Torna “Riciclo Aperto”: 96 impianti della filiera del riciclo aprono le porte

L’evento promosso da COMIECO coinvolge cartiere, aziende cartotecniche e piattaforme su tutto il territorio nazionale: dall’11 al 13 aprile porte aperte per capire come funziona “il ciclo del riciclo” e l’importanza di una raccolta differenziata di qualità

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Cosa succede a giornali, scatole, sacchetti, imballaggi di carta e cartone che buttiamo nel cassonetto della raccolta differenziata? In che modo vengono riciclati e riportati a nuova vita? E’ possibile scoprirlo dall’11 al 13 aprile alla nuova edizione di Riciclo Aperto, l’evento organizzato da Comieco – Consorzio Nazionale per il Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica – in collaborazione con Assocarta, Assografici, Federmacero e Unionmaceri e con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, che da 12 anni “apre le porte” della filiera cartaria a cittadini, scuole, istituzioni, media, operatori del settore e a tutti gli interessati. L’edizione 2013 coinvolgerà 96 impianti della filiera del riciclo di carta e cartone – tra piattaforme di selezione del macero, cartiere e cartotecniche – su tutto il territorio nazionale: 35 nelle regioni del Nord, 15 in quelle del Centro e 46 nel Sud. La filiera della produzione e del riciclo della carta rappresenta un comparto strategico per l’industria del nostro Paese, con oltre 4.000 imprese e una produzione di oltre 4,5 milioni di tonnellate di imballaggi immessi al consumo. Nel 2011, il settore nazionale dell’imballaggio ha rappresentato il 3,3% circa del fatturato dell’industria manifatturiera e l’1,8% del PIL” ha dichiarato Ignazio Capuano, Presidente Comieco. “La carta da macero rappresenta oltre il 54% della materia prima utilizzata in Italia per la produzione di carta e cartone, a testimonianza dell’efficacia delle operazioni di raccolta e riciclo. Sul fronte dell’impatto ambientale l’industria ha fatto significativi passi avanti, dall’alleggerimento dei materiali perseguito dai produttori di carta e cartone ai progressi nei consumi idrici ed energetici. L’impiego di acqua nel processo produttivo per il 90% è oggi acqua di riciclo e negli ultimi trent’anni sono stati dimezzati i quantitativi impiegati. Il settore produce più della metà dell’energia elettrica di cui necessita, e, grazie all’impiego combinato nel proprio processo di energia elettrica e termica, ottiene i più elevati livelli di efficienza energetica, contribuendo fattivamente alla limitazione delle emissioni di gas responsabili dell’effetto serra.”
Dalla prima edizione del 2000, Riciclo Aperto ha totalizzato oltre 350 mila visitatori. La raccolta differenziata di carta e cartone permette ogni anno il risparmio di oltre 10 milioni di tonnellate di CO2 nell’atmosfera che equivalgono al blocco totale del traffico su strada in Italia per 6 giorni e 6 notti. Grazie al riciclo di carta e cartone, inoltre, in 12 anni si è evitata la costruzione di circa 250 discariche sul territorio. Per quanto riguarda il tasso di recupero e il riciclo, l’Italia rappresenta un’eccellenza: nel 2011, abbiamo sfiorato infatti l’88%. Ciò significa, in pratica, che in Italia 9 imballaggi su 10 sono stati recuperati e riciclati, posizionando il nostro Paese ai vertici della classifica europea.
Considerando vari aspetti come l’occupazione e l’indotto legati al settore, il valore della materia prima generata dal riciclo e i mancati costi di smaltimento, si calcola che il riciclo di carta e cartone in Italia abbia portato, dal 1999 a oggi, benefici economici pari a circa 4 miliardi di euro.

Fonte: eco dalle città

 

Sacchetti, il Ministero dell’Ambiente: “Per l’entrata in vigore del decreto si attende Bruxelles”

Il ministero dell’Ambiente: “L’articolo 6 del decreto prevede che il decreto stesso entri in vigore solo a seguito della conclusione, con esito favorevole, della procedura di comunicazione al parlamento europeo. Se non ci sono osservazioni della Commissione, potrà entrare in vigore dopo 3 mesi il 13 giugno”

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Alla richiesta di chiarimenti sull’entrata in vigore del decreto ministeriale Passera-Clini che regolerà la commercializzazione dei sacchetti, gli uffici del Ministro Clini rispondono con il testo dell’articolo 6 del decreto stesso: “Il presente decreto è sottoposto a procedura di comunicazione ai sensi della direttiva 98/34/ce del parlamento europeo e del consiglio ed entra in vigore solo a seguito della conclusione, con esito favorevole, della procedura stessa”.
“E’ stato notificato a Bruxelles il 12 marzo – aggiungono – quindi se non ci sono osservazioni della commissione potrà entrare in vigore dopo 3 mesi il 13 giugno, se però la commissione fa un parere motivato devono passare altri 3 mesi”.
Nessuna pubblicazione imminente in Gazzetta dunque, diversamente da quanto annunciato in precedenza.

