A Biella arriva il plogging: l’attività che unisce lo sport alla raccolta dei rifiuti

A Biella un’iniziativa ambientale per pulire le strade e i sentieri attraverso il “plogging”, lo sport giunto in Italia e sempre più diffuso sui territori, che unisce esercizio fisico e raccolta di rifiuti. Una giornata di sensibilizzazione ed azione, attraverso la partecipazione attiva dei cittadini per un cambiamento responsabile e collettivo.

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Tutti uniti per cambiare il mondo: un gruppo eterogeneo di biellesi, per età e professionalità, si è ritrovato per innestare una sensibilizzazione sociale sul tema dell’emergenza ambientale. Supereroi moderni, il cui equipaggiamento non è composto da armi magiche o da strumenti futuristici, ma da guanti e sacchetti con un kit green. Nulla di sovrannaturale o mistico: solo la pratica e il desiderio di un cambiamento responsabile. L’antagonista da sconfiggere è l’inquinamento cittadino, frutto malato di un’epidemia di incuria e inciviltà, che si palesa sotto forma di mozziconi, cartacce, bottiglie di plastica e molti altri rifiuti abbandonati nelle strade o nelle aree verdi del centro.  Nonostante Biella sia una città molto pulita e curata da questo punto di vista, non c’è limite al miglioramento: lo dimostra il primo test di MappiAmo la città di verde, in una giornata tenutasi a giugno in cui i partecipanti raccolsero una trentina di sacchi colmi d’immondizia in zona Gorgomoro, a Biella, portati poi in discarica. Il mese di luglio ha visto andare in scena la seconda giornata dell’iniziativa. Nel dietro le quinte dell’evento figura Natural Boom (azienda che produce l’omonima bevanda in lattina – o meglio, mental drink – con ingredienti natuali), in collaborazione con Biella Colors’ School.

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Un contributo non solo simbolico, ma che, con un impegno mirato e comune, può diventare caso virtuoso per tutta la provincia e non. La pratica a cui i partecipanti si ispirano è quella del plogging: un’attività sportiva inventata in Svezia, caratterizzata dal binomio ambiente-sport; come intuibile, il nome di questa della pratica è un neologismo, combinazione delle parole svedesi plocka upp (raccogliere) e jogging. L’evento è stato caratterizzato da una camminata, durante la quale i partecipanti, divisi in gruppi, hanno raccolto in appositi sacchi i rifiuti trovati durante il passaggio, pulendo, così, il centro cittadino. Ai nostri microfoni è intervenuto Andrea Campagnolo, ideatore dell’iniziativa e di Natural Boom: “Le prime due giornate organizzate – spiega – sono test di preparazione in vista dell’evento clou che si terrà a settembre. Oltre a queste due occasioni aperte al pubblico, sono in programma altri appuntamenti con un target specifico, come i centri estivi. Per quanto concerne l’iniziativa di settembre, coinvolgerà in particolare le scuole, perché è fondamentale promuovere un processo educativo virtuoso su queste tematiche alle giovani generazioni. Saranno premiate, inoltre, le classi più meritivoli con borse di studio messe a disposizione dai nostri partner. A questo proposito, è molto significativa la collaborazione con Biella Colors’ School e il suo presidente Matteo Nalin: tutti i ragazzi di questa realtà hanno sposato il progetto con grande entusiasmo”.

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Come accennato, MappiAmo la città di verde sta crescendo ed è pronto a diventare un progetto di rete territoriale, ma senza porsi limiti o confini: “I test – continua l’ideatore di Natural Boom – sono a Biella per questioni logistiche, ma proporremo l’attività anche ad altre città. Per ora, la risposta locale è stata molto positiva. Speriamo, nel tempo, di ottenere sempre più borse di studio e di perfezionare l’organizzazione dell’attività”. Andrea Campagnolo conclude delineando le prospettive del suo progetto: “Selezioneremo, tramite skouty.com, una cinquantina di zone del biellese che necessitano di interventi di pulizia e che gli utenti potranno ‘prenotare’. La buona riuscita del progetto – argomenta – è fondamentale: siamo in un momento storico critico sul fronte ambientale. È il momento di prendersi per tutti per mano – bambini, ragazzi, adulti e anziani – e dare un segnale. L’idea che ho avuto è una scintilla, ma da sola non basta: per un cambiamento responsabile dobbiamo essere tutti uniti”.

