Al via nelle scuole i corsi per formare gli insegnanti all’educazione ambientale

#SOStenibilmente è il progetto di Cifa Onlus rivolto a tutte le scuole di Italia con l’obiettivo di avviare dei percorsi didattici sull’educazione ambientale. Partiranno da Torino il 23 e il 24 novembre le giornate di formazione per insegnanti che si terranno in diverse città italiane per supportare i docenti delle scuole elementari, medie e superiori nella promozione dello sviluppo sostenibile e della cittadinanza attiva.

«Ti piacerebbe coinvolgere al meglio i tuoi studenti in un percorso di educazione allo sviluppo sostenibile? Vorresti capire come arricchire la didattica con metodologie interattive basate su un approccio teatrale?». È in fase di avvio il nuovo corso di #SOStenibilmente organizzato da Cifa Onlus che si svolgerà nell’anno scolastico 2019-2020 e che si articola in un percorso di educazione ambientale proposto agli insegnanti di tutte le scuole italiane con l’obiettivo di supportare i docenti nella costruzione di un nuovo sistema di valori tramite metodologie didattiche attive, attraverso momenti di riflessione collettiva con gli studenti ed attività ludiche. Si tratta di uno strumento rivolto a tutti gli insegnanti, che da un lato potranno apprendere nuove tecniche per trasmettere l’educazione ambientale in modo dinamico e partecipato e dall’altra favorire il rafforzamento del protagonismo giovanile in campo ambientale attraverso percorsi didattici di educazione allo sviluppo sostenibile.

Vuoi cambiare la situazione dell’educazione in italia?

ATTIVATI

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«In tutto il Paese l’attivismo e il protagonismo dei giovani sui temi ambientali sta vivendo un momento decisamente fertile» si legge sul sito di Cifa. «I ragazzi hanno voglia di agire e di essere protagonisti del loro futuro. Educare allo Sviluppo Sostenibile risulta di importanza cruciale per innescare cambiamenti negli stili di vita di ciascuno e per costruire una cultura basata sul rispetto dell’ambiente e sui principi della sostenibilità».

I prossimi corsi partiranno tra novembre e marzo iniziando da Torino fino a giungere a Napoli, Falconara Marittima, Mirano e Bitonto. A Torino i formatori esperti di tematiche ambientali di Legambiente, Museo A come Ambiente e Italia che cambia affiancheranno gli insegnanti di metodologie teatrali del Centro di Teatro Sociale e di Comunità, guidando i docenti attraverso un percorso formativo volto a rafforzare le competenze di gestione della classe e a fornire gli strumenti per stimolare gli studenti ad essere “attivatori” di buone pratiche. La formazione tratterà inoltre metodi di comunicazione non verbale ed esplorazione delle proprie capacità relazionali, improvvisazione, creatività e ideazione di attività.

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#SOStenibilmente è un progetto di Educazione alla Cittadinanza Globale cofinanziato da Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Il progetto è realizzato da Cifa Onlus, Legambiente, Associazione A come Ambiente, COREP – Consorzio per la Ricerca e l’Educazione Permanente, Associazione Italia che cambia, ACHAB srl, Università di Torino, La Stampa, Regione Piemonte, Comune di Torino, Comune di Lecce, Comune di Mirano, Comune di Falconara Marittima, Comune di Figline-Incisa Val D’Arno, Comune di Marsciano, Comune di Narni, Comune di Bitonto.

Come iscriversi alle giornate di formazione

A Torino il corso coinvolgerà un massimo di 30 partecipanti in un modulo di 16 ore di formazione (crediti MIUR) che si terrà sabato 23 e domenica 24 novembre 2019 presso lo spazio Open 011 in Corso Venezia, 11. È possibile iscriversi alle giornate di formazione attraverso la piattaforma S.O.F.I.A. che rilascerà l’attestato di partecipazione, cercando il corso tramite il titolo “L’educazione continua per l’ambiente” oppure tramite il soggetto erogatore Associazione Legambiente Scuola e Formazione. L’iscrizione è gratuita e include il pranzo.

