ARTIGIANATO, GIOVANI, SUD

Contest fotografico #Unfuturomaivisto, foto di Carlo Silva, Erice (Tp)

Fritz Lang, ilgrande regista di capolavori come Metropolis o Il grande caldo, amava definirsinon un artista ma un artigiano. Essere artigiani significa non solo essere  capaci di creare, di trasformare la realtà attraverso le idee e il contatto conla materia, ma vuol dire anche essere portatori di un “saper fare” che viene dalontano e dovrebbe portare altrettanto lontano. Un sapere di conoscenze, altempo stesso filosofico e pragmatico, che rappresenta il patrimonio di un paesee di un popolo. Un sapere che si fa “tradizione” per essere tramandato allefuture generazioni, ma che al contempo dovrebbe sfuggire da essa, innovarsi,cambiare, più o meno lentamente, per essere un sapere attuale, necessario eutile. Quando manca questo passaggio, è una tradizione che muore e un sapereche scompare. E’ il caso, purtroppo, di molte nostre forme di artigianatosegnate non solo dal passo veloce dei tempi, ma da contraddizioni e dallamancanza di investimenti, non solo economici. In un paese come l’Italia, famosoper i suoi prodotti di qualità, in cui la disoccupazione giovanile è altissimama sempre di più scarseggiano calzolai, vetrai, sarti e scalpellini, lariscoperta del saper fare tradizionale dovrebbe essere un percorso naturale. Larealtà invece è tutt’altra. Tecnica e tradizione però possono non essere sufficienti:per affrontare la sfida, occorrono una forte consapevolezza degli effetti dellaglobalizzazione e la capacità di valorizzare, se necessario, il ruolo dellatecnologia. In generale, serve apportare innovazione, immaginare nuovi campi diapplicazione per antichi mestieri. E’ forse superfluo sottolineare come le“botteghe” rappresentino un forte elemento di attrazione turistica, grazie algusto del “fatto a mano” e al valore della “unicità” sempre più ricercati eche, per semplificare, definiamo come la forza del Made in Italy. Lecontraddizioni, come anticipato, si intrecciano però alle difficoltà di rendereazioni concrete le varie riflessioni sulle opportunità che l’artigianato, e inparticolare quello artistico, è in grado di offrire a giovani e territori. E’questo, in particolare, l’aspetto che ci interessa maggiormente esplorare.Perché, oltre alle prerogative culturali ed economiche, l’artigianato artisticopuò comprendere anche quelle sociali. Queste, addirittura possono essere laprincipale leva che permette la riscoperta dei “saperi” e la lorovalorizzazione, la loro seconda vita. Abbiamo voluto dare spazio, perciò, adiverse esperienze che si sono confrontate con l’artigianato partendo dal puntovista e da esigenze di natura sociale. Il risultato? Recuperate le tradizioni,recuperato il capitale umano; sperimentati interventi di inclusione sociale edi sviluppo locale; valorizzati saperi, giovani, territori. Da questo punto divista, lo spunto di riflessione è venuto dalla sperimentazione avviata con il bando della Fondazione CON IL SUD per promuovere interventicapaci di recuperare e valorizzare tradizioni artigianali tipiche diparticolari aree meridionali che sono in via di “estinzione”, creando attornoad essi occasioni di inclusione di soggetti svantaggiati e opportunitàprofessionali per le nuove generazioni.

“Le situazioni più difficili creano possibilità…L’arte in sé è salvifica!” E’ uno dei messaggi che abbiamo raccolto dall’intervista che il maestro Dalisi ha voluto concederci. Crediamo che queste poche righe contengano un grande pezzo di verità sulla “potenza” sprigionata dall’arte e dalla cultura quando incrociano il sociale.

Buona lettura!

Fonte: http://www.conmagazine.it/2018/11/12/artigianato-giovani-sud/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Raccolta differenziata e riciclo rifiuti urbani: bene il nord, male il sud, disastro Roma

Secondo gli ultimi dati di Legambiente il nord Italia conferma la sua leadership nazionale nel riciclo dei rifiuti solidi urbani. Il sud è fermo, a Roma situazione gravissima.http _media.ecoblog.it_b_b52_riciclo-rifiuti-urbani-bene-il-nord-male-il-sud-disastro-roma

Dalla lettura del rapporto Comuni Ricicloni 2017, curato da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club con la partecipazione del CONOU, Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati, emerge che negli ultimi anni solo il nord Italia ha migliorato i suoi dati sulla raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti solidi urbani. Milano, addirittura, sta diventando un modello a cui guarda persino New York. Intanto le buone notizie: in Italia ci sono 3.276.000 cittadini “Rifiuti Free”, che abitano in Comuni dove si ricicla almeno il 90% dei rifiuti solidi urbani. Rispetto all’anno scorso, però, ci sono meno Comuni (486 contro 525) in cui si producono meno di 75 kg di rifiuti pro capite l’anno. In realtà, però, questo numero dipende anche dalla fusione di molti Comuni avvenuta a inizio 2016 e dal mancato invio dei dati da parte di alcune amministrazioni comunali. Quest’anno, per gli stessi motivi, ci sono più Comuni “Rifiuti Free” sopra i 10 mila abitanti. L’82% dei Comuni Rifiuti Free si trova al nord, il 10% al sud e l’8% al centro Italia. Al nord crescono i Comuni virtuosi in Lombardia (da 76 a 90) e in Trentino Alto Adige (cinque Comuni in più). Il 29% dei Comuni Rifiuti Free si trova in Veneto, il 27% in Friuli Venezia Giulia e il 18% in Trentino.

