Una valle a piedi: sta per nascere il Cammino del PiemonteSud

Un nuovo grande cammino, costellato da tanti anelli votati alla scoperta del territorio dell’Appennino piemontese. Il cammino del PiemonteSud tocca Bobbio e si bagna nel mare di Portofino. Ne abbiamo parlato con Francesco Arecco, che sta lavorando al lancio di questo percorso che collega le Aree Protette e i Siti Comunitari Natura 2000 dell’Appennino Piemontese, dalla Val Borbera alle Langhe.

Alessandria – Il Cammino del PiemonteSud. Un nome semplice che vuole rievocare il passaggio di tutte le culture che nei tempi andati hanno popolato il versante nord dell’Appennino e una rete di sentieri che intreccia i territori di oggi e li valorizza. Servono scarpe buone oppure due ruote gonfie: questo cammino collega a piedi e in mountain-bike tutte le aree protette che si trovano sotto l’ala dell’ente di gestione della parte meridionale dell’appennino piemontese.

Un’idea nata dopo il lockdown e che vuole superare il campanilismo e liberarsi dal forte individualismo che questo territorio ha vissuto negli anni. E già lo slancio a fare rete è la prima nota di colore del progetto.

Fotografia Adriano Giraudo

PIEMONTESUDUN CAMMINO CHE COINVOLGE TUTTI I SENSI

Il Cammino PiemonteSud sarà lanciato in primavera e invita il pellegrino a godersi il paesaggio senza correre, camminando lentamente e ristorandosi con i silenzi dei boschi. E avrà un passaporto su cui sarà possibile timbrare le tappe, proprio come quello di Santiago. L’itinerario prevederà, poi, diversi “anelli di conoscenza del territorio”, affidati alle amministrazioni locali, ad associazioni, aziende e a chiunque voglia entrare in relazione con le persone che partecipano al cammino, con l’intento di mostrare ai gitanti tutte le peculiarità della propria terra.

Anche la definizione dell’intero percorso è in progress e sarà ultimata strada facendo, in collaborazione con il CAI, come già accaduto in altri cammini. Le prime 15 tappe però sono pronte: l’itinerario dell’alta val Borbera, dalle Capanne di Cosola sino alla riserva di Spigno, è completo. «Oltre alle tracce GPS, il Cammino del PiemonteSud offrirà ai camminatori i podcast di sentiero», spiega Francesco Arecco, consigliere dell’Ente di gestione delle aree protette dell’appennino piemontese.

«Abbiamo coinvolto esperti in ambito naturalistico, un micologo e un botanico, passando per il naturalista dell’avifauna, dell’ungulato o del lupo, molto presente su tutto l’Appennino». Non mancheranno poi approfondimenti culturali: «Abbiamo recuperato aneddoti e testimonianze che fanno parte della memoria storica di queste terre e registrato spiegazioni di architetti che illustrano i numerosi reperti archeologici e santuari che costellano l’area».

Un nome semplice che vuole rievocare il passaggio di tutte le culture che nei tempi andati hanno popolato il versante nord dell’Appennino e una rete di sentieri che intreccia i territori di oggi e li valorizza

Si può quindi scegliere di camminare avvolti dal silenzio della natura oppure di percorrere i tratti insieme a qualcuno che ci porta per mano, passo passo, e che ci fa immergere nella cultura di questo territorio così vasto. Ci sarà anche la possibilità di avere a disposizione un’audioguida di riferimento per ogni tratto, da ascoltare in viaggio mentre ci si avvicina alla prima tappa.

IL PERCORSO

Da Bobbio – cittadina attualmente in provincia di Piacenza, ma dall’anima piemontese – si scende lungo la Via del Sale e del Mare e si arriva fino al parco di Portofino. A metà del tratto che porta verso sud, il percorso di biforca e la deviazione permette di raggiungere Carrega Ligure, esplorando la val Borbera, per giungere ad Arquata, toccando il sottovalle con Gavi e tutto il suo patrimonio vitivinicolo. Poi si incontra Bosio, nel cuore del Parco delle Capanne di Marcarolo, zona di calanchi tutelata dall’ente parco. Da Ovada ci si dirige verso Molare e poi Langhe sino a Mondovì. Ma l’idea è di arrivare sino a Nizza.

