Spreco alimentare: una legge per combatterlo

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È di 12,5 miliardi di euro l’ammontare degli sprechi alimentari in Italia. Il 54% viene perso al consumo, il 21% nella ristorazione, il 15% nella distribuzione commerciale, l’8% in agricoltura e il 2% durante la trasformazione. La nuova legge contro gli sprechi alimentari al vaglio della Camera viene giudicata positivamente da Coldiretti che plaude all’obiettivo di ridurre gli sprechi alimentari di un milione di tonnellate. Si tratta di un target raggiungibile anche perché – secondo un’indagine – il 53% degli italiani ritiene che il contenimento degli sprechi alimentari dipenda soprattutto dalle scelte dei consumatori, mentre il 46% sostiene che questi possano essere combattuti con una migliore pianificazione della spesa. Sempre secondo i dati in possesso di Coldiretti, ogni italiano butta circa 76 chili di cibo ogni anno. Compito della legge al vaglio del parlamento è contrastare questo fenomeno da una parte con l’educazione, facendo crescere la consapevolezza dell’entità di un simile fenomeno, dall’altra semplificando le donazioni per le aziende e quelle dirette agli indigenti. Il Parlamento francese ha approvato una serie di misure contro lo spreco dei cibo, ora tocca all’Italia fare qualcosa anche perché i Paesi dell’Unione Europea hanno sottoscritto un impegno per dimezzare lo spreco alimentare da oggi (100 milioni di tonnellate all’anno) al 2030, con una riduzione in ognuno degli step della filiera, dal campo alla tavola.

Fonte:  Coldiretti

 

La lotta allo spreco della ministra francese

La ministra francese dell’ecologia, Ségolène Royale, prosegue nella sua lotta contro gli sprechi e ha ottenuto l’ok dai supermercati che si impegnano a limitare i rifiuti alimentari. La Royale sta anche proponendo di modificare il sistema europeo che determina la scadenza di certi cibi.sprecoalimentare_vignetta

Naturalmente non li può obbligare per legge, ma la Royale ha ottenuto dai supermercati del paese l’impegno a tagliare gli sprechi e ridurre i rifiuti alimentari. E’ stato siglato un vero e proprio accordo tra la ministra francese dell’ecologia e i rappresentanti delle catene di supermercati francesi: il cibo non venduto verrà regalato agli istituti della carità. L’accordo vieta anche di distruggere il cibo invenduto che sia ancora commestibile e abolisce la data di scadenza per determinati prodotti come zucchero e aceto. Nel giro di tre mesi partiranno i primi controlli e la Royale assicura che userà tutti gli strumenti legali a sua disposizione per garantire il successo dell’accordo. Altra parte dell’intesa riguarda il fatto di ampliare la gamma di prodotti per i quali abolire l’obbligo di indicare la scadenza, ma la lista viene formulata dall’Unione Europea e per modificarla occorrerà intavolare una trattativa. La Royale ha quindi intenzione di nominare una commissione di esperti che individuino una serie di raccomandazioni che poi potranno essere sottoposte alle autorità europee competenti in materia. E’ però vero che la maggior parte degli sprechi e dei rifiuti alimentari prodotti si individuano nelle case private e nei ristoranti, come risulta da un rapporto redatto dal parlamentare francese Guillaume Garot. In media i francesi gettano dai 20 ai 30 chili di cibo a persona ogni anno, inclusi 7 chili di alimenti nemmeno aperti. Se si considera l’intera filiera alimentare, la cifra sale a 140 chili a persona ogni anno. Ma il problema non è chiaramente solo francese. L’Onu ha stimato che venga sprecato nel mondo dal 30 al 50% del cibo. In media, nell’Unione Europea gli sprechi arrivano a 179 chili di cibo gettato e, se si continua così, si stima che si arriverà a 126 milioni di tonnellate ogni anno nel 2020. In Italia riscuote molto successo l’iniziativa “Brutti ma buoni della Coop, che prevede la distribuzione ai bisognosi dei cibi quasi a scadenza e rimasti invenduti. Collaudata ed efficacissima anche l’esperienza di Banco Alimentare, che dall’1 gennaio di quest’anno ha già raccolto 45mila chili di cibo da fornire a cittadini in difficoltà.