Sull’economia circolare anche le grandi città possono fare la differenza – spiega la Presidente di Legambiente Rossella Muroni – Ce lo dimostra la città di Milano, prima metropoli italiana ad aver superato la soglia del 50% di raccolta differenziata, che ha domiciliarizzato il sistema della raccolta differenziata anche della frazione organica e che, con un milione e trecentomila abitanti serviti dal porta a porta, risulta prima a livello internazionale. Ma se il sistema di Milano fa scuola nel mondo, come dimostra l’interesse della città di New York nel replicare il modello meneghino – conclude Muroni – la Città Eterna non sembra imparare“.

Già, perché a Roma, secondo Legambiente, la gestione dei rifiuti rimane un “problema gravissimo“. Eppure le soluzioni sarebbero semplici: estensione della raccolta differenziata porta a porta a tutti i cittadini e costruzione di impianti di compostaggio per l’umido con produzione anaerobica di biometano. Andrebbero, infine, costruiti anche dei centri di riuso a breve distanza dai punti di raccolta. I Comuni più efficienti nella raccolta differenziata e nel riciclo e riuso dei rifiuti urbani, conclude Legambiente, sono quelli piccoli che si sono consorziati (ad esempio le Comunità Montane), e quelli che hanno adottato una tariffazione puntuale. Cioè quella basata sulla quantità effettiva di rifiuti prodotti, che incentiva chi produce meno rifiuti ancor prima di chi ne ricicla di più.

Credit foto: Flickr

Fonte: ecoblog.it

Riciclo incentivante: da Nord a Sud i progetti che cambiano le abitudini degli italiani

Riciclare correttamente per risparmiare su tasse dei rifiuti e bollette o per ricevere buoni sconti e premi: sono ormai decine i progetti che in tutta la Penisola mettono al centro il riciclo incentivante per promuovere l’economia circolare grazie alla tecnologia avanzata degli eco-compattatori di Eurven.
Le regioni più virtuose si confermano quelle del Nord, ma cresce l’attenzione al riciclo anche tra gli abitanti del Centro e del Sud Italia.

 

 

 Non è un segreto che sempre più italiani abbiano un occhio attento al corretto smaltimento dei rifiuti, complice la diffusione della raccolta differenziata sul territorio nazionale, ma anche dell’arrivo di esperienze innovative e vantaggiose per l’utenza come i compattatori incentivanti di Eurven.
L’azienda veneta leader nel settore dei compattatori, infatti, da anni lavora perché su tutto il territorio nazionale si diffondano progetti in grado di rendere la raccolta differenziata un gesto non solo corretto per l’ambiente, ma anche vantaggioso per le tasche dei cittadini.
Collocati in scuole, fabbriche, ospedali, supermercati, stazioni, aeroporti, centri commerciali, comuni e piazze di tutta Italia, i sistemi di raccolta – incentivanti e non – sono in grado di raccogliere mediamente 1.000 bottiglie di plastica al giorno, per un totale di circa 27 milioni di bottiglie al mese.
Cash for trash: le municipalizzate italiane riducono le tasse sui rifiuti
Innovazione e riciclo sono le parole chiave di “Cash for Trash”, il progetto che, in collaborazione con l’app 2Pay e con le municipalizzate italiane, permette di ridurre la tassa sui rifiuti. I cittadini che conferiscono correttamente i rifiuti negli eco-compattatori possono accedere agli sconti offerti dall’associazione commercianti del territorio o dai supermercati e ottenere 1 centesimo per ogni pezzo consegnato sul proprio borsellino elettronico tramite 2Pay, l’app su smartphone che semplifica il processo di pagamento abbattendo i costi delle transazioni. L’importo maturato può essere speso nei negozi convenzionati, per pagare la bolletta dei rifiuti o essere inviato al proprio conto corrente. Il progetto ha preso il via con il supporto di Evergreen in Veneto, Toscana, Liguria, Campania ed Emilia Romagna.