San Martino di Roccaforte Ligure, una tratta del Cammino del PiemonteSud

Lungo tutto il percorso PiemonteSud, tratto per tratto, ci saranno a disposizione una cartina in pdf, le coordinate e tutte le tracce GPS, i materiali video e i podcast. «Abbiamo già avviato le registrazioni di voci e suoni del parco, ma anche antiche fiabe del territorio rivolte ai piccoli gitanti». L’intento è dare il via a un percorso culturale, umano e di relazioni sociali: «Vogliamo far sì che ciascun contributo in questo cammino arricchisca l’intero progetto e tutti coloro che decideranno di unirsi a noi si sentano parte di un percorso grande che fa del bene a tutti i territori coinvolti».

Francesco Arecco, da gaviese, pur conoscendo bene l’area non nasconde che questo lavoro lo sta portando a investigare e scavare nella cultura e nelle tradizioni locali: «Sto scoprendo territori nuovi e interessanti anche sul piano della buona alimentazione e del buon bere».

Proprio per questo è stato anche creato un circuito di amici del cammino del PiemonteSud: «Abbiamo stilato una lista di servizi utili a camminatori, con ristoranti, trattorie, strutture ricettive dove pernottare e botteghe dove acquistare i prodotti tipici locali da portarsi a casa». E il progetto dimostra anche il suo ampio respiro, che svalica i confini regionali: «Vogliamo, poi, collegarci a un cammino nazionale che passa subito sotto di noi, l’Alta Via dei Monti Liguri, creando un parallelo nel versante nord dell’Appennino».

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2022/03/cammino-piemontesud/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Terra dei fuochi: mortalità elevata, ma poi l’ISS ridimensiona

L’ISS pubblica i dati SENTIERI e si evidenzia un aumento dei casi di cancro nei 55 comuni della Terra dei Fuochi e a Taranto

E’ più facile ammalarsi di tumore nella Terra dei Fuochi e a Taranto, questo possiamo dirlo con serenità dopo aver letto i risultati dello studio Sentieri pubblicato dall’ISS qualche giorno fa. E’ guerra sulle cifre però, ossia sul quanto ci si ammali di più rispetto ai trend nazionali e sulle cause, ossia se è l’inquinamento a far crescere i casi di tumore. Scrivono gli studiosi nella premessa relativamente alla Terra dei fuochi nelle province di Napoli e Caserta:

Il quadro epidemiologico della popolazione residente nei 55 comuni TdF è caratterizzato da una serie di eccessi della mortalità e dell’ospedalizzazione per diverse patologie a eziologia multifattoriale ( che ammettono fra i loro fattori di rischio accertati o sospetti l’esposizione a un insieme di inquinanti ambientali che possono essere emessi o rilasciati da siti di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi e/o di combustione incontrollata di rifiuti sia pericolosi, sia solidi urbani). Nell’insieme dei comuni della TdF della provincia di Napoli (32 comuni) e della provincia di Caserta (23 comuni) la mortalità generale è in eccesso in entrambi i generi. Nella provincia di Napoli SMR 110 per gli uomini e 113 per le donne. Nella provincia di Caserta SMR 104 per gli uomini e 106 per le donne

E aggiunge l’analisi in relazione alla salute infantile più dettagliatamente studiato in Sentieri Kids:

Per quanto riguarda la salute infantile emerge un quadro di criticità meritevole di attenzione, in particolare eccessi di bambini ricoverati nel primo anno di vita per tutti i tumori e eccessi di tumori del sistema nervoso centrale nel primo anno di vita e nella fascia di età 0-14 anni sono stati osservati in entrambe le province.terra-dei-fuochi-620x350

Ma il giorno dopo aver pubblicato i dati di aumento dei casi di cancro,balzati al 10 per cento tra gli uomini e al 13 per cento tra le donne, specifica l’ISS in una nota rivolta alla stampa che:

SENTIERI è uno studio di tipo “ecologico” ovvero non prende in considerazione le esposizioni dei singoli individui a particolari inquinanti, ma piuttosto esamina la situazione sanitaria delle popolazioni che risiedono in luoghi in cui sono presenti sorgenti di inquinamento. Pertanto le sue caratteristiche metodologiche non consentono, in linea generale, la valutazione di nessi causali, permettono tuttavia di individuare situazioni di possibile rilevanza sanitaria da approfondire con studi mirati. La metodologia, inoltre, si basa sulla individuazione a priori, in base a una revisione sistematica e standardizzata della letteratura scientifica, delle patologie associabili a quadri di contaminazione ambientale. Si tenga conto che queste ultime patologie sono peraltro ad eziologia multifattoriale e l’inquinamento può concorrere o esserne causa. Pertanto i risultati che derivano dall’impostazione seguita dallo studio SENTIERI non consentono di attribuire all’esposizione individuale a specifici inquinanti eccessi di mortalità o ospedalizzazione o incidenza tumorale, ma consentono invece di segnalare che le popolazioni che risiedono in territori ove sono presenti sorgenti di inquinamento presentano eccessi di occorrenza (mortalità, ospedalizzazione, incidenza) di patologie che sono associate alla presenza di tali sorgenti.Tali dati, lo ricordiamo, sono coerenti con la precedente Relazione Situazione epidemiologica della Regione Campania e in particolare delle province di Caserta e Napoli (città esclusa), con riferimento all’incidenza della mortalità per malattie oncologiche pubblicata sul sito del Ministero della Salute il 19 dicembre 2012.

A Taranto pure si muore per inquinamento e probabilmente la situazione è ancora più grave che nella Terra dei Fuochi e il cancro colpisce sopratutto in una forma, il mesotelioma pleurico associato anche a malattie respiratorie acute:

Il tumore del polmone è in eccesso rispetto al riferimento in entrambi i generi nelle tre basi di dati analizzate. L’analisi della mortalità per mesotelioma pleurico e di ricoverati per tumore della pleura mostra un eccesso negli uomini e nelle donne, l’incidenza del mesotelioma è in eccesso tra i soli uomini. La mortalità per il complesso delle malattie dell’apparato respiratorio, e in particolare quelle acute supera l’atteso in entrambi i generi; l’analisi dei ricoverati mostra un eccesso per malattie respiratorie acute tra gli uomini.

Per il Ministro Beatrice Lorenzin la cautela è d’obbligo e ha detto:

Le precisazioni dell’ISS non permettono di fare alcun facile allarmismo sulla situazione della Terra dei fuochi. Occorre infatti attendere i dati conclusivi degli screening, previsti da una norma che personalmente ho promosso nell’ambito della conversione in legge del decreto-legge n.136 del 2013, a favore sia della popolazione dell’area campana in questione, che della popolazione dell’area ILVA di Taranto, con un finanziamento finalizzato di 25 milioni di euro annui, sia per il 2014 che per il 2015. Solo a conclusione dei predetti screening si potrà avere un quadro sanitario su cui effettuare le conseguenti valutazioni e adottare tutti i provvedimenti e le iniziative che si renderanno necessarie per garantire il primario diritto alla salute dei cittadini.

Certo gli screening per cui in Campania sono in atto polemiche per l’esclusione delle analisi ai cittadini di Caserta e Napoli.

