OGM, l’ultima parola sulla loro autorizzazione spetterà agli Stati membri

L’ultima parola per quanto riguarda le autorizzazioni alla coltivazioni di sementi OGM spetterà agli Stati membri
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La relazione a lungo attesa per consentire agli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di specie geneticamente modificate sul proprio territorio, anche se autorizzati a livello europeo, è stata adottata oggi in Commissione ambiente. I parlamentari hanno votato con 53 voti favorevoli, 11 contrari e 2 astensioni, il che consente ai paesi dell’UE di vietare le colture geneticamente modificate sui loro territori per motivi ambientali.B2JgBbXIgAAGjbm

Ha a detto Frédérique Ries (ADLE, BE), che ha presentato questa legge in Parlamento europeo:

Questo voto dimostra che abbiamo raggiunto un ampio consenso tra i gruppi politici del Parlamento europeo su questa delicata questione. Le misure approvate oggi consentiranno agli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di OGM, se lo desiderano. Nel frattempo, abbiamo stabilito un chiaro processo per OGM a livello europeo, con una migliore disposizione e un ruolo centrale per l’Autorità europea per la sicurezza alimentare – EFSA.

Il testo approvato permette agli Stati membri di adottare una normativa vincolante nel limitare o vietare la coltivazione di OGM dopo la loro autorizzazione a livello UE. E i singoli divieti potrebbero essere basati su particolari obiettivi della politica ambientale quali la pianificazione, l’utilizzo del territorio, la politica agricola, la politica pubblica e possibili impatti socio-economici. Altri motivi possibili possono riguardare la prevenzione della contaminazione di altre colture con OGM, l’incertezza scientifica, lo sviluppo di resistenza ai pesticidi nelle piante e parassiti, la proliferazione, la persistenza di una varietà geneticamente modificata nell’ambiente o la mancanza di dati sui potenziali effetti negativi di una varietà. Sarà valido anche il principio di precauzione.ogm-620x350

Dopo l’approvazione di questa relazione spetta ora a tutti i parlamentari votare la proposta nel corso di una sessione plenaria. Dunque, cade il principio del vietato vietare e viene riconosciuta la determinazione dei singoli Stati membri a decidere le politiche agricole per il proprio territorio. Prepariamoci a ricevere molti attacchi anche indorati dalle lobby del Biotech.

Fonte:  Parlamento europeo

© Foto Getty Images

Monsanto annuncia il ritiro degli OGM in Europa, siamo alla propaganda?

Siamo alla fase due della resa di Monsanto in Europa che sembra piuttosto una propaganda che non il vero ritiro dal mercato delle sementi OGM nel Continente.monsanto-594x350

Euractiv con Reuters riportano la notizia secondo cui Monsanto, la multinazionale degli OGM americana, starebbe meditando di ritirare tutte le richieste di approvazione per coltivare nuovi tipi di colture geneticamente modificate nell’Unione europea, a causa della mancanza di prospettive commerciali. Il ritiro riguarda 5 varietà di mais, 1 di colza e 1 di barbabietola da zucchero. La multinazionale ha però precitato che non avrebbe ritirato la sua domanda di rinnovo solo per il mais MON810 unica coltura OGM attualmente coltivata e in commercio in Europa tra cui anche in Italia, attraverso le battaglie legali condotte da Giorgio Fidenato. Il presidente della Monsanto e Managing Director per l’Europa, Jose Manuel Madero, ha detto a Reuters che lo ha contattato telefonicamente:

Ci sarà il ritiro delle approvazioni nei prossimi mesi.                                  

Madero ha spiegato che la decisione avrebbe permesso alla società di concentrarsi sulla crescita nel settore delle sementi convenzionali in Europa. Un portavoce della Commissione europea, che gestisce il sistema di approvazione degli OGM dell’UE, ha confermato che la Monsanto aveva comunicato la sua intenzione di ritirare le richieste di approvazione. Ma il dubbio che si possa trattare di propaganda piuttosto che di genuina seppur sofferta decisione inizia a avanzare. In effetti c’è una novità che probabilmente preoccupa Monsanto. Lo scorso 25 maggio si è tenuta la March Against Monsanto Marcia contro Monsanto che ha coinvolto milioni di persone su tutto il Pianeta, anche se l’Italia era assente. Hanno manifestato contemporaneamente contro la multinazionale americana in 52 paesi. Il punto è che la manifestazione è sorta spontaneamente e si è coordinata attraverso i social network senza la collaborazione di alcuna associazione governativa o non governativa e innescata negli Stati Uniti dalla firma di quel Monsanto Protection Act firmato dal presidente Barack Obama, ceh assicura alla multinazionale protezione, ai limiti dell’impunità, sulle conseguenze che potrebbero avere i suoi prodotti sulla salute umana. Per intenderci, una protezione simile è riservata alle case farmaceutiche per i vaccini. In effetti, come rileva anche Altra informazione, i social dunque sono stati la rete di collegamento nel mondo e per la prossima volta potrebbero sfondare il muro della Cina o dell’India e far si che la protesta sia davvero completamente globale. E ciò evidentemente può diventare un problema serio da gestire in quanto le controparti non sono aggregare in organismi societari individuabili. In occasione della March against Monsanto la multinazionale divulgò un comunicato stampa in cui sostanzialmente ribadì il proprio ruolo e la correttezza con cui questo era svolto:

L’agricoltura sostenibile deve essere economicamente sostenibile e socialmente responsabile. Deve essere volta a preservare la terra, l’acqua e le risorse genetiche per le generazioni future. Altri gruppi sostengono che le prossime sfide che dovranno essere affrontate con un sistema agricolo che tenga conto della manodopera e meno dell’innovazione. Rispettiamo tale parere, anche se non lo condividiamo. A nostro avviso, a vantaggio dell’agricoltura, così come molti altri settori della vita quotidiana, vi è il progresso e l’ innovazione. Produrre di più. Conservare le risorse. Migliorare gli standard di vita. Questa è l’agricoltura sostenibile, e questo è ciò che è la Monsanto.

E dunque piuttosto che di frustrazione per Monsanto che risponde per ben due volte con messaggi molto più che rassicuranti e del tipo: ok avete vinto voi, diventa sempre più consistente pensare che ci sia stata una revisione della strategia di comunicazione, ossia fare un passo indietro per rassicurare l’opinione pubblica. Ricorda infatti proprio Euractiv che nonostante la pubblica ostilità l’Europa resta uno dei principali acquirenti mondiali di grano biotech per un’importazione di più di 30 milioni di tonnellate di mangimi GM per la sua industria del bestiame. I mangimi OGM non si dichiarano e dunque per l’opinione pubblica non esistono.

Fonte: ecoblog