Racconti on the road di un viaggio… nel Piemonte che Cambia

Ci sono storie che ci fanno divertire, altre che ci incuriosiscono, oppure che ci emozionano. Ci sono storie che raccontano pezzi di vita delle persone, di comunità e di interi territori. Proprio da questi racconti parte il nostro tour nel Piemonte che Cambia, per far emergere quelle realtà virtuose che ci circondano e per testimoniare il vero motore di un cambiamento in atto intorno a noi tutti i giorni. E’ strana la sensazione che si prova il giorno prima di un viaggio. E’ quel mix perfetto di adrenalina e desiderio di conoscenza, di attesa mista al brivido dello sconosciuto, dell’inesplorato. Una sensazione che, in un insieme di sentimenti contrastanti, non si può che vivere appieno, perché essi stessi sono parte integrante di un viaggio che è già iniziato. Paolo ed io partiamo alla scoperta del Piemonte che Cambia, alla ricerca delle realtà e dei progetti virtuosi di coloro che hanno intrapreso un percorso di cambiamento. Sono storie di coraggio, racconti di vita di chi ha deciso di oltrepassare i propri limiti, creando la propria storia giorno per giorno.
Riempiamo lo zaino di entusiasmo e curiosità: i nostri bagagli sono al completo! E sotto un cielo assolato di giugno che ci accompagna sul nostro percorso, ci dirigiamo verso tante nuove avventure.

Le prime tappe del viaggio ci portano a Torino, dove incontriamo Tiziana che ci accoglie calorosamente all’interno della scuola parentale biocentrica che ha fondato dieci anni fa insieme ad educatori e genitori. Il progetto si chiama “La Vita al Centro” e rappresenta un luogo che, proprio come testimoniato dal nome, pone al centro il bambino e la sua crescita.

Ci troviamo all’interno del Parco del Nobile, un luogo perfetto dove ci immergiamo nella natura, addentrandoci in tutte le tonalità del verde e lasciando il caos cittadino alle spalle. Saranno le continue risate o il senso di libertà nel guardare i bambini che corrono spensierati tra i prati, che ci fanno venire voglia di tornare piccoli e dopo una mattinata in loro compagnia quasi ci dimentichiamo di dover proseguire il nostro viaggio.

La successiva tappa è il laboratorio di Monica e Clarien, che insieme vogliono lasciare un’impronta di cambiamento verso un mondo più sostenibile. Appena entrati ci colpisce il dolce profumo di miele che avvolge l’ambiente e scopriamo presto il perché. “Beeopak” è un progetto di packaging naturale da loro creato per essere usato come sostituto della plastica nell’uso quotidiano. Nello specifico è pensato per avvolgere gli alimenti ed è realizzato con ingredienti biologici del nostro territorio piemontese quali cera d’api, resine ed oli naturali. Monica e Clarien ci raccontano la loro vita, i percorsi che le hanno fatte incontrare e diventare non solo collaboratrici ma amiche da lungo tempo ed insieme hanno deciso di lasciare, nel nostro Paese, una piccola impronta virtuosa che altri potranno seguire. Entusiasti degli incontri precedenti proseguiamo alla volta di Izmade dove incontriamo Alessandro, che a Torino opera nel campo dell’eco-design autoprodotto e che, coi suoi soci, ha dato vita ad “Izlab”, uno spazio di lavoro quale ibridazione tra uno studio di design e un laboratorio artigianale, tra un’officina e uno studio di architettura. Insomma, un luogo dove non mancano creatività, inventiva e fai da te, i cui spazi sono aperti alla comunità e a chiunque abbia bisogno di riparare o realizzare la propria opera. Tra attrezzi e giovani mani che lavorano i più disparati materiali penso alle grandi potenzialità di questo luogo, quale fucina di idee e condivisione.

