Senza decreti, le rinnovabili sono a rischio

«Dopo un anno e mezzo di ritardi, un altro slittamento post elezioni metterebbe a rischio l’industria delle rinnovabili in Italia vanificando gli sforzi fatti finora»: è la denuncia di FREE, il coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica. Che intanto ha elaborato tre position papers sulla strategia da seguire nella prossima legislatura per realizzare gli obiettivi della Strategia Energetica Nazionale per le rinnovabili elettriche, le rinnovabili termiche e la mobilità sostenibile. Presentazione ufficiale il 19 febbraio.9757-10535

«Nonostante le ripetute rassicurazioni ricevute dalle istituzioni, ad oggi la Strategia Energetica Nazionale (SEN) varata dal governo lo scorso novembre risulta inattuabile, nella parte che riguarda le fonti rinnovabili di energia, per mancanza di provvedimenti normativi che diano indicazioni concrete per il raggiungimento degli obiettivi individuati»: è la denuncia del Coordinamento FREE che intanto presenterà, il 19 febbraio, alle forze politiche tre position papers sulle rinnovabili termiche, le rinnovabili elettriche e la mobilità sostenibile.

«In particolare, il ministro Calenda non ha ancora emanato i Decreti Ministeriali attuativi necessari per lo sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia per gli anni 2017-2020 che dovevano essere pubblicati da oltre un anno e mezzo, ponendo così a serio rischio anche gli obiettivi per il 2020 – prosegue il Coordinamento FREE – Se il Ministro non riuscirà a pubblicare tali provvedimenti prima delle elezioni, come invece promesso, facendoli slittare ulteriormente, metterà a serio rischio un’industria solida ma ancora molto giovane e che necessita quindi di strutturarsi grazie a politiche di medio lungo periodo basate su provvedimenti che diano la certezza necessaria per pianificare investimenti futuri. Si rischia di vanificare gran parte degli sforzi fatti negli ultimi anni, proprio ora che il costo delle rinnovabili è sceso significativamente. Ogni ulteriore ritardo sarebbe un regalo elettorale a chi ha interesse ad affossare la Green Economy nel nostro Paese per interessi personali non più in linea con i tempi».

Presentazione il 19 febbraio a Roma

Il Coordinamento FREE ha elaborato tre position papers sulla strategia da seguire nella prossima legislatura per realizzare gli obiettivi della Strategia Energetica Nazionale, rispettivamente per le rinnovabili elettriche, le rinnovabili termiche e la mobilità sostenibile. Per discuterne, all’incontro sono stati invitati i rappresentanti delle principali forze politiche che si presenteranno alle elezioni. L’appuntamento è dalle 9.30 alle 13 all’Hotel Nazionale in piazza Montecitorio a Roma.

Presiede Francesco Ferrante (FREE)

9:30 – 10:15 Illustrazione Position papers
FER Elettriche: Andrea Zaghi (FREE)

FER Termiche: Livio de Santoli (FREE)

Mobilità sostenibile: Simone Togni (FREE)

QUI per scaricare il position paper sulle rinnovabili termiche

QUI per scaricare il position paper sulle rinnovabili elettriche

QUI per scaricare il position paper sulla mobilità sostenibile

Il coordinamento FREE

Il Coordinamento FREE (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica) è un’Associazione che raccoglie attualmente, in qualità di Soci, 23 Associazioni in toto o in parte attive in tali settori, oltre ad un ampio ventaglio di Enti e Associazioni che hanno chiesto di aderire come Aderenti (senza ruoli decisionali) ed è pertanto la più grande Associazione del settore presente in Italia. Il Coordinamento FREE ha lo scopo di promuovere lo sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica nel quadro di un modello sociale ed economico ambientalmente sostenibile, della decarbonizzazione dell’economia e del taglio delle emissioni climalteranti, avviando un’azione più coesa delle Associazioni e degli Enti che ne fanno parte anche nei confronti di tutte le Istituzioni.

