Spiagge invase dai rifiuti: l’80% è plastica

Con l’approssimarsi della primavera, nelle località balneari si è in procinto di iniziare le operazioni di ripulitura delle spiagge in previsione della stagione estiva che verrà. E Legambiente denuncia una situazione insostenibile: l’80% dei rifiuti che invadono i nostri litorali è costituito da plastica.

L’indagine Beach litter 2018 di Legambiente ha monitorato 78 spiagge con 48.388 rifiuti rinvenuti in un’area complessiva di 416.850 mq (pari a circa 60 campi di calcio) e una media di 620 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia (lineari) campionata, 6,2 per ogni metro di spiaggia.

Quello che si trova sulle spiagge italiane è soprattutto plastica (80%). L’associazione ambientalista sottolinea come oltre la metà dei rifiuti raggiungono le spiagge perché non vengono gestiti correttamente a terra. La cattiva gestione dei rifiuti a monte è, infatti, la causa principale del continuo afflusso dei rifiuti in mare. Ma non è la sola. Anche i rifiuti abbandonati direttamente sulle spiagge o quelli che provengono direttamente dagli scarichi non depurati e dalla cattiva abitudine di utilizzare i wc come una pattumiera.

Sul podio dei rifiuti più trovati lungo le spiagge ci sono i frammenti di plastica, ovvero i residui di materiali che hanno già iniziato il loro processo di disgregazione, anelli e tappi di plastica e infine i cotton fioc, che salgono quest’anno al terzo posto della top ten. Gli oggetti che si trovano praticamente in tutte le spiagge monitorate sono tappi e anelli di plastica (95% delle spiagge), bottiglie e contenitori di plastica per bevande (96% delle spiagge) e bicchieri, cannucce, posate e piatti di plastica (90% delle spiagge monitorate).

Questi oggetti usa e getta di uso diffuso rappresentano un problema comune per tutte le spiagge. Altro rifiuto molto diffuso sono i materiali da costruzione, presenti nell’85% delle spiagge monitorate. L’indagine di Legambiente è una delle più importanti azioni a livello internazionale di citizen science, ovvero il risultato di un monitoraggio eseguito direttamente dai circoli di Legambiente, da volontari e cittadini, che ogni anno setacciano le spiagge italiane contando i rifiuti presenti, secondo un protocollo scientifico comune e riconosciuto anche dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, a cui ogni anno vengono trasmessi i dati dell’indagine per completare il quadro a livello europeo. Questi dati infatti vanno a integrare quelli rilevati dalle agenzie ambientali di tutta Europa nell’ambito della Marine Strategy, la strategia marina dell’Unione Europea.

Fonte: ilcambiamento.it

Mozziconi e ceneri da barbecue: impariamo da Copenaghen

Chi l’ha fatta, durante questa estate che volge al termine, la guerra ai mozziconi e alle ceneri dei barbecue sulle spiagge? Non l’Italia (benché le spiagge siano il nostro punto di forza!), ma la Danimarca, per la precisione Copenaghen. Proviamo a imparare!9641-10413

Non l’Italia, paese di spiagge e coste, bensì la Danimarca. A dichiarare guerra a mozziconi e ceneri di barbecue abbandonati in spiaggia è stata la città di Copenaghen che, durante gli scorsi mesi estivi, ha predisposto misure per migliorare la gestione di questa tipologia di rifiuto. L’abbandono di mozziconi di sigaretta, si sa, ha un impatto ambientale da non sottovalutare e per decomporsi il mozzicone impiega da sei mesi a una dozzina di anni, a seconda delle condizioni ambientali e a seconda del tipo di sigaretta, con o senza filtro. Questi rifiuti, se gettati nello scarico dello sciacquone o nelle caditoie delle fognature, possono essere causa di intasamenti e guasti in tubature e pompe, tanto che, come misura di prevenzione all’ingresso degli impianti di depurazione, sono installate apposite griglie a cui è affidato il compito di trattenere mozziconi e altri oggetti di analoga consistenza solida. A Copenaghen hanno pensato di affrontare questo problema distribuendo contenitori di forma conica, ad uso personale ma in condivisione, dove gettare i mozziconi di sigarette invece di buttarli per strada o ancora peggio sulla sabbia o addirittura in mare. Un’altra iniziativa è stata rivolta alla gestione dei rifiuti quali i barbecue usa e getta, molto usati in estate per le grigliate in spiaggia. Quando gli utilizzatori terminano, di solito resta il problema di dove gettare questo particolare rifiuto. È stata quindi avviata una specifica filiera di raccolta, predisponendo dei contenitori appositi dove buttare il barbecue non più utilizzabile. Queste iniziative mostrano come la capitale danese sia particolarmente sensibile ad una buona e corretta gestione dei rifiuti, approcciando il tema anche con riferimento alla stagionalità  e ai maggiori flussi turistici. Copenhagen è tra le 11 città che partecipano al progetto Urban Waste, che mette in comune le buone pratiche in tema di gestione dei rifiuti, insieme a Firenze (IT) , Nice (FR), Lisbon (PT), Siracusa (IT), Kavala (GR), Santander (ES), Nicosia (CY), Ponta Delgada (PT), Dubrovnik – Neretva county (HR) e Tenerife (ES).

