Borgopo’: “Così ho fatto rinascere la libreria che amavo da bambina”

Una giovane di Torino ha deciso di cambiare vita e lavoro per rilevare la libreria che nella sua infanzia amava e che, a distanza di anni, non sopportava di veder chiusa. Oggi la storica Borgopo’ ha riaperto i battenti e la sua proprietaria si impegna per farla tornare ad essere un punto di riferimento sociale e culturale per tutto il quartiere. Borgopo’ è una libreria di Torino recentemente riaperta da Alberta Vovk, che ha dato vita ad un luogo “magico” e accogliente dove incontrarsi per leggere o acquistare o un buon libro. È proprio Alberta a ripercorrere con noi la rinascita di questo storico spazio: una storia a lieto fine che sa di favola sin dall’inizio.

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La Libreria Borgopo’ (Foto di Giorgio Guarneri)

Raccontaci la storia della Libreria Borgopo’ e di come questa si è incrociata con la tua
La libreria nasce nel 1992 dalla passione per i libri di due brillanti signore torinesi. La libreria è sempre stata un punto di riferimento per il Borgo Po, amata e frequentata da diversi scrittori torinesi, ad esempio Nico Orengo, Carlo Fruttero e molti altri. Da bambina quando andavo a salutare i nonni che abitavano poco distante loro mi accompagnavano a comprare un libro (ricordo molto bene la collana Piccoli Brividi). In seguito la libreria è stata affidata ad una brillante ragazza che l’ha gestita fino a quando non è diventata mamma e ha dovuto chiuderla. “Da Grande” mi sono trasferita a vivere nel borgo e vederla chiusa ha smosso qualcosa dentro di me. Io sono ingegnere gestionale, ho lavorato per diverse multinazionali, mi sono occupata di programmazione e controllo della produzione, sono stata buyer, ho lavorato per anni in consulenza occupandomi di progetti prima in ambito della logistica poi in ambito finance sia in Italia che in Europa.

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Alberta Vovk nella Libreria Borgopo’

Ad un certo punto è capitata l’occasione di rilevare i muri della Libreria Borgopo’ e nonostante mi piacesse il mio lavoro è stato più forte il desiderio di un cambiamento a livello imprenditoriale. Forse dipende un po’ dal mio DNA; sia i miei bisnonni che i nonni erano artigiani qui nel Borgo. Provenendo da un altro ambiente mi sono resa conta che era necessario “imparare il mestiere” e per questa ragione mi sono rivolta ai Librai della Luxemburg (storica libreria del centro di Torino) che mi hanno aiutato ad avviare la Libreria e mi seguono per garantire la più alta qualità nelle scelte editoriali e da loro ho effettuato un training intensivo di 3 mesi.

Quali attività si svolgono presso la libreria?

Nella libreria si svolgono presentazioni, incontri con l’autore, corsi e workshop sia per bambini che per adulti ed anche mostre di giovani artisti. L’idea è di creare un salottino di cultura di cui parlare di tutto dalla Narrativa ai Tarocchi (tema a cui sono molto legata, ed ho frequentato un corso di Arcani Maggiori presso l’accademia dei Tarocchi. Si tratta di un approccio di crescita personale, evolutivo e non di cartomanzia).

La libreria è specializzata in qualche genere in particolare?

Nella libreria si possono trovare libri per ragazzi (da età prescolare ai giovani adulti), narrativa, saggistica, design, arte, giardinaggio, cucina ed un piccolo settore di qualità dedicato alla spiritualità. Inoltre si possono trovare alcuni libri per il supporto all’apprendimento.

Cosa puoi dirci di questo quartiere e che ruolo svolge la sua libreria al suo interno?

Borgo Po è un quartiere speciale, diverso da tutti gli altri. Si tratta di una zona magica anche da un punto di vista spirituale. La mia famiglia è cresciuta qua. È stato molto importante l’affetto del Borgo nella riapertura della libreria. Vorrei cercare di riportarla ad essere il punto di riferimento del quartiere. Un salottino culturale in cui parlare di tutti gli argomenti.

