Viaggio tra Terra e Cielo, per scoprire l’Italia rurale e sostenibile

Viaggio tra Terra e Cielo è un progetto artistico, ambientale e culturale ideato da quattro ragazzi, che hanno visitato tutte le realtà più significative che in Italia praticano agricoltura di piccola scala. Ora le stanno raccontando attraverso diversi strumenti, dalla web story al documentario, fino alla narrazione teatrale. Un viaggio per scoprire l’Italia rurale più vera, tradizionale, sostenibile, sognatrice, autentica. Una web story, un film-documentario e un testo drammaturgico per raccontarla anche attraverso il teatro. È Viaggio tra Terra e Cielo, progetto nato da un’idea di Andrea Pierdicca (attore) in collaborazione con Nicolò Vivarelli (video maker), Valentina Gasperini (comunicazione web) e Andrea Lilli (consulente scientifico):30 giorni in giro per la penisola, 26 tappe70 persone intervistate.radici1

Il progetto nasce da lontano, da un lungo percorso iniziato dieci anni fa da Andrea Pierdicca che unisce arte, ambiente e agricoltura. «Parte tutto dal teatro di narrazione – racconta Andrea –, con uno spettacolo chiamato “Il fiume rubato”, la storia dell’Acna di Cengio, che esce dai palcoscenici per portare il teatro fuori dai luoghi convenzionali. Poi è la volta di “La solitudine dell’ape”, spettacolo teatrale con musiche e canzoni degli Yoyo Mundi, che ancora oggi gira nei teatri italiani ed europei raccontando la moria delle api dovuta ai pesticidi. Il successivo “Il cantico delle api”, versione on the road dello spettacolo precedente, che si muove invece tra le campagne italiane – cascine, aie, stalle, fienili, abbazie – e che dopo piu 100 date si è trasformato in un documentario, “La zappa sui piedi”, video itinerante su api, pesticidi e agricoltura».

È quello il punto di svolta: il gruppo si allarga, le “Gocce di Luce “ – pillole video del documentario – cominciano a circolare sul web e il percorso si uniforma. «Da lì abbiamo rilanciato: perché non avviare una ricerca sul campo documentata? E così, Valentina si inventa la formula della web story che abbiamo sviluppato insieme. Il tema da affrontare era l’agricoltura di oggi, con al centro la relazione fra uomo e natura, muovendoci su più piani narrativi, compreso quello scientifico». Indagando inoltre la dimensione del sacro, dell’ancestrale legame fra umano e divino attraverso la natura. Un vero e proprio Viaggio tra Terra e Cielo.radici2

E così, a bordo di un piccolo furgone Westfalia, sono andati alla scoperta di quelle donne e di quegli uomini che ancora vedono l’agricoltura come un mezzo per vivere a contatto con la terra, in modo naturale e sostenibile, lontani anni luce dalle voraci logiche dell’agro-industria.  Al gruppo che ha fisicamente attraversato l’Italia in questo splendido viaggio, si affiancano molti altri che animano il progetto con le loro competenze e con il loro supporto: da Antonio Tancredi, che collabora ai testi e cura la regia teatrale, a Enzo Monteverde, musicista e compositore. Da Francesco Panella, presidenteUNA-API e primo coproduttore a investire nel progetto, a Cristina Rodocanachi medico ambientalista, fino a Michele Marinangeli, presidente di Evodinamica Coop. Soc., che funge da campo base per la produzione e si occupa di gestire la raccolta fondi dei diversi co-produttori.

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In questo mese on the road, hanno fatto incontri ispiratori di veri esempi di cambiamento. Sulle colline marchigiane si sono fermati da Paolo, che ha lavorato per anni nel terzo settore dedicando tutta la sua vita al sociale e adesso fa l’apicoltore. Hanno conosciuto la giovane Ilenia, 21 anni, che insieme al suo fidanzato ha seguito le orme del padre, allevatore, e ha avviato un piccolo orto, che nel giro di un anno è cresciuto da 50 a 7000 metri quadrati. Ogni settimana si reca col banchetto dei suoi prodotti nei paesini della Val di Cecina, rifornendo gli abitanti e costruendo con loro un legame di fiducia reciproca solido e diretto. Sono passati a trovare Etain Addey, bioregionalista di vecchia data, che ha costruito il suo piccolo insediamento con l’intento di provvedere al proprio autosostentamento, integrandosi con lentezza e rispetto nel territorio, imparando a conoscerlo, non conquistandolo.radici6

Ma come riportare tutte queste storie a una dimensione artistica, narrativa? Le anime di questi due mondi in realtà sono più affini di quanto si possa pensare. «Il teatro deve essere al servizio di tematiche vive sulla pelle. Le persone hanno bisogno del rito teatrale perché alla base c’è il racconto orale, un rito che esiste da sempre. Il teatro è parole-gesti-musica evoca un “altrove” e così una comunità si ri-trova attraverso l’arte per confrontarsi sui problemi che la riguardano».