Fonte: ilcambiamento.it

Rifiuti. Rapporto Ambiente Italia 2016: la plastica continua a colonizzare spiagge e fondali marini

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Presentato il rapporto Ambiente Italia 2016, a cura di Legambiente e edito da Edizioni Ambiente: “Uno dei fenomeni più preoccupanti di inquinamento del mare è la quantità di rifiuti presenti, e in particolare di plastica galleggiante”

Oggi il 51% dei litorali italiani è stato trasformato da case e palazzi e la cifra, senza un cambio delle politiche, è destinato a crescere: negli ultimi decenni al ritmo di 8 chilometri all’anno, più della metà dei paesaggi costieri sono stati trasformati da palazzi, alberghi e ville. Un terzo delle spiagge è interessato da fenomeni erosivi attualmente in espansione; 14.542 sono le infrazioni accertate nel corso del 2014 tra reati inerenti al mare e alla costa in Italia, 40 al giorno, 2 ogni chilometro, ancora in crescita rispetto al 2013. L’habitat marino è costantemente messo alla prova dall’inquinamento, con il 25% degli scarichi cittadini ancora non depurati (40% in alcune località) e ben 1.022 agglomerati in procedura di infrazione europea. Il 45% dei prelievi realizzati da Goletta Verde nel 2015 è risultato inquinato, mentre la plastica continua a colonizzare spiagge e fondali marini. Solo il 19% della costa (1.235 chilometri) è sottoposta a vincoli di tutela. Questa la foto dell’Italia a partire dalle coste analizzate a 360 gradi, con 16 contributi di esperti dedicati alle aree costiere e allo stato di salute dei nostri mari e al Mediterraneo quale hot spot del cambiamento climatico, offerta dal rapporto Ambiente Italia 2016, a cura di Legambiente e edito da Edizioni Ambiente.

“Le coste sono uno straordinario patrimonio del nostro Paese – ha dichiarato Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente e curatore insieme a Sebastiano Venneri e Giorgio Zampetti del volume – che dobbiamo liberare dalla pressione di cemento e inquinamento. Il Rapporto Ambiente Italia presenta una fotografia di questi impatti con dati davvero inquietanti e studi che dimostrano come sia possibile invertire questa situazione attraverso un cambio delle politiche. Proprio la sfida che i cambiamenti climatici pongono alle aree costiere del Mediterraneo, con impatti significativi sugli ecosistemi, sulla linea di costa e sulle aree urbane, deve portare a una nuova e più incisiva visione degli interventi. Occorre rafforzare la resilienza dei territori ai cambiamenti climatici e spingere verso la riqualificazione e valorizzazione diffusa del patrimonio costiero”.