Articolo tratto da: Journal Cittadellarte

Eclettica, una street factory nell’entroterra della Sicilia

Un’area di incubazione artistica, ecologica e sportiva in cui i cittadini, giovani ma non soltanto, possano aggregarsi ed esprimersi con lo scopo di realizzare i propri talenti, apprendendo e diffondendo buone pratiche. È questo l’obiettivo di Eclettica, centro polifunzionale di Caltanissetta composto di spazi aperti e chiusi che è stato riqualificato dopo 15 anni di degrado. Fino a diventare uno dei più innovativi progetti di coesione urbana e sociale presenti oggi in Sicilia.

“Eclettica è un polmone urbano e sociale. No, anzi, un centro di aggregazione. No, aspetta, rifacciamola. Eclettica è una piattaforma. Anzi, un’oasi. Meglio, una fucina. No, scusa, rifacciamola ancora.” Inizia più o meno così la nostra intervista ad Alessandro Ciulla, presidente di Eclettica, associazione sportiva e di promozione sociale di Caltanissetta. Ma è colpa nostra, che gli abbiamo fatto questa domanda nonostante di questa divertente indecisione Alessandro ci aveva avvertiti fin da subito. “Non mi vorrete domandare cos’è Eclettica, vero? No, perché non lo so nemmeno io”, aveva scherzato appena dopo averci stretto la mano. Un’indecisione perfettamente giustificabile, però, vista la quantità di significati sociali che riveste questo progetto nel tessuto urbano della città nissena. L’associazione, infatti, non ha soltanto ristrutturato una vecchia pista di pattinaggio abbandonata da 15 anni, ma ha cambiato completamente, a tempo di record e senza alcun finanziamento pubblico, i connotati di un’area di 3mila metri quadrati vicina al centro storico che era diventata una piazza di spaccio e uno dei luoghi più degradati della città, trasformandolo in uno spazio verde polifunzionale.

È la fine del 2015 quando Alessandro, insieme a Federica, Silvia e Francesco – età media 27 anni, tutti di ritorno da esperienze di studio e lavoro fuori dalla Sicilia – vincono il concorso di idee “Boom Polmoni Urbani” promosso dal Farm Cultural Park di Favara (AG) e dal Movimento 5 Stelle Sicilia, che metteva in palio 120mila euro in tre anni (soldi in gran parte provenienti dalla decurtazione volontaria degli stipendi dei deputati regionali del M5S) per tre progetti di riqualificazione urbana sul territorio dell’isola. Il nome del progetto? Street Factory Eclettica.

L’associazione viene costituita proprio per partecipare al bando. Aiutata dalle donazioni dei cittadini nisseni che rispondono a un immediato appello pubblico da parte dei quattro giovani, essa inizia da subito raccogliere risorse umane e materiali (provenienti soprattutto dal riciclo) sufficienti a ripulire l’area, a riqualificarla e ad aprirla al pubblico in meno di un anno, utilizzando solo la prima delle tre tranche di finanziamento di 40mila euro previste dal bando e destinando quindi le altre due tranche per le migliorie e gli ampliamenti degli anni successivi.

