla quantità di calore accumulato dai materiali situati all’interno del materiale isolante (ossia verso l’ambiente riscaldato) e non sul valore della trasmittanza termica. Più massa efficace avranno i materiali utilizzati e maggiore risulterà la loro capacità di accumulare calore. Quindi in funzione del sistema di riscaldamento previsto e della destinazione d’uso degli ambienti si ha che:

‐ la soluzione di adottare l’isolamento all’esterno è da preferire nel caso di riscaldamento centralizzato con funzionamento continuo, con intermittenza notturna, perchè in questa situazione la quantità di calore accumulata dalle pareti nel corso dell’esercizio diurno va a compensare le dispersioni notturne quando l’impianto è spento;

‐ la soluzione di adottare l’isolamento all’interno è invece da preferire nel caso di riscaldamento autonomo, cioè in presenza di ambiente che vengono riscaldati saltuariamente e dove si vuole avere in modo rapido un valore di temperatura confortevole (è il tipico caso delle scuole, degli uffici, delle case per il week‐end, ecc.);

‐ la soluzione con isolamento posto nell’intercapedine si pone nel mezzo rispetto alle due precedenti.

E’ da rilevare che il posizionamento del materiale isolante va a determinare in alcuni casi la presenza di ponti termici (caso di isolamento in intercapedine ed isolamento all’interno) che potrebbero andare ad influire sul comportamento termico della parete.

Verifica termoigrometrica

Questa verifica deve essere eseguita in fase di progettazione con lo scopo di evitare il verificarsi di:

‐ fenomeni di condensa all’interno degli strati che vanno a comporre la parete. Questo fenomeno comporta il degrado dei materiali che compongono la parete e il progressivo peggioramento delle prestazioni termiche della parete (il tutto risulta poi accelerato quando la condensa si verifica nel materiale isolante);

‐ fenomeni di condensa sulla superficie interna della parete.

Queste verifiche devono essere effettuate per ogni mese dell’anno (così come prevede la norma UNI EN 13788) ed è necessario conoscere le temperature e le condizioni termoigrometriche sia interne all’edificio che esterne e le caratteristiche di ciascun strato di materiale che compone la parete (spessore, conduttività termica e resistenza alla diffusione del vapore).

Fonte: web

Surriscaldamento globale:sei decenni in tredici secondi. Video della Nasa

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Sessantadue anni di surriscaldamento globale in tredici secondi. Ha il dono della sintesi ma non perde certo in efficacia il brevissimo grafico animato di Nasa che descrive, su una mappa della Terra, la variazione di temperatura in gradi celsius dal 1950 al 2012. In questa animazione i rossi e i gialli indicano temperature superiori alla media nel corso del periodo di riferimento 1950-2012, mentre i blu e gli azzurri indicano temperature più basse rispetto alla media di riferimento.
L’evoluzione dei colori fornisce una rappresentazione grafica immediata dei mutamenti climatici: da un mondo a dominante azzurrina, col passare degli anni la gradazione si sposta verso una dominante gialla e, successivamente, arancione e rossa. L’aumento è globale ma esiste una sostanziale differenza fra l’emisfero boreale e quello australe: nel primo l’aumento della temperatura, per quanto riguarda le terre emerse, è totale; nel secondo il surriscaldamento è inferiore poiché inferiori sono la superficie di terre emerse e la densità della popolazione.
Il global warming altro non è che la proiezione dello sviluppo industriale: la crescita delle temperature dopo il 1970 subisce un’accelerazione a partire dagli anni Novanta, fino a quel momento, per esempio, la Cina si mantiene su tonalità azzurre e blu, dunque con temperature inferiori alla media. Poi, l’esplosione: negli Stati Uniti e in Europa.
Nonostante nella comunità scientifica rimangano forti le posizioni negazioniste, il filmato prodotto dalla Nasa ben evidenzia la velocità e la globalità dei fenomeni di surriscaldamento che nel 2013 dovrebbero – secondo le previsioni – concretizzarsi con la temperatura annua media più alta della storia. L’anno è cominciato con temperature record nei deserti australiani e anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, nel suo discorso di insediamento, ha promesso che la lotta al global warming sarà uno dei punti forti dell’agenda della sua seconda legislatura.
Fonte: ecoblog

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