La formazione si svolgerà anche nelle seguenti date e città:

  • 7 e 8 marzo 2020 a Bitonto (BA)
  • 14 e 15 dicembre 2019 a Napoli
  • 18 e 19 gennaio 2020 a Falconara Marittima (AN)
  • 8 e 9 febbraio 2020 a Mirano (VE)

È possibile trovare tutte le informazioni sul progetto #SOStenibilmente e sui nuovi percorsi didattici.
Per maggiori informazioni è possibile contattare l’indirizzo e-mail SOStenibilmente@cifaong.it e la pagina facebook @SOStenibilmenteofficial.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2019/10/sostenibilmente-citta-italiane-nuovi-corsi-formare-insegnanti-educazione-ambientale/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

Le associazioni mobilitate: «Chiudiamo le strade alle auto davanti alle scuole»

Un raggruppamento di associazioni ha lanciato la campagna “School Streets, le strade ai bambini” per chiedere una norma nazionale che vincoli i Comuni a imporre il divieto di passaggio e sosta alle auto davanti alle scuole nei momenti di ingresso e uscita degli studenti.

Un raggruppamento di associazioni ha lanciato la campagna “School Streets, le strade ai bambini” per chiedere una norma nazionale che vincoli i Comuni a imporre il divieto di passaggio e sosta alle auto davanti alle scuole nei momenti di ingresso e uscita degli studenti.

QUI i promotori

«I bambini e i ragazzi hanno diritto di camminare (e pedalare) sulla strada sicuri, anche in autonomia, e vivere in un ambiente non inquinato – dicono i promotori della Campagna – Eppure proprio davanti alle scuole troviamo ogni giorno auto ammassate, in doppia fila, davanti al portone, fin sopra ai marciapiedi e sulle strisce, magari col motore acceso. Uno spettacolo vergognoso, pericoloso, che nuoce alla salute di milioni di bambini e ragazzi ogni giorno in Italia. Per questo abbiamo avviato una campagna per istituire davanti alle scuole dei nostri figli le strade scolastiche. La school street è un’area delimitata intorno alla scuola in cui è proibito il traffico degli autoveicoli in modo che tutti possano raggiungere la scuola in sicurezza a piedi o in bicicletta. Il transito viene consentito a pedoni, bici, mezzi per il trasporto dei disabili e eventualmente scuolabus». 

«Con l’impegno di tutti possiamo cambiare le abitudini degli spostamenti casa-lavoro e chiedere ai nostri Comuni e alle scuole dei nostri figli che si impegnino per creare delle aree pedonali sicure e aperte al gioco libero e alla socializzazione e al Parlamento di modificare il Codice della Strada per vincolare i Comuni a realizzare strade scolastiche ovunque!».

Cos’è una strada scolastica?

È una strada (o un piazzale) in prossimità di una scuola, in cui è (temporaneamente durante gli orari di entrata e uscita da scuola o in modo permanente) proibito il traffico degli autoveicoli in modo che tutti possano raggiungere la scuola in sicurezza a piedi o in bicicletta. Il transito viene consentito  a pedoni, bici, mezzi per il trasporto dei disabili e eventualmente scuolabus. Sono molto diffuse in vari Paese con il nome di “school streets”, e finalmente stanno comparendo anche in molte città italiane.

Perché le strade scolastiche sono importanti?

I promotori della campagna Scool Streets hanno elencato le ragioni dell’importanza di una norma che vada in direzione della creazione delle cosiddette “strade scolastiche”:

-per creare una città amica dei bambini: secondo l’Unicef, una città amica dei bambini dovrebbe rispettare il loro diritto di camminare sicuri per la strada, e vivere in un ambiente non inquinato;

-per favorire l’autonomia dei bambini;

-per incentivare modalità di spostamento attive, come l’andare in bici o il camminare, per promuovere la socializzazione e per orientare le scelte dei cittadini verso mezzi più sostenibili;

-per la salute dei bambini: davanti alle scuole i tassi di inquinamento sono molto alti: isole pedonali, anche se provvisorie possono contribuire ad abbassare il livello di inquinanti che i bambini respirano all’entrata e all’uscita dalla scuola;
-per la loro sicurezza:  gli incidenti stradali sono tra le principali cause di morte per i bambini tra 5 e 14 anni nel mondo (dati OMS);

-per il clima: il settore dei trasporti (soprattutto su strada) contribuisce a circa un quarto delle emissioni di gas climalteranti in atmosfera. Creare aree pedonali è un (piccolo) atto di giustizia verso il clima e verso il futuro delle nuove generazioni. 