Fonte: ilcambiamento.it

Il solare termico per l’industria alimentare che ha bisogno di calore di processo

Molti comparti industriali, come l’alimentare, richiedono più del 50% del loro fabbisogno termico a una temperatura contenuta e spesso inferiore ai 100 °C. Una soluzione molto conveniente, grazie al meccanismo del ‘conto energia termico’, e completamente compatibile è quella che prevede l’utilizzo di collettori solari termici. Le condizioni per la fattibilità e le modalità di integrazione.solare-termico-caseificio

La bolletta energetica di alcuni comparti industriali non è legata al solo consumo elettrico, ma dipende molto anche dal fabbisogno termico per la produzione di calore di processo. Tale fabbisogno è spesso richiesto in un campo di temperature piuttosto contenuto e, perciò perfettamente compatibile con un funzionamento efficiente dei collettori solari termici. Il grafico che segue riporta la distribuzione percentuale in temperatura del consumo di calore totale per alcuni settori industriali.solare-termico-calore-processo

Si può notare come alcuni comparti come quello alimentare (“Food and tobacco”), tra l’altro caratteristici del panorama industriale italiano, richiedano più del 50% del loro fabbisogno termico a una temperatura inferiore ai 100 °C. Ciò implica che impianti solari termici con collettori commerciali convenzionali, vale a dire che utilizzino la tecnologia piana vetrata o a tubi sottovuoto, sono utilizzabili per soddisfare tale domanda di calore. Il settore alimentare, in particolare, presenta numerosi sotto-processi interessanti per il solare termico, proprio perché necessitano di un contributo di energia termica in campi di temperature piuttosto contenuti, come riassunto nella tabella. Molti sono gli esempi operativi in Italia e in Europa di applicazione di impianti solari in questo comparto industriale.solare-termico-calore-processo_tabella_0

Le principali condizioni per la fattibilità di un tale impianto sono:

  • la presenza di una domanda di calore a temperatura bassa o media
  • una certa continuità della domanda stessa nel tempo
  • la fattibilità tecnica di inserimento nel preesistente sistema di produzione e distribuzione del calore.

Riguardo quest’ultimo punto, lo schema tecnico semplificato, riportato nel seguito, mostra come esistano tre modalità di integrazione per il solare:

  • l’azione in preriscaldamento (collegamento in serie con il sistema preesistente)
  • la produzione in parallelo al generatore convenzionale
  • l’accoppiamento diretto con un sotto-processo.solare-termico-calore-processo_integrazione

La terza modalità, sebbene spesso difficilmente praticabile per ragioni impiantistiche, sarebbe la più interessante in un’ottica di massimizzazione dell’efficienza, perché è proprio sul singolo processo che si verificano le temperature minime nel sistema di distribuzione del calore. Un caseificio artigianale italiano, ad esempio, ha investito 150.000 € in un impianto solare termico, con un risparmio annuo di gas attorno ai 30.000 € e un ritorno economico in 5 anni. L’impianto (vedi foto in alto, fonte: Kloben), con quasi 300 m2 di collettori sottovuoto, fornisce calore ai seguenti processi: preriscaldo dell’accumulo esistente, pastorizzazione in centrifuga a 72 °C, riscaldamento della pre-cagliata a 40 °C, formatura e stufatura a 60 °C, preriscaldo in ricottura a 80 °C. Un altro interessante campo di applicazione è quello dell’industria enologica. Un impianto localizzato nel nord Italia produce acqua calda sanitaria per: lavaggio superfici, lavaggio bottiglie, lavaggio filtri e macchinari per il trattamento vini. Una superficie di collettori pari a 60 m2 fornisce 31 MWh/anno di calore a temperature comprese tra i 35 °C e i 60 °C, contribuendo a coprire ben il 70% del fabbisogno termico per gli usi sopra elencati. Gli impianti solari termici di grande taglia presentano un costo al metro quadrato installato solitamente molto più contenuto rispetto ai piccoli sistemi a uso residenziale: 400÷600 €/m2. Esiste una notevole variabilità dovuta a numerosi parametri come l’installazione a terra o su tetto, la necessità di opere civili, la presenza di un serbatoio di accumulo, ecc. I costi di esercizio sono legati al consumo elettrico delle pompe di circolazione e dei dispositivi di regolazione. i costi di manutenzione sono stimabili annualmente tra 1 e 2% dell’investimento. È importante ricordare che c’è l’interessante possibilità di usufruire dell’incentivo del “conto termico“, che prevede per questi impianti un contributo forfettario pari a 55 €/m2 ogni anno per un periodo di 5 anni.