Fonte: ilcambiamento.it

Spreco alimentare: quanto ci costa, come ridurlo

Il Waste Resources and Action Programme ha quantificato in 400 miliardi di dollari il costo annuale dello spreco alimentare1

Quanto cibo si spreca nel mondo? Secondo il Waste Resources and Action Programme il costo annuale dello spreco alimentare è di 400 miliardi di dollari, una cifra sulla quale occorrerà riflettere nell’Expo 2015 che si aprirà questa settimana, con il tema Nutrire il Pianeta. Per produrre tutto il cibo che viene buttato, specialmente nelle grandi città, occorre un territorio agricolo grande come tutto il Messico. In un interessante articolo pubblicato di recente dal World Resource Institute vengono delineati con precisione i confini del problema: sono soprattutto le grandi città a sprecare le maggiori quantità di cibo. E cibo sprecato significa inutili emissioni di carbonio, inutili deforestazioni e inutili prelievi d’acqua. Ci vuole un cambio di passo perché se i trend non subiranno un’inversione di rotta (mangiare meno, ma mangiare tutti) si rischia di dover aumentare la produzione alimentare del 70% entro il 2050. I costi non sono solamente finanziari, a essere disperso è anche il capitale ecologico: l’abbattimento delle foreste pluviali per far spazio alle colture dell’olio di palma sta facendo dell’Indonesia il più grande emettitore di carbonio al mondo. Nel 2010 il 13% delle  missioni di carbonio era connesso alle attività agricole e all’allevamento. Sprecare cibo significa inquinare inutilmente. Secondo la Royal Society sono tre i fattori per cui i consumatori delle economie sviluppate sprecano cibo: 1) a causa del basso costo del cibo rispetto al reddito disponibile, 2) a causa degli standard elevati per ciò che riguarda l’alimentazione, 3) per la mancata comprensione di ciò che sta dietro alla produzione alimentare. Sono soprattutto le grandi metropoli a stimolare lo spreco alimentare, vuoi perché i lavoratori urbani guadagnano più di quelli rurali, vuoi perché i consumatori sono fisicamente e mentalmente distanti dai contesti in cui il cibo viene prodotto. Entro il 2050 altri 2,5 miliardi di persone raggiungeranno le metropoli abbandonando le campagne. Fortunatamente in tutto il mondo stanno nascendo associazioni che si occupano di redistribuire il cibo prima che smetta di essere commestibile. Food Bank South Africa “salva” ogni anno più di 4000 tonnellate di cibo e distribuisce più di 14 milioni di pasti ai bisognosi delle metropoli del Paese. A Seul e nella Corea del Sud la politica ha imposto ai consumatori, alle organizzazioni e ai ristoranti di pagare per i loro rifiuti alimentari. Anche Hong Kong ha fissato, nel febbraio 2014, un ambizioso obiettivo: ridurre i rifiuti del cibo del 40% entro il 2022, rispetto ai quantitativi del 2011. Riuscirà l’Expo che si apre a Milano venerdì prossimo a portare un serio contributo al dibattito sulla questione? Certo è che la presenza di molte multinazionali che contribuiscono in maniera massiccia all’aumento degli sprechi alimentari e l’aggressione edilizia al suolo libero fatta per preparare l’evento non sono certo le migliori premesse per ragionare – sinceramente e in maniera costruttiva – sul nutrimento del Pianeta.

A Cambodian vendor (R) prepares food near a rubbish pile along a street in Phnom Penh on March 12, 2014.  Phnom Penh city's waste management, collection, transport and disposal efforts remain in poor condition, leading to environmental and health risks. AFP PHOTO/ TANG CHHIN SOTHY        (Photo credit should read TANG CHHIN SOTHY/AFP/Getty Images)

Fonte:  WRI

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Spreco alimentare, in Francia si pensa al divieto per la Grande Distribuzione