Ma in cosa consiste una street factory (letteralmente “fabbrica di strada”)? Alessandro alla fine supera ogni reticenza nel cimentarsi in una sintesi, e ce lo dice. “Per street factory”, chiarisce, “intendiamo un’area di incubazione artistica, ecologica e sportiva, in cui i giovani possano esprimersi con l’obiettivo di realizzare i propri talenti. Si tratta di un luogo in cui avvicinarsi allo sport, all’arte, alla musica, agli eventi e alla socialità in un contesto di legalità, dove le persone possono venire a studiare, giocare, dipingere, rilassarsi, imparare e farsi sensibilizzare dalle buone pratiche che Eclettica vuole promuovere: riciclo, sostenibilità, riduzione dei rifiuti, agricoltura urbana ed economia circolare”.  

Ecologia, arte e sport sono dunque i tre rami convergenti del progetto. “Il legame tra questi tre elementi è venuto fuori naturalmente”, continua Alessandro, “sia perché il progetto è eclettico per natura, visto che vuole abbracciare diversi ambiti, ma soprattutto perché la loro unione soddisfa la possibilità di creare un’oasi urbana per il tempo libero che guardi alla ricreazione, alla diffusione di buone pratiche, alla formazione.” Ecco perché, mentre piccoli orti urbani crescono assieme al giardino botanico allestito in loco, diversi artisti di strada – siciliani e anche internazionali – lasciano segni del loro passaggio con l’obiettivo di nutrire il “giardino d’arte” presente nei sogni di Alessandro e dei suoi compagni di avventura.

Ma è il ramo sportivo quello che l’associazione considera principale e il fiore all’occhiello del progetto. “Appena partiti abbiamo invitato i nostri concittadini a venire per cimentarsi con i vari sport di strada che proponiamo, primi fra tutti quelli rotellistici nel nostro skate-park (pattinaggio, skateboarding, monopattino, overboard, hockey, mini-hockey), che qui a Eclettica possono finalmente essere praticati in maniera sicura sia a livello dilettantistico sia da chi coltiva il sogno di affacciarsi un giorno all’agonismo”. Un invito che non è passato inosservato, stante i numeri raggiunti fin da subito. Inaugurato a giugno del 2016, in soli 3 mesi Eclettica contava già 600 tesserati, ossia più dell’1% dell’intera popolazione di Caltanissetta, senza considerare gli utenti non tesserati che usufruiscono della struttura. Intanto, a distanza di quasi tre anni, il progetto si sviluppa e, oltre ai campi di mini-basket e free-climbing realizzati nel frattempo, stanno per essere inglobati nel progetto anche diversi terreni incolti contigui all’impianto, alcuni dei quali sequestrati alla mafia. Lo scopo è quello di trasformare questi terreni in orti urbani e di rifornire la microfiliera produttiva che sta già dando i suoi frutti, visto che i primi prodotti degli orti sono serviti a rifornire i vicini ristoranti del centro storico di Caltanissetta. “Più chilometro zero di così…”.

Come trascurare, poi, l’indotto sociale sui quartieri limitrofi, a cominciare dalla partecipazione dei pensionati del quartiere, coinvolti in qualità di sorveglianti e di diffusori di saperi? Una valenza sociale sottolineata ancor più dal fatto che la Street Factory Eclettica è fruibile a condizioni estremamente vantaggiose proprio per consentire l’accesso anche alle fasce di popolazione più disagiate. Se per la parte sportiva è stata prevista un’assicurazione annua per i tesserati e un contributo di appena 1 euro per poter entrare senza limiti di tempo sugli impianti (e di 1 altro euro per l’eventuale noleggio delle attrezzature sportive), tutto il resto della struttura e, difatti, accessibile gratuitamente. Oltre agli impianti all’aperto, Eclettica oggi dispone di sale chiuse quali spogliatoi, snack bar e una sala attività in grado di produrre un reddito minimo per la struttura, che si regge sostanzialmente sul lavoro volontario dei membri dell’associazione e di tutti coloro che danno una mano. Proprio la sala attività, attrezzata di impianto audio e video, è uno dei vanti di Alessandro: “È a disposizione non solo degli utenti ma anche di altre associazioni alle quali la carenza di spazi in città non permette di riunirsi e di alimentare la propria capacità progettuale”. Già, perché ad Eclettica chiunque può utilizzare la sala per corsi, presentazioni, seminari, prove per musicisti, riunioni di comitati. “Una cosa che procura anche lavoro e reddito a coloro i quali si impegnano per organizzare le iniziative che mantengono viva e dinamica la città”. 

