Authority e GdF: al via il nuovo piano di controlli

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L’Autorità per l’energia elettrica e il gas e il Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza hanno dato il via a un nuovo Piano di controlli e vigilanza a beneficio dei consumatori nei mercati dell’energia elettrica, del gas e, per la prima volta anche dei servizi idrici, dopo l’affidamento delle competenze in materia all’Autorità stessa.
L’Autorità per l’energia elettrica e il gas e il Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza hanno dato il via a un nuovo Piano di controlli e vigilanza a beneficio dei consumatori nei mercati dell’energia elettrica, del gas e, per la prima volta anche dei servizi idrici, dopo l’affidamento delle competenze in materia all’Autorità stessa.
Il nuovo Piano, presentato oggi a Roma dal Presidente dell’Autorità, Guido Bortoni e dal Comandante dei Reparti Speciali Gen. C.A. Giorgio Toschi, prevede specifici controlli sulla corretta applicazione della normativa in materia di sicurezza e qualità del servizio elettrico e gas e del servizio di connessione alla rete elettrica degli impianti di produzione.
Fra le attività svolte in collaborazione, anche le verifiche sul divieto di traslazione sui prezzi al consumo della maggiorazione Ires, la cosiddetta “Robin Hood Tax”.
La collaborazione fra l’Autorità e la Guardia di Finanza, intrapresa sin dal 2001 a seguito della stipula di un Protocollo d’Intesa rinnovato ed esteso in data 19.12.2005, prevede anche la prosecuzione di accertamenti in alcuni settori particolarmente sensibili, già al centro di verifiche ispettive negli anni precedenti quali, ad esempio, il rispetto degli obblighi nel servizio di pronto intervento gas; le verifiche sulla qualità del gas (potere calorifico, pressione e odorizzazione); la corretta registrazione delle interruzioni del servizio elettrico; gli impianti incentivati di produzione di energia elettrica; le integrazioni tariffarie alle Imprese elettriche minori.
Con il piano operativo del 2013 è, altresì, previsto il rafforzamento di forme di collaborazione strutturata con l’interscambio di dati e notizie utili al perseguimento delle reciproche finalità istituzionali, inclusa la verifica degli investimenti nel settore della distribuzione gas.
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Con il piano operativo del 2013 è, altresì, previsto il rafforzamento di forme di collaborazione strutturata con l’interscambio di dati e notizie utili al perseguimento delle reciproche finalità istituzionali, inclusa la verifica degli investimenti nel settore della distribuzione gas.

Fonte: voltimum

Torino verso la ripublicizzazione dei servizi idrici

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Qualche ora dopo il successo plebiscitario nel referendum della primavera 2011 contro la privatizzazione dell’acqua, il Comitato Acqua Pubblica Torino disse che avrebbe vigilato affinché il successo, una volta sbollita l’euforia di quell’importantissimo traguardo, non diventasse lettera morta. Lunedì 4 marzo a Torino la delibera di iniziativa popolare fortemente sostenuta dal Comitato è stata approvata in Consiglio Comunale, con l’aggiunta di due emendamenti. Grazie a questa delibera, la SMAT Spa che gestisce l’acquedotto torinese (ma non solo) potrebbe diventare una società speciale consortile. Entro 30 giorni dall’approvazione del documento dovrà avvenire una verifica dei costi benefici sui piani fiscale, patrimoniale, giuridico ed economico, secondo quanto introdotto da un emendamento firmato dal capogruppo del PD, Stefano Lo Russo e previa la verifica di sostenibilità del piano d’ambito dell’Ato e dei piani di investimento adottati dall’azienda, come indicato da un emendamento primo firmatario Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia). Qualora l’esito della verifica fosse positivo, la SMAT non sarebbe più una società di diritto privato, ma diventerebbe pubblica. La Città di Torino partecipa in SMAT con 3.159.497 azioni, pari al 65,31% del capitale sociale. Il restante capitale è partecipato dagli altri 285 comuni, tutti nella provincia di Torino. La nuova società sarà finalizzata esclusivamente alla produzione ed erogazione del servizio idrico integrato nel territorio degli enti consorziati, senza fini di lucro. In soldoni, non ci saranno dividendi per gli azionisti e gli utili saranno (o quantomeno dovrebbero essere) reinvestiti nel miglioramento delle strutture e nella ristrutturazione delle reti idriche che, specialmente a Torino, stanno pagando un prezzo salatissimo in termini di dispersioni vista la vetustà della rete. Inoltre l’azienda dovrà garantire la partecipazione della popolazione alle scelte relative al servizio da erogare, dei propri dipendenti alle scelte relative all’organizzazione del lavoro. Il documento, infine, prevede che il sindaco promuova l’adesione degli enti locali di SMAT S.p.A. alla nuova società consortile. Con la delibera è stata approvata una mozione di accompagnamento proposta dal Movimento 5 Stelle con cui si impegna Sindaco e Giunta affinché

nelle prossime assemblee dei soci Smat, si oppongano alla redistribuzione ai soci degli eventuali utili dell’azienda, destinandoli invece al reinvestimento nel miglioramento delle infrastrutture e del servizio sul territorio degli enti locali consorziati, oppure alla riduzione delle tariffe per gli utenti di tale territorio.

Fonte: Consiglio Comunale Torino