Fonte:  Il MattinoSalute Il Secolo XIX

Foto : Vincenzo Musto @ Facebook

Rapporto Sentieri, le aree dove l’inquinamento continua a far male

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Si chiamano Sin (Siti di interesse nazionale per le bonifiche) e sono i luoghi dove l’inquinamento industriale l’ha fatta da padrone negli anni passati. Aree colpite da rilascio di inquinanti chimici e smaltimento incontrollato di rifiuti, che contaminano suoli e falde acquifere. In Italia se ne contano 57 di questi siti bisognosi di risanamento ambientale. Siti dove ci si ammala (e muore) di più rispetto al resto del paese, come dimostra anche l’aggiornamento del rapporto Sentieri (Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento), appena rilasciato. Lo studio Sentieri dal 2010 rilascia i dati sullo stato di salute degli abitanti della aree dei Sin. Le prime informazioni diffuse parlavano chiaro: dal 1995 al 2002 l’inquinamento ha causato la morte precoce di circa 10mila persone. I successivi aggiornamenti, riferiti soprattutto al caso Ilva di Taranto, mostravano ancora una correlazione tra inquinamento e aumento della mortalità (poi rimesso in discussione).  I dati rilasciati ora propongono un’estensione di questi per 18 dei Sin, con un allargamento dello studio di mortalità aggiornato al 2010, l’analisi dell’incidenza oncologica relativa al 1996-2005 e quella relativa alle ospedalizzazioni per gli anni 2005-2010. E i risultati questi sono: “un eccesso di morti, ricoveri e tumori in tutti i 18 Sin considerati, con un aumento dei tumori da amianto”, come spiega, sottolineando il rischio per la popolazione e l’esigenza di interventi di bonifica, il direttore del Dipartimento Ambiente-Prevenzione Loredana Musmeci dell’Istituto superiore di sanità, che coordina lo studio. Per quel che riguarda l’amianto, per esempio, si osservano aumenti del mesotelioma della pleura e del tumore maligno della pleura, per i Sin di Biancavilla, Priolo, in aree portuali come Trieste, Taranto, Venezia e Porto Torres e con industrie a vocazione chimica (Cogoleto-Stoppani, Laguna di Grado e Marano, Priolo, Venezia) e siderurgica (Taranto, Terni, Trieste). Eccezion fatta per il caso dell’amianto, i dati collezionati dal nuovo aggiornamento di Sentieri sono diversi da sito a sito, e suddivisi per schede nel rapporto (qui il dettaglio per ciascuna delle aree analizzate). Così, per esempio a Porto Torres, si evidenziano eccessi (sia per mortalità che per incidenza oncologica) per tutti i tumori (ad eccezione di quello della cute) e le malattie dell’apparato respiratorio rispetto alla media regionale. Eccessi di incidenza oncologica per tutti i tumori, tranne quello della pelle, anche a Priolo, mentre a Bolzano sono i melanomi della cute quelli in eccesso. Infine segnaliamo che a Taranto la mortalità per tutte le cause, compresi tumori, malattie dell’apparato cardiocircolatorio, respiratorio e digerente è in eccesso rispetto alla media regionale, così come l’incidenza di tutti i tumori maligni.

fonte: Wired.it

Nelle aree inquinate si muore di cancro: SENTIERI pubblicato sotto silenzio

Lo studio a integrazione di SENTIERI è stato pubblicato nel silenzio totale dei media, ma i risultati sono sconcertanti: morti per cancro in aumento nelle aree densamente inquinate

L’integrazione allo studio SENTIERI a cura del ISS Istituto Superiore di Sanità è stato pubblicato da poche ore e senza i grandi titoli a cui il mainstream ci ha abituati nel caso di notizie a volte meno clamorose. Il perché probabilmente è intuibile dopo aver letto la prefazione:

Elemento di novità delle analisi qui presentate è l’utilizzo dell’incidenza oncologica e dei ricoverati, esiti informativi anche per patologie ad alta sopravvivenza come il tumore della tiroide, per il quale in alcuni SIN (Brescia-Caffaro, Laghi di Mantova, Milazzo, Sassuolo-Scandiano, Taranto) sono presenti incrementi in entrambi i generi in ambedue le basi di dati. Sempre grazie alle analisi dell’incidenza oncologica e dei ricoverati, a Brescia-Caffaro sono stati osservati eccessi per le sedi tumorali che la valutazione della IARC del 2013 associa certamente (melanoma) o probabilmente (tumore della mammella e per i linfomi non-Hodgkin) con i PCB (policlorobifenili), principale contaminante nel sito.ITALY-ENVIRONMENT-CRIME-WASTE-DEMO