QUI potete scaricare il Vademecum completo della Campagna Strade Scolastiche

QUI potete firmare la petizione che è stata lanciata

Fonte: ilcambiamento.it

#SOStenibilmente: al via un innovativo progetto di educazione ambientale per le scuole

Supportare i docenti delle scuole elementari, medie e superiori nella promozione di cambiamenti nelle azioni quotidiane e negli stili di vita di ciascuno, per costruire una cultura basata sul rispetto dell’ambiente e sui principi della sostenibilità. Italia che Cambia partecipa al progetto #SOStenibilmente promosso dal Centro Internazionale per l’Infanzia e la Famiglia (CIFA Onlus) e finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Italia che Cambia partecipa al progetto #SOStenibilmente che prenderà il via a settembre ed è riservato a studenti e studentesse delle scuole elementari, medie e superiori, che potranno aderire su base volontaria e gratuitamente, alla luce del cofinanziamento dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Il progetto mira al rafforzamento del protagonismo giovanile in campo ambientale attraverso percorsi didattici di educazione allo sviluppo sostenibile e attivazioni giovanili. Alle circa 500 classi in tutta Italia che ne faranno richiesta per prime, saranno spediti dei kit didattici/scientifici elaborati da un team di esperti di cui fa parte anche Italia che Cambia ed è coordinato da Legambiente, che consentiranno agli Insegnanti di guidare i propri studenti per tutto l’anno scolastico 2019/20 dalla mera consapevolezza dei problemi ambientali globali, a forme di mobilitazione e di azione concreta di tutela e cittadinanza attiva.

Il team di #SOStenibilmente riunito a Torino

L’autorevolezza dei soggetti istituzionali coinvolti e la notevole esperienza dei professionisti che hanno progettato il “kit” garantisce la massima qualità didattica e scientifica del progetto. In tutto il Paese l’attivismo e il protagonismo dei giovani sui temi ambientali sta vivendo un momento decisamente fertile. I ragazzi hanno voglia di agire e di essere protagonisti del loro futuro. Educare allo Sviluppo Sostenibile risulta di importanza cruciale per innescare cambiamenti negli stili di vita di ciascuno, e per costruire una cultura basata sul rispetto dell’ambiente e sui principi della sostenibilità. L’urgenza è quella di supportare i Docenti nella costruzione di un nuovo sistema di valori, promuovendo cambiamenti nel nostro modo di pensare e nelle nostre azioni quotidiane, tenendo presente l’età degli studenti. Per questo i kit sono differenziati in tre tipologie:

– scuole primarie: ci si concentra sulle abitudini domestiche, tentando così di innescare processi di imitazione delle nuove prassi ecologiche anche all’interno delle famiglie dei giovani studenti;

– scuole secondarie di primo grado: maggiore attenzione alla tutela ambientale all’interno del microcosmo scolastico e nel quartiere;

– scuole secondarie di secondo grado: prevale la componente di attivazione civica con l’analisi dei problemi e delle risorse dei territori, e l’organizzazione di eventi in grado di coinvolgere volontari, imprese, amministratori pubblici e il mondo dei mass media.

Ciascun kit conterrà:

– una guida per gli insegnanti (che potranno beneficiare anche di specifici moduli di formazione);

– una serie di giochi, personalizzati a seconda delle tre fasce d’età coinvolte, che tuttavia in questa fase preferiamo non svelare;
– accanto ai supporti ludici, vengono forniti dettagliati input per la realizzazione del prodotto finale che verrà presentato il 5 giugno 2020 nella giornata conclusiva. 

I kit saranno disponibili a partire da settembre 2019. I kit verranno distribuiti fino ad esaurimento delle copie disponibili!
Per informazioni: www.cifaong.it/sostenibilmente.pdf, facebook: @SOStenibilmente, oppure scriveteci a SOStenibilmente@cifaong.it.

 Fonte: http://www.italiachecambia.org/2019/06/sostenibilmente-innovativo-progetto-di-educazione-ambientale-scuole/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Più verde nelle scuole, depositato in Senato disegno di legge

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E’ stato depositato nei giorni scorsi al Senato dalla senatrice Pd Monica Cirinnà il disegno di legge “Scuole verdi”, che si propone di riqualificare l’edilizia scolastica in modo da far trascorrere agli alunni delle scuole primarie più tempo all’aperto grazie a giardini, orti e spazi verdi. Più verde e giardini nelle scuole, per un’infanzia più sana da un punto di vista fisico e psicologico. E’ stato depositato nei giorni scorsi al Senato dalla senatrice Pd Monica Cirinnà il disegno di legge “Scuole verdi”, che si propone di riqualificare l’edilizia scolastica in modo da far trascorrere agli alunni delle scuole primarie più tempo all’aperto grazie a giardini, orti e spazi verdi. L’idea viene sostenuta da anni dalla Lipu, che in comunicato commenta favorevolmente l’iniziativa parlamentare.