In Francia si pensa a una legge che vieti alla Grande Distribuzione di gettare l’invenduto e la obblighi a donare gli alimenti ancora consumabili. La Francia sembra di fronte a un punto di svolta per quanto riguarda le politiche di contrasto allo spreco alimentare per il quale il Parlamento Europeo, nel 2012, ha fissato un traguardo per il 2025: dimezzare il cibo sprecato. La buona volontà, i consigli alla popolazione e anche il Patto nazionale anti-spreco del 2013 non sono sufficienti e se si vuole ridurre il problema occorre fare un salto di qualità e mettere ciascuno di fronte alle proprie responsabilità, dal produttore agricolo fino al consumatore, passando attraverso i trasformatori e i distributori. In Francia il cibo che finisce ogni anno nella spazzatura è quantificato fra i 20 e i 30 chilogrammi pro-capite, ma si sale a 140 kg a persona se si estende la statistica a tutta la filiera alimentare. Insomma il consumatore è soltanto il terminale di una filiera che – pro-capite – spreca fra i 110 e i 120 chilogrammi di cibo. Una quantità enorme, uno sperpero inaccettabile eticamente, economicamente ed ecologicamente per un mondo che continua a misurare in centinaia di milioni gli affamati che popolano il pianeta. Secondo l’Agence de l’environnement et de la maîtrise de l’énergie (Ademe) il valore del cibo sprecato è di circa 159 euro per anno e per persona, vale a dire fra i 12 e i 20 miliardi di euro l’anno soffermandoci sulla Francia. Cosa fare? Il deputato Guillaume Garot è il deputato scelto dal premier Manuel Valls per risolvere il rompicapo. I capisaldi del contrasto allo spreco alimentare dovrebbero essere due:

1) il divieto di gettare gli alimenti per la grande distribuzione. Si tratta di un divieto legittimo perché esiste un ventaglio di alternative per evitare lo spreco. Si tratta di un incentivo a gestire meglio i propri stock e, in seguito, a valorizzare l’invenduto sia sotto forma di dono che per l’alimentazione animale o per la produzione di energia (come si sta iniziando a fare in Sicilia con il pastazzo, per esempio;

2) l’obbligo di regalare gli alimenti invenduti se ancora consumabili. In questo caso ci sono numerose associazioni caritative che si possono occupare della distribuzione del cibo invenduto ai meno abbienti. Le associazioni non dovranno più occuparsi di separare ciò che è consumabile da ciò che non lo è perché a questo provvederanno direttamente le catena di Gdo.

C’è poi la questione del “blocco culturale” della “doggy bag” quando si va al ristorante. Garot spera che ci si impegni anche per far crollare questo tabù in ristoranti, fast food e self service. Lo spreco alimentare è un lusso del passato che l’Occidente sperperatore non si può più permettere e in Francia sembrano averlo già capito.159252467-586x390

Fonte:  Le Monde

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Spreco alimentare, 10 consigli per non buttare il cibo

Ecco un decalogo che ci aiuta a non sprecare cibo. I consigli sono stati raccolti dall’UNC, l’Unione nazionale consumatori che ci dice come non gettare via il cibo:

  1. Prima di andare al supermercato, preparare la lista della spesa, pianificando i pasti della settimana.
  2. Scegliere gli alimenti con una vita residua più lunga (spesso sono quelli meno in vista negli scaffali del supermercato).
  3. Non fare la spesa a stomaco vuoto: il carrello si riempirà più facilmente di prodotti inutili.
  4. Occhio ai formati convenienza: il 3X2 conviene solo se si consuma effettivamente il prodotto, altrimenti aumenta solo il rischio che finisca nella spazzatura.
  5. Una volta a casa, riporre con attenzione la spesa: gli alimenti più “nuovi” con una data di scadenza più lontana vanno dietro, mentre avanti vanno riposti quelli più vecchi per consumarli prima.
  6. La temperatura ideale per il frigorifero è di 4 gradi.
  7. Riporre, in frigo, ogni alimento nel posto giusto (frutta e verdura nei cassetti: pece e carne cruda al primo piano; carne cotta al secondo; affettati e formaggi più in alto; conserve aperte e uova ancora più su): in questo modo gli alimenti si conserveranno più a lungo.
  8. Congelare gli alimenti che avanzano scrivendo sul contenitore la data.
  9. Ricordare che gli alimenti scongelati e poi cotti possono essere ricongelati.
  10. Consiglio della nonna: prima di buttare, aprire, odorare, assaggiare e poi decidere!FRANCE-ECONOMY-TRADE

Fonte: Consumatori

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Prevenzione rifiuti e spreco di cibo: due bandi del Ministero dell’Ambiente

Stanziati oltre 1 milione di euro per contributi a progetti già avviati o finanziati dalla UE contro lo spreco alimentare e prevenzione rifiuti. Lotta allo spreco di cibo e riduzione dei rifiuti al centro dell’attenzione italiana e europea381635