Fonte: eco dalle città

 

Sacchetti, CNA: “il Decreto non è ancora operativo”. Ciafani: “Schermaglie finali”

La Confederazione Nazionale Artigianato: “Il decreto è un palese ostacolo alla libera circolazione delle merci. L’Europa non si è ancora espressa e il decreto non può essere operativo. Presenteremo denuncia”. Ciafani (Legambiente): “Colpi di coda di una polemica che dura da anni. Certi che il Ministero abbia avuto tutte le garanzie dalla Commissione per agire legittimamente”

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La Confederazione Nazionale Artigianato ha diffuso un comunicato in cui si attacca duramente le esternazioni del Ministro Clini in merito all’entrata in vigore del decreto che darà attuazione al bando dei sacchetti di plastica, dopo anni di polemiche in parlamento. “Il decreto è stato firmato – scrive CNA – senza tenere in alcuna considerazione la riapertura di un dialogo con l’intera filiera delle imprese che in Italia producono sacchi monouso per asporto di merci e senza nemmeno recepire le raccomandazioni e le richieste di modifica al testo che le Commissioni riunite competenti della Camera avevano sollecitato a larga maggioranza in fase di valutazione preventiva dello schema di Decreto”.

“Con questo ennesimo atto di forza – prosegue il comunicato – la potente lobby della bioplastica vorrebbe eliminare definitivamente dal mercato tutti gli shoppers prodotti con materiale diverso da quello compostabile, determinando la chiusura di molte piccole e medie aziende con alcune migliaia di addetti che rendono biodegradabili i polimeri plastici con additivi, sebbene conformi ad altre norme tecniche, anche quando raggiungono livelli elevatissimi di biodegradabilità. Una scelta determinata solo da interessi monopolistici maldestramente mascherati da motivazioni scientifiche ed ambientali, e perdipiù in una fase storica nella quale è semplicemente indecente provocare per via legislativa la perdita anche di un solo posto di lavoro in più”. Oltre ai contenuti del decreto, la CNA contesta le modalità con cui viene attuato. La notifica del decreto è stata ricevuta dalla Commissione Europea il 12 marzo 2013, e la procedura prevede che passino 90 giorni prima che entri in vigore, in modo da consentire a Bruxelles di presentare osservazioni. Il Ministero dell’Ambiente ha annunciato invece l’imminente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (ad oggi non ancora avvenuta) senza attendere i 90 giorni dell’iter. “Diversamente da quanto i sostenitori del decreto affermano in questi giorni la Commissione Europea non si è ancora espressa ufficialmente sul merito del testo e siamo quindi ancora lontani dalla chiusura della procedura d’infrazione avviata a suo tempo in materia nei confronti dello Stato italiano. Da questo punto di vista l’art.6 dice una cosa molto precisa, e cioè che il decreto medesimo diventerà definitivamente operativo solo dalla data di conclusione con esito favorevole della procedura d’informazione ai sensi delle Direttive europee competenti, sul quale la Commissione Europea ha tempo per esprimersi fino al 13 Giugno“.
La Confederazione annuncia battaglia legale: “CNA Nazionale è in procinto di presentare in merito alla Commissione Europea una formale denuncia riguardante inadempimenti al diritto comunitario, con riferimento al divieto imposto agli Stati membri di ostacolare l’immissione sul mercato di imballaggi conformi ai requisiti essenziali previsti dalla Direttiva UE 94/62 e di condizionarne la commerciabilità alla conformità con norme tecniche armonizzate di natura non cogente, determinando in tal modo un palese ostacolo alla concorrenza e alla libera circolazione delle merci”.
Abbiamo chiesto un commento a Stefano Ciafani, Vicepresidente nazionale di Legambiente, fermo sostenitore della necessità del bando. “Siamo davanti alle schermaglie finali di una polemica che dura ormai da troppi anni. Possiamo dire che siamo finalmente arrivati alla conclusione”. Ciafani, intervenuto in mattinata su Radio Articolo 1  per commentare il decreto, non ha dubbi sull’efficacia del provvedimento: “E’ una norma all’avanguardia a livello internazionale e di questo siamo orgogliosi, avendola sempre difesa con i denti. Con la firma del decreto interministeriale siamo arrivati ad una svolta fondamentale: le multe, che entreranno in vigore tra 60 giorni. (NdR: 60 gg dalla pubblicazione in G.U.) Senza le sanzioni il decreto era monco, ma ora si è aggiunto l’ultimo tassello del puzzle. Ora le regole sono chiare: l’usa e getta è consentito solo se realizzato in materiale compostabile, in modo da non danneggiare la raccolta dell’umido, e vengono esclusi dal commercio i sacchi che non rispettano questo principio. Quindi niente additivi e polverine magiche. Per noi l’aspetto più interessante del bando è che grazie a questo gli Italiani hanno ricominciato ad usare la sporta, come si faceva tranquillamente fino a qualche generazione fa. Non è vero che i sacchi in plastica non si potranno più utilizzare: basta che siano sufficientemente spessi da renderli davvero riutilizzabili, e che contengano una percentuale di plastica riciclata al loro interno”. In merito all’iter procedurale del decreto, il Vicepresidente ha commentato “Sono certo che Clini abbia avuto tutte le garanzie affinché l’atto non fosse viziato da illegittimità”.

Fonte: Eco dalle città