Trivelle, incenerimento senza limiti, beni comuni svenduti e cemento senza regole: lo Sblocca Italia è legge

L’ex vicepresidente della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena, ha definito il decreto Sblocca Italia «eversivo». Intellettuali, politici e movimenti lo hanno definito «una minaccia per la democrazia». Il decreto è stato convertito in legge la notte del 5 novembre scorso, dopo che il Governo ha posto per due volte la fiducia. Un’imposizione che ha tutto il sapore del “regime di Stato”.italiaapezzi

«Questo provvedimento costruisce un piano complessivo di aggressione ai beni comuni tramite il rilancio delle grandi opere, misure per favorire la dismissione del patrimonio pubblico, l’incenerimento dei rifiuti, nuove perforazioni per la ricerca di idrocarburi e la costruzione di gasdotti, oltre a semplificare e deregolamentare le bonifiche. E rilancia con forza i processi di privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali»: sono le parole con cui il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua commenta il decreto convertito in legge. Il Forum si è mobilitato a fianco degli operai che a Bagnoli hanno protestato il 7 novembre scorso contro «un atto che smantella le garanzie per un governo democratico del territorio, promuovendo l’assalto a risorse ambientali e beni comuni». Renzi se l’è data a gambe; doveva essere a Bagnoli quel giorno ma si è ben guardato dall’affrontare la folla, che si è scontrata con le forze dell’ordine con scene cui si sperava di non dover più assistere. Il Forum lancia un suo appello: «La lotta continua sui territori con cittadini, Regioni ed enti locali per evitare la devastazione dei mari italiani, del territorio e la mercificazione dei beni comuni». «Lo Sblocca Italia è solo un ulteriore favore fatto alle lobbies – spiega il Forum – Alle lobby dei rifiuti, incrementando l’incenerimento; a quelle dell’acqua, incentivando le privatizzazioni; a quelle del cemento, deregolamentando il settore; a quelle del petrolio, favorendo nuove trivellazioni come in alta Irpinia, nel Sannio, nei golfi di Napoli e di Salerno». Domenica 9 novembre sono scesi nelle piazze d’Italia anche gli attivisti del Movimento 5 Stelle: «Con questo provvedimento – dicono – si consegneranno le nostre coste ai signori delle trivelle, che potranno senza troppi pensieri scavare la terraferma e i fondali marini per la ricerca di petrolio. Noi diciamo stop alle trivellazioni!

Il decreto Sblocca Italia in realtà è uno Sfascia Italiache non farà altro che affondare il paese, in questo caso, in un mare di petrolio. Il governo di Matteo Renzi ha deciso di tendere una mano alle compagnie petrolifere. A tutti i progetti di prospezione, ricerca ed estrazione di idrocarburi in terraferma ed in mare, si vuole attribuire carattere di interesse strategico e di pubblica utilità, finanche a considerarli urgenti e indifferibili. Si cancella così, con un colpo di mano, la competenza autorizzativa che la nostra Costituzione riserva alle Regioni». Un’analisi puntuale del provvedimento la si trova nell’e-book di Altreconomia, che potete scaricare cliccando qui: “Rottama Italia”. Emerge chiaramente come il decreto incentivi e finanzi la realizzazione di infrastrutture pesanti (autostradali ma anche energetiche), porti all’estremo la deregulation in materia edilizia, fomenti la privatizzazione dei beni demaniali, scommetta sui combustibili fossili, affossi i meccanismi di controllo istituiti dallo Stato nell’interesse pubblico. Massimo Bray, già ministro dei Beni culturali del governo Letta e oggi parlamentare del Pd, afferma: «Siamo di fronte all’ennesimo intervento emergenziale, derogatorio ed eterogeneo con cui si bypassa il dibattito parlamentare». E parla di una «erosione delle competenze parlamentari», e di un governo come «dominus incontrastato della produzione normativa». Nel suo intervento nell’e-book Salvatore Settis, archeologo e già direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, spiega in che modo lo Sblocca-Italia introduca un meccanismo radicale, «sperimentandolo (per cominciare) con la costruzione di nuove linee ferroviarie: l’Ad delle Ferrovie è Commissario straordinario unico e ogni eventuale dissenso di una Soprintendenza può essere espresso solo aggiungendo ‘specifiche indicazioni necessarie ai fini dell’assenso’», affermando «così implicitamente che qualsiasi progetto, pur con qualche aggiustamento, deve sempre e comunque passare». Alle Regioni, inoltre, è negata la possibilità di effettuare le procedure di Valutazione d’impatto ambientale (Via)per le «istanze di ricerca, permessi di ricerca e concessioni di coltivazione [di idrocarburi]», la cui competenza passa al ministero dell’Ambiente. «L’obiettivo è snellire il tempo delle autorizzazioni ed evitare impedimenti dai territori» scrive Pietro Dommarco, richiamando anche l’incostituzionalità delle “pacchetto energetico” dello Sblocca-Italia, che estromette gli enti locali dai processi decisionali. Dice Tomaso Montanari, storico dell’arte dell’Università di Napoli e curatore del volume: «Vogliamo un Paese che sappia distinguere tra cemento e futuro. E scelga il futuro». Mai come ora, dunque, è l’ora della mobilitazione; i cittadini possono organizzarsi, protestare, fare sentire a loro voce, la loro presenza, la loro indignazione. E’ il momento di schierarsi.