A Nord i cittadini risparmiano sulla Tari
Le regioni più virtuose sono quelle del Nord, dove si concentra oltre il 60% dei riciclatori incentivanti targati Eurven. Apripista il Veneto con numerosi progetti attivi, tra cui “Equaazione – Tu ricicli, io ti pago” che ha preso il via nei comuni di Conegliano, Adria, Piove di Sacco e Monselice e che sarà attivato tra marzo e aprile anche a Vittorio Veneto, Oderzo, Soresina, Piadena e Lavarone. Il progetto permette ai cittadini più virtuosi di risparmiare sulle tasse, riconoscendo un centesimo per ogni bottiglia inserita e pagando la TARI annuale al cittadino che nel mese avrà riciclato di più. I centesimi accumulati con il riciclo vengono scalati direttamente dalla bolletta della luce. Da fine gennaio ad oggi sono stati circa 250.000 i conferimenti nei quattro comuni in cui è già attivo l’eco-compattatore.
Ottimi risultati anche a Este (PD), dove presso il Centro Commerciale Extense con il progetto “Riduci, Ricicla, Ricompensa” sono state recuperate in soli due mesi 41.380 bottiglie di plastica: il macchinario premia i clienti consegnando loro buoni sconto da spendere presso i negozi del Centro Commerciale, compreso l’ipermercato Interspar.
In provincia di Belluno spicca il progetto “Acquistare Riciclando Feltre” promosso dal comune di Feltre, dove è stato inaugurato un eco-compattatore per raccogliere bottiglie di plastica, lattine e scatolame in acciaio. Installato a metà gennaio 2017, ha da subito suscitato curiosità da parte dei cittadini: ad oggi sono oltre 24.000 i pezzi conferiti. I coupon ricevuti in cambio dei rifiuti possono essere spesi presso oltre cinquanta attività commerciali del luogo e i musei comunali: con due coupon si può avere un biglietto d’ingresso ridotto anziché intero.
Molto particolare il progetto del Politecnico di Torino: si tratta di un compattatore di bottiglie in PET basato sull’interazione, che si propone di studiare i comportamenti dell’utente finale per proporre nuovi servizi. A ogni bottiglia consegnata al BlueTotem corrisponde una risposta interattiva sul video touch: l’utente può esprimere desideri e pareri sui progetti per lo stesso Campus e visualizzare una mappa interattiva costantemente aggiornata con le reazioni di tutti gli utilizzatori e la rete dei soggetti coinvolti nel corretto riuso del PET.

Al Centro Italia i rifiuti si trasformano in acqua
Al Centro il Lazio è tra le regioni con più installazioni di eco-compattatori e progetti. Tra i più interessanti c’è il progetto “Greeny Ecopunti – La plastica si trasforma in acqua” di Genazzano (RM) che mostra come anche i rifiuti possano trasformarsi in un bene prezioso: conferendo le bottiglie di plastica nell’eco-compattatore, i cittadini  ricevono in cambio ecopunti da caricare su una card e da utilizzare per prelevare gratuitamente l’acqua presso la Casa dell’AcquaSi (Lorenzoni). In un mese, il macchinario ha raccolto oltre 15.000 bottiglie di plastica.
Anche in Umbria crescono le iniziative: a Gubbio è partito a febbraio 2017 “Ricompattiamoci” con il posizionamento di due ecocompattatori. Gli abitanti della città possono conferire le bottiglie di plastica nelle macchine, inserire il codice fiscale dell’intestatario della tassa sui rifiuti e ritirare l’eco-bonus. Lo scontrino può essere utilizzato presso le attività commerciali del territorio aderenti, consultabili sul sito www.ricompattiamoci.it, oppure per ottenere uno sconto sulla TARI di 5 euro ogni 300 conferimenti o di 10 euro ogni 600 conferimenti. In 28 giorni di attività ci sono stati 12.000 conferimenti ciascuna, per un totale di 24.000. I cittadini che si sono identificati attraverso tessera sanitaria sono stati 450 e 5 di loro hanno già superato la soglia  dei 200 conferimenti.
Ad Assisi (PG) invece sono le scuole a cogliere l’opportunità di fare educazione ambientale attraverso il riciclo incentivante: all’interno di due istituti comprensivi sono stati installati i RAEE box, punti di conferimento incentivanti che in cambio di vecchi dispositivi erogano sconti e bonus a studenti e cittadini.

Sud Italia: Molise e Basilicata premiano cittadini e commercianti
Riciclare e sostenere i piccoli esercenti locali è lo scopo di Mon€y4Trash, l’innovativo progetto lanciato a fine gennaio dal Comune molisano di Gambatesa: conferendo bottiglie in plastica PET e lattine, infatti, non soltanto i cittadini ricevono sconti da spendere presso i negozi aderenti, ma anche i commercianti hanno la possibilità di risparmiare concretamente. Conservando gli scontrini erogati dal macchinario incentivante, gli esercenti possono detrarre la somma accumulata dalla TARI annuale. I cittadini hanno dimostrato grande sensibilità nei confronti dell’iniziativa: in media, vengono raccolti 1.500 rifiuti al giorno, tra lattine e bottiglie di plastica
Anche a Latronico, in provincia di Potenza, il progetto “La banca del riciclo” premia sia cittadini che commercianti: per ogni bottiglia di plastica o lattina conferita, il macchinario eroga al cittadino virtuoso un Ecopunto del valore di 0,08 centesimi di euro. Conservando gli Ecopunti dei clienti e arrivando ad un ammontare di almeno 20 euro (oppure un qualsiasi importo ma solo dopo 4 mesi), i commercianti che aderiscono all’iniziativa potranno essere rimborsati monetariamente dell’intera somma presentando gli scontrini in Comune. Dal 21 febbraio ad oggi sono stati conferiti nel macchinario 5.270 imballi.
“Dal Nord al Sud, tutti questi progetti mostrano come in Italia il riciclo incentivante sia la formula vincente per promuovere l’economia circolare”, spiega Carlo Alberto Baesso, General Manager di Eurven. “Riciclare correttamente per risparmiare su tasse dei rifiuti e bollette o per ricevere buoni sconti e premi è sicuramente un incentivo che stimola i cittadini e che permette di avere ricadute positive su economia locale e ambiente”.