Questo articolo è tratto dallo Speciale Tecnico “Impianti solari termici di grande taglia per applicazioni speciali” (R. Battisti).efficienza-rinnovabili-piccola-media-industria

Riccardo Battisti

 

Fonte: qualenergia.it

“Risparmiare risorse è il nuovo umanesimo”: PeR, il Parco dell’Energia Rinnovabile

Mini pale eoliche, pannelli fotovoltaici e per il solare-termico di vario tipo immerso in prati, colline e campi agricoli. In Umbria, precisamente a Frazione Frattuccia, sorge il PeR, Parco dell’Energia Rinnovabile. Si tratta di “un centro scientifico, divulgativo e ricreativo in prima linea nella ricerca e nella sperimentazione di tecnologie, processi e azioni virtuose che migliorino la vita dell’uomo e riducono l’impatto delle attività della società civile sul pianeta”.

Al PeR si offre anche accoglienza, formazione e didattica per piccoli e grandi, relax e cultura.

Tutto è iniziato nel 1999 quando è stato acquistato il rudere ed è iniziata la ricostruzione. A dar vita al centro è stato Alessandro Ronca (per saperne di più leggi il box a destra), presidente e Socio fondatore del PeR, che dopo anni di esperienza in paesi dalle difficili situazioni ambientali, in particolare in Africa, ha dedicato la sua preparazione sulle nuove tecnologie energetiche per ideare il Parco dell’Energia Rinnovabile con lo scopo di promuovere e perseguire uno stile di vita sostenibile.  Il PeR sorge volontariamente in un luogo privo di acqua potabile, di pozzi, o di fonti. “Volevamo dimostrare – spiega Alessandro Ronca – che si poteva essere autosufficienti anche in condizioni ‘difficili’. Se ci riescono in Africa, possibile che non ci si riesca in Umbria? Abbiamo così realizzato un complesso sistema di recupero e depurazione delle acque piovane unito ad una riduzione drastica dei consumi per l’intera struttura”. Efficienza energetica, distribuzione integrata dell’energia, autonomia energetica condivisa ed un uso ottimale dell’acqua sono dunque i principi  fondamentali che regolano il PeR. Questa, tuttavia, è una delle molte possibili idee di sistema ecologico. “Ogni luogo, ogni clima, ogni progettista, ogni contesto paesaggistico, ogni destinazione d’uso, la presenza o meno in loco di pietre e legno a chilometri zero, ogni diverso decennio di storia delle tecnologie dolci, ha le proprie priorità. Ne deriva una sorta di ‘stile’ dell’efficienza energetica. Ecco, voi siete benvenuti nel nostro stile, vi spiegheremo tutto ma senza la presunzione di insegnare niente, solo di testimoniare. L’unica asserzione assoluta che sentirete da noi, dunque, è questa: non imitate nessuno e traete ispirazione da tutti, cercate anche voi il vostro stile”.

