Moda sostenibile, a Berlino due grandi eventi per un mercato in espansione

Dal 8 al 10 luglio si è tenuto a Berlino l’Ethical Fashion Show che ha visto sfilare outfit con capi sostenibili, ma tutti i partecipanti al Padiglione della Germania a Expo2015 vestiranno abiti ecologici. In poco più di una settimana Berlino ha ospitato due grandi eventi dedicati alla moda sostenibile:Green Showoom, agganciato alla Berlin Fashion Week e l’Ethical Fashion show mostra mercato dedicata al settore. Non deve oramai sorprendere: la richiesta di moda sostenibile è in forte aumento sopratutto in quei mercati dove i consumatori hanno maturato la necessità di scelte etiche verso le risorse del Pianeta. I mercati più sensibili sono nel nord Europa come conferma l’appuntamento giunto alla decima edizione del Green Showroom nell’ambito della Berlin Fashion Week, settimana della moda a Berlino, dove hanno sfilato le collezioni degli stilisti sostenibili, e qualche giorno dopo si è tenuto l’Ethical Fashion Show come evento di chiusura. Complessivamente sono state presentate 124 etichette di moda, con 33 nuovi espositori, provenienti da 16 paesi, che hanno mostrato ai visitatori professionisti l’alto profilo delle nuove collezioni per la Primavera / Estate 2015. La moda sostenibile è particolarmente apprezzata in Germania e infatti i padroni di casa del Padiglione Germania a Expo 2015 indosseranno abiti ecologici.

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La sfilata dell’Ethical Fashion Show si è svolta nella splendida sala da Ballo del Hotels Adlon Kempinski e ha visto le proposte uomo e donna per la P/E 2015 di 16 giovani stilisti che hanno utilizzato materiali ecosostenibili provenienti da industrie del tessile che lavorano in questa direzione. Ci riferiamo innanzitutto al cotone biologico, ma in genere a prodotti tessili che hanno ottenuto la certificazione GOTS- Global Organic Textile Standard.

Hanno sfilato per questa edizione: Alma + Lovis, Ben Weide, Deepmello, Elsien Gringhuis, Esmod & Hessnatur, Gotsutsumu, Inti Ferreira, Lifegist, Lillika Eden, Lionel Morin, Maria Seifert Collections, Edelziege, RoyalBlush by Jana Keller, Sey Jeans, Silke Handley, Skrabak, SomySo sowie Xess + Baba.

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I capi della moda sostenibile sono progettati dai designer tenendo conto non solo del disegno o del colore alla moda, ma dell’intera filiera produttiva che sia dunque etica e compatibile con l’impegno a rispettare le risorse del Pianeta. Ciò significa una moda meno democratica? ossia a prezzi meno accessibili a tutti? La sfida vira proprio questa direzione. Infatti durante la due giorni della’Ethical fashion Show si sono tenute tavole rotonde e conferenze proprio con esperti del settore che hanno presentato sia lo stato dell’Arte sia le prospettive del settore. Si è discusso, ad esempio se il fair trade sia etico o se la stosenibilità sia misurabile o ancora delle condizioni di lavoro degli operai nel tessile e come si possa migliorare la loro situazione.

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Pioniere ben noto di questa nuova maniera di creare la moda è certamente Stella McCartneyche ha dimostrato come la corretta progettazione non si limiti all’uso della juta o della tela, ma può rivolgersi a materiali diversi sempre eleganti e indossabili. Per le loro collezioni gli stilisti green hanno rinunciato al cuoio e alle pellicce e hanno puntato sul cotone biologico e su materie riciclate prive di PVC. Gli stilisti per compensare a queste giuste rinunce però si sono dati da fare come nel caso di DeepMello che hanno progettato un cuoio con concia vegetale con radice di rabarbaro che viene riciclato. Deepmello ha così presentato una collezione molto sensuale e femminile con capi decorati con il cuoio vegetale. In Finladia, invece, Globe Hope ripensa la moda nella sostenibilità attraverso l’upcycling, ossia il riciclo creativo di vecchie divise militari o tessuti industriali; l’olandese Mud Jeans propone invece denim da affittare csoì da rendere circolare il prodotto.

Fonte: ecoblog.it

Blitz a Milano di Greenpeace per la campagna Detox nella Settimana della Moda

Gli scalatori di Greenpeace sono stamane impegnati in Galleria a Milano per la denuncia globale della campagna The king is Naked, con cui chiedono che la moda disintossichi dalla chimica i capi di abbigliamento per bambini

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La campagna The king is naked prende il via oggi a Milano all’apertura della Settimana della Moda con l’azione di Greenpeace che in queste ore sta interessando la Galleria Vittorio Emanuele II. Infatti un gruppo di scalatori dell’associazione ambientalista con corde e moschettoni ha conquistato la cupola della storica galleria milanese, mentre altri attivisti hanno esposto striscioni in cui chiedono a Versace, storico marchio del Made in Italy, di disintossicare la sua moda da ogni agente chimico inquinante.

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Il motivo della richiesta risiede nella recente pubblicazione del dossier A fashionable Lie in cui sono esposti i risultati delle analisi condotte da laboratori indipendenti su 27 capi provenienti da 8 marchi diversi. Proprio una giacca di Versace destinata ai bambini è risultata essere particolarmente contaminata da PFC ossia Perfluorocarburi noti per essere interferenti endocrini.

Fonte: ecoblog