Amianto alla Pirelli: Procura di Torino chiede rinvio a giudizio per 20 dirigenti

Dopo  l’appello Eternit, la Procura di Torino apre un procedimento per 39 casi di malattia negli stabilimenti Pirelli di Settimo Torinese168947658-586x390

Quello all’Eternit, purtroppo, non sarà l’ultimo processo per morti da amianto. Anzi, il verdetto torinese, confermato con la sentenza d’appello dello scorso 3 giugno farà giurisprudenza, mettendo con le spalle al muro molte aziende. Comitati di familiari e di vittime dell’asbesto si stanno costituendo ovunque. Del processo in corso per i malati di mesotelioma della Solvay, Ecoblog ha scritto qualche settimana fa, fra i processi con il silenziatore c’è, senza dubbio, quello a 11 dirigenti o ex dirigenti del gruppo Pirelli in corso a Milano per la morte di venti operai per malattie connesse all’esposizione all’amianto. Già lo scorso anno alcuni familiari avevano accettato un accordo stragiudiziale nell’ordine di centinaia di migliaia di euro a famiglia, nel dibattimento erano rimasti una decina di familiari di operai deceduti e tre operai ammalatisi. Dal 19 dicembre 2011 il giudice titolare del procedimento è già cambiato due volte e il silenzio che copre la vicenda è piuttosto “rumoroso”. A Torino sembra, però, aprirsi un nuovo fronte. La Procura che ha condotto in porto con successo i primi due gradi del procedimento contro Eternit, ha chiesto il rinvio a giudizio per 20 persone indagate nell’inchiesta chiamata Pirelli Ter per 39 casi tra dipendenti ed ex lavoratori dei tre stabilimenti della Pirelli a Settimo Torinese: 21 di loro sono morti, gli altri 18 si sono ammalati per malattie e tumori legati all’amianto. I venti ex dirigenti, amministratori e direttori di stabilimento tra il 1969 e il 2000 sono indagati per omicidio e lesioni colposi. In relazione agli stessi capi d’accusa si sono già svolti due procedimenti che hanno portato in primo grado a un totale di 22 condanne e 11 assoluzioni. A coordinare l’inchiesta è il pm Sabrina Noce.

Fonte:  AdnKronos

 

Cap Holding e Smat insieme per le smart cities

images (2)

 

Il progetto Sintesi, nato dalla collaborazione tra le due società del servizio idrico milanese e torinese, supera l’esame del ministero della Ricerca e prosegue il suo cammino verso la città smart. Contatori intelligenti e sensori condominiali per conoscere in tempo reale qualità dell’acqua, consumi e perdite di rete. Smart cities, il bando del ministero della Ricerca e dell’Innovazione accoglie il progetto di Cap Holding e Smat, le due aziende del servizio idrico del milanese e del torinese, per innovare la gestione dell’acqua. Dall’asse Torino-Milano nasce il progetto Sintesi: contatori intelligenti e sensori condominiali per conoscere in tempo reale la qualità dell’acqua, i consumi o le perdite di rete. La fase pilota vedrà impegnati otto comuni del milanese e due del torinese. Chiare, efficienti, trasparenti: le città intelligenti del nuovo millennio dovranno avere le stesse qualità dell’acqua. Ed è proprio l’innovazione nella gestione dell’acqua il cuore pulsante del progetto “Sintesi”, ovvero il “Sistema integrato tecnologie servizio idrico”, che è stato ammesso dal Miur con il bando per le Smart cities. Il progetto è stato presentato dalla capofila Smat e da Cap Holding, che lavoreranno in collaborazione con importanti partner (Politecnico e Università degli Studi di Torino, Cnr) e industriali (Telecom, Telit, Aethra, Telereading, Wirelab). La proposta delle due società ha ottenuto il punteggio più alto tra quelli presentati all’interno della sezione “Servizio idrico integrato”. La fase pilota prevede una prima sperimentazione in alcune aree dei due territori: a Torino e Settimo Torinese per i partner piemontesi, in otto comuni del milanese per i partner lombardi (Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Cinisello Balsamo, Rho, Rozzano, Pioltello, Settimo Milanese e Magenta). Proprio questi otto Comuni potrebbero essere quindi i primi a sperimentare i nuovi contatori intelligenti, che saranno installati nei condomini per informare i cittadini, attraverso appositi terminali video, non solo dei consumi idrici, ma anche della qualità dell’acqua, della sua provenienza, delle eventuali interruzioni del servizio. Tra gli obiettivi, quello di ridurre le perdite occulte, contenere i costi energetici e incrementare il già elevato livello di sicurezza in termini di rilevamento e allerta in caso di contaminazioni.

Fonte: eco dalle città