Il volume, attraverso contributi diversi, mette in evidenza i diversi processi che incidono sullo stato di salute delle coste italiane e la stretta relazione tra i fenomeni. La stessa erosione costiera, un fenomeno in espansione legato a molteplici cause, che riguardano sia le trasformazioni provocate da porti e interventi sul litorale che la riduzione degli apporti dei sedimenti dalle aree interne attraverso i fiumi per vie di dighe, sbarramenti e cave. Situazioni che sarà sempre più importante monitorare per capire come intervenire in una prospettiva di cambiamenti climatici. Le ragioni della fragilità delle aree costiere italiane – è noto – sono dovute a problemi idrogeologici e alle conseguenze di urbanizzazioni, sia legali che abusive, in posti scellerati spesso a rischio dissesto. E’ oramai evidente che alcuni fenomeni meteorologici – come i danni provocati da temporali, alluvioni e esondazioni che abbiamo visto negli ultimi anni a Genova, Olbia, Messina – si stiano ripetendo con nuova intensità e frequenza. Si tratta delle prime avvisaglie dei cambiamenti climatici che rendono i nostri territori costieri più fragili e mettono in pericolo le persone, insieme al fenomeno dell’innalzamento dei mari. Eventi che occorre studiare con attenzione e rispetto ai quali dobbiamo mettere in campo nuovi interventi di adattamento nei territori e di protezione civile per salvare le persone.
Tra le minacce incombenti il fenomeno dell’erosione costiera, che oggi interessa in maniera più o meno diffusa tutte le regioni italiane, come racconta nel suo contributo Enzo Pranzini. Oggi più di un terzo delle nostre spiagge è in erosione e il futuro sembra ancora più arduo per l’innalzamento del livello del mare e l’intensificarsi dei fenomeni climatici estremi, cui attualmente non stiamo dando risposte adeguate. In molti casi, per rispondere all’emergenza locale, si è intervenuti con la costruzione di scogliere aderenti alla costa che hanno, di fatto, solo spostato il problema, col risultato che oggi abbiamo interi tratti di costa coperti da scogliere artificiali, che non permettendo il ricambio idrico e la sedimentazione delle sabbie, contribuiscono al progressivo abbassamento dei fondali e ai possibili crolli cui si tenta di rispondere con strutture sempre più massicce e impattanti. Inoltre, queste difese artificiali provocano correnti pericolose che possono causare annegamenti. Di recente si è passati a utilizzare la tecnica del ripascimento dei litorali che sembra aver avuto maggiore efficacia ma che ha costi economici superiori. D’altra parte, spiega Michele Manigrasso parlando di consumo di suolo, in Italia, il 51% delle coste è stato trasformato dall’urbanizzazione. Legambiente ha realizzato una analisi di dettaglio dei 6.477 chilometri di costa da Ventimiglia a Trieste e delle due isole maggiori, senza considerare quindi le numerose isole minori: 3.291 chilometri sono stati trasformati in modo irreversibile, nello specifico 719,4 chilometri sono occupati da industrie, porti e infrastrutture, 918,3 sono stati colonizzati dai centri urbani. Un altro dato preoccupante riguarda la diffusione di insediamenti a bassa densità, con ville e villette, che interessa 1.653,3 chilometri, pari al 25% dell’intera linea di costa. Tra le regioni, la Sicilia ha il primato assoluto di km di costa caratterizzati da urbanizzazione meno densa ma diffusa (350 km), seguita da Calabria e Puglia; la Sardegna è invece la regione più virtuosa per quantità di paesaggi naturali e agricoli ancora integri e comunque è la regione meno urbanizzata d’Italia. E’ davvero preoccupante sottolineare come dal 1988 ad oggi, malgrado fosse in vigore la legge Galasso che avrebbe dovuto tutelare le aree entro i 300 metri dalle coste, sono stati trasformati da case e palazzi ulteriori 220 chilometri di coste, con una media di 8 km all’anno, cioè 25 metri al giorno. Tra le regioni più devastate la Sicilia con 65 km, il Lazio con 41 e la Campania con 29. Nelle aree costiere, secondo i dai Istat, nel decennio 2001 – 2011 sono sorti 18mila nuovi edifici. Ben 700 edifici per chilometro quadrato sia in Sicilia che in Puglia, 600 in Calabria ma anche 232 per chilometro quadrato in Veneto, 308 in Friuli Venezia Giulia e 300 in Toscana, Basilicata e Sardegna. Ma non è solo la costa a soffrire la mancanza di politiche adeguate, innovative e sinergiche: i nostri mari continuano a essere minacciati dai problemi di inquinamento. Perché i ritardi nella depurazione riguardano ancora troppe città, non solo costiere, ed è vergognosa la situazione di tanti litorali italiani che fanno scappare i turisti. La maladepurazione riguarda il 25% dei cittadini italiani. Dato confermato purtroppo anche da due sentenze di condanna della commissione europea (nel 2012 e 2014) e da una procedura aperta nel 2015 per il mancato rispetto della direttiva 91/271sulla depurazione degli scarichi civili. Sono ben 1.022 (il 32% del totale), gli agglomerati coinvolti dai procedimenti europei: 81% di quelli Campani, il 73% della Sicilia, il 62% della Calabria. Problema non proprio ininfluente, visto che le sanzioni costeranno 476 milioni di euro l’anno dal gennaio 2016 a completamento delle opere. In positivo, le regioni più virtuose per depurazione sono il Veneto con “solo” il 17% dei comuni coinvolti, la Toscana col 18% e il Friuli Venezia Giulia col 24%. Anche le analisi delle acque condotte da Goletta verde nel 2015 sono risultate inquinate nel 45% dei casi. Complessivamente le infrazioni accertate ai danni delle coste e del mare nel solo 2014 sono state 14.542, pari a 40 al giorno, 2 ogni chilometro di costa, con 18mila persone denunciate e ben 4.777 sequestri effettuati. Le infrazioni inerenti specificatamente all’inquinamento sono state 4.545, il 31% del dato nazionale, con 7mila persone denunciate o arrestate e 2.741 sequestri. Uno dei fenomeni più preoccupanti di inquinamento del mare è la quantità di rifiuti presenti, e in particolare di plastica galleggiante. Legambiente ha realizzato un’attività di monitoraggi della beach litter, con Goletta Verde che viene raccontata nel volume, e che dimostra come serva una strategia per ridurre i rifiuti portati dai fiumi e quelli prodotti dalle attività presenti nel Mediterraneo.  “Per il futuro delle aree costiere – ha dichiarato Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente – abbiamo la possibilità di ispirarci e scegliere un modello che si è già rivelato di successo. Quello delle aree protette e dei territori che hanno scelto di puntare su uno sviluppo qualitativo e che stanno vedendo i frutti positivi anche in termini di crescita del turismo. Come il sistema di 32 aree protette nazionali, che sono un esempio virtuoso di gestione delle aree costiere di cui essere orgogliosi. O come i Comuni che ogni anno Legambiente premia con le cinque vele, che dimostrano come la strada più lungimirante sia oggi quella che coniuga la tutela del territorio con la valorizzazione e recupero del patrimonio edilizio esistente. Per dare una spinta a questa prospettiva occorre però che ci siano regole chiare, senza dimenticare che il nostro Paese deve anche muovere le ruspe per demolire le migliaia di case abusive che deturpano le nostre coste e avviare operazioni di riqualificazione in aree che potranno, in questo modo, avere un futuro turistico fuori dal degrado”.

Su tutto il territorio nazionale sono diffuse 32 aree protette nazionali con misure di tutela a mare – pari a oltre 2milioni e 800mila ettari di superficie protetta a mare, racconta Stefano Donati nel suo contributo -, 27 aree marine protette (o riserve marine), 2 parchi marini sommersi, 2 perimetrazioni a mare nei parchi nazionali e un santuario internazionale per la tutela dei mammiferi marini. Inoltre oggi sono individuate ben 54 aree marine di reperimento dove istituire riserve marine. Luoghi dove si realizzano concretamente buone pratiche di gestione sostenibile, dove la tutela e la valorizzazione della natura, della biodiversità e del paesaggio, si incontrano con una sana e innovativa gestione del turismo, interconnesso con i settori dell’agroalimentare, del biologico, delle filiere corte e con l’identità locale. Diverse le esperienze di successo raccontate nel volume, dal sistema per l’ormeggio non impattante nelle baie dai fondali più delicati nelle isole Egadi, alla Rete delle imprese delle marine del parco di Viareggio, che hanno scelto la sostenibilità ambientale, con iniziative concrete di turismo che promuove e valorizza i prodotti locali, o il sistema di tutela delle coste in Sardegna solo per citare alcuni esempi.