“A raccogliere l’appello della Lipu la senatrice del Partito democratico Monica Cirinnà – scrive la ong -, che, dopo essersi occupata del tema nella precedente legislatura, ha voluto ripresentare anche in quella in corso il disegno di legge, dal titolo Norme per lo sviluppo degli spazi verdi nell’edilizia scolastica. Un’idea elaborata da tempo dalla Lipu che nasce pensando al movimento statunitense No child left inside, che ha ottenuto dal Governo degli Stati Uniti una legislazione e fondi per la formazione che assicurassero ai ragazzi tempo all’aperto in giardini e spazi verdi”.
Il disegno di legge è composto da quattro articoli, che prevedono il riconoscimento istituzionale del verde come elemento fondamentale del percorso educativo e formativo nella scuola primaria (articolo 1), la promozione concreta di adeguati spazi verdi nelle scuole primarie italiane (articolo 2), l’emanazione di un decreto ad hoc da parte del ministero dell’Istruzione (articolo 3) e la necessaria copertura finanziaria (articolo 4). Principi che valgono non solo nei progetti di nuova edificazione di Regioni e Comuni, ma anche in tutte le occasioni di ristrutturazione.

Fonte: ecodallecitta.it

 

Nuovo bando per bonifiche amianto, priorità alle scuole

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I comuni italiani che vogliono progettare un’attività di bonifica dall’amianto dagli edifici pubblici hanno tempo fino al 30 aprile per presentare la domanda online. Lo prevede il nuovo bando del ministero dell’Ambiente (decreto 562/2017), in attuazione della norma del Collegato Ambientale. I comuni italiani che vogliono progettare un’attività di bonifica dall’amianto dagli edifici pubblici hanno tempo fino al 30 aprile per presentare la domanda online. Lo prevede il nuovo bando del ministero dell’Ambiente (decreto 562/2017), in attuazione della norma del Collegato Ambientale che assegna 16 milioni di euro in tre anni fino al 2018 alla progettazione preliminare e definitiva di interventi di bonifica dall’amianto.
Il nuovo decreto definisce ulteriori dettagli sulle modalità di accesso, sui criteri di valutazione e formazione della graduatoria, con i relativi allegati tecnici per la documentazione di supporto alla domanda, mentre i criteri per accedere al fondo restano quelli fissati dal decreto del 21 settembre 2016: hanno precedenza gli edifici scolastici o entro un raggio non superiore a cento metri da asili, scuole, parchi gioco, strutture di accoglienza, ospedali e impianti sportivi, gli interventi su edifici pubblici già oggetto di segnalazione di enti di controllo sanitari, di tutela ambientale o di altri enti e amministrazioni, quelli con un progetto cantierabile in dodici mesi dall’erogazione del contributo e gli interventi nei Siti d’interesse nazionale o inseriti nella mappatura dell’amianto prevista dal decreto 101 del 2003. Ogni amministrazione può presentare un’istanza con più interventi per un importo massimo finanziabile di 15 mila euro.  Il primo bando riferito all’annualità 2016 si era concluso il 30 marzo dello scorso anno con la presentazione di 235 istanze per diciotto regioni italiane: interventi consistenti sono stati finanziati nel Nord-Ovest (353 mila euro, il 28% degli importi totali) e al Centro (314 mila euro, il 25%).

Fonte: ecodallecitta.it

 

“Unisciti a noi e salviamo l’aria”: in Piemonte si riparte dalle scuole

In Piemonte arrivano nelle scuole i video di Arpa (Agenzia per la Protezione Ambientale) sulla mobilità sostenibile e l’aria pulite. Una iniziativa rivolta ai bambini, ma anche alle famiglie e agli isegnanti per far passare il messaggio che l’unione fa la forza, soprattutto quando si tratta di far convergere, dal basso, buone pratiche diffuse per ridurre l’impatto ambientale. E così si impara fin da bambini.9658-10432

Arpa Piemonte ha realizzato tre video sulla mobilità scolastica sostenibile, in collaborazione con insegnanti, bambini e genitori. L’idea nasce nell’ambito del progetto educativo Noi e l’aria che mira a sensibilizzare gli alunni sui problemi e le possibili soluzioni dell’inquinamento atmosferico.