Il nostro viaggio ci porta da “Off Grid Italia”, associazione che promuove le pratiche del vivere a basso impatto ambientale. “Scollegarsi dalla rete e vivere fuori dagli schemi”, proprio come ci racconta Marco, che incontriamo nuovamente con piacere e che come sempre sa trasmettere il suo entusiasmo e la sua forza al servizio del cambiamento.  Insieme ci confrontiamo sull’importanza di costruire una rete di persone pronte ad unirsi per rendere realtà il sogno comune di un mondo più sostenibile e improntato alla circolarità.  All’interno degli spazi dell’Associazione, dove la comunità di giovani, appassionati, studenti, si incontra ogni giorno per realizzare nuovi progetti di riuso e riciclo, si respira proprio questo: pensieri, capacità, ambizioni e nuove conoscenze. Successivamente ci rechiamo da Laura e Marilù, due giovani ed intraprendenti ragazze che ci raccontano la bella storia di imprenditoria e innovazione sociale di “Impact Hub Torino“, che fa parte del più grande network al mondo di spazi di coworking, eventi ed accelerazione per startup e iniziative. Mi accorgo come, intorno a me, tutto è condiviso: dalla cucina, alle postazioni per lavorare. Ci troviamo in un ambiente dove le varie professionalità possono incontrarsi per creare nuovi progetti e nuove reti di imprenditoria, oltre che far emergere le potenzialità e le capacità di tanti giovani che insieme rappresentano il vero motore di una trasformazione dal basso.

Continuiamo il nostro viaggio giungendo a Novara ed in particolare nel quartiere periferico di Sant’Agabio, ai limiti della zona industriale della città. In quest’area vive una comunità coraggiosa, proprio come testimoniato dalla storia di Franco e Stefania, che, per sopperire all’abbandono e allo stato crescente di degrado e povertà, stanno concretizzando il sogno di creare un “quartiere resiliente”, grazie all’azione collettiva degli abitanti e di diverse associazioni ed enti, che si sono uniti per dare vita ad un obiettivo comune: consumare meno energia, autoprodurre cibo collettivamente, coinvolgere le diverse culture e produrre meno rifiuti. “Sant’Agabio Resiliente” vuole essere il quartiere che rinasce mostrando la capacità dei singoli abitanti di generare insieme un cambiamento.

Dopo un’ora di viaggio arriviamo ad Arona, dove ci incamminiamo verso il “Circolo Wood”. Qui incontriamo Barbara e Federico ed il loro amore per questo progetto, che ci sanno trasmettere con forza e passione.
Il circolo Wood, con il suo Ristorante Solidale che offre pasti caldi ai senzatetto, attività ed incontri per tutte le età, nasce con la volontà di ricostruire legami sociali e favorire l’inclusione tra persone appartenenti a mondi diversi.
Cresce con l’impegno di persone ed associazioni presenti sul territorio che in questi anni hanno contribuito alla vita del Circolo con le loro idee, proposte ed attività, facendo nascere un “luogo di incontri, spesso inusuali, un luogo del fare, un luogo dello “stare”, o meglio, “dello “stare con”.

Giungiamo in seguito ad Alessandria. E’ tardi e siamo un po’ stanchi della giornata trascorsa ma sappiamo che il viaggio fin qui ne varrà la pena, perché ci aspetta una storia unica nel suo genere. Gianluca Pagella, in arte “Gianggiusta“, vive da sempre ad Alessandria e, con la sua inseparabile cargo bike, ci racconta la sua storia di trasformazione da imprenditore nell’ambito dell’automotive ad aggiustatutto in bicicletta. Un racconto di vita che fa riflettere, commuovere e allo stesso tempo divertire, grazie alla capacità di Gianluca di farci immergere in una storia vivendola insieme a lui. L’ultima tappa del nostro viaggio ci porta a nord in provincia di Verbania. Siamo arrivati qui, quasi al confine con la Svizzera, per far conoscere quelle storie virtuose che descrivono l’indissolubile legame tra le persone e i territori in cui vivono, proprio come ci raccontano le esperienze di ripopolamento di borghi che veniamo presto a scoprire. Ne è esempio la comunità buddista che da anni, nella frazione di Albagnano, ha contribuito, a partire dalla realizzazione del centro buddista dal nome”Albagnano Healing Meditation Centre” alla rivitalizzazione di un villaggio ormai abbandonato, creando un luogo di incontro per le persone provenienti da tutto il mondo, per riavvicinarsi alla natura e condividere un senso di comunità basato su uno stile di vita semplice; oppure la storia di Maurizio e Paola che vivono nel borgo di Ghesc, un piccolo villaggio di otto edifici, abbandonato da decenni e che, grazie a loro, è diventato centro delle attività e delle ricerche sull’architettura tradizionale e sull’uso di materiali sostenibili che coinvolge giovani provenienti da tutto il mondo per riscoprire l’utilizzo di queste pratiche.