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I fondatori stessi del PeR, portando avanti il loro progetto, hanno nel tempo modificato le loro convinzioni in merito alla sostenibilità. “Quando abbiamo iniziato – racconta Alessandro Ronca – ho cercato di usare più tecnologia possibile. Liberarsi dai condizionamenti, infatti, è uno dei passi più difficili da compiere. Via via mi sono reso conto che le tecnologie ‘più semplici’ sono spesso le più sensate”.  In quest’ottica, tutto al PeR comincia dalla più antica delle tecnologie umane per produrre calorie: l’agricoltura. Quella del Parco dell’Energia Rinnovabile è un’agricoltura “moderna”, nel senso vero della parola: abolizione dei fertilizzanti artificiali e degli antiparassitari chimici, lotta integrata, compostaggio, associazione, rotazione, dissuasori fotovoltaici per tener lontani i cinghiali, grandi cisterne per l’acqua piovana. “L’agricoltura del futuro non è quella della chimica e delle serre di plastica, quello è un retaggio novecentesco che non ha mantenuto la sua promessa di togliere il mondo dalla fame, anzi ha aumentato le differenze tra ricchi e poveri, provocato l’ inurbamento di metà della popolazione mondiale, impoverito i terreni, generato la selezione di nuovi parassiti famelici”.8436810019_50db196470_h

In linea con questo principio, il PeR è divenuto anche un presidio Slow Food della “fava cottora”, un legume che necessita di pochissima acqua per vivere e contiene “straordinarie qualità nutritive”.  Ogni attività al PeR, riflette dunque la filosofia del centro: “Vogliamo essere felici e rendere felici. Risparmiare risorse non è un sacrificio, è il nuovo edonismo, è il nuovo umanesimo. È lo spreco che comporta, a lungo termine, infelicità, sacrifici e lutti”.

 

Il sito del PeR 

Fonte:  italiachecambia.org/

Abitare in 6 mq ad impatto zero secondo Renzo Piano.

Il modulo da 2,5m x 3m progettato da Renzo Piano, trasportabile, completamente autosufficiente e staccato dalle reti locali, con tanto di fotovoltaico, solare termico e serbatoio per l’acqua piovana. Per capire davvero cosa sia una “casa minimalista”, autosufficiente e ad impronta ambientale ridotta, forse è sufficiente osservare l’ultimo progetto realizzato da Renzo Piano per il Parco architettonico del Campus Vitra, la cabina “Diogene“.20130701

In realtà l’idea di elaborare un’abitazione minimalista compatta, autosufficiente ed indipendente dalle reti locali, non è nuovo per l’architetto Renzo Piano che già in passato tentò questo genere di sperimentazioni a Genova. Il prototipo Diogene è però unico nel suo genere, anche e soprattutto per il contesto creativo nel quale si inserisce. La “cabina” minimalista Diogene, prende il nome dall’omonimo filosofo greco che si narra decise di vivere all’interno di una botte per fuggire dai lussi moderni. Con una superficie di 2,5 metri x 3 m, il prototipo elaborato da Renzo Piano è molto semplice esternamente, quanto complesso nella sua struttura costruttiva. Il legno di cedro è il materiale prescelto per la cabina minimalista Diogene, utilizzato sia per gli interni che per gli esterni, rivestiti però in alluminio. La completa autonomia energetica e l’indipendenza dalle infrastrutture locali è assicurata da una combinazione di elementi progettati da Renzo Piano in collaborazione con Matthias Schuler: celle e moduli fotovoltaici, un serbatoio di acqua piovana, un gabinetto biologico, ventilazione naturale, vetri tripli.20130701_2

All’interno la cabina offre più o meno, tutto ciò di cui si possa aver bisogno a livello di arredo: un divano letto, una scrivania, un box cucina, una doccia ed un WC, ovviamente accuratamente curati in ogni minimo dettaglio e, soprattutto, costruiti con materiali ad impronta ecologica ridotta. Alla richiesta di quali potrebbero essere gli utilizzi futuri di Diogene, Renzo Piano ha esposto innumerevoli soluzioni, a partire dalla piccola casa di vacanza trasportabile, fino ad utilizzi più nobili per le emergenze abitative con la possibilità di essere indipendenti dal punto di vista energetico. Diogene, assieme a tutti gli altri padiglioni architettonici del Campus Vitra, è oggi visitabile su prenotazione.