«I bambini ci ricordano che è possibile adottare stili di vita sostenibili, salutari ed economici a cominciare dal tragitto casa-scuola o casa-lavoro momenti che corrispondono spesso ai picchi giornalieri di inquinamento dell’aria nelle nostre città – spiega Arpa – Poiché l’inquinamento atmosferico è un tema rilevante per la salute pubblica, era necessario creare un supporto pedagogico gratuito che potesse aiutare a spiegare questo problema. La campagna “Noi e l’Aria” soddisfa questa esigenza mettendo a disposizione di tutti, insegnanti, genitori e educatori sia in Italia che in altre nazioni, diapositive, quiz, guide pedagogiche, lavori pratici e video sull’inquinamento atmosferico. I supporti originali sono stati realizzati in Francia con l’aiuto di Air PACA, associazione per il monitoraggio della qualità dell’aria riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente. Sono già numerosi i protagonisti che in Francia hanno partecipato all’evoluzione di questo supporto: insegnanti, bambini, genitori, esperti, medici, operatori».

“Noi e l’Aria” è stato tradotto e adattato alla realtà italiana grazie all’ARPA Valle d’Aosta e all’ARPA Piemonte nell’ambito del progetto europeo di cooperazione transfrontaliera SH’AIR tra la Francia e l’Italia. Le due agenzie ARPA coordinano il progetto in Italia.


Fonte: ilcambiamento.it

Torino: nelle scuole dei comuni Covar14 si impara anche a non sprecare il cibo

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Alle ormai tradizionali lezioni su raccolta differenziata e compostaggio domestico si affianca una nuova tipologia di intervento volta a sensibilizzare sul tema dello spreco alimentare. E’ in pieno svolgimento da un mese circa, il progetto scolastico gestito da Achab Group “La differenza si (ri)fa a scuola”, erede di quello dello scorso anno ed ennesima edizione, come da tradizione ormai pluriennale per Covar14, di interventi di educazione ambientale presso i plessi scolastici (scuole dell’infanzia, primarie e secondarie) dei 19 comuni consorziati (area sud ovest di Torino). Grande successo ha avuto l’iniziativa del Consorzio di affiancare alle ormai tradizionali lezioni su raccolta differenziata e compostaggio domestico una nuova tipologia di intervento (per le primarie e le secondarie di primo grado) ovvero quella volta a sensibilizzare sul tema dello spreco alimentare. Una visione proposta ai bambini che va dalll’impatto della produzione globale di cibo fino alla gestione del frigo di casa propria e che ha raccolto le preferenze di più di 100 classi. In totale (da segnalare anche la novità di lezioni sui RAEE per le scuole secondarie di primo grado) sono aumentate le adesioni rispetto allo scorso anno con ben 215 lezioni in classe, 37 laboratori di compostaggio domestico e 17 classi aderenti (anche superiori) a visite a impianti del territorio (termovalorizzatore del Gerbido o Ecocentri consortili). Per un totale di circa 4.500 studenti coinvolti e 269 attività. Tira le somme Leonardo Di Crescenzo, presidente del Consiglio di Amministrazione di Covar14 : “Il confronto con i 215 appuntamenti del 2016 prova che, anno per anno, cresce la sensibilità degli insegnanti verso questo argomento e le scuole si mettono in gioco per fare la loro parte. La loro collaborazione per la nostra attività è molto importante e proporre loro un’iniziativa che riscuote gradimento è un motivo di orgoglio”.

Come al solito l’offerta didattica è integrata da materiali informativi per gli insegnanti (spreco alimentare e RAEE i temi) e alunni con un opuscolo sul rifiuto organico a 360° (dalla raccolta differenziata al compostaggio, oltre che utili consigli per evitare lo spreco degli alimenti) e con interessanti pieghevoli sempre a tema RAEE e riciclo degli imballaggi.

Fonte (testo e foto): Achab Group

 

‘RAEEvolution’, premiate a Bari le scuole vincitrici della gara cittadina sulla raccolta dei Raee

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A vincere il concorso è risultata la scuola primaria “C. Collodi” che ha raccolto ben 180 chili di rifiuti elettrici ed elettronici, a seguire la scuola primaria “C. Perone” e la scuola secondaria di secondo grado “Panetti” .