Fonte: ecodallecitta.it

Bandiere Blu 2015, l’elenco delle spiagge: in testa Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia

In totale sono 280 le spiagge premiate nel 2015 in Italiataggia-spiaggia

Puntuale come ogni anno, arriva la proclamazione delle Bandiere Blu 2015. Il riconoscimento internazionale, assegnato dalla Fee – Foundation for environmental education, premia i comuni che curano maggiormente le proprie spiagge, rispettando e valorizzando l’ambiente e gestendo il territorio in modo sostenibile. Le spiagge premiate con la Bandiera Blu 2015 in Italia sono 280, mentre 147 sono i comuni premiati. Le regioni con più Bandiere Blu sono Liguria (23 spiagge), Toscana (18), Marche (17), Campania (14) e Puglia (11). In generale il territorio italiano può vantare un miglioramento rispetto al 2014: +7 bandiere. Sono gli 11 i Comuni “new entry”, mentre 4 sono le Bandiere Blu 2014 che hanno perso lo status. I nuovi arrivi sono Taggia (nella foto in alto), Borghetto S.Spirito, S.Margherita Ligure (Liguria); Capaccio (Campania); Terracina (Lazio); Cannobio (Piemonte); Castellaneta (Puglia), Castelsardo, Sorso (Sardegna), Tusa (Sicilia), Rosolina (Veneto). Ad uscire dall’elenco delle migliori spiagge sono due abruzzesi e due siciliane: Silvi, Rocca S. Giovanni, Ragusa e Marsala. Interessante spulciare sul sito ufficiale i valori presi in considerazione per l’assegnazione delle Bandiere Blu, dove i macrotemi sono quattro: Educazione ambientale e informazione; Qualità delle acque; Gestione ambientale; Servizi e sicurezza. Tra i requisiti, oltre ai più ovvi (come quelli relativi alla qualità delle acque e alla pulizia della spiaggia), citiamo la presenza di servizi igienici e di contenitori per la raccolta differenziata, l’affissione della mappa e del codice di condotta, numero adeguato di personale di salvataggio e promozione di mezzi di trasporto sostenibili per raggiungere la spiaggia.

Qui sotto l’elenco completo delle bandiere blu 2015 in Italia. In stampatello i comuni entrati nel 2015

Bandiere Blu 2015 – Abruzzo

in provincia di Chieti

Vasto – Punta Penna, Vignola San Nicola
San Salvo – Zona Fosso Molino
Francavilla al Mare – Lido Asterope
San Vito Chietino
Fossacesia

in provincia di Teramo

Tortoreto
Roseto degli Abruzzi – Lungomare Centrale, Marrarosa, Sud
Pineto – Torre Cerrano

Bandiere Blu 2015 – Basilicata

in provincia di Potenza

Maratea

Bandiere Blu 2015 – Calabria

in provincia di Cosenza

Trebisacce – Lungomare Sud

in provincia di Crotone

Melissa – Torre Melissa
Cirò Marina

in provincia di Reggio Calabria

Roccella Jonica

Bandiere Blu 2015 – Campania

in provincia di Napoli

Anacapri – Punta Faro, Gradola
Massa Lubrense

in provincia di Salerno

CAPACCIO
Ascea
Casal Velino
Agropoli – Trentova, S.Marco
Vibonati
Montecorice – Agnone,Capitello,San Nicola a Mare
Pisciotta
Positano
Centola – Palinuro
Castellabate
Pollica – Acciaroli e Pioppi
Sapri – Lido di Sapri San Giorgio

Bandiere Blu 2015 – Emilia Romagna

in provincia di Ferrara

Comacchio – Lidi comacchiesi

in provincia di Forlì-Cesena

Cesenatico
San Mauro Pascoli – San Mauro Mare
Gatteo – Gatteo Mare

in provincia di Ravenna

Ravenna – Lidi Ravennati
Cervia – Milano Marittima, Pinarella

in provincia di Rimini

Cattolica
Misano Adriatico
Bellaria Igea Marina

Bandiere Blu 2015 – Friuli-Venezia Giulia

in provincia di Gorizia

Grado

in provincia di Udine

Lignano Sabbiadoro

Bandiere Blu 2015 – Lazio

in provincia di Latina

TERRACINA
Gaeta
Sabaudia
Latina – Marina di Latina
Sperlonga
Ventotene – Cala Nave
San Felice Circeo

in provincia di Roma

Anzio

Bandiere Blu 2015 – Liguria

in provincia di Genova

  1. MAGHERITA LIGURE
    Chiavari
    Moneglia
    Lavagna

in provincia di Imperia

TAGGIA
San Lorenzo al Mare
Santo Stefano al Mare – Baia Azzurra
Bordighera

in provincia di La Spezia

Framura – Fornaci
Lerici
Ameglia – Fiumaretta

in provincia di Savona

BORGHETTO S. SPIRITO
Finale Ligure
Albisola Superiore
Pietra Ligure – Ponente
Loano
Savona – Fornaci
Varazze
Spotorno – Zona Moli Sirio e Sant’Antonio
Albissola Marina
Noli
Bergeggi
Celle Ligure