Due bandi per due “cause madre”. Il Ministero dell’Ambiente ha stanziato oltre un milione di euro per due bandi (513.475, 22 euro ciascuno) per combattere lo spreco di cibo e mettere in atto azioni concrete per la prevenzione e riduzione dei rifiuti. Il bando pubblico Rifiuti seleziona “progetti di riduzione e prevenzione della produzione e nocività dei rifiuti” e si rivolge a soggetti pubblici e privati (senza scopo di lucro) per azioni aggiuntive e funzionali a progetti e programmi “già finanziati in quota parte dall’Unione Europea (…) con priorità alle azioni di innovazione e di informazione, sensibilizzazione e comunicazione”; i progetti che si collocheranno ai primi posti della graduatoria potranno ricevere contributi, per un importo massimo di 171.158 euro, fino all’esaurimento dei fondi stanziati.
Il bando pubblico Prevenzione e Spreco Alimentare – che prevede un solo vincitore- seleziona “progetti di riduzione e prevenzione della produzione dei rifiuti” e si rivolge, nello specifico, a Università Statali nazionali che hanno già avviato “progetti e programmi inerenti la prevenzione dello spreco alimentare, con priorità alle azioni di ricerca, innovazione, applicazione e di informazione, sensibilizzazione, educazione, formazione e comunicazione”. Si ha tempo fino al il 14 febbraio 2015 per inoltrare le domande al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Le graduatorie dei progetti ammessi saranno pubblicate sul sito del Ministero entro 45 giorni dalla scadenza del bando. Di spreco di cibo e riduzione dei rifiuti se ne parla, in Italia e a livello europeo, più spesso come temi strettamente correlati l’uno all’altro e non solo grazie al “megafono” Expo 2015. Lo spreco alimentare, infatti, così come aveva dichiarato il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti “ è una delle forme eticamente più odiose della produzione di rifiuti perché innesca un consumo di risorse inutile, dannoso e riprovevole a fronte della carenza di cibo di cui soffrono ampie aree del mondo” ed è al centro delle politiche europee con un programma a lungo termine al fine di istituire un’azione congiunta di tutti i paesi europei per raggiungere alcuni traguardi “possibili”: è del gennaio 2012 la Risoluzione approvata dal Parlamento europeo “Come evitare lo spreco di alimenti: strategie per migliorare l’efficienza della catena alimentare” rimasta però a tutt’oggi ancora senza risposta e rilanciata, lo scorso aprile 2014, da un documento – a firma diPaolo De Castropresidente della Commissione Agricoltura e Andrea Segrè, presidente di Last Minute Market e coordinatore del PINPAS, il Piano nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare di cui l’Italia si è recentemente dotata – per l’istituzione nel 2016 dell’Anno Europeo contro lo spreco alimentare (dando seguito agli input di Expo) con l’obiettivo di dimezzare lo spreco alimentare in Europa entro il 2025.  Anche la SERR, settimana europea per la riduzione dei rifiuti (di cui Eco dalle Città è promotrice insieme a Ministero dell’Ambiente, Federambiente, Provincia di Torino, Provincia di Roma, Legambiente, AICA, ANCI, E.R.I.C.A. Soc. Coop. ) ha scelto lo spreco alimentare come tema per l’ultima edizione di novembre 2014 . Attraverso il coinvolgimento delle Pubbliche Amministrazioni, Associazioni e Organizzazioni no profit, Scuole e Università, Imprese, Associazioni di categoria e Cittadini, vengono proposte azioni locali e nazionali per la riduzione dei rifiuti con lo scopo di sensibilizzare le Istituzioni e i consumatori circa le strategie e le politiche di prevenzione dei rifiuti messe in atto dall’Unione Europea che gli Stati membri devono perseguire. Sul tema spreco di cibo e infanziaEco dalle Città ha recentemente avviato il concorso “Formichine salvacibo” rivolto alle scuole primarie di Milano coinvolte in una gara a premio per la migliore scuola che si distinguerà per azioni pratiche e riflessioni sul tema dello spreco alimentare in generale e soprattutto nelle mense scolastiche.