Intervista: Daniel Tarozzi

Realizzazione video: Paolo Cignini

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2019/02/eclettica-street-factory-entroterra-sicilia/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Sport e dieta vegan, chi l’ha detto che non si può?

Meagan Duhamel, pattinatrice canadese, argento alle ultime olimpiadi, è l’ennesimo esempio che la dieta vegana e l’attività sportiva, anche ad alti livelli, sono totalmente conciliabili.mduhamel

Meagan Duhamel, 28 anni, canadese, è una pattinatrice su ghiaccio. Alle ultime Olimpiadi, svolte a Sochi, ha vinto la medaglia d’argento in coppia con Eric Radford nella gara a squadre. Fin qui niente di rilevante, se non fosse che l’atleta in questione è vegana, ovvero segue un’alimentazione totalmente vegetale. «Sono vegana dal dicembre del 2008 – afferma la pattinatrice – non mangio quindi carne, latte, formaggio o qualsiasi cosa provenga dal mondo animale. Tante persone mi dicono che non potrebbero mai essere vegan. Vorrei invece che la gente capisse e si rendesse conto che non è poi così difficile diventarlo e penso che sia alla portata di tutti essere in grado di prendere una decisione come il passaggio a uno stile di vita vegan». Meagan non è la prima professionista sportiva a fare una tale scelta alimentare, salutare e rispettosa dei diritti animali. Nel corso della storia dello sport ci sono molti casi di atleti vegetariani e veganiDave Scott, campione mondiale nell’Ironman di Triathlon; Edwin Moses, campione olimpico con record mondiale nei 400 metri ad ostacoli; Martina Navratilova, campionessa di tennis; Carl Lewis, che ha eguagliato il primato che apparteneva al mitico Jesse Owens, ovvero vincere quattro titoli olimpici nella stessa edizione dei Giochi: oro nei 100 e 200 metri, nel salto in lungo e nella staffetta 4×100. E poi ancora Scott Jurek, Elias Broms, Andreas Cahling, Billie Jean King, Debbi Lawrence, Desmond Howard, Paavo Nurmi, Pierre Vérot, Ridgely Abele, Robert Sweetgal, Al Oerter, Anthony Peeler, Bill Pearl, Murray Rose, Ruth Heidrich. Tralasciando l’importante aspetto etico della scelta vegana, già ampiamente trattato sulle colonne del nostro giornale, vediamo come conciliare lo sport, sia a livello professionistico che amatoriale, con la dieta vegetariana , o addirittura, vegana.  Il mito della carne come alimento base per un buon allenamento e per raggiungere risultati soddisfacenti è ben presto sfatato. I benefici di una dieta a prevalenza vegetariana sono supportati da una ampia bibliografia internazionale: l’esclusione dei cibi di origine animale comporta dei vantaggi per la salute, come la prevenzione del diabete di tipo II, la riduzione nel sangue di lipidi e colesterolo, dell’ipertensione, di malattie cardiovascolari e di tumori. Molto importante poi è il controllo del peso corporeo, soprattutto nello sport. «Nel pattinaggio il peso corporeo delle ragazze è fondamentale – afferma EricRadford, partner della Duhamel – Esso influenza tantissimo la performance e con l’alimentazione vegana Meagan riesce sempre ad essere in condizioni ottimali». Ovviamente ci sono sport e sport, quelli in cui è basilare mettere massa muscolare, come il body building o il pugilato, e quelli invece in cui troppa massa muscolare è controproducente, come la maratona e gli sport di resistenza. In media stat virtus, quindi ogni atleta vegano baserà il proprio programma alimentare in base alla tipologia di allenamento che dovrà sostenere. In ogni caso, però, di fondamentale importanza sarà il ferro, poiché le elevate esigenze di ossigeno per i tessuti periferici implicano un rapido turnover dell’emoglobina, la molecola che lo trasporta all’interno degli eritrociti, ma anche di mioglobina, la molecola di deposito muscolare dell’ossigeno. E i vegetariani e vegani lo dovranno assumere in quantità maggiore rispetto ad una dieta onnivora. E, oltre al ferro, sarà importante l’assunzione di proteine, calcio, vitamina D e B12, quest’ultime molto carenti nella dieta vegana. Patrik Baboumian, body builder tedesco, vegetariano dal 2005 e vegano dal 2011, spiega così la sua dieta: «Per ottenere l’energia e la forza che mi servono durante gli allenamenti, mi alimento con moltissime quantità di carboidrati, come riso, patate e avena, e con frutta, legumi e ortaggi. Visto che devo assumerne in quantità elevata e avrei difficoltà a mandarle giù, ricorro a spremute e frullati. Quindi li assumo in forma liquida». Patrik è diventato ben presto un esempio nel mondo dello sport, tale da indurre la Peta(People for the Ethical Treatment of Animals) a chiamarlo come testimonial (guarda il video alla fine dell’articolo).  In conclusione, è posizione dell’American Dietetic Association(ADA), la più grande organizzazione mondiale di nutrizionisti professionisti, che le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete totalmente vegane, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale, e possono conferire benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. Le diete vegetariane ben pianificate sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale, ivi inclusi gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia e adolescenza, e per gli atleti.

