A Fukushima trovato un lago di acqua radioattiva sotto la centrale nucleare

Un lago sotterraneo contenente più di 5 mila tonnellate di acqua radioattiva è stato scoperto sotto la centrale nucleare di Fukushima Daiichi, come ha ammesso la TEPCO173797143-594x350

Secondo il comunicato il trizio radioattivo è pari a 8,7 milioni di bequerel per litro, ossia 145 volte sopra i limiti. L’acqua si è accumulata in una cavità al di sotto del secondo reattore nucleare dopo lo tsunami causato dal sisma dell’11 marzo 2011 e che a causato l’incidente nucleare alla centrale ancora in atto. Gli esperti giapponesi hanno già espresso preoccupazione per l’alto livello del trizio radioattivo riscontrato in mare nelle prossimità della centrale e dovuto a perdite non controllate. La settimana scorsa i rappresentanti di TEPCO hanno per la prima volta ammesso la fuga di acqua radioattiva nell’Oceano Pacifico. Riferisce l’Asahi Shimbun che si sta valutando se l’acqua radioattiva dalla vasca sia filtrata in mare e se così fosse si pone la necessità di impermeabilizzare il terreno. Il 27 luglio, TEPCO aveva annunciato che un livello estremamente alto di cesio, pari a 2,35 miliardi di becquerel per litro d’acqua è stato rilevata nell’acqua accumulata nella vasca. Un funzionario della TEPCO ha riferito che sono al lavoro per controllare le perdite nel terreno e per evitare ulteriori perdite in mare. Resta di fatto che la centrale nucleare è ancora in equilibrio precario e che sembra davvero difficile mantenere il controllo e sopratutto gestirlo.

Fonte:  Ria, Asahi

Fracking e terremoti: per i sismologi statunitensi c’è rapporto di causa-effetto

Secondo i geologi americani il terremoto di magnitudo 5,3 del 22 agosto 2011 a Trinidad fu provocato dal metodo estrattivo che sfrutta la pressione idrica nelle faglie sotterranee162832115-594x350

Quello che era solo un sospetto ora ha legittimazione scientifica: i terremoti che si stanno verificando tra New Mexico e Colorado sono provocati dal fracking ovvero dai pozzi di iniezione dell’acqua. A denunciarlo non sono la stampa o le associazioni ambientaliste statunitensi, ma un gruppo di ricercatori dello U.S. Geological Survey  che è intervenuto qualche giorno fa alla convention annuale del Seismological Society of America, tenutasi a Salt Lake City. Per Justin Rubinstein, uno degli artefici assoluti della ricerca, è il fracking la causa dell’aumento del numero e dell’intensità dei terremoti. Alla pericolosità sismica che fino a qualche tempo fa si basava solo e soltanto sui rischi tettonici naturali, si aggiungono ora le cause dell’intervento umano. Secondo il rapporto del gruppo di lavoro di Rubinstein uno dei più grandi terremoti connessi all’iniezione artificiale di acqua nel sottosuolo è stato quello registrato il 22 agosto 2011 a Trinidad, in Colorado. Quel giorno la scossa di magnitudo 5,3 provocò la frattura di alcuni muri, la caduta di comignoli nel centro storico e l’evacuazione di numerose persone. Nella regione interessata dallo studio i terremoti hanno avuto un brusco aumento dopo il 2001, cioè due anni dopo l’inizio delle prime pratiche di fracking nella zona. Nel decennio 2001-2011 i terremoti di magnitudo 3 sono stati 20 volte più numerosi rispetto al periodo 1970-2001. Una cifra che evidenzia il peso dell’attività umana e che ha convinto l’USGS ad approfondire le proprie indagini. Anche perché il Governo americano non ha nessuna intenzione di porre fine a questo tipo di pratica, anzi. Per Barack Obama il fracking è una delle strade da percorrere per rendere il proprio Paese indipendente dal punto di vista energetico.

Fonte:  Live Science