Fonte: ecodallecitta.it

Spreco alimentare, ecco la Carta di Bologna | Documento pdf

La “Carta di Bologna contro lo spreco alimentare” è stata ideata per definire azioni comuni per la lotta allo spreco alimentare. 11 punti che saranno condivisi con gli Stati che parteciperanno ad Expo e con l’Hlpe on Food Security and Nutrition della FAO, e verra’ sottoscritta il 16 ottobre 2015, Giornata Mondiale dell’Alimentazione, proprio nel contesto di Expo 2015 a Milano381176

«Lo spreco alimentare nel mondo vale 2060 miliardi: una volta e 1/3 il Pil italiano. Servono strumenti concreti e urgenti per garantire il diritto al cibo e invertire i dati dello spreco alimentare – ha dichiarato Andrea Segrè, presidente di Last Minute Market e del Comitato tecnico-scientifico del Ministero dell’Ambiente per l’implementazione del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti – Per questo oggi (martedì 25 novembre) a Bologna, con il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, nell’ambito del convegno “Stop food waste. Feed the planet” abbiamo presentato la Carta di Bologna, con l’obiettivo di farla sottoscrivere durante Expo dai governi europei, riportando così la questione dello spreco del cibo e del diritto al cibo al centro delle priorità del Governo italiano e dei Governi di tutto il mondo. La “Carta di Bologna contro lo spreco alimentare” – prosegue Segrè– è stata ideata per definire azioni comuni in tema di azioni concrete di lotta allo spreco alimentare, sulla base di una definizione per la prima volta condivisa del ‘food waste’, ma anche di metodologie uniformi di quantificazione dello spreco alimentare, azioni comuni da intraprendere, target da raggiungere e modalità di monitoraggio nel tempo per i risultati conseguiti. Nel mondo oggi un terzo del cibo prodotto finisce sprecato ogni anno lungo la filiera alimentare e 805 milioni di persone risultano ‘cronicamente sottonutrite’. Sappiamo che le percentuali sono ben diverse: laddove in Africa e nel Sud-Est Asiatico si sprecano fra 6 e 11 kg di cibo all’anno, in Europa e Nord America si arriva a 95/115 kg di cibo sprecato. E nella sola Europa, dati 2014 attestano che ogni anno si sprecano oltre 100 milioni di tonnellate di cibo. Così, paradossalmente, lo spreco alimentare ci aiuta a capire per contrapposizione: recuperare il cibo implica comprendere la composizione di questi valori, che non sono soltanto economici e ambientali. Si deve soltanto mangiare, per vivere. E per vivere bene, si deve mangiare bene. È un’equazione ben dimostrata, ormai. Deve essere considerato un diritto per tutti. Questa è la vera sfida sul cibo, e il suo ‘vero’ valore».

«La Carta di Bologna, partita come un decalogo, prevede adesso 11 punti di impegno comune – dettaglia Andrea Segre – ma la piattaforma potrebbe evolvere: la Carta infatti sara’ condivisa in modo ‘partecipato’ con gli Stati che parteciperanno ad Expo e con l’Hlpe on Food Security and Nutrition della FAO, e verra’ sottoscritta il 16 ottobre 2015, Giornata Mondiale dell’Alimentazione, proprio nel contesto di Expo 2015 a Milano».
Al dibattito sulla Carta di Bologna, promossa dal Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, hanno preso parte anche il Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, il Sottosegretario del Governo USA per le politiche alimentari Kevin Concannon, il direttore generale FAO Josè Graziano Da Silva, il Ministro dell’Ambiente del Lussemburgo Carole Dieschbourg, il Presidente Commissione Affari Esteri del Senato Pier Ferdinando Casini, il Presidente di Confagricoltura Mario Guidi, il Presidente Coldiretti Roberto Moncalvo, la Presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro, il Presidente CIA Dino Scanavino. Nel pomeriggio i lavori si sono concentrati sull’esperienza italiana, con la prima convocazione della Consulta degli Stakeholder del PINPAS.  Successivamente è stata ufficialmente sottoscritta la Rete degli enti territoriali contro lo sprecoSprecozero.net, con un protocollo di intesa tra ANCI, Sprecozero.net e Ministero dell’Ambiente, a sostegno dell’azione dei Comuni contro lo spreco alimentare sul territorio. Alle 17 infine si è svolta la premiazione della 2^ edizione del Premio Whirlpool “Vivere a spreco zero”, che valorizza le buone pratiche di Enti pubblici, imprese e terzo settore in Italia. Sono stati premiato le Regioni Piemonte e Val d’Aosta, la Provincia autonoma di Trento, il Comune di Jesi, Action Aid, Associazione Aleph Gallarate, Coop Ancc, Qui Gorup, Portobello di Modena. Menzioni per la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, ConfAgricoltura, la Provincia di Pesaro Urbino.