Bandiere Blu 2015 – Lombardia

in provincia di Brescia

Gardone Riviera

Bandiere Blu 2015 – Marche

in provincia di Ancona

Ancona – Portonovo
Sirolo
Numana
Senigallia

in provincia di Ascoli Piceno

Grottammare
Cupra Marittima
San Benedetto del Tronto

in provincia di Fermo

Pedaso – Lungomare Centro
Porto San Giorgio
Porto S.Elpidio
Fermo – Lido, Marina Palmense

in provincia di Macerata

Potenza Picena – Porto Potenza Picena
Civitanova Marche

in provincia di Pesaro e Urbino

Mondolfo – Marotta
Fano
Pesaro
Gabicce Mare

Bandiere Blu 2015 – Molise

in provincia di Campobasso

Termoli
Petacciato – Marina
Campomarino – Lido

Bandiere Blu 2015 – Piemonte

in provincia di Verbano-Cusio-Ossola

CANNOBIO
Cannero Riviera

Bandiere Blu 2015 – Puglia

in provincia di Bari

Polignano a Mare
Monopoli – Lido Rosso, Castel S.Stefano, Capitolo

in provincia di Barletta-Andria-Trani

Margherita di Savoia – Centro Urbano Canna Fesca

in provincia di Brindisi

Fasano
Ostuni

in provincia di Lecce

Otranto
Castro
Salve
Melendugno

in provincia di Taranto

CASTELLANETA
Ginosa – Marina di Ginosa

Bandiere Blu 2015 – Sardegna

in provincia di Cagliari

Quartu S. Elena – Poetto

in provincia di Ogliastra

Tortolì – Lido di Orrì, Lido di Cea

in provincia di Olbia-Tempio

La Maddalena – La Maddalena, Caprera
Palau
Santa Teresa Gallura – Rena Bianca, Capo Testa Ponente

in provincia di Oristano

Oristano – Torre Grande

in provincia di Sassari

CASTELSARDO
SORSO

Bandiere Blu 2015 – Sicilia

in provincia di Agrigento

Menfi

in provincia di Messina

TUSA
Lipari – Lipari, Vulcano

in provincia di Ragusa

Ispica
Pozzallo

Bandiere Blu 2015 – Toscana

in provincia di Grosseto

Monte Argentario
Grosseto – Marina di Grosseto e Principina a Mare
Castiglione della Pescaia
Follonica

in provincia di Livorno

Cecina – Marina, Le Gorette
Livorno – Antignano e Quercianella
San Vincenzo
Piombino – Parco naturale della Sterpaia
Rosignano Marittimo – Castiglioncello e Vada
Bibbona – Marina di Bibbona
Marciana Marina – La Fenicia
Castagneto Carducci

in provincia di Lucca

Pietrasanta
Forte dei Marmi
Viareggio
Camaiore

in provincia di Massa-Carrara

Carrara – Marina di Carrara Centro

in provincia di Pisa

Pisa – Marina di Pisa, Tirrenia, Calambrone

Bandiere Blu 2015 – Trentino-Alto Adige

in provincia di Trento

Caldonazzo
Tenna
Levico Terme – Lido
Calceranica al lago
Pergine Valsugana

Bandiere Blu 2015 – Veneto

in provincia di Rovigo

ROSOLINA

in provincia di Venezia

San Michele al Tagliamento – Bibione
Cavallino Treporti
Venezia – Lido di Venezia
Eraclea – Eraclea Mare
Jesolo
Chioggia – Sottomarina
Caorle

Foto: comune di Taggia

Fonte: ecoblog.it

Le 5 spiagge più sporche d’Italia nella classifica di Legambiente

Legambiente ha monitorato 24 spiagge italiane per la campagna Spiagge e Fondali Puliti realizzata con la collaborazione di Cial, Mareblu, Virosac e Campagna di promozione Sughero, scoprendo 5 spiagge in Italia davvero sporche. Legambiente è impegnata nel controllo delle spiagge italiane per scoprire quali e quanti rifiuti siano presenti. Nell’ambito della campagna Spiagge e Fondali puliti – Clean up the Med tra venerdì e oggi, dunque ancora in atto, i volontari dell’associazione ambientalista hanno letteralmente contato e classificato i rifiuti trovati. Il controllo è stato effettuato secondo il protocollo scientifico del ministero dell’Ambiente e di Ispra e i rifiuti (o beach litter rinvenuto sulla linea di costa, che può avere diverse provenienze) più frequentemente ritrovati sono: bottiglie di plastica, contenitori di plastica, tappi e coperchi, mozziconi di sigaretta, stoviglie usa e getta di plastica, cotton fioc, mattonelle e calcinacci. Nell’attesa che siano pubblicati i dati complessivi Legambiente ha diffuso i risultati della beach litter eseguita nella prima metà di maggio su un’area di 130.040 mq, pari a quasi 20 campi da calcio e che riguarda il monitoraggio di 24 spiagge libere da Nord a Sud della nostra Penisola: Genova, Viareggio (Lu), Orbetello (Gr), Scarlino (Gr), Fiumicino (Rm), Anzio (Rm), Pozzuoli (Na), Pollica (Sa), Giardini Naxos (Me), Palermo, Agrigento, Gela (Cl), Ragusa, Pachino (Sr), Noto (Sr), Catania, Policoro (Mt), Pisticci (Mt), Casalabate (Le), Tricase (Le), Brindisi, Polignano a Mare (Ba), San Benedetto del Tronto (Ap).