 

 

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Chi è Eurven

Eurven è leader nei sistemi a monte di raccolta differenziata, compattazione e riciclo rifiuti. Tra i suoi clienti Coca Cola, Ikea, San Benedetto, Despar, Conad, Coop, Pam, Panorama, Autogrill, Unes, Gardaland, Mirabilandia, Leroy Merlin e molti altri.

Maggiori informazioni su: www.eurven.com

 

 

Fonte: agenziapressplay.it

 

Il “bibliomotocarro” fa leggere i bambini del Sud

Dal 1999 Antonio La Cava gira il Sud Italia con la sua Ape 500, di colore celeste e a forma di casetta, denominata Bibliomotocarro, con l’obiettivo di dare in prestito i suoi libri che ammontano a 1300 unità. “Ho sempre creduto in una scuola viaggiante e nell’importanza dell’uso didattico del territorio”, racconta nella nostra intervista.bibliomotocarro470

Giunge come una prodigiosa epifania nei piccoli e remoti centri abitati del Sud Italia catalizzando al suo passaggio l’attenzione di tutti coloro che lo vedono arrivare. E’ l’estroso e bizzarro “Bibliomotocarro”, un’insolita Ape 500 celeste a forma di casetta, con tanto di tetto tegolato e comignolo, colma di libri per bambini. Ideato da Antonio La Cava, insegnante di scuola elementare in pensione, è una moto ibrida, unica nel suo genere, dalla parvenza quasi mitologica: un umile mezzo di trasporto, in grado, comunque, di coprire grandi distanze e raggiungere con serafica pazienza borghi spesso isolati e distanti tra loro, modificata ingegnosamente per assolvere alla funzione di biblioteca mobile e trasportare migliaia di volumi in continuo aumento e aggiornamento. Con il suo “Bibliomotocarro” il maestro parte ogni volta da Ferrandina, comune in provincia di Matera in cui è nato e vive, e raggiunge diversi paesi della Basilicata e delle regioni limitrofe per dare in prestito i suoi libri (che ammontano a circa 1300 volumi) ai bambini che accorrono incuriositi al suo arrivo nelle piazze per poi tornare in quegli stessi luoghi, dopo poco più di un mese, a recuperare i testi prestati e portarli in altre località, ad altri bambini. E’ una vera e propria missione educativa volta a stimolare ed incentivare nei più piccoli il piacere della lettura quella che il maestro lucano ha intrapreso sedici anni fa e che porta ancora avanti con ammirevole passione e dedizione. Con lo stesso entusiasmo ha risposto ad alcune domande di approfondimento.
Il “Bibliomotocarro” è un mezzo originale e vincente di didattica itinerante. A lei è stato riconosciuto il grande merito di dare l’opportunità di appassionarsi alla lettura ai bambini che popolano le strade dei piccoli centri. Da dove ha tratto l’ispirazione? “Sono tante le ragioni che nel 1999 mi portarono ad ideare il Bibliomotocarro. Essere maestro, naturalmente. Voglio dire che facendo il maestro e, quindi, osservando da vicino il progressivo affievolimento del rapporto tra il mondo della fanciullezza e il libro, pensai ad un mezzo umile, semplice, lento e povero, che potesse avvicinare i libri ai bambini. Che potesse portare, cioè, i libri dove ce n’è più bisogno. Ciò si coniugava, peraltro, con la mia ambizione di sempre: sentirmi maestro di strada. Ho sempre creduto in una scuola viaggiante e nell’importanza dell’uso didattico del territorio. Facendo il maestro, ho sempre portato più paese a scuola, ma sono sempre stato affascinato dall’idea di portare più scuola nel paese. E poi l’amore e la passione per il libro, la lettura e la scrittura. Un amore e una passione illuminati e riscaldati dalla luce fioca e dal calore tenue di una candela che dentro di me non si è mai spenta. Era la candela che da fanciullo, quando avevo 8-9 anni, accendevo quando mia madre spegneva l’unica lampadina di casa. I miei genitori erano contadini e abitavamo in un sottano, in fondo al quale c’era la stalla con l’asino”. 
Quanto è cambiato, nel corso degli anni, il rapporto dei bambini con i libri? In che misura l’avvento della tecnologia e il suo dilagante uso e abuso, nonché dipendenza nei casi limite, li ha distratti dal piacere della lettura?