Fonte: rinnovabili.it

Fotovoltaico in Germania, record da 23,9 GW

Record per il fotovoltaico in Germania che tocca quota 23,9 GW grazie a un milione e 300 mila impianti installatigermany-solar-power-record-570x350

La Germania fa segnare un nuovo record per la produzione di energia elettrica da fotovoltaico raggiunto ieri 7 luglio alle 14,19 ora locale, toccando i 23,9 GW prodotti. Il precedente record era stato raggiunto lo scorso aprile quanto alla fine del mese si registrò l’incredibile record di 33, 5 GW. Il picco della domanda di energia elettrica in Germania a mezzogiorno è di circa 60 GW, quindi alle 13,45 circa l’energia solare ha fornito circa il 40% della domanda elettrica del Paese grazie all’oltre milione e 300 mila impianti fotovoltaici presenti. In Germania circa 8 milioni e mezzo di persone vivono in edifici che usano il fotovoltaico per la produzione di energia e il solare termico per la produzione di calore. Attualmente la Germania e leader mondiale della produzione di energia fotovoltaica anche se sia la Bulgaria sia la Repubblica Ceca tentano di superare il record. Nonostante la crisi economica e alcuni tagli eccessivi ai finanziamenti che hanno portato una tendenza al ribasso nel mercato europeo del solare, molti produttori di celle e moduli solari, in particolare, si trovano ad affrontare grandi sfide a causa della forte concorrenza. Nel 2013, gli esperti prevedono una crescita di circa il 30 per cento rispetto all’anno precedente, per la capacità fotovoltaica installata di recente negli Stati Uniti, e più del 50 per cento per la Cina, mentre in Giappone il mercato del fotovoltaico si prevede che triplichi rispetto al 2012. In Germania l’energia solare copre già il cinque per cento della domanda di energia elettrica, in Baviera è del 10 per cento.

Fonte:  CleanTechnica, Interfax Ukraine, Solarwirtschaf

Al Solarexpo 2013 il 90% degli italiani dice no al carbone e chiede la chiusura delle centrali

Resi noti i risultati del sondaggio del 9° Rapporto italiani e solare dove il 90% degli intervitstati da IPRmarketing dice no al carbone.solare2-594x350

Il 90% degli italiani non vuole il carbone e anzi desidera la chiusura delle centrali a carbone e olio combustibile e auspicano energie pulite al 100%. Appena il 17% accetta l’energia nucleare. Insomma davvero impopolari il carbone e anche il petrolio e spiega Pecoraro Scanio:

Il fatto che il 90% degli italiani sia contro carbone e petrolio senza che vi siano state particolari campagne informative, tranne forse quelle portate avanti da Greenpeace, la dice lunga sulla percezione degli italiani rispetto alla necessità di avere energia pulita. L’opinione pubblica è estremamente contraria al carbone molto più di quanto non lo siano opinion leader e politici. Il Movimento 5 stelle e i SEL possono essere rappresentanze parlamentari delle forze delle energie rinnovabili.

Questi i risultati del sondaggio reso noto oggi durante la presentazione del 9°Rapporto gli italiani e il solare che si tiene a Solarexpo e organizzato dall’Osservatorio sul Solare della Fondazione UniVerde presieduta dall’ex ministro per l’Ambiente Alfonso Pecoraro Scaniocon il sostegno di Yingli Green Energy Italia e di Sorgenia la cui diretta trovate qui:http://youtu.be/xv3WhnvCvCQ

