Tobike, presentate la nuova bici e annunciate 53 nuove stazioni

Hanno ruote con diametro di 26 pollici e non più 28 a vantaggio delle persone più basse di statura, uno pneumatico più largo che agevola la stabilità. Le 133 stazioni attive in città diventeranno 185, con l’obiettivo di raggiungere quota 213 entro il 2018386307_1

Hanno ruote con diametro di 26 pollici e non più 28 a vantaggio delle persone più basse di statura, uno pneumatico più largo che agevola la stabilità, un cambio che entra in funzione anche da fermi, facilitando partenze scattanti. Sono le caratteristiche delle nuove biciclette che costituiranno la nuova flotta del bikesharing torinese, mandando in pensione i vecchi modelli, a partire dai prossimi giorni. La nuova citybike è stata presentata dai responsabili di Tobike, il servizio di bikesharing in città, ai componenti delle commissioni Ambiente e Viabilità, presiedute rispettivamente da Damiano Carretto e Federico Mensio, alla presenza dell’assessora all’Ambiente, Stefania Giannuzzi. Le nuove biciclette sono state concepite in modo tale che possano essere ridotti i danni da atti vandalici e i furti di componenti dei mezzi, in particolare campanelli, sellini. Con pedali più robusti, i velocipedi dispongono anche di un nuovo portapacchi, più funzionale e più robusto rispetto al più bello (ma meno stabile) cestino. La riunione delle commissioni è stata anche l’occasione per fare il punto, da parte dell’assessora Giannuzzi, sull’estensione del bikesharing in città. Le 133 stazioni attive in città raggiungeranno le 185 unità, con l’obiettivo di raggiungere quota 213 entro il 2018. Gli abbonati, in costante aumento, sono 21 mila. Molte domande da parte dei consiglieri, con particolare riferimento ai costi (la manutenzione annuale varia da 800 mila e 1 milione di euro), la soddisfazione sul servizio da parte degli utenti, i criteri di collocazione delle stazioni.  Il servizio, è stato spiegato dagli uffici comunali, nel suo programma di estensione tiene conto anche della collocazione delle piste ciclabili e della possibilità di raggiungerle.

Fonte: ecodallecitta.it

Le 5 cose che fanno funzionare un sistema di bike sharing

Lo rivela “The Bike Share Planning Guide” pubblicata in Usa82663689-586x390

Tutte le grandi città hanno provato, o stanno provando, a sviluppare sistemi di bike sharing, al mondo ce ne sono attualmente più di 600 e ne nascono ancora di nuovi. Il bike sharing aiuta a risolvere i problemi di traffico e inquinamento, e quello del cosiddetto “ultimo miglio”, ovvero l’ultimo tratto da percorrere per chi va al lavoro, o a scuola, dopo essere sceso dai mezzi pubblici. Eppure i risultati non sempre sono ottimali – basti pensare all’esperienza di Roma, risoltasi con un mezzo flop – perché per funzionare, un sistema di bike sharing deve avere determinate caratteristiche.

A illustrarle, ci pensa ora The Bike Share Planning Guide, uno studio pubblicato dall’ITDP (Institute for Trasportation & Development Policy) di New York, che ha preso in esame 440 sistemi di bike sharing e stabilito le 7 città con i servizi. Neanche a dirlo, nessuna di queste è italiana.

Si tratta di:

Barcellona, 10.8 viaggi per bici e 67,9 viaggi ogni 1.000 residenti;
Lione, 8,3 viaggi per bici e 5511 viaggi per 1.000 residenti;
Città del Messico, 5,5 viaggi per bici e 158,2 ogni 1.000 residenti;
Montreal, 6,8 viaggi per bici 113,8 viaggi ogni 1.000 residenti;
New York City, 8,3 viaggi per bici e 42,7 viaggi ogni 1.000 residenti;
Parigi, 6,7 viaggi per bici e 38,4 viaggi ogni 1.000 residenti;
Rio de Janeiro, 6,9 viaggi per bici e 44,2 viaggi ogni 1.000 residenti.

Ma quali sono i fattori che fanno funzionare un sistema di bike sharing? L’ITDP ha stabilito cinque parametri, visibili anche in questa infografica. Scopriamoli.

Densità di stazioni1795647401-586x390

Un bike sharing degno di questo nome deve poter contare di un numero tra le 10 e le 16 stazioni per ogni chilometro quadrato, con circa 300 metri di distanza media tra una stazione e l’altra. Le stazioni devono poi essere posizionate a una distanza adeguata dai punti di interesse vicini, distanza che possa essere facilmente percorsa a piedi. Una densità minore di stazioni abbassa il numero di utenti.

Rapporto tra numero di bici e residenti451022429-586x390

Ogni 1000 residenti nell’area coperta dal servizio, devono esserci dalle 10 alle 30 biciclette. Il numero va incrementato se si parla di aree metropolitane e con un gran numero di pendolari, perché in quel caso le bici devono servire sia ai residenti che ai pendolari. Se le bici non sono sufficienti, soprattutto nei periodi di punta, cala l’affidabilità percepita del servizio, e quindi il numero di utenti.

Area coperta dal servizio170330866-586x403

Un buon servizio di bike sharing dovrebbe coprire un’area di almeno 10 chilometri quadrati, tale da contenere un numero ragionevole di punti di partenza e di arrivo presunti per chi dovrà utilizzare il servizio. Aree urbane più piccole possono avere un’area di copertura minore.

Qualità delle bici173723777-586x383

Le bici fornite dal servizio devono essere di buona qualità, belle a vedersi, devono durare nel tempo, e venire incontro alle necessità dell’utente. Quindi è consigliabile dotarle di un cestino anteriore per mettere buste o borse. Devono essere dotate di un buon sistema antifurto, e nel design bisogna inserire delle caratteristiche uniche che ne scoraggino il furto e la ricettazione.

Facilità di utilizzo delle stazioni169629056-586x390

Su questo punto cade la maggior parte dei sistemi analizzati. Il ritiro e il rilascio delle biciclette nelle stazioni deve essere semplice e veloce. Il sistema di pagamento deve essere automatico e avere un’interfaccia di immediata comprensione. Inoltre è consigliabile un sistema di bloccaggio automatico delle bici, e un monitoraggio in tempo reale, in modo da vedere immediatamente se occorrono altre bici in una determinata stazione.

Fonte: ecoblog