I prossimi passi? Dal 9 al 16 gennaio il gruppo sarà in tournée fra Liguria e Piemonte per uno spettacolo con testi di autori del presente e del passato. Massimo Angelini, Khalil Gilbran, Tolstoj, Gary Snyder, fino ad arrivare ai nativi americani. Parleranno ovviamente di ruralità e di cultura contadina, adottando un approccio multidisciplinare per sfuggire alla miopia.

«Questo percorso teatrale è un work in progress: vedremo come gli autori interagiranno con il pubblico, di cui valuteremo le reazioni, perché il lavoro nasce attraverso l’ascolto. Nel frattempo inizieremo a lavorare sul testo drammaturgico, che sarà la sintesi delle voci di ieri e di quelle di oggi espresse con linguaggio teatrale. Messo in scena attraverso l’azione, diventerà spettacolo di narrazione in musica».

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Sconfinando anche nella sacralità del rapporto con la terra, emergeranno le anime chi ancora tiene vivo il legame diretto con la natura e con i frutti che ci offre. Parleranno i depositari di una tradizione culturale millenaria, ma che ha ancora moltissimo da insegnarci. Perché, come disse una volta Wendell Berry, le mente di un contadino è complessa e per niente semplice! «Tutti gli intervistati erano contenti ed entusiasti del progetto, di poter prestare la loro voce e veicolarla all’interno di un progetto artistico. Ognuno ha un suo percorso, ma tutti si ritrovano nella terra».

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2015/12/viaggio-tra-terra-e-cielo-italia-rurale-sostenibile/

 

Al Teatro del riuso il biglietto costa 5 bottiglie di plastica

Sabato scorso è stato inaugurato il “Teatro del riuso” a Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta per volere dell’Amministrazione comunaleteatro-del-riuso-620x350

Al Teatro del Riuso i biglietti si pagano con bottiglie di plastica o lattine in alluminio. Il primo spettacolo dopo l’inaugurazione avvenuta sabato scorso sarà il prossimo 30 novembre con il concerto live di Capone & BungtBangt, la band che usa strumenti musicali da riciclo creativo. Il Teatro del riuso dunque attraverso spettacoli e iniziative culturali vuole sensibilizzare al riciclo e al riuso facendo del capannone un luogo di raccolta e di ridistribuzione di tutti quei materiali che solitamente non trovano una seconda vita. Il progetto nasce e viene organizzato dall’Associazione Culturale Club 33 giri con il Comune di Santa Maria Capua Vetere e l’Assessorato all’Ambiente. Dunque al concerto del 30 novembre si potrà assistere portando come pagamento del biglietto o 5 bottiglie di plastica o 5 lattine di alluminio oppure pagando un corrispettivo di 1 euro per ogni bottiglia o lattina di plastica in meno.

Fonte: ecoblog.it

Giobbe Covatta porta a teatro i cambiamenti climatici con 6 gradi

Avevamo lasciato Giobbe Covatta nella versione Piero Angelo in un divertente ma anche serissimo dibattito con Piero Angela al CNR a Roma. Ora Covatta è in tournée con il suo spettacolo 6 gradi in cui fa divulgazione scientifica sui cambiamenti climatici, ma strappandoci un sorriso.

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Portare la divulgazione scientifica a teatro: il sogno di Giobbe Covatta è realtà e lo spettacolo ha il titolo di 6 gradi. Giobbe racconta dei cambiamenti climatici e di quei 6 gradi che ci separano dalla fine del Pianeta, almeno così come lo conosciamo. Perché se la temperatura globale inizia a salire e tocca quota + 6 gradi centigradi allora avremo un clima completamente diverso da come lo conosciamo e anche forme violente di stremi climatici: dal gelo alla siccità.
Sopravvivremo? Probabilmente questo per il Pianeta potrebbe non essere un problema, ma se invece intendiamo sopravvivere noi allora un qualche rimedio dobbiamo pur metterlo in campo e su scala globale.

Giobbe Covatta dunque delinea uno scenario dei prossimi 100 anni ossia come sarà il mondo nel 2112, tra cento anni, con la fine del porcellum fissata nel 2018 e con Belen Rodriguez presidente del consiglio e televoto dai programmi tv di Maria De Filippi. I cambiamenti climatici saranno avvenuti e ai sopravvissuti la responsabilità di creare un nuovo mondo meno egoista e più attento all’ambiente in cui vive.

Resta però la voglia di vedere Covatta in un programma tv a presentare in veste di Piero Angelo la sua divulgazione scientifica ma con il sorriso.

Le date degli spettacoli la trovate sul blog che raccoglie il calendario.

Fonte:  Almanacco del Cnr