Ma i risultati del sondaggio vanno ben oltre e rendono noto che l’88% degli intervistati ritiene giusta una carbon tax per le attività industriali che producono e emettono CO2. Peraltro nello stesso ambito è stato anche presentato il focus su “carbone, carbon tax e smart grids” e gli italiani che sono a favore delle rinnovabili sono l’85% mentre è l’89% a preferire il solare valutando questa forma di energia sicura e conveniente. Gli italiani insistono anche per incentivi pro rinnovabili (l’85% degli intervistati) ma è in forte aumento (48% rispetto al 39% del precedente sondaggio) la percentuale di chi accetterebbe la sostituzione degli incentivi economici con quelli normativi ovvero con semplificazioni burocratiche e libertà di auto produrre e vendere energia in rete, nove italiani su dieci sarebbe ben contenti di avere un impianto fotovoltaico in condominio grazie a un incentivo pubblico. Restano, invece sconosciute le “smart grids” al 77% degli intervistati che non ne ha mai sentito parlare e e soltanto il 7% conosce il significato. L’88% degli intervistati le valuta positivamente nel momento in cui gli viene spiegato il significato, ossia non solo il consumatore acquista e consuma energia ma diventa produttore singolo o in comunità e vende energia anche a altri. Alcuni però hanno manifestato dubbi circa la fattibilità in Italia.

Per Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde e già Ministro dell’Ambiente:

Emerge una grande determinazione, già in evidente aumento negli ultimi anni, nell’invocare una svolta energetica e ciò nonostante la forte campagna denigratoria contro il fotovoltaico. I dati su ciò che pensano gli italiani del carbone e la straordinaria propensione ad una concreta riconversione energetica, da attuare anche attraverso la graduale chiusura delle centrali a carbone e a olio combustibile più vecchie ed inquinanti, non possono restare inascoltate. Adesso più che mai, in un Parlamento caratterizzato da una forte presenza favorevole alla green economy, occorre promuovere questa svolta già intrapresa in tanti altri Paesi.

Fonte: ecoblog

La casa solare prefabbricata che produce il 20% di energia in più dei consumi

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Continuiamo ad occuparci di bioedilizia, seguendo i progetti del contest Solar Decathlon Europe 2012. Dopo la portoghese  Casas Em Movimento, l’abitazione solare modulare che vi abbiamo presentato nelle scorse settimane, è la volta di un progetto made in Romania. Si chiama PRISPA ed è una casa solare prefabbricata che produce, grazie ai pannelli fotovoltaici, il 20% in più di energia dei consumi medi (in Romania). A Bucarest i consumi medi sono di 7.508 kWh all’anno, la casa ne produrrebbe 9.501 kWh. Una piccola centrale energetica che va oltre l’autosufficienza. Il progetto degli studenti di architettura degli atenei rumeni, rispetto a quello dei colleghi portoghesi, è decisamente più semplice: non introduce novità radicali, come nel caso della casa modulare che si adatta alle mutate esigenze di spazio ed energia della famiglia, in costante evoluzione, bensì punta a sfruttare le tecnologie esistenti in modo innovativo. D’altra parte, è la prima volta che la Romania partecipa al Solar Decathlon Europe ed è un esordio davvero niente male.

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I pannelli fotovoltaici, 32 in tutto, sono integrati alla struttura per una potenza installata complessiva di 8 kWp. La casa, costruita in legno, è ottimizzata per sfruttare la luce solare in inverno e raffrescarsi passivamente d’estate. In dotazione anche due pannelli solari termici ed impianti per il riciclo delle acque grigie in grado di recuperare fino a 250 litri al giorno. La particolare struttura angolare garantisce inoltre un elevato livello di protezione dai venti gelidi e sferzanti che soffiano in Romania d’inverno. Anche gli interni sono in legno, sono stati mantenuti i colori naturali dei tessuti e delle altre materie prime utilizzate per i pavimenti ed i rivestimenti. Gli ambienti sono arieggiati e molto luminosi e per ridurre l’invasività degli impianti è stato progettato un locale appositamente per ospitare i convertitori di energia e le altre apparecchiature tecnologiche. La casa costerebbe, orientativamente, intorno ai 120 mila euro (è il prezzo del prototipo di 87,15 metri quadrati), ma gli studenti sperano che il costo in futuro possa abbassarsi ulteriormente attestandosi intorno ai 70 mila euro, cifra nettamente più abbordabile.