“Il Bibliomotocarro è un’idea post-moderna che coniuga la tradizione con l’innovazione. La nostra proposta è vincente perché non demonizza i nuovi mezzi di comunicazione, che peraltro ritengo indispensabili, ma li usa riempiendoli di contenuti positivi. Sia noi dello staff che i bambini prendiamo questi contenuti dai libri, che sono insostituibili”.
Cosa manca, a suo parere, nella programmazione scolastica che accresca l’interesse verso la lettura per il puro piacere che essa arreca? “Nei programmi scolastici manca l’idea che la lettura sia un piacere e non un obbligo, una costrizione. Soprattutto nella scuola primaria, questo devono capirlo gli insegnanti”.bibliomotocarro01

Quale approccio didattico ha adottato durante la sua lunga esperienza di insegnamento nella scuola elementare? Cosa ha cercato di trasmettere ai suoi alunni e cosa le hanno trasmesso loro?
“Ho fatto per 42 anni il maestro cercando sempre negli occhi e negli sguardi degli alunni le linee ispiratrici per la mia azione educativa e didattica e fino all’ultimo giorno ho trovato conferma della bontà di tale scelta. Del resto il Bibliomotocarro è il frutto di questo gioioso e positivo coinvolgimento. Quando, 20 anni or sono, dicevo agli alunni che ero preoccupato per la crescente disaffezione nei confronti del libro e che bisognava fare qualcosa, loro mi dicevano che potevo farlo io. Dopo 2-3 anni la mia preoccupazione si tramutò in angoscia: l’angoscia di invecchiare in un paese di non-lettori. Allora  dissi agli alunni che era necessario lanciare un grido d’allarme. Ebbene loro, cogliendo l’aggravamento del mio stato d’animo da preoccupazione ad angoscia, non mi ripeterono più che potevo fare io questa cosa ma che dovevo!”.
Quali difficoltà ha incontrato nelle fasi iniziali del progetto? “Fin dall’inizio il Bibliomotocarro ha avuto una vita gioita e sofferta: gioita perché vissuta intensamente con gioia ed entusiasmo; sofferta per i problemi da affrontare e risolvere tutti i giorni. Il Bibliomotocarro ha sedici anni di vita, ormai, essendo nato nell’ottobre del 1999, e per i primi 14 anni è andato avanti in solitudine e nell’indifferenza generale. Solo da due anni a questa parte è passato agli onori della cronaca diventando un fenomeno nazionale ed internazionale”.

Qual è la reazione delle persone al suo arrivo? “Inizialmente ci furono scetticismo e perplessità, battute del tipo: “Ma dove va questo?”, “Ancora con i libri!? Ora c’è il computer!”. Poi le cose sono cambiate. Ora i bambini si avvicinano, chiedono libri e, soprattutto, utilizzano la richiesta di un libro per avviare un contatto, uno scambio, un legame con me o con altri che sono vicino al Bibliomotocarro, perché a furia di connetterci con il mondo intero, ci siamo “scollegati” dal dirimpettaio e dal vicino di casa che, sofferente, chiede e implora, inascoltato, che qualcuno si accorga di lui”.bibliomotocarro02