Sono state premiate questa mattina, mercoledì 15 marzo, presso l’Auditorium della scuola Levi, in via Babudri, al quartiere Libertà, alla presenza dell’assessora alle Politiche educative e giovanili Paola Romano, del consigliere Giuseppe Cascella e della consigliera incaricata per le Politiche di supporto alle attività culturali nelle scuole dell’obbligo Rosa Grazioso, si terrà la cerimonia di premiazione del concorso “RAEEvolution” che si è concluso nello scorso mese di dicembre.387190_3

Il progetto “RAEEvolutioninvitava tutte le scuole cittadine a raccogliere presso le proprie strutture, in appositi bidoni color amaranto, il materiale RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Una vera e propria gara di buoni comportamenti indetta da Amiu Puglia (Consorzio RAEE) in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Bari e con l’Ufficio Scolastico Regionale. Tra le varie scuole è nata una vera e propria competizione che attraverso il coinvolgimento degli studenti ha voluto stimolare la sensibilità delle famiglie con l’obiettivo di aumentare la percentuale di raccolta differenziata sul territorio cittadino. A vincere il concorso è risultata la scuola primaria “C. Collodi” che ha raccolto ben 180 chili di rifiuti elettrici ed elettronici, a seguire la scuola primaria “C. Perone” e la scuola secondaria di secondo grado “Panetti”. Nel corso della cerimonia il presidente dell’Amiu Puglia, Gianfranco Grandaliano consegnerà alla scuola vincitrice del concorso un videoproiettore.

Si fa presentecome scrive l’Istituto Comprensivo Perone Levi sul suo sitoche sono state scelte le scuole perché sono luoghi di prossimità dove chiunque può differenziare questa tipologia di rifiuto e che il riciclo di questi prodotti è fondamentale per diversi motivi: innanzitutto perché contribuisce a ridurre le emissioni di CO2 in quanto vengono eliminati in modo sicuro i gas serra e altre sostanze nocive, poi per il risparmio di energia e per il recupero di materie prime, come l’alluminio, il vetro, il rame o la plastica, che in questo modo si possono riutilizzare. Inoltre, questa rappresenta una delle tante possibilità di abituare i ragazzi a svolgere il loro dovere di cittadinanza”.

Foto via Amiu Puglia e IC Perone Levi

Fonte: ecodallecitta.it

Bari: rumore in città oltre le soglie di legge, situazione più critica nei pressi delle scuole

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Treno Verde di Legambiente: “Occorre ripensare il modo di vivere le nostre città: le auto continuano a farla da padrona. Serve una riorganizzazione e progettazione della mobilità in favore del trasporto pubblico locale”

L’inquinamento acustico a Bari raggiunge livelli ben al di sopra di quelli consentiti dalla legge: sembra un problema marginale ma l’eccessivo rumore ha conseguenze dirette sul benessere e sulla qualità della vita e sta diventando sempre più una minaccia per la salute pubblica secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Per combattere smog e inquinamento acustico occorre un decisivo cambio di passo nel pensare lo sviluppo di una città: per questo Legambiente lancia la sua sfida alle amministrazioni delle città pugliesi per una nuova idea di mobilità che privilegi il trasporto pubblico locale; una mobilità fatta di aree pedonali e zone a traffico 30 per agevolare anche la ciclabilità nelle aree urbane. È questa la richiesta che arriva dal Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane – realizzata con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare – che oggi chiude la sua tappa a Bari, quarta città toccata dal tour 2017. I risultati del monitoraggio sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa da Manuela Cardarelli, portavoce Treno Verde; Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia alla presenza di Domenico Santorsola, assessore all’Ambiente Regione Puglia; Pietro Petruzzelli, assessore all’Ambiente Comune di Bari; Vito Bruno, presidente Arpa Puglia e Mariella Polla, direttore Divisione Trasporto regionale Trenitalia Puglia.387143_2

“Come ogni anno il Treno Verde segue un programma di monitoraggio della qualità dell’aria nelle città italiane per ribadire la necessità che questa diventi una priorità di governo, a scala locale, regionale e nazionale, altrimenti continueremo a condannare i cittadini italiani a respirare aria inquinata – Manuela Cardarelli, portavoce Treno Verde -. Le soluzioni ci sono, occorrono la volontà politica e gli strumenti per metterle in campo. Occorre uscire dalla logica dell’emergenza e garantire un diverso modo di pianificare gli spazi nelle aree urbane, oltre a investimenti nella riqualificazione e nell’innovazione nell’edilizia e nel riscaldamento, sistemi di mobilità innovativi e investimenti sul verde urbano. Anche qui in Puglia il trasporto privato continua ad essere anche qui la modalità più diffusa per muoversi verso le città e al loro interno. Solo invertendo questa tendenza e garantendo un trasporto pubblico efficace e competitivo si possono restituire ai cittadini una migliore qualità dell’aria e della vita”.