Fonte: ecoblog

12.4 Analisi di regressione per il costo dell’investimento nelle tecnologie specifiche

L’analisi di regressione è stata effettuata sul costo degli investimenti per tecnologie specifiche, utilizzando le stesse quattro variabili indipendenti. I risultati per ciascuna tecnologia e per le quattro variabili sono mostrati nella tabella 12.3.

Tabella 12.3 Risultati dell’analisi di regressione per il costo dell’investimento nelle tecnologie specifiche

12.3

I risultati per l’investimento complessivo per famiglia generalmente si riflettono nei risultati per le singole tecnologie: con tre t-test significativi per i “gradi giorno” e con due t-test significativi e due quasi significativi per “spesa familiare non alimentare e non energetica”.

Per interventi su solare termico, come era prevedibile, i “gradi giorno” non sono risultati significativi. Solamente la variabile “spesa familiare non alimentare e non energetica” ha un coefficiente quasi significativo.

Gli investimenti in solare termico offrono comunque un aspetto particolare. A causa della maggiore insolazione nel Sud Italia85, avremmo dovuto trovare più applicazioni nel sud che nel nord, ma questo non è riscontrabile nei dati osservati. Come indicato nella figura 11.4, ci sono quattro eccezioni nel Nord: Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia presentano un valore di investimento per famiglia nel solare termico più alto rispetto al Sud. Nel Sud, sei regioni presentano un valore di investimento medio per famiglia inferiore a quello registrato nel centro Italia, con la Sardegna unica eccezione.

Questo risultato mette in luce l’importanza dei fattori locali, non considerati nell’analisi in quanto di difficile quantificazione a livello regionale, quali la differente attenzione posta verso l’organizzazione di campagne locali di promozione e la differente presenza di installatori qualificati o di società di servizi energetici.

 

85 Si passa da circa 1.250-1.850 kWh/m2 di insolazione media

 

Figura 12.4: Costo medio di investimento nel solare termico, anni 2008-2010 (Euro/famiglia)

12.4

12.5 Conclusioni

Le principali indicazioni che è possibile trarre dalla combinazione dei risultati ottenuti risultano:

– Gli investimenti effettuati nel triennio sono fortemente correlati alla capacità di spesa delle singole famiglie. Sarebbe opportuno approfondire il tema di come effettuare interventi di efficienza energetica nelle famiglie con una bassa capacità di spesa.

– I gradi giorno influenzano in misura positiva il comportamento di investimento delle famiglie; questa relazione trova conferma nel minor investimento riscontrato nel sud Italia.

– Quest’ultimo punto non trova però conferma negli investimenti osservati per il solare termico, che avrebbero dovuto seguire un andamento collegato alla maggiore insolazione. Le motivazioni alla base di questa “anomalia” sono probabilmente legate ad una insufficiente disponibilità sul territorio di tecnologie, installatori e personale qualificato, nonché di campagne di informazione e promozione locali.

– Per capire meglio questi fenomeni locali, andrebbe rafforzata la raccolta sistematica di informazioni e dati dei programmi regionali di promozione dell’efficienza energetica, in collaborazione con i diversi stakeholder nazionali e locali (Regioni e Enti Locali, ENEA, distributori di energia, associazioni industriali/imprenditoriali, agenzie energetiche locali, ..).

– Inoltre, sarebbe opportuno accelerare le attività di qualificazione degli operatori nel campo dell’efficienza energetica, in particolare nel Sud e nelle aree rurali.

– Le decisioni di investimento non sono risultate strettamente ricollegabili a un’analisi di tipo economico tesa a valutare il rientro dell’investimento attraverso i risparmi ottenibili. Le stime del modello non hanno infatti evidenziato una correlazione significativa né con il ‘payback’ energetico né con la spesa famigliare energetica. Per poter raffinare l’analisi sarebbe opportuno raccogliere oltre al costo totale dell’intervento anche il costo per capacità energetica installata, che permette anche un’analisi dei prezzi.

 

Fonte: ENEA

12.3 Analisi di regressione e risultati ottenuti

E’ stata ipotizzata una relazione lineare tra le variabili elencate al paragrafo precedente e la stima del modello adottato ha prodotto i risultati evidenziati in tabella 12.1.