Tra le svariate iniziative culturali che è riuscito a realizzare con il Bibliomotocarro, quale ha avuto maggiore successo?
Il Bibliomotocarro realizza nelle scuole il progetto “Amico Libro”. Sono in particolare quattro le attività di questa iniziativa che suscitano entusiasmo negli alunni e negli insegnanti: “I libri hanno messo le ruote”, servizio di biblioteca viaggiante con prestito gratuito dei libri, che conta 8 presenze, una al mese, nell’anno; “I libri bianchi”, libri composti da racconti scritti da bambini di paesi diversi; “ Entrare con la testa, uscire con gli occhi”, realizzazione di un video di animazione a partire da un testo letterario; e “Dalla pagina al mondo”, creazione di un cortometraggio a partire da un testo letterario. Naturalmente, vivendo quasi ogni giorno a contatto con il mondo della fanciullezza, gli episodi da raccontare sarebbero tanti ma ho piacere a citare l’ultimo. Qualche mercoledì fa ero a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi. Lì ho incontrato 27 scolaresche. Uno dei circa 600 alunni, di nome Mattia, mi ha chiesto come mi sentissi ad essere l’idolo dei bambini. Sappiamo bene chi sono gli idoli ai nostri tempi: calciatori, cantanti, attori, attrici, modelle, personaggi dello spettacolo. Non è meraviglioso che un fanciullo di 10 anni abbia espresso un pensiero in assoluta controtendenza? L’idolo di tanti bambini era per lui un umile bibliotecario di strada”.
Pensa che il suo Bibliomotocarro possa avere lo stesso successo anche in altre regioni d’Italia oltre a quelle dove è approdato? “Il Bibliomotocarro ha percorso finora 100.000 chilometri, di cui 80.000 in Basilicata e 20.000 nelle altre regioni, a cominciare da quelle limitrofe. In particolare, la Puglia si è innamorata del Bibliomotocarro, per cui mi sento di dire che se il Bibliomotocarro è e rimane un simbolo lucano, sta diventando sempre più un fenomeno nazionale”.
Il tentativo di escogitare mezzi fantasiosi ma efficaci per diffondere cultura a tutti i livelli ricorda molto quello messo in atto in Argentina da un giovane artista, Raul Lemesoff, che ha comprato una vecchia Ford Falcon in dotazione alle Forze Armate Argentine e ne ha ricavato una libreria semovente che trasporta e regala volumi (frutto di donazioni) lungo le strade di Buenos Aires. Questo carro armato dei libri, che Lemesoff  ha chiamato “Arma di istruzione di massa”, è nato con lo scopo di “colonizzare” culturalmente le zone più carenti di mezzi di istruzione. Di fatto, a questo ambizioso progetto hanno collaborato nessuna o pochissime istituzioni pubbliche o private e ciò ha influito negativamente sul proseguimento della lodevole iniziativa. Il bibliomotocarro ha un enorme potenziale d’azione. Ha mai pensato di chiedere finanziamenti per sostenere le ovvie e onerose spese di cui deve farsi carico? Ma soprattutto, per realizzare un progetto di portata nazionale e magari destinarlo anche agli adulti? La partecipazione a programmi televisivi di reti nazionali, oltre all’indiscutibile popolarità, non l’hanno aiutata in questo senso? Ha ricevuto offerte o proposte di finanziamento?
“Il Bibliomotocarro non ha sponsor o finanziamenti istituzionali. Ne ha bisogno, perciò li cerca e li chiede  anche se fino ad ora invano. Ho presentato il progetto “Fino ai margini”, rivolto ai paesi piccolissimi, al disotto dei 1.000 abitanti, al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, che non ha risposto. Lo stesso progetto è stato presentato alla Provincia di Matera, che non ha risposto. La Regione Basilicata ha risposto e ha concesso il patrocinio gratuito. Stiamo pensando alle Fondazioni, ma anche ad una forma di finanziamento dal basso, visto che anche la partecipazione a programmi televisivi nazionali e l’attenzione riservata dalla grande stampa, non hanno fin qui portato né offerte né proposte. Ma non ci arrendiamo e andiamo avanti  promuovendo il libro, la lettura e la scrittura”.

Fonte: ilcambiamento.it

Treno Verde, bilancio finale: “Da sud a nord città soffocate dallo smog e assediate dal rumore”

Legambiente presenta il bilancio del viaggio del Treno Verde: Non solo Pm10. Ricompare l’incubo benzene. Nessun passo avanti contro l’inquinamento acustico. In tre mesi Frosinone, Torino, Alessandria e Benevento già oltre i limiti annuali di polveri sottili | Il vademecum di Legambiente contro lo smog378672

 

Si respira ancora mal’aria nelle città italiane. Grandi e piccoli centri soffocati da smog e assediati dal rumore. Primo imputato resta il traffico e la mai sanata schiavitù dell’automobile che resta il mezzo con il quale la maggior parte dei cittadini continua a spostarsi anche a causa dell’assenza di serie politiche di mobilità urbana da parte di Comuni e Regioni. Aria malsana che a Verona ha fatto registrare addirittura picchi di Pm10 anche di tre volte superiori ai valori limite dettati dalla legge. Superamenti dei livelli del Pm10 sono stati registrati anche ad Ancona Varese. Poi è stata la pioggia a “salvare” i polmoni dei cittadini. Anche le centraline delle Arpa riportano l’allarme mal’aria: a tre mesi dall’inizio del 2014 sono già quattro i capoluoghi off-limits per aver superato il bonus di 35 giorni di superamento di Pm10 concesso dalla legge in un anno. A guidare la classifica delle città italiane più inquinate troviamo oggi Frosinone (57 superamenti), Torino (46) Alessandria (45) e Benevento (42). Riappare anche il fantasma del benzene, con valori elevati in diverse città come Palermo e Torino. Lo smog non è il solo pericolo: la vertenza inquinamento acustico coinvolge in pratica tutte le città monitorate. È questo il bilancio della ventiseiesima edizione del Treno Verde 2014, la campagna di Legambiente Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane dedicata al rilevamento dell’inquinamento atmosferico e acustico e pensata per informare, sensibilizzare e promuovere tra i cittadini le buone pratiche per una mobilità sostenibile e per l’abbattimento delle polveri inquinanti. Dal 13 febbraio al 27 marzo il convoglio ambientalista ha monitorato 10 città: Palermo, Cosenza, Potenza, Caserta, Roma, Pescara, Ancona, Verona, Varese, chiudendo oggi il suo viaggio a Torino. Proprio per fronteggiare l’emergenza smog nella città italiane Legambiente lancia oggi un vademecum contro lo smog disponibile sul sito www.legambiente.it.