La forza deve costruire, non distruggere.
Dovrebbe superare solo se stessa, non sopraffare i più deboli.
Usata senza responsabilità, non causa altro che danno e morte.
Riesco a sollevare le cose più pesanti, ma non posso togliermi di dosso la responsabilità.
Perché il modo in cui usiamo la nostra forza definisce il nostro destino.
Che tracce lascerò sul mio cammino verso il futuro?
Dobbiamo davvero uccidere per vivere?
La mia vera forza sta nel non vedere la debolezza come debolezza.
La mia forza non ha bisogno di vittime.
La mia forza è la mia compassione.

Fonte: ilcambiamento.it

Dynamo Bike Challenge la gara ciclistica con le 17 ragazze del CiAl

Torna il prossimo 24 e 25 maggio il Dynamo Bike Challenge con 2 gare in collaborazione con il CiAl per la raccolta di fondi da destinare all’associazione Dynamo Camp377878

Anche la squadra femminile CiAl Alumimium Recycling Team (il Consorzio Nazionale per il riciclo dell’alluminio) parteciperà al secondo Dynamo Bike Challenge che si tiene il prossimo 24 e 25 maggio in Toscana. Il percorso si snoda lungo la Garfagnana, tra la “Strada del vino e dell’olio”. La Dynamo Bike Challenge si ispira alla Pan Massachussets Challenge che negli Stati Uniti è attiva da 33 anni e nata per raccogliere fondi da destinare alla ricerca oncologica. La gara è aperta ai ciclisti amatoriali e inaugurata per la prima volta lo scorso anno portando una raccolta di 130 mila euro destinai ai piccoli ospiti del Dynamo Camp. Infatti l’associazione accoglie ragazzi e ragazze con età compresa tra i 6 anni e i 17 anni che soffrono di gravi patologie per seguirli sia nella fate della terapia sia nella post ospedalizzazione. Dunque il ciclista che partecipa alla gara si impegna anche a raccogliere una somma da destinare all’associazione. Lo scorso anno proprio il team femminile del CiAl è riuscito a raccogliere più fondi e dunque replica anche quest’anno. La squadra Aluminium Recycling Team CiAl è composta da 17 cicliste tra i 30 anni e i 50 anni che amano sport e ambiente e che portano il messaggio del CiAl colto a raccogliere l’alluminio attraverso la differenziata.