Ebbene le spiagge più sporche sono risultate:

  • Barcarello a Palermo
  • Golfo di Talamone a Orbetello (Gr)
  • Porto di Scarlino (Gr)
  • Babbaluciara di Agrigento
  • spiaggia Coccia di Morto/Pesce Luna di Fiumicino (Rm)

A essere maggiormente presente come tipologia di rifiuto c’è la plastica con la percentuale del 65% su 15.215 rifiuti di ogni genere rinvenuti. Ci sono le bottiglie di plastica, le buste di plastica, tappi, polistirolo, i secchi, stoviglie usa e getta ma anche un 9% di residui della pesca: il 9% degli oggetti plastici rinvenuti (più di 1.500), è composto da reti da pesca, galleggianti, nasse, fili da pesca; seguono i mozziconi di sigaretta pari al 7% del totale dei rifiuti. Un fenomeno preoccupante è rappresentato dal rinvenimento di rifiuti sanitari pari al 4% del totale e che per Legambiente:

sono il segnale preoccupante dell’inefficienza dei sistemi depurativi. Ci dicono non solo che servono campagne di sensibilizzazione sui rifiuti da non buttare nel wc, ma che talvolta gli impianti di depurazione sono inefficienti e non riescono a filtrare neanche oggetti solidi di una certa grandezza. II 79% degli oltre 500 oggetti contati è stato, infatti, registrato sulle spiagge distanti meno di 1 km da una foce.Rubbish Litters UK Beaches

Spiega Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente:

L’obiettivo è quello di indagare la quantità e la tipologia di rifiuti presenti sulle spiagge italiane e del mediterraneo al fine di contribuire all’applicazione della direttiva europea sulla Marine Strategy, un provvedimento che dà chiare indicazioni sull’impatto dei rifiuti marini e sull’obbligo di intervenire e rappresenta un’importantissima occasione per attuare finalmente politiche coordinate tra i diversi settori che riguardano il mare. Secondo diversi studi circa il 70% dei rifiuti marini affonda e circa il 15% resta in superficie. Questo significa che i risultati dei campionamenti effettuati sulle spiagge rappresentano solo la punta dell’iceberg di un problema ben più complesso. Per questo servono azioni concrete di salvaguardia e sviluppo dell’ambiente marino e delle coste con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati e dei territori. Interventi che in Italia sono in fase ancora embrionale. I risultati del monitoraggio di Legambiente sui rifiuti presenti sulle nostre spiagge richiamano però con forza l’urgenza di intervenire e forniscono un contributo prezioso per la valutazione delle politiche di prevenzione e riduzione del fenomeno.

L’indagine sulla beach litter è stata scolta anche su 5 spiagge in Grecia, Spagna, Francia e Tunisia con la collaborazione di Clean up the Med: e i risultati ci dicono che sebbene vi siano meno rifiuti che non sulle spiagge italiane troviamo però molta più plastica.

© Foto Getty Images

Fonte: ecoblog.it

Le 269 spiagge più belle d’Italia promosse da Bandiera Blu 2014

Bandiera Blu 2014, sono 269 le spiagge italiane che conquistano il riconoscimento della Fee

La FEE, Fondazione per l’Educazione ambientale ha assegnato anche per quest’anno le Bandiere Blu che sulla base di un autocertificazione riconoscono attraverso standard comuni la qualità delle spiagge autocandidate dagli ammnistratori locali. Insomma il sistema di riconoscimento di Bandiera Blu è molto lontano dalle analisi chimiche sulla balneabilità della acque fatta da Goletta Verde per Legambiente per cui il 95% dei mari italiani è inquinato dalla plastica. La Bandiera Blu ci dice che la spiaggia è ben tenuta e pulita. Dunque quest’anno si sono registrati 21 ingressi per un totale di 269 lidi presenti in 140 Comuni. La premiazione ai sindaci è avvenuta oggi con una cerimonia solenne. Ma come funziona la valutazione della qualità delle acque per ottenere la Bandiera Blu? Sull’autocertificazione degli stessi enti, per cui leggiamo nel regolamento:

Per la valutazione delle acque di balneazione la Commissione si avvale dei dati certificati forniti dagli organi regionali competenti (o da laboratori privati accreditati) che il Comune deve obbligatoriamente allegare al questionario. Il documento deve riportare, per singolo Comune, il numero dei punti di prelievo con relativo codice identificativo, la data dei campionamenti effettuati per ciascuno di essi (almeno 1 volta ogni 30 giorni a partire dal mese precedente l’inizio della stagione balneare), nonché il risultato delle relative analisi di tutti i prelievi effettuati . Per ogni punto di campionamento a prescindere dalla durata della stagione balneare, devono essere effettuati almeno cinque campionamenti.466908725 (1)

Questa la lista così come ce la riporta l’Huffington Post poiché al momento il sito ufficiale non risulta ancora aggiornato:

– PIEMONTE: Cannero Riviera (Verbania);

– LOMBARDIA: Gardone Riviera (Brescia);
– TRENTINO ALTO ADIGE: Levico Terme-Lido, Calceranica al lago, Caldonazzo, Pergine Valsugana, Tenna (Trento);

– LIGURIA: Bordighera, Santo Stefano al mare – Baia azzurra, San Lorenzo al Mare (Imperia); Loano, Pietra Ligure Ponente, Finale Ligure, Noli, Spotorno-Zona Moli Sirio e Sant’Antonio, Bergeggi, Savona-Fornaci, Albissola Marina, Albisola Superiore, Celle Ligure, Varazze (Savona); Chiavari, Lavagna, Moneglia (Genova); Framura, Lerici, Ameglia-Fiumaretta (La Spezia);