Collabori con altre realtà o associazioni del quartiere?

Stiamo iniziando alcune collaborazioni, è importantissimo curare i rapporti con i propri vicini di casa sia che si tratti di associazioni, di piccoli editori o altre realtà.

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Nella tua libreria c’è una stanza con le stelle sulle pareti e un’altra con gli alberi…

La libreria è composta da diverse stanze. All’ingresso c’è un bosco dipinto sulla parete eseguito da due giovani artisti e accanto una sala per bambini e ragazzi con un aereo sul soffitto. C’è poi una sala dedicata ai grandi illustrati, separata dalle altre stanze con una porta di vetro. Una sala centrale contiene i tavoli di novità e long seller sia di saggistica che di narrativa e poi scaffali di spiritualità, biografie, viaggi ed una parte dedicata a Torino. In una zona dedicata si trova la sala delle stelle o sala dei Tarocchi, che ho fortemente voluto. Lo spazio della libreria è veramente magico, mi ha aiutato e mi continua ad aiutare in questo l’Architetto Marco Gennaro che con la sua sensibilità e creatività ha reso lo spazio unico.

Si continua a parlare di crisi delle librerie. Cosa ne pensi di fenomeno e come credi si potrebbe contrastare?
È sempre una brutta notizia quando un luogo di cultura chiude i battenti. La libreria indipendente si distingue dalle grandi catene e dai colossi della vendita online per il rapporto umano. Il consiglio di un libraio può essere fondamentale nella scelta di un libro, è bello ed arricchente lo scambiarsi pareri sui libri letti o semplicemente fare una chiacchierata. È anche un momento storico in cui le persone hanno più che mai bisogno di incontrarsi e di comunicare. In questo è fondamentale il lavoro che stiamo facendo per organizzare gli eventi sia per bambini che per adulti. Abbiamo già avuto per Halloween un’attrice che leggeva storie di paura per i bimbi, Babbo Natale e le Befane. Avremo un Book Club gestito da 2 giovani blogger nonché traduttori Torinesi (Radical Ging). Nella settimana della giornata della memoria avremo la testimonianza di un sopravvissuto della Resistenza. Organizzeremo corsi insieme all’accademia dei Tarocchi di Carlo Bozzelli. Parleremo in maniera seria ed approfondita di Astrologia. Abbiamo già ospitato ed ancora ospiteremo saggisti e narratori di livello. E molto altro ancora abbiamo in programma.

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2020/01/borgopo-fatto-rinascere-libreria-amavo-bambina/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Russia, dopo gli embarghi boom del made in Italy “taroccato”

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Come ricordato da Vladimir Putin durante la sua visita all’Expo della scorsa settimana, lo stop alle esportazioni verso la Russia si sta rivelando un vero e proprio boomerang per l’Italia, con criticità non indifferenti per tutte quelle aziende che con il partner russo facevano affari. Con lo stop alle importazioni di frutta, verdura, salumi e formaggi dall’Italia, in Russia è letteralmente esploso il made in Italy “taroccato”, con la produzione casearia russa di formaggio che, nei primi quattro mesi del 2015, ha registrato un + 30% che riguarda anche le imitazioni di prodotti come mozzarella, robiola e grana padano. Nei supermercati di Mosca si possono dunque trovare le imitazioni dei cibi italiani, dalla mozzarella Casa Italia all’insalata Buona Italia, dalla mortadella Milano al parmesan, dalla scamorza al mascarpone. Il fenomeno non è soltanto russo: paesi come Svizzera, Beilorussia, Argentina e Brasile, non toccati dalle sanzioni, hanno aumentatole esportazioni di prodotti “taroccati” verso la Russia. E così, sulle tavole dei russi, si mangiano il Parmesan e il Reggianito prodotti in Brasile e Argentina. Il timore della filiera agroalimentare italiana è che, una volta revocate le sanzioni, sia difficile recuperare il posto che ai prodotti italiani spetterebbe di diritto sugli scaffali dei supermercati russi. Nel primo bimestre del 2015 le esportazioni si sono dimezzate, questo dopo che l’embargo iniziato il 6 agosto 2014 aveva già portato a un calo delle spedizioni di circa 100 milioni di euro.