Le città sono il centro della sfida climatica in tutto il mondo, perché è nelle aree urbane che si produce la quota più rilevante di emissioni. Per questo è indispensabile ripartire dai centri urbani avviando ripensando al sistema della mobilità, facendo scelte innovative per farle uscire dall’immobilismo attuale in cui si trovano e affrontare i problemi legati all’inquinamento ambientale e alla vivibilità quotidiana. “Sebbene quello del Treno Verde sia un monitoraggio puntuale, una fotografia momentanea, ci preoccupano le soglie di rumore raggiunte nella città di Bari, oltre i valori di legge consentiti, ecco perché chiediamo che nel capoluogo pugliese venga approvato un piano di zonizzazione acustica, obbligatorio per legge ormai da anni – dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia -. Nonostante negli ultimi anni non siano mancate le buone pratiche sul fronte della mobilità sostenibile, utili a ridurre i livelli di inquinamento atmosferico e a migliorare la qualità dell’aria in città, come i parcheggi di scambio, la tariffazione concentrica, e in ultimo la velostazione di Bari, resta ancora poco il verde urbano fruibile, e risultano assenti le zone 30 che favoriscono spostamenti sicuri a piedi e in bici. Per ridurre non di poco l’inquinamento acustico e atmosferico in città sarebbe opportuno potenziare e rendere più efficiente il trasporto pubblico locale che continua a perdere passeggeri. Le politiche urbane pesano non poco sulla qualità dell’aria. Di fronte allo smog non servono interventi sporadici ma misure radicali e, talvolta, impopolari per una mobilità verso “zero emissioni”.

Il monitoraggio smart del Treno Verde

Il monitoraggio del Treno Verde – realizzato grazie alla collaborazione con VALORIZZA brand di Studio SMA e Gemmlab, Orion, e con il contributo scientifico della Sapienza, del CNR-IIA e dell’Università IUAV di Venezia e realizzato grazie ad una strumentazione portatile che consente di misurare i valori di inquinanti atmosferici (PM10, PM2,5, PM1) e acustici – non vuole sostituirsi ai controlli eseguiti dagli enti preposti, ma fornire un’istantanea, in termini d’inquinamento atmosferico e rumore, su alcuni percorsi all’interno dei quartieri delle nostre città.387143_3

Nei cinque punti individuati nel capoluogo pugliese sono state eseguite, nelle giornate del 5 e 6 marzo, misurazioni di un’ora di polveri sottili e di rumore (Corso Cavour nei pressi del Liceo scientifico Scacchi, via Vito Fornari all’altezza della scuola Mazzini, Corso Vittorio Emanuele II all’incrocio con via Da Bari, via Argiro nell’area pedonale della città ed infine a Corso Italia altezza via Quintino Sella).

Non essendo dotata la città di Bari di un piano di zonizzazione acustica, le misurazioni del rumore eseguita dai tecnici di Legambiente sono state confrontate con i limiti legislativi appartenenti a classi di destinazione d’uso simili a quelle monitorate: il quadro che emerge mostra come nelle strade di fronte alle due scuole in Corso Cavour e via Fornari, il rumore immesso dalle diverse sorgenti cittadine abbia raggiunto rispettivamente un LAeq (l’unità di misura equivalente per le misurazioni ambientali) di 66,3 db e 62,5db contro i 50db come limite normativo per zone che ricadono nella prima classe (aree particolarmente protette come, appunto, le scuole). Male anche gli altri punti dove il LAeq ha raggiunto i 71,6db in corso Vittorio Emanuele II (contro un limite di 65db), 61,8db nell’area pedonale di via Argiro (che rientrerebbe in una III classe di aree di tipo misto con un limite di 60db), e 71,2db in Corso Italia (limite previsto 65db).

Bassi i valori di polveri sottili registrati nelle misurazioni di un’ora eseguite in alcuni punti strategici della città e nelle misurazioni di 10 minuti eseguite nelle vie secondarie.