Compagno di viaggio del Treno Verde anche quest’anno è stato il Laboratorio mobile Qualità dell’Aria di Italcertifer, che in ogni città ha rilevato i dati relativi all’inquinamento acustico e alla qualità dell’aria, monitorando in questa edizione anche il PM 2,5 con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione anche sulla frazione di polveri più dannose per la salute e di pretendere che a livello europeo e nazionale siano adottati valori limite più stringenti e maggiormente idonei a tutelare la salute dei cittadini, fissando valori giornalieri oltre il valore obiettivo annuo attualmente vigente.
“Secondo il rapporto del Centro europeo ambiente e salute dell’Oms si registra un forte incremento di malattie correlate all’inquinamento, al punto che le stime oggi arriverebbero a far contare 7mila decessi legati all’esposizione al particolato solo nei 30 capoluoghi di provincia della Pianura Padana – afferma Rossella Muroni, direttrice nazionale di Legambiente -. Siamo di fronte a un serio rischio ambientale e per la salute delle persone che viene ancora affrontato in maniera blanda e poco efficace da Comuni, Regioni e dallo stesso Governo. Al ministro Galletti chiediamo di intraprendere azioni efficaci e interventi mirati per risolvere il problema dell’inquinamento atmosferico in tutta la Penisola, destinando più fondi e incentivi al trasporto pubblico locale e all’ammodernamento della rete ferroviaria, invece che per la realizzazione di inutili opere autostradali. Il Treno Verde anche quest’anno ha girato in lungo e largo la Penisola portando nelle città in cui ha fatto tappa le buone pratiche e le esperienze concrete da cui si può ripartire per migliorare la qualità ambientale dei nostri centri urbani che nella qualità della vita dei cittadini. Farlo non è solo possibile ma deve diventare una priorità nell’agenda politica sia nazionale che locale”. I dati rilevati dal Treno Verde rendono ancor più pressante l’esigenza di potenziare e rendere davvero efficiente ed efficace il trasporto pubblico locale, emersa anche nelForum sul Trasporto Pubblico Locale organizzato da FS Italiane a Roma Termini, con la presenza dei rappresentanti delle Istituzioni e delle Amministrazioni pubbliche. I tre miliardi di euro investi da Trenitalia per l’acquisto di nuovi treni e per l’ammodernamento della flotta sono un passaggio cruciale che deve però essere consolidato e sostenuto, come ha evidenziato l’AD di FS Italiane, Mauro Moretti “da maggiori risorse, da una programmazione efficace del servizio, da una vera integrazione modale, da politiche di sostegno del trasporto pubblico e disincentivazione di quello privato”. Già oggi i servizi regionali di FS Italiane permettono a 2,2 milioni di persone, ogni giorno, di rinunciare all’auto privata utilizzando quasi 9mila treni. Significa ben 660mila auto in meno che, messe in fila, coprirebbero la distanza tra Torino e Reggio Calabria. Una scelta che vale 2 milioni di tonnellate in meno di CO2, 12.500 di NOx, 1.000 t di idrocarburi non metanici, 700 t di particolato e 850 milioni di litri di carburante risparmiati. Le polveri sottili (PM10) continuano, dunque, a soffocare i nostri centri urbanirendendo l’aria irrespirabile e mettendo a serio rischio la salute dei cittadini. Se il 2013 da questo punto di vista è stato un anno da dimenticare (quello trascorso doveva essere per l’Unione europea l’anno dedicato all’aria), il 2014 non sembra portare novità piacevoli. Dall’inizio dell’anno ad oggi, già quattro città hanno superato il tetto massimo di 35 giorni ogni anno con concentrazioni superiori a 50 µg/m3 consentiti dalla legge. Sul podio della Mal’Aria finisce oggi Frosinone (57 superamenti), Torino (46), Alessandria (45) e subito dopo Benevento (42). Prossimi al superamento ci sono Parma (32 superamenti); Venezia (31) e Vicenza, Milano e Avellino (30). Altri 15 capoluoghi hanno già superato i 20 giorni di polveri sottili oltre i limiti, tra i quali Rovigo (29), Padova (29); Terni (28); Treviso (27); Pescara (27); Caserta (27). Insomma, anche per il 2014 delinea un quadro critico per quanto riguarda la qualità dell’aria nei principali centri urbani. Nel redigere questa classifica si è presa come riferimento la centralina peggiore (ovvero che ha registrato il maggior numero di superamenti nel corso dell’anno) presente nella città, a partire dai dati disponibili sui siti delle Regioni, delle Arpa e delle Provincie. Non solo PM10. A riportare ancora una volta l’attenzione al problema del traffico e dello smog cittadino è il dato sul benzene che a Verona e Palermo ha superato il limite disposto per legge, seppur si tratta di un valore che è riferito a una media annuale e non giornaliera. Si tratta di un inquinante ormai meno presente nelle città italiane ma molto pericoloso per la salute dei cittadini perché cancerogeno e attribuibile al traffico veicolare sempre più invasivo.