– TOSCANA: Carrara-Marina di Carrara centro (Massa-Carrara); Forte dei Marmi, Pietrasanta, Camaiore, Viareggio (Lucca); Pisa-Marina di Pisa, Calambrone, Tirrenia (Pisa); Livorno-Antignano, Quercianella, Rosignano Marittimo-Castiglioncello, Vada , Cecina-Marina, Le Gorette, Bibbona-Marina, Castagneto Carducci, San Vincenzo, Piombino-Parco naturale della Sterpaia, Marciano Marina-La Fenicia (Livorno); Follonica, Castiglione della Pescaia, Grosseto-Marina di Grosseto, Principino a mare, Monte Argentario (Grosseto);

– FRIULI VENEZIA GIULIA: Grado (Gorizia), Lignano Sabbiadoro (Udine);

– VENETO: San Michele Al Tagliamento-Bibione, Caorle, Eraclea-Eradea Mare, Jesolo, Cavallino Treporti, Venezia-Lido di Venezia, Chioggia-Sottomarina (Venezia); – EMILIA ROMAGNA: Comacchio-Lidi Comacchiesi (Ferrara), Ravenna-Lidi Ravvenati, Cervia-Milano Marittima, Pinarella (Ravenna), Cesenatico, Gatteo-Gatteo Mare, San Mauro Pascoli- San Mauro mare (Forlì-Cesena), Bellona Igea Marina, Misano Adriatico, Cattolica (Rimini);

– MARCHE: Gabicce mare, Pesaro, Fano, Monclolfo-Marotta (Pesaro Urbino), Senigallia, Ancona-Portonovo, Sirolo, Numana (Ancona), Potenza Piceno-Porto Potenza Piceno, Civitanova Marche (Macerata), Porto Sant’Elpidio, Fermo-Lido Marina Palmese, Porto San Giorgio, Pedaso-Lungomare centro (Fermo); Cupra Marittima, Grottammare, San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno);

– ABRUZZO: Tortoreto, Roseto degli Abruzzi Lungomare Centrale Marra rosa, Sud, Pineta-Torre Cerrano, Silvi-Lungomare centrale (Teramo), Francavilla al Mare-Lido Asterope, San Vita Chietino, Rocca San Giovanni-Cavalluccio, Fossacesia, Vasto-Punta Penna, Vignola San Nicola, San Salvo-Marina zona Fosso Molino (Chieti); – MOLISE: Petacciato-Marina, Termoli, Campomarino-Lido (Campobasso);

– LAZIO: Anzio (Roma), Marina di Latina, Sabaudia, San Felice Circeo, Sperlonga, Gaeta, Ventotene-Cala Nave (Latina);

– CAMPANIA: Anacapri-Punta Faro, Gradola, Massa Lubrense (Napoli), Positano, Agropoli-Lung.re San Marco, Trentova, Castellabate, Montecorice-Agnone, Capitello, Pollica-Acciaroli, Pioppi, Casal Velino, Ascea, Pisciotta, Centola-Palinuro, Vibonati, Sapri-Lido di Sapri San Giorgio (Salerno); – BASILICATA: Maratea (Potenza);

– PUGLIA: Margherita di Savoia Centro Urbano Cannafesca (Barletta-Andria-Trani), Polignano a Mare, Monopoli-Lido Rosso, Castello S.Stefano, Capitolo (Bari), Fasano, Ostuni (Brindisi), Ginosa-Marina di Ginosa (Taranto), Otranto, Melendugno, Castro, Salve (Lecce);

– CALABRIA: Trebisacce-Lungomare Sud (Cosenza), Cirò marina, Melissa-Torre Melissa (Crotone), Roccellaionica (Reggio Calabria);

– SICILIA: Lipari, Vulcano (Messina), Ispica, Pozzallo, Ragusa-Marina di Ragusa (Ragusa), Menfi, Marsala-Signorino (Agrigento);

– SARDEGNA: Santa Teresa Gallura-Reno Bianca, Capo Testa ponente, La Maddalena, Caprera, Palau (Olbia Tempio), Oristano Torre Grande (Oristano), Tortolì-Lido di Orri, Lido di Cea (Ogliastra), Quartu Sant’Elena-Poetto (Cagliari).

© Foto Getty Images

Fonte: ecoblog.it

Bali, le spiagge del paradiso sommerse dai rifiuti

Kuta e altre famose spiagge dell’isola indonesiana sono invase dalla spazzatura. Ma nei portali turistici l’immagine resta quella del passato

C’era una volta il paradiso. A Bali, una delle mete turistiche più ambite del mondo, le spiagge erano da sogno: sabbia finissima, vegetazione lussureggiante e acqua calda. Kuta, la spiaggia più famosa dell’isola è invasa dalla spazzatura: la plastica ricopre vaste porzioni della spiaggia e contenitori di detersivi e lattine di birra troneggiano. Nonostante l’immondizia i bagnati continuano a frequentarla, come mostrano le immagini del video. I portali turistici che invitano a vistare l’isola, però, offrono tutt’altra immagine (vedasi la foto) dello stato dell’isola: spiagge incontaminate e paesaggi da cartolina. Ai turisti viene “venduta” l’immagine della Bali del passato. Non soltanto Kuta si trova in queste condizioni: in molte spiagge l’eccessiva presenza di detriti plastici e vegetali in acqua rende impossibili le attività natatorie e di immersione. Il governo balinese sostiene che la spazzatura provenga dalla vicina Giava, ma buona parte della responsabilità sembra ricadere su un cambiamento delle abitudini dei balinesi che prima utilizzavano le biodegradabili foglie di banano per mangiare in spiaggia, ora i piatti di plastica che restano come una pesante eredità sulle riviere, nella memoria dei turisti e nei loro passaparola una volta tornati a casa. L’amministrazione locale sta sottovalutando il problema inquinamento, anzi ha ampliato il proprio aeroporto per accogliere ancora più turisti. Ma un maggior numero di turisti a Kuta Beach e nelle spiagge ugualmente inquinate rischia di essere un boomerang per un’isola che vive soprattutto dell’immagine che viene restituita dai viaggiatori che la scelgono per le loro vacanze.Trash Season Arrives On Kuta Beach

