Agenzia Ambiente Ue: “Europa lontana da economia low carbon per il 2050, acceleri” | Documento

Sul fronte dell’economia sostenibile l’Agenzia Europea dell’Ambiente vede un peggioramento nei prossimi vent’anni ma lancia un appello: “Potremmo diventare la Silicon Valley dell’economia low carbon, creare posti di lavoro, ma servono azioni urgenti e più coraggiose” (ansa ambiente)382117

Se l’Europa vuole veramente diventare un’economia sostenibile e a basso contenuto di carbonio per il 2050, deve premere l’acceleratore, adesso. L’appello arriva dall’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), che in un maxi-rapporto sullo stato della salute ambientale dell’Ue, in una prospettiva oltre i 20 anni vede una generale tendenza al peggioramento: dalla tutela della natura, già in grande sofferenza, all’uso di carburanti fossili, all’inquinamento dell’aria, fino agli effetti dei cambiamenti climatici. “Potremmo diventare la Silicon Valley dell’economia low carbon, creare posti di lavoro, ma servono azioni urgenti e più coraggiose” spiega Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Aea, secondo cui “le politiche ambientali e sul clima se ben disegnate funzionano, ma per il 2050 serve un approccio più sistematico. Una transizione nei campi dell’energia, dei trasporti, di consumi alimentari e di materiali sarà essenziale”.
Facendo l’esempio del settore trasporti, le attuali politiche non sono sufficienti. Gli standard di emissioni di CO2 sono migliorati, ma l’uso dell’auto è ancora centrale. Allora “viaggiare tutti in auto elettriche non risolve il problema, bisogna riflettere su quale ruolo debba avere l’auto” spiega Bruyninck, secondo cui occorrono grandi investimenti e tecnologie per passare ad una nuova economia. Già “abbandonare sussidi insostenibili” come quelli ai carburanti fossili, per il direttore dell’Aea “libererebbe finanziamenti pubblici”. Ecosistemi e risorse naturali sono sistemi complessi, da cui dipendiamo e ai quali servono decenni per fare progressi. L’emergenza numero uno è sul fronte natura, per cui il 60% delle specie valutate e il 77% degli habitat risultano in un cattivo stato di conservazione. Oltre il 40% di fiumi e acque costiere sono interessati da un inquinamento diffuso causato dall’agricoltura, mentre sono soggetti a inquinamento da fonti specifiche, come strutture industriali e sistemi fognari, fra il 20 e il 25% a livello Ue e in oltre il 90% dei casi nell’Italia meridionale.
Gli ecosistemi marini e costieri sono quelli in condizioni peggiori e nel Mediterraneo il 91% degli stock di pesce valutati nel 2014 è stato vittima di un eccessivo prelievo. Anche l’inquinamento dell’aria nelle città europee è da allarme rosso, considerando che nel 2011 si stima abbia provocato 430mila morti premature, mentre sono 10mila quelle legate a problemi di cuore, complice l’inquinamento acustico. La produzione dei rifiuti è un altro tasto dolente: è calata di appena l’1% fra 2004 e 2012 in Europa, in Italia da 540 kg a 529 kg pro capite. Il tasso di riciclo medio dell’Ue nel 2012 è arrivato a quota 29%, contro il 22% nel 2004. Su questo fronte l’Italia si è data da fare, passando dal 18% al 38%, ma si ricorre ancora troppo alla discarica, che altri Paesi hanno quasi eliminato. In sostanza la gestione dei rifiuti fa progressi, ma secondo l’Aea “l’Europa è ancora lontana dall’essere un’economia circolare”, cioè in grado di ricorrere al minimo a risorse extra al di fuori di quelle a disposizione. Materie prime sempre più care, ormai al centro della grande competizione globale.