Scarica il Vademecum contro lo Smog di Legambiente

 

Fonte: ecodallecittà.it

 

Sicurezza alimentare: nel Sud Italia scoperte 390 imprese irregolari

Maxi-operazione dei carabinieri del Gruppo Nas di Napoli in Campania, Calabria e Puglia. Sequestri per un ammontare di 630mila euro107759449-586x389

Si è concluso nel week end un ciclo di 1.300 ispezioni ad esercizi commerciali e attività produttive del Sud Italia, coordinate dai carabinieri del Gruppo Nas di Napoli, che hanno riscontrato irregolarità in 390 casi, vale a dire nel 31% dei casi. Sono state inoltre accertate 634 violazioni alle leggi del settore per un ammontare di 630 mila euro di sanzioni amministrative e 280 tonnellate di alimenti. Gli alimenti sequestrati erano in cattivo stato di conservazione, in strutture sprovviste dei requisiti igienico-sanitari  necessari e prove della documentazione utile per la loro rintracciabilità. La maxi-operazione ha portato alla chiusura di 48 strutture e alla segnalazione all’autorità di ben 400 persone. I Nas di Reggio Calabria hanno posto sotto sequestro due celle frigorifere invase da muffe e una tonnellata di alimenti scaduti da 3-5 anni fra cui insaccati, formaggi, panna e pasta “fresca”. Accertate le gravi carenze  igienico-sanitarie di tutti i locali di un supermercato è stata chiusa l’attività e denunciato il proprietario. Il nucleo Nas di Bari ha sequestrato 28mila bottiglie di vino Doc prove di capsule di imbottigliamento e della documentazione certificante Doc e Igt, immagazzinati in pessime condizioni igieniche. I Nas di Taranto, Lecce e Bari, in collaborazione con i militari del Comando provinciale tarantino hanno proceduto alla chiusura di ben sei attività, fra cui depositi di prodotti ittici e alimentari, caseifici, aziende produttrici di conserve e ristoranti e anche di uno stabilimenti vinicolo privo delle autorizzazioni per lo scarico dei reflui. I Nas di Palermo hanno posto sotto sequestro una tonnellata circa di materiale di lavorazione (cioccolato, glasse, cacao e pan di spagna) scaduto da diversi mesi. Sono stati inoltre denunciati un pregiudicato 43enne e un 24enne che vendevano abusivamente alimenti utilizzando come deposito un locale all’interno del quale venivano rinvenuti e sequestrati oltre 6 quintali di interiora di bovino congelate abusivamente in alcuni congelatori allacciati abusivamente alla rete elettrica pubblica. Circa 600 kg di merci sono state sequestrate perché prive di  documentazione attestante la rintracciabilità oppure perché in cattivo stato di conservazione.

Fonte: TgCom

 

Fonti rinnovabili, il sud deve contare di più nella geopolitica dell’energia

In 10 anni il sud Italia ha enormemente aumentato la propria produzione di energia rinnovabile ed ora rifornisce il resto dello stivale con oltre 13 TWh all’anno. Per questo il sud dovrebbe essere “ricompensato” con opportuni (e ben controllati!) investimenti per migliorare la qualità della vita.Fabbisogni-e-flussi-di-EE-in-Italia-586x320

In 10 anni molto è cambiato nella produzione di energia elettrica n Italia, anche a livello regionale. Il Sud con le isole, che nel 2003 produceva 88 Twh (31% del totale nazionale), oggi è a 116 TWh (38%). Come si vede dalle due mappe qui sopra, tratte dai rapporti mensili di Terna, poiché in questi anni i consumi meridionali sono cambiati di poco, ora c’è un abbondante flusso di energia dal sud al centro Italia: 9,1 TWh nei primi 8 mesi del 2013, circa 13 TWh su base annua. Poichè i consumi nell’Italia centrale sono anch’essi cambiati di poco, questa “importazione” di energia è andata a compensare un calo nella produzione termoelettrica pari a circa 17 TWh, mentre al sud la produzione da fonti fossili è rimasta invariata. In base a questi dati, vengono spontanee due domande, che Bertolt Brecht avrebbe definito da “lettore operaio”:

Primo: in che modo il Sud viene “ricompensato” dal fatto di contribuire in misura maggiore di prima al “funzionamento” dell’Italia? Non dovrebbe contare un po’ di più nella geopolitica dell’energia? C’è qualcuno che lo sta dicendo pubblicamente? (1)

Secondo: chi ha deciso che la minore produzione termoelettrica (con relativo inquinamento) dovesse avvenire solo in centro Italia e non anche al sud? Perchè il sud (Taranto in testa) non dovrebbe beneficiare anch’essa della miglioramento della qualità dell’aria?

(1) Chi scrive è nato, vive e lavora al nord, per cui non può essere sospettato di campanilismo.

Fonte: ecoblog