Fonte:  Perth Now

Ma il mare non vale una cicca il 3 e 4 agosto 2013 in 400 spiagge

Torna la campagna di MareVivo Ma il mare non vale una cicca con Cesare Bocci testimonial per quest’anno. Saranno distribuiti il 3 e 4 agosto in oltre 400 spiagge 100 mila posacenere portatili, lavabili e riutilizzabili per le cicche di sigarettamarecicca-600x350

Milioni di cicche di sigaretta abbandonate sulle spiagge e in mare e il bilancio per l’ambiente è davvero catastrofico. Dunque ecco per il quinto anno entrare in azione MareVivo che il 3 e 4 agosto in oltre 400 spiagge distribuirà con l’ausilio di 1000 volontari oltre 100mila portasigarette portatili per convincere le persone a non abbandonare le cicche di sigaretta ma a raccoglierle. Testimonial per quest’anno è Cesare Bocci che abbiamo imparato a conoscere nei panni di Mimì Augello il vice del Commissario Montalbano, lo scorso anno fu scelto Sebastiano Somma. La campagna è realizzata con la collaborazione di JT International SA (JTI) e il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, del Corpo delle Capitanerie di Porto e il supporto del SIB – Sindacato Italiano Balneari. Con i 100mila posacenere saranno distribuiti anche opuscoli informativi che spiegheranno e mostreranno quanto tempo occorre affinché rifiuti come lattine, accendini, bottiglie di vetro e plastica se abbandonati nell’ambiente siano smaltiti naturalmente. Con le edizioni passate si è arrivati a risparmiare alle spiagge e al mare circa dieci milioni di cicche e la stima è ottenuta dalla media di sigarette consumate per ogni fumatore, ossia 12,7. Il posacenere portatile inoltre aiuta a ridurre quei fattori di rischio per gli animali marini che possono cibarsi delle cicche di sigaretta che risultano velenose.

Ha detto Cesare Bocci:

Sono certo che nessuno di noi butterebbe mai un mozzicone di sigaretta nel proprio salotto o a casa di amici, eppure a troppa gente viene spontaneo lasciare le cicche per strada, un gesto che in estate si trasforma con altrettanta naturalezza nell’abbandonarle sulla spiaggia. Per questo motivo ho aderito alla campagna ‘Ma il mare non vale una cicca?’, perché promuove un gesto semplice che può fare una grande differenza, per il mare ma in fondo per noi stessi. Perché il mare siamo noi ed è di tutti.

Fonte: Comunicato stampa

Spiagge e fondali puliti 2013 Legambiente: rimosse 25 tonnellate di rifiuti

Nei 3 giorni della campagna Spiagge e fondali puliti 2013 i volontari di Legambiente hanno rimosso 25 tonnellate di rifiuti dai lidi del Mediterraneopuliamo-il-mediterraneo-01-620x350

Anche se a causa del maltempo molti appuntamenti sono stati rimandati la campagna Spiagge e fondali puliti di Legambiente Clean up the Med, grazie ai volontari, ha raccolto 25 tonnellate di rifiuti, per la maggior parte mozziconi di sigaretta, bottiglie e sacchetti di plastica. Si sono raccolti anche catrame, metallo e elettrodomestici interi o a pezzi. La raccolta si è realizzata a patire da venerdì ma sembra che il bilancio finale sia destinato a salire a 50 tonnellate di rifiuti allorché i volontari proseguiranno nella raccolta nelle località balneari dove a causa del maltempo le iniziative sono state rimandate. Già l’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) ha pubblicato studi in merito al fatto che la plastica è il principale rifiuto che si trova in mare e che rappresenta il 60-80% del totale dei rifiuti trovati nelle acque, con punte del 90-95% in alcune aree. Erano 500 le tonnellate di plastica che galleggiavano nel Mediterraneo nel 2010 così come le ha valutate l’Istituto francese di ricerca sullo sfruttamento del mare (Ifremer) e l’Università di Liegi. Le acque più sporche per la plastica sono state trovare al largo della Spagna, Francia e nord Italia tanto che hanno superato i continenti spazzatura dell’Oceano Pacifico e Atlantico: nel nord del Tirreno e a largo dell’Isola d’Elba sono stati rinvenuti 892.000 frammenti plastici per km2, quando la media è di 115.000. Dopo la liberazione dalle immondizie è stato lanciato il concorso La più bella sei tu. I concorrenti devono fornire il nome della spiaggia secondo loro più bella e la motivazione; la giuria valuterà poi i dati raccolti e li pubblicherà nella Guida Blu 2013.

Legambiente ha ricordato inoltre che per legge le spiagge sono aperte a tutti:

nessuno stabilimento balneare ha il diritto di negare l’accesso alla battigia, né deve essere pagato alcun pedaggio per raggiungere il mare. L’associazione ambientalista chiede, così, a cittadini e turisti di segnalare eventuali violazioni denunciandole al comando locale dei vigili urbani o alla capitaneria di porto.

Fonte:  Comunicato stampa