Torniamo infine dalla provincia di Verbania ripercorrendo i paesaggi più suggestivi di questo viaggio. Mi trovo ad osservare le distese di alberi che veloci sfrecciano al di là del finestrino e con il naso all’insù, ad ammirare alcune vette ancora innevate. La stanchezza si fa sentire, ma questa volta è accompagnata da una sensazione di leggerezza.
Ripenso a tutte le incredibili storie di coraggio e trasformazione che mi sono state raccontate in questi giorni e che testimoniano un cambiamento reale, in atto proprio intorno a noi, fatto del sudore e dell’ottimismo di persone che in modi diversi, in contesti territoriali differenti stanno contribuendo con passione ad un obiettivo comune, alla ricerca di un mondo migliore. Penso a ciò e non posso negare il grande insegnamento di vita che ognuna di queste persone mi ha regalato, condividendo, con le sue parole e il suo calore, un pezzetto della sua storia. Sono grata di tutto questo e torno a casa con un grande bagaglio, che mi fa sorridere, ricordandomi che da un viaggio non si torna mai uguali a quando si è partiti. Fonte: http://piemonte.checambia.org/articolo/racconti-on-the-road-viaggio-nel-piemonte-che-cambia/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Cibo buttato nei ristoranti: parte a Milano il progetto Ristorante Solidale

“Ristorante Solidale” nasce per destinare ai bisognosi le eccedenze alimentari provenienti dai ristoranti. Un’iniziativa del Comune di Milano, con Caritas Ambrosiana, i ristoranti affiliati a Just Eat e Pony Zero

E’ partita da Milano mercoledì la prima consegna di “Ristorante Solidale”, l’iniziativa patrocinata dal Comune di Milano, nata grazie alla collaborazione tra Just Eat, Caritas Ambrosiana e Pony Zero, per la consegna a domicilio di pasti caldi alle persone in difficoltà. Hanno presentato l’iniziativa a Palazzo Marino l’assessora alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio Cristina Tajani, con Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana, Daniele Contini, Country Manager di Just eat in Italia e Marco Actis fondatore di Pony Zero.

“Grazie a iniziative come questa, che vedono coinvolti i principali soggetti impegnati nel settore della somministrazione, Milano conferma la sua volontà di proseguire, dopo la positiva esperienza di Expo, nel percorso di incentivazione e promozione della lotta allo spreco alimentare con un occhio sempre attento alle persone in difficoltà”. Così l’assessora alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio Cristina Tajani.

Il progetto “Ristorante Solidale” nasce dalla volontà di fare qualcosa di concreto nell’ambito delle necessità alimentari e di nutrizione per chi è in difficoltà e di mettere in connessione chi cucina con chi ne ha più bisogno, valorizzando il cibo e le eccedenze provenienti dai ristoranti. Sono stati 38 i pasti preparati mercoledì dai primi 10 ristoranti aderenti all’iniziativa e destinati a ciascun ospite delle 3 comunità di accoglienza scelte a Milano: “Pani e Peschi”, una casa per gli adolescenti milanesi che soffrono di disagi psichici – “Casa alloggio Centro Teresa Gabrieli”, casa accoglienza per pazienti affetti da HIV – “La Locomotiva”, comunità a dimensione familiare per minori. Immagine

Siamo ben lieti di accogliere questa iniziativa che ci consente di implementare ulteriormente la filiera per il recupero del cibo a fini di solidarietà, che abbiamo cominciato a realizzare in occasione di Expo Milano 2015, sollecitati dalla riflessione sull’ecologia integrale contenuta nella Laudato si’ di Papa Francesco. Da quell’esperienza era nato, da un’idea di Massimo Bottura e Davide Rampello, il Refettorio Ambrosiano e collegato ad esso una rete di mense, luoghi di accoglienza, empori che ridistribuiscono direttamente a chi ne ha bisogno le eccedenze alimentari prodotte nel territorio della diocesi milanese”, ha dichiarato Luciano Gualzetti, Direttore di Caritas ambrosiana. La tappa di Milano è la prima di un percorso che dovrebbe coinvolgere altre città, come Torino e Roma. Partner del progetto è la catena di consegna pasti a domicilio Just Eat, rappresentata mercoledì da Daniele Contini, Country Manager in Italia, che raggruppa numerosi ristoranti. Da una loro indagine, condotta su un campione di 500 ristoranti affilati a Just eat, è emerso che l’83% dei ristoranti ritiene lo spreco alimentare un tema importante e che il 77% dichiara di poter contribuire attivamente. Dai dati emerge inoltre che il 24% dei ristoranti butta via cibo ogni giorno, il 26% più di una volta alla settimana e il 50% una volta alla settimana; un trend negativo che evidenzia la necessità di sviluppare progetti e azioni concrete a supporto di una