Fonte: ilcambiamento.it

Svendita della Sanità piemontese

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[ qui il volantino in PDF ]

Sanità pubblica addio: vogliono svendere ai privati i nostri ospedali!

Devi sapere che entro la fine di aprile 2013, l’ex-Assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Ing. Paolo Monferino, ha deciso di vendere tutti gli ospedali e le strutture sanitarie piemontesi a un Fondo Immobiliare Privato. (Legge n. 5, art. 7 del 4.5.20 12) Come mai? Perché la Regione Piemonte affonda nei debiti! L’ex-Assessore sostiene che bisogna farlo subito per risanare il debito accumulato, diversamente non si potranno più pagare i fornitori delle ASL e gli stipendi del Personale sanitario. Cosa svenderanno:

beni non strumentali: 38 milioni di mq di terreni agricoli convertendoli in edificabili.

560 immobili per un totale di 54.000 mq.

Valore del patrimonio da conferire a un Fondo di Investimento Immobiliare stimato in 1.000 milioni di Euro.

E poi cosa succederà?

Il Fondo affitterà alla Regione tutto quello che ha comprato e gli affitti diventeranno un costo davvero insostenibile. Come saranno garantiti allora gli interventi e le prestazioni sanitarie a cui tutti noi cittadini abbiamo diritto?

Forse l’ex-Assessore della Regione ha una ragione più importante per vendere tutto? Ecco quale.

Con delibera regionale 16.1.2012, n. 1-3267 è stata data una consulenza di 100.000 euro all’anno al dott. Ferruccio Luppi per fare una stima del valore delle strutture sanitarie che la Regione intende vendere. Il dott. Luppi possiede le specifiche competenze per individuare, proseguire e accelerare le scelte strategiche di sostegno alla ristrutturazione del debito e per la valorizzazione del patrimonio della Regione.

Quali sono le specifiche competenze del dott. Ferruccio Luppi?

Il dott. Ferruccio Luppi è presidente della Société Générale De Santé, il gruppo francese che possiede il maggior numero di strutture sanitarie private in Francia. È consigliere del gruppo di fondi immobiliari IDeAFimit SGR leader del settore in Europa.

Ha rivestito ruoli importanti in molte finanziarie legate alla FIAT in Italia e in Europa.

Anche l’ing. Monferino, fino al 20 marzo scorso Assessore alla Sanità in Piemonte, è membro di almeno altri 25 consigli di amministrazione, per lo più collegati alla FIAT.

I CITTADINI PIEMONTESI STANNO PAGANDO UN ESPERTO PER STABILIRE I PREZZI DELLE STRUTTURE CHE EGLI STESSO HA INTENZIONE DI ACQUISTARE.

LA SVENDITA NON SERVIRÀ AFFATTO A RIPIANARE IL DEBITO DELLA SANITÀ MA ELARGIRÀ AFFARI A PRIVATI SULLA PELLE E LA SALUTE DEI CITTADINI. C’È POCO TEMPO PER IMPEDIRE TUTTO QUESTO. MA SI PUÒ FARE MOLTO.

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Fonte-. Cumiana viva