Fonte: ilcambiamento.it

LIT MOTORS, GLI ELETTRICI DALLA SILICON VALLEY

Lit Motors, gli elettrici dalla Silicon Valley

Arrivano da San Francisco due progetti visionari per la mobilità elettrica a due ruote: il Kubo, un piccolo cargo urbano e il C-1 un commuter per tutte le stagioni che non cade mai… Sì, a essere precisi la Silicon Valley è un po’ a sud di San Francisco. Ma negli ultimi anni le compagnie più arrembanti si stanno insediando nella città del Golden Gate, che ha già “incubato” successi come Twitter e Dropbox. Inevitabile quindi che in quest’area nascessero anche progetti di mobilità hi-tech: il primo è stato Mission Motors, che con alterne fortune ha tentato di replicare su due ruote le prestazioni delle auto Tesla; e l’ultimo è la Lit Motors, piccola startup passata anche per la piattaforma di finanziamento collettivo Kickstarter e che propone un paio di veicoli decisamente interessanti. 423874_8196_big_Potrero 4x3-med

Il Lit Motors Kubo

Il primo è il Kubo, un originale scooter “da carico” costruito attorno a una grande “cella” centrale che promette opportunità di carico veramente irraggiungibili da qualunque scooter tradizionale. Concepito per l’utilizzo nei grandi centri urbani sovraffollati, ha una velocità di punta di 75 km/h grazie al motore-ruota da 3 kW, mentre l’autonomia può raggiungere gli 80 km, aiutata anche dalla frenata rigenerativa. Il caricabatterie è integrato e la sospensione anteriore modificata per far spazio all’area di carico da 22 pollici (56 cm) di ampiezza, dotata di binari e occhielli di fissaggio. La capacità di carico totale (compreso il pilota) è di 136 kg, l’altezza della seduta è regolabile e nel sottosella è stato ricavato un altro vano. Ovviamente tutta digitale la strumentazione e totalmente LED le luci. La produzione dovrebbe partire in estate. 423874_4149_big_lit_motors_2014121

Il Lit Motors C-1

Il secondo (e per ora ultimo) è il C-1, che ha poco a che vedere con lo scooter coperto lanciato una dozzina di anni fa da BMW e ricorda invece il Monotracer della svizzera Peraves. L’idea è quella di un veicolo basso, da guidare con le gambe allungate davanti e protetti da una carenatura integrale. Un po’ il sacro Graal di chi riflette sulla mobilità urbana o se si vuole, piuttosto letteralmente, l’uovo di Colombo. Colombo in questo caso si chiama Danny Kim, ha origini asiatiche ma è nativo di Portland, Oregon. Il suo progetto ha alcuni punti di indubbia originalità, a partire dal sistema di stabilizzazione basato su due giroscopi controllati elettronicamente, che montati inclinati consentono al C1 di stare in qualunque posizione anche da fermo. Dato che anche l’impostazione di curva è gestita dai giroscopi, per guidare un C-1, che si inclina e piega come una moto, non servono competenze motociclistiche e qualunque automobilista può farlo (indubbiamente qualcosa che gli ideatori ritengono un punto di forza commerciale). Per contro, tenerli in rotazione consuma energia, per cui l’autonomia dichiarata di 300 km con una pur capace batteria da 8 kWh sembra perlomeno ottimistica: con una batteria da 8 kWh, il BMW C1 evolution ha un’autonomia dichiarata di circa un terzo. A parte questo aspetto, però, il C-1 promette poi di portare effettivamente nel mondo moto alcuni elementi finora riservati alle auto in termini di comfort (dal sedile alla climatizzazione, fino al sistema audio, per non parlare della connettività, che promette “grosse sorprese” a detta di Lit Motors) e di sicurezza: cinture, airbag multipli e un telaio a deformazione controllata, che insieme al sistema di stabilità a giroscopi sono tutti di ispirazione automobilistica. Si torna al mondo moto quanto ad abitabilità: il veicolo è fondamentalmente monoposto, anche se un passeggero può trovare posto alle spalle di chi guida. Anche il C-1 usa motori-ruota, in questo caso due, e un sistema di recupero in frenata tipo KERS usato per alimentare i giroscopi. Le prestazioni promesse sono brillanti: 160 km/h di velocità massima e 6 secondi nello 0-100. Se anche l’autonomia sarà quella dichiarata, le premesse per un possibile successo ci sono tutte.

Al momento non si sa ancora quando il C-1 entrerà in produzione, di certo questo mezzo sarà in grado di garantire una sicurezza che ad oggi nessuna moto o scooter è in grado di offrire: per farvi un’idea guardate il video!
di Christian Cavaciuti
Per ulteriori informazioni: itmotors.com 

Fonte: dueruote.it