Novità di quest’anno è la misurazione dell’inquinamento indoor con l’analisi di alcuni inquinanti che determinano la buona o la cattiva qualità dell’aria in un ambiente chiuso, come a scuola, a casa, al lavoro. A Bari il monitoraggio è stato eseguito nell’Istituto comprensivo “San Giovanni Bosco – Melo da Bari”, presso il plesso Guglielmo Marconi. L’inquinamento indoor – un problema oggi troppo spesso sottovalutato – è riconducibile sia ad una serie di sorgenti (pitture, lacche, pesticidi, prodotti per la pulizia, materiali di costruzione, materiali per uffici come adesivi, marcatori, stampanti, fotocopiatrici) che alle caratteristiche di ventilazione, delle attività e delle abitudini di chi vive o lavora negli ambienti chiusi. Per esigenze di risparmio energetico, inoltre, si tende a sigillare gli ambienti che, di conseguenza, tendono ad arricchirsi di composti inquinanti emessi da materiali, persone e prodotti. Il monitoraggio svolto dai tecnici di Legambiente, col supporto dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR, è stato eseguito campionando nei 10 giorni precedenti la tappa del Treno Verde le concentrazione dei composti organici volatili (VOC), un insieme di sostanze che posso essere emesse dai materiali e prodotti precedentemente descritti. I risultati mostrano delle concentrazioni interne agli ambienti monitorati leggermente al di sopra delle concentrazioni esterne, come normalmente si verifica, ma in quantità assolutamente accettabili. “Anche se basse, le concentrazioni alla lunga possono portare all’insorgenza di diverse tipologie di problemi, quindi l’importanza di fare attenzione ai piccoli gesti quotidiani che vanno da una scelta consapevole dei prodotti che si utilizzano ad una costante areazione dei locali, non è mai da sottovalutare”, sottolinea Lucia Paciucci, dell’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR.

Documenti scaricabili:

IL MONITORAGGIO DI SMOG E RUMORE A BARI 5 e 6 marzo 2017 [0,04 MB]

Fonte: ecodallecitta.it

Firmato il contratto per la riqualificazione energetica di 18 edifici dell’area metropolitana di Torino

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Sottoscritto il contratto tra Città metropolitana di Torino e Bosch Energy and Building Solutions Italy srl per la riqualificazione energetica di 18 edifici pubblici, di cui 15 scuole, 1 municipio e 2 palestre. È stato sottoscritto nella sede di corso Inghilterra, il contratto tra Città metropolitana di Torino e Bosch Energy and Building Solutions Italy srl, la ditta vincitrice della prima gara del progetto europeo 2020Together, Programma energia intelligente Europa, per la riqualificazione energetica di 18 edifici pubblici, di cui 15 scuole, 1 municipio e 2 palestre. Il valore complessivo dell’investimento offerto da Bosch per gli interventi sugli edifici ammonta a oltre 2,9 milioni di euro, e garantirà un risparmio energetico medio maggiore del 60% rispetto ai consumi attuali. La Città metropolitana di Torino, con il supporto degli altri partner, Regione Piemonte, Città di Torino e Environment Park, ha svolto con successo le funzioni di stazione appaltante per conto dei Comuni di Bruino, None, Orbassano, Piossasco e Volvera, aiutando le amministrazioni locali a ottenere importanti economie di scala e la massa critica di investimenti necessaria per ottenere migliori condizioni contrattuali. Saranno ora direttamente i Comuni a sottoscrivere i contratti con la Energy Service Company (ESCo) aggiudicataria, vale a dire con Bosch, beneficiando da subito in media di un risparmio economico dell’11,53% all’anno, rispetto a quanto speso fino ad oggi per il pagamento delle bollette energetiche. Terminato il periodo di concessione a Bosch, la spesa storica subirà una ulteriore decisa riduzione. Per quanto riguarda gli interventi proposti, in ben 15 casi verrà, infatti realizzato un intervento strutturale con isolamento termico delle pareti esterne e dei tetti degli edifici; in altri casi sarà effettuata anche la sostituzione degli infissi e l’installazione di impianti fotovoltaici abbinati a pompe di calore, oltre alla revisione di tutte le centrali termiche. Due edifici saranno certificati a energia quasi zero (nearly energy zero building), anticipando l’obiettivo di efficienza energetica previsto dalla normativa per gli edifici pubblici a partire dal 2018. Ricordiamo che il bando di gara del progetto 2020Together ha proposto un’innovativa modalità di finanziamento: una partnership tra amministrazioni pubbliche e ESCo nell’ambito della quale queste ultime realizzano degli interventi di riqualificazione energetica a proprie spese che vengono remunerati nel corso degli anni in funzione del risparmio energetico effettivamente realizzato. Ora, grazie all’individuazione dell’investitore privato le amministrazioni comunali potranno avviare quegli importanti interventi sui loro edifici che diversamente non si sarebbero potuti realizzare a causa della limitata capacità di spesa. Il progetto, prosegue il suo percorso con l’obiettivo di attivare altre due gare: una sull’illuminazione pubblica (oltre 3.000 punti luce in 6 comuni), e un’altra sempre sugli edifici (30 edifici in 13 Comuni).

Fonte: ecodallecitta.it