Per scaricare la carta clicca qui

(nella foto Andre Segre alla presentazione)

Fonte: ecodallecitta.it

Spreco di cibo, le app per contrastarlo

FrigOK, Ratatouille, BringTheFood sono solo alcune delle app nate per contrastare il fenomeno dello spreco di cibo con l’obiettivo di incrociare la domanda e l’offerta: chi ha cibo in eccesso e chi invece fatica ad acquistarne380805

di Aglaia Zannetti

Il Rapporto 2014 Waste Watcher – Knowledge for Expo parla chiaro: in Italia lo spreco alimentare raggiunge gli 8,1 miliardi di euro e a livello mondiale ogni anno l’80% degli alimenti commestibili vengono gettati in spazzatura.
È così che nell’anno di Expo fioriscono app, portali e piattaforme contro lo spreco alimentare: l’ultima arrivata è l’applicazione Last minute sotto casa ideata da una Start up del Politecnico di Torino in collaborazione con l’Associazione Commercianti della città che incrocia domanda e offerta mettendo in contatto venditori e acquirenti interessati a conoscere in quali negozi poter acquistare a prezzi scontati merce vicina alla data di scadenza o prodotti freschi di giornata rimasti invenduti che, diversamente, finirebbe in pattumiera.
Nella stessa direzione, FrigOk, l’app gratuita per IOS e Android ideata da Bofrost (azienda tedesca di surgelati) che ci segnala, giorno dopo giorno, gli alimenti vicini alla scadenza presenti nel nostro frigorifero, associando bollini rossi, gialli e verdi a ciascun prodotto in modo da evitare inutili sprechi, e l’app Ratatouille, nata dall’inventiva di quattro giovanissimi ragazzi veneti, vincitori di una gara con il loro progetto di “frigo virtuale” – pensato soprattutto per campus universitari e condomini – che l’utente riempie con prodotti che sa che non riuscirà a consumare prima della data di scadenza o che non desidera più mangiare, mettendo così in circolo cibo che potrà scambiare o anche vendere.
Per gli utenti impiegati nel settore delle mense, ristorazione, esercizi commerciali e, più in generale, nel settore alimentare dell’industria, della grande distribuzione, della ristorazione organizzata l’app BringTheFood mette in contatto i “donatori di alimenti” con gli “enti beneficiari” avvalendosi della supervisione di Banco Alimentare Onlus che si occupa poi del recupero e della distribuzione delle donazioni segnalate. Dopo una fase di sperimentazione partita nel 2012 a Trento e Milano, ora l’app è disponibile anche per i cittadini che vogliano donare, a chi ne ha più bisogno, provviste in eccedenza, senza, in questo caso, la mediazione di Banco alimentare, andando così a creare un circuito virtuoso di scambio a km 0 tra singoli utenti. C’è anche chi ha pensato di dare una mano, unendo l’utile al dilettevole, a chi non brilla di fantasia in cucina , pensando ad una app che potesse indicare quali piatti è possibile cucinare partendo dagli alimenti e ingredienti presenti nel frigo di casa: Ricette al contrario, questo il nome dell’applicazione, crea una lista completa di materie prime a disposizione suddivisa in categorie, suggerendo così piatti creativi cucinati anche con avanzi.
E se la tecnologia tende una mano alla lotta contro lo spreco di cibo, tante sono le iniziative che vedono reti di cittadini dare il proprio contributo concreto, attraverso progetti solidali come, ad esempio, Pane in attesa, farina del sacco di 13 studenti padovani che hanno pensato al recupero di un bene prezioso come quello del pane che, negli esercizi commerciali che espongono il logo, potrà essere acquistato da un cliente che lo lascerà in dono al cliente successivo che dovesse averne bisogno. Anche noi ci siamo occupati, e continuiamo ad occuparci, del progetto di mappatura e raccolta della frutta cittadina “dimenticata”, Frutta Urbana dell’Associazione Linaria (qui il link agli articoli) che recupera e valorizza la frutta che cresce nelle nostre città, avviando anche un’operazione di “rivoluzione culturale” rispetto alla percezione che normalmente si ha di questa possibile risorsa alimentare.