Fonte: ecoblog

8. Sana motivazione e relax

18:00 – SPORT10

Quasi il 60% della popolazione pratica dello sport almeno una volta la settimana, mentre molti europei ricaricano le proprie energie con dei trattamenti di benessere. Un’illuminazione appropriata assicura un senso di benessere – anche la notte, quando numerosi atleti amatoriali amano allenarsi o rilassarsi. L’illuminazione artificiale deve essere progettata con cura e considerare la natura dello sport, la velocità di movimento e la localizzazione di atleti e spettatori. Lo sport rappresenta una forma di intrattenimento popolare anche coloro che non lo praticano. Un numero sempre maggiore di eventi sportivi sono trasmessi in televisione, richiedendo livelli di luce altamente direzionali con basso riflesso e privi di emissioni di luce fastidiose.

Gli effetti più significativi dell’illuminazione sono:

> Orientamento degli apparecchi di illuminazione ed indirizzamento della luce per consentire un’attività sportiva ed una trasmissione televisiva adeguate

> Livelli di luce e colore appropriati anche per gli sport più veloci

> Illuminazione d’atmosfera in grado di motivare e di rilassare

Fonte: CELMA-ELC

 

PIMP MY BIKE

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presentano:

PIMP MY BIKE
Venerdì 9 agosto
CARPE DIEM
Via Po, 28
10123 Torino

a partire dalle 19.00

PIMPMYBIKE_Locandina

Nel mese più caldo dell’anno, sotto i portici di una delle vie più importanti di Torino, l’agenzia BeToBe propone un evento tutto dedicato agli amanti delle due ruote non a motore. L’idea è quella d’incrociare in una singola serata arte, sport, musica, passione e progettualità. Da ciò nasce Pimp My Bike evento al suo debutto venerdì 9 agosto a partire dalle 19.00 presso il Carpe Diem in via Po 28. I partecipanti avranno la possibilità di presentare progetti ideati da loro per allestire in modo artistico la propria bicicletta con il supporto e la collaborazione dell’officina del mostro, attività specializzata in: “scenografie, allestimenti biciclette, macchine, costumi e…un pò tutto ciò che riguarda l’essere Artista in genere…ricca di emozioni, inventiva, creatività, voglia di creare e fantasia”. A presenziare Emilia Cristina scenografa e responsabile dell’officina che dopo un’attenta analisi delle idee presentate deciderà il miglior progetto utilizzando criteri di fattibilità e originalità.

Il vincitore vedrà realizzato gratuitamente il proprio progetto, mentre a tutti gli altri partecipanti verrà rilasciato un buono sconto da usufruire per realizzare i propri allestimenti.

A sonorizzare la serata un duo acustico decisamente prorompente,  Pop &non Soul,  formati dal cantante torinese Samuele Spallitta e dal chitarrista romano Vincenzo Delli Carri. Il duo si forma nel Giugno del 2013 con il progetto comune di reinterpretare in chiave chitarra e voce e comunque originale i brani Pop del momento e i pezzi che hanno fatto la storia del R&B . A chiudere l’evento un dj set dalle sonorità imprecise, creato da Dj Ivan.D (storico dj resident di Alcatraz Club Murazzi, Acua Club Murazzi e di molti altri locali della città) & Dj Fabio C. (Dj e Speaker radiofonico di  SonicaWebRadio)

 

“Cogli l’attimo per pimpare la tua bici”
INGRESSO GRATUITO CON CONSUMAZIONE FACOLTATIVA

Ufficio Stampa BeToBe Agency Redattore: Ivan Demagistris +39.339.849.65.62 info@be2be-agency.com

fonte: BeToBe Agency