Tabella 12.1: Risultati dell’analisi di regressione

12.1

I coefficienti delle variabili indipendenti indicano che solo i gradi giorno e la spesa familiare non alimentare e non energetica sono statisticamente significativi, con un buon indice di accostamento del modello ai dati, come desumibile dai valori dell’R2 e R2 aggiustato.

Il test di F è significativo e la statistica di Durbin-Watson è accettabile.

Come risultato, utilizzando solo queste due variabili indipendenti significative, si ottiene un nuovo modello e un confronto tra i valori osservati e quelli ottenuti dalla regressione.

Tabella 12.2: Risultati della regressione lineare con le due variabili significative

12.2

I coefficienti standardizzati indicano che la variabile “spese familiari non alimentare e non energetiche” apporta un contributo al modello doppio rispetto a quello dei gradi giorno.

Figura 12.3: Confronto tra valori osservati dell’investimento totale per famiglie e i risultati dell’ analisi di regressione

12.3

Fonte:ENEA

12.2 Variabili dipendenti e variabili indipendenti

Disponendo le Regioni da nord a sud (fig.11.2), è possibile osservare un andamento discendente degli investimenti per famiglia.

La variabile dipendente utilizzata nelle analisi è stata “l’investimento medio per famiglia” per gli anni 2008-2010.

Questi valori possono essere ulteriormente suddivisi in relazione agli interventi oggetto dell’incentivo:

– isolamento orizzontale e verticale,

– infissi,

– solare termico,

– impianti termici,

– interventi integrati.

 

Quali variabili indipendenti sono state utilizzate quelle concernenti la situazione socio-economica della famiglia, con lo scopo di stabilire quali fattori potessero riferirsi all’investimento, quali escludere e su quali concentrare un eventuale approfondimento.

La prima variabile considerata per la decisione di investimento è stata la “spesa familiare” che, in parte, riflette la capacità della famiglia di sostenere la spesa per l’intervento che beneficia del meccanismo di detrazione fiscale80. In

particolare, è stato preso in considerazione il valore relativo alla “spesa media mensile familiare per non alimentare”81 (in euro correnti) depurato dal valore della “spesa media mensile per combustibili ed energia82”(in euro correnti).

Il secondo indicatore è quello relativo alla “spesa media mensile familiare per combustibili ed energia”, ipotizzando l’esistenza di una relazione positiva tra il valore della spesa e la propensione a ridurla quale probabile fattore motivante.

Come “proxy” per le famiglie con reddito imponibile insufficiente è stato utilizzato un indicatore di povertà, vale a dire il valore osservato per la variabile “incidenza di povertà relativa tra le famiglie” (valori percentuali)83.

Inoltre è stata valutata anche la possibilità che il clima stesso potesse avere un’influenza sulle decisioni di investimento, a causa delle maggiori esigenze di riscaldamento e isolamento del nord del paese. A tale proposito è stato calcolato un valore medio dei gradi giorno per ciascuna regione, utilizzato poi come variabile indipendente84.

Infine, è stato utilizzato il rapporto fra l’investimento medio e il risparmio di energia primaria ottenuto, per ciascuno dei tre anni. Su questo valore è stata calcolata la media dei risultati, da utilizzare come variabile indipendente per ciascuna regione. Questo indicatore, in un certo modo, misura l’attrattività dell’investimento indicandone un tempo di ritorno energetico; più alto è questo valore, minore sarà l’economicità dell’intervento.

 

80 Il tipo di incentivo utilizzato, vale a dire la detrazione fiscale del 55%, presuppone che una famiglia (per uno o più dei suoi componenti) abbia un reddito imponibile sufficiente a utilizzarla.

81 ISTAT (2008), Sistema di Indicatori Territoriali, Condizione economiche delle famiglie, anno 2008.

82 Idem.

83 Idem.

84 Valore media anni 2000-2009 dati Eurostat

fonte: ENEA