 

fonte: ecodallecitta.it

#FoodSavingBec, il concorso per gli studenti da tutto il mondo contro lo spreco di cibo/ VIDEO

Presentato all’Università Bocconi il Food Saving Bocconi Expo Contest: Expo cerca 200 universitari che propongano soluzioni innovative per combattere lo spreco alimentare380883

AAA cercasi universitari da tutto il mondo : questo l’appello lanciato dall’Università Bocconi, in collaborazione con EXPO Milano 2015Ministero delle politiche agricole e Commissione europea, alla ricerca di 200 giovani “menti” che vogliano dare il proprio contributo alla riflessione sul tema dello spreco di cibo.
Una settimana, dal 24 giugno all’1 luglio 2015, durante la quale i 200 studenti selezionati, suddivisi in squadre e supportati da un team di esperti in materia, dovranno elaborare ipotesi, strategie, progetti innovativi contro il problema dello spreco alimentare. Studio, confronti , lezioni programmate da docenti della Bocconi per approdare alla competizione finale presso il Padiglione Italia di Expo 2015 dove si sfideranno le 5 idee migliori votate durante la settimana di lavoro dagli stessi studenti partecipanti. Per partecipare alla competizione (entro il 31 gennaio 2015) i ragazzi dovranno condividere sul sito www.foodsavingbec.com un video motivazionale e di autocandidatura in inglese della durata massima di 90 secondi. Dieci partecipanti saranno selezionati in base ai voti presi dai loro video , gli altri saranno scelti da un comitato che valuterà diversi parametri. Biglietto aereo per Milano, andata e ritorno , per i primi 5 studenti di università straniere meglio piazzati, buoni pasto e alloggio presso i pensionati della Bocconi per tutti i partecipanti. Una volta rientrati a casa , questi ragazzi diventeranno ambasciatori contro lo spreco di cibo, con il compito di sensibilizzare altri giovani sul tema. L’iniziativa gode del patrocinio di Onu per EXPO2015, Fao e Programma alimentare mondiale.

 

fonte. Ecodallecitta.it

“Adotta un nonno”, ecco le scuole che hanno aderito

Debutto, lo scorso 20 ottobre, per il primo pranzo condiviso tra allievi delle scuole Primarie e anziani soli, “ospiti d’onore” nelle mense scolastiche grazie al progetto “Io non spreco-aggiungi un posto a tavola”, a firma Comune di Milano e di Milano Ristorazione380760

di Aglaia  Zannetti
“Aggiungi un posto a tavola”: contro la solitudine e lo spreco di cibo nelle mense e alla voce solidarietà e socializzazione. Protagonisti di questa iniziativa, voluta dall’Assessorato alla Politiche Sociali e Istruzione ed Educazione di Milano, i “nonni milanesi”, scelti dall’elenco dei 24mila anziani in difficoltà già assistiti dal Comune, che avranno così la possibilità di pranzare insieme ai bambini nelle mense scolastiche delle scuole primarie, che hanno dato la propria adesione. Dopo “Io non spreco”, iniziativa di Milano Ristorazione che ha visto l’introduzione del sacchetto salvacibo (da noi di Eco dalle città ribattezzato il “Mangiopoi”) al via, dunque, quella che possiamo definire come la seconda parte del progetto che, nell’anno di Expo, mira alla riduzione dello spreco alimentare nei refettori rispondendo contemporaneamente all’esigenza di socializzazione e attenzione alle fasce più deboli della popolazione e coinvolgendo i più piccoli in un programma educativo più ampio. Diverse le scuole che hanno sinora aderito: gli Istituti Comprensivi Statali Sandro Pertini (primarie S. Pertini e G. Pirelli) , Cardarelli Massau, Paolo e Larissa Pini (primarie Martiri di Gorla e Crispi), ICS Fabio Filzi (plesso di via Ravenna e Wolf Ferrari), ICS Morosini e Savoia, ICS Nazario Sauro (primaria di Via Vespri Siciliani), IC Thouar Gonzaga e Cesare Cantù. Il piano prevede un progressivo incremento di presenze fino a 500 pensionati che, sempre accompagnati dai custodi sociali, a gruppi di due e a giorni alterni, saranno ospitati nei refettori di 18 scuole primarie di tutti i quartieri. Un quadro di attenzione contro lo spreco alimentare che passa attraverso il tema della condivisione e della consapevolezza all’interno del quale anche Eco dalle Città dà il suo contributo con l’ideazione del concorso “Formichine Salvacibo. Diario scolastico contro lo spreco alimentare” rivolto alle Primarie pubbliche di Milano, che prevede un premio di mille euro alla scuola più attiva e virtuosa contro lo spreco di cibo.
Foto da http://www.milanotoday.it

fonte: ecodallecitta.it