Fonte:  Coldiretti

Brunello di Montalcino, sequestrati 160 mila litri tarocchi del vino più frodato al mondo

Vino modesto venduto come pregiato Brunello di Montalcino: la frode è stata rivelata dalla Guardia di Finanza di Siena. Il Brunello di Montalcino è probabilmente uno dei vini più pregiati al mondo e come tale è anche il più contraffatto. Proprio oggi la Guardia di Finanza di Siena ha scoperto l’ennesima frode: 160 mili litri di modesto vino, con 2350 contrassegni di Stato, pronti per essere imbottigliati sotto l’etichetta prestigiosa di Brunello di Montalcino. La GdF fa sapere che a essere coinvolto è un nome eccellente, un enologo particolarmente famoso e collaboratore di varie aziende agricole. Ci piacerebbe conoscere il nome ovviamente.4935635161-89bd4391d2-z

In effetti le frodi ai danni di uno dei vini più pregiati dell’Italia sono numerose, consideriamo che una bottiglia di Brunello di Montalcino si piazza sul mercato americano mediamente a 75 dollari e su quello inglese anche a 100 sterline e dunque l’affare per i frodatori diventa interessante. Vittima illustre di una delle tante frodi anche Andrea Bocelli, il nostro tenore più famoso al mondo e proprietario con il fratello di una tenuta in Toscana a Lajatico, in provincia di Pisa dove produce con la famiglia da 300 anni 25.000 bottiglie ogni anno di Sangiovese, Cabernet e Malvasia. Suo malgrado si è visto vittima di una truffa milionaria. Le indagini che sono diverse nell’ultimo anno, nascono sopratutto dalle segnalazioni, sia di cittadini sia del Consorzio del Brunello di Montalcino che sono praticamente sempre vigili nel segnalare le non conformità dei vini che passano dai loro palati.5867696401-5b12d3b737-z

Nel caso dell’imponente sequestro di 30 mila bottiglie, tra cui quelle delle famiglia Bocelli e 10 mila di Brunello di Montalcino avvenuto lo scorso maggio, emerse chiaramente che tutta la truffa era stata messa in atto lontano dalla zona di produzione di questo nobile vino che ricade nel territorio senese. Ebbe a dire il Presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino Fabrizio Bindocci:

E’emerso in modo evidente ed inequivocabile la totale estraneità dei produttori e del territorio. Tutta la vicenda si è svolta lontano da Montalcino ed ha visto protagonisti personaggi che nulla hanno a che vedere con il mondo del vino ed il territorio della DOCG. E’ stata messa in piedi una filiera con l’obiettivo di sfruttare in modo fraudolento la fiducia creata in questi decenni da chi ha puntato molto sulla qualità e trasparenza. Persino l’etichetta del vino messo in commercio è di pura fantasia così come è stato inventato di sana pianta il nome dell’azienda che ovviamente non ha nessun legame con il territorio. “ La vicenda danneggia non solo noi, come grande marchio internazionale del vino, ma tutta la produzione italiana di qualità.5868992354-d6ecd1c980-z

Il Brunello di Montalcino è una delle DOCG italiane e viene prodotto in Toscana in provincia di Siena nel comune di Montalcino e è probabilmente uno dei vini che ha maggiore longevità assieme al Barolo. Il vitigno è il medesimo del Sangiovese ma a variare è la qualità del terreno in cui la vite si sviluppa. Dunque essendo prodotto di punta del Made in Italy subisce veri e propri attacchi che sono comunque nella maggior parte dei casi sventati proprio a tutela del buon nome e della qualità di questo superlativo vino.

Foto | Meindert Van D @ FlickrMegan Cole @ FlickrMegan Cole @ Flickr

Fonte: ecoblog.it