Il Progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) viene presentato con i primi risultati pubblicati nel 2010 e nel 2011 e analizza la correlazione tra qinquinamento ambientale e mortalità delle persone che abitano nei SIN, i Siti di interesse nazionale per le bonifiche, ovvero delle aree densamente inquinate. Il supplemento pubblicato ieri fornisce dati più completi in merito a 18 SIN su 44 (L’ex ministro Clini ne ha declassati alcuni NdR). I dati riguardano dunque quelle aree servite dalla rete AIRTUM dei Registri dei tumori attiva a macchie di leopardo, e prende in considerazione l’incidenza oncologia dal 1996 al 2007 per 17 SIN e una prima parziale analisi dei dati relitivi alle ospedalizzazioni dal 2005 al 2010. In sostanza nelle aree densamente inquinate l’incidenza dei tumori è più elevata rispetto alla media regionale:

per esempio, nel SIN Fidenza per il tumore dello stomaco (eccesso di incidenza in entrambi i generi) nel SIN Laguna di Grado e Marano per il tumore dello stomaco (eccessi di mortalità, incidenza e ricoverati tra le donne); nei SIN di Brescia-Caffaro, Milazzo, Terni Papigno con eccessi di ricoverati per le malattie respiratorie in entrambi i generi;; nel SIN di Brescia-Caffaro con eccessi di incidenza (uomini) e di ricoverati (uomini e donne) per linfomi non-Hodgkin, per melanoma (incidenza e ricoveri, entrambi i generi) e tumore della mammella (incidenza e ricoveri, donne).I risultati relativi a singole patologie con agente eziologico pressoché unico, per esempio le fibre asbestiformi, sono di agevole commento. Il mesotelioma della pleura e il tumore maligno della pleura, suo proxy, mostrano incrementi nei SIN di Biancavilla, dove è presente la fibra asbestiforme fluoro-edenite, e Priolo, dove l’asbesto è presente insieme ad altri contaminanti ambientali. Si osservano aumenti anche nei SIN con aree portuali (es: Trieste, Taranto, Venezia e Porto Torres) e con attività industriali a prevalente vocazione chimica (Cogoleto Stoppani, Laguna di Grado e Marano, Priolo, Venezia) e siderurgica (Taranto, Terni, Trieste).Altri risultati di interesse riguardano le patologie del sistema urinario (insufficienze renali nei SIN Basso bacino del fiume Chienti, Taranto, Milazzo, Priolo) e le malattie neurologiche (nei SIN di Trento Nord, Laguna di Grado e Marano, Basso bacino del fiume Chienti). I risultati sopra commentati, sulla base di tre esiti differenti sono, nel loro insieme, coerenti con le precedenti analisi della sola mortalità per il periodo 1995-2002.

SENTIERI così è diventato l’oggetto del question time di ieri che i deputati pentastellati hanno rivolto a Beatrice Lorenzin ministro della Salute:

Ci risiamo. Il governo nasconde le carte nel cassetto per non parlare prima delle elezioni degli argomenti scottanti, anche se questi argomenti riguardano la salute di milioni di persone E i dati sulla mortalità di decine di Sin (SITI INTERESSE NAZIONALE) vengono ignorati. Tale volontà omissiva da parte del Governo è esemplificata dal Progetto Sentieri, studio sulla condizione di salute dei cittadini che vivono nelle aree più inquinate d’Italia, commissionato dal ministero della Salute e pronto da mesi, ma tenuto nascosto. Di fronte alla sordità del dicastero guidato da Lorenzin i tecnici che lo hanno realizzato hanno preso direttamente l’iniziativa, pubblicandolo sulla rivista di epidemiologia e prevenzione. Si tratta di un documento scottante che rileva eccessi anche del 90% della mortalità nelle aree Sin. Ma lo studio “dimentica” 39 Sin: dalla Valle del Sacco a Massa Carrara, da Pioltello a Napoli est sono siti studiato nella prima versione di Sentieri ma spariti da quest’ultimo documento. Altro macigno evidenziato dallo studio è quello che riguarda è quello relativo i bambini: un milione vive nei Sin, con una mortalità – si legge nel Sentieri – del 5% superiore rispetto a quella di altre zone d’Italia. Di fronte a questa emergenza sarebbe stato necessario avviare uno studio, come richiesto dagli epidemiologi, dal costo di poche decine di migliaia di euro. la risposta del ministero è stata una porta sbattuta in faccia. Noi vogliamo sapere – hanno detto al ministro i deputati pentastellati – se il ministero intenda davvero continuare a indagare in queste zone dimenticate dai decreti, con particolare riferimento alla popolazione pediatrica e, soprattutto se il governo intenda, una volta preso atto dell’ecatombe in corso, accelerare le bonifiche dei Sin, anche per non aumentare l’esborso per la spesa sanitaria che già ammonta a oltre 110 miliardi di euro l’anno.

Il ministro Lorenzin ha risposto che erano in atto ulteriori ricerche in relazione al progetto SENTIERI KIDS che studia la mortalità per cancro nei bambini che vivono ai aree inquinate.  Ma i pentastellati fanno sapere:

Il ministro della Salute rispondendo al question time in aula del M5S ha detto che è in corso un monitoraggio dello stato di salute dei bambini che vivono nei Sin. “Non crediamo che le cose stiano così e lo diciamo perchè noi ci atteniamo a quanto gli stessi medici dell’Iss hanno scritto nel rapporto epidemiologico: «Il progetto SENTIERI KIDS non ha finora ricevuto finanziamenti ad hoc e le diverse attività descritte sono in fase di realizzazione». Uno studio che arranca senza fondi e senza disponibilità del Ministero, quindi. Che d’altro canto non ha neppure pubblicizzato lo stesso Sentieri. Un quadro ben diverso da quello descritto in Aula dal ministro Lorenzin».

Fonte: ecoblog.it

© Foto Getty Images

 

In Italia 1 milione di bambini vive in aree altamente inquinate, lo studio Sentieri Kids

La Terra dei fuochi ha portato drammaticamente alla luce l’inquinamento ambientale in aree densamente urbanizzate. Le conseguenze dell’inquinamento sui più giovani sono proprio l’oggetto di studio del progetto SENTIERI Kidspriolo-620x350

SENTIERI Kids è un progetto che ha per oggetto le conseguenze dell’inquinamento sulla salute dei bambini e dei tumori infantili. In merito si è avuto il convegno Tumori infantili:opinioni a confronto lo scorso 30 settembre presso l’Istituto Superiore di Sanità a cui hanno preso parte i medici dell’ISDE e Patrizia Gentilini, oncologa e promotrice della campagna per proteggere il latte materno dalla contaminazione da diossine. L’argomento è di stringente attualità considerato che in italia abbiamo 44 SIN, ossia Siti di interesse nazionale per le bonifiche, che sta a voler dire aree particolarmente inquinate. Da ricordare che prima dell’ arrivo dell’ex ministro Clini i SIN erano 57 (il che è già una risposta dalla politica in merito alla tutela della salute dei cittadini). Per i tumori infantili il registro è presente solo in Lombardia e Piemonte. A consultare la la mappa appare evidente l’estensione dell’inquinamento: si va da Casale Monferrato, a Porto Maghera a Priolo a Porto Torres. Il primo ostacolo però che si ravvisa è che manca un Registro dei tumori omogeneo, infatti se questo è presente al 57% nel Nord Ovest e al 68% nel Nord Est resta al 35% delle coperture nel Centro Sud il che sottrae evidentemente una quantità di dati decisamente importanti. Ma seppur con una copertura media del 47% dei dati su scala nazionale le proiezioni che se ne ricavano sono già pessimiste. Spiega Fabrizio Bianchi Dirigente di ricerca CNR

Dobbiamo creare dei setting in cui si possa parlare direttamente con i policy makers coinvolgendo i cittadini (cittadinanza scientifica da far crescere) e i media troppo spesso fortemente impreparati.

Ossia fare prevenzione iniziando a valutare l’esposizione agli agenti inquinanti e partendo dai dati raccolti attraverso il lavoro delle Procure e degli enti pubblici in genere. Infine ringrazio Daniela Patrucco per aver svolto la cronaca puntuale e professionale di questo convegno e per aver voluto condividere le informazioni importantissime messe in sequenza nello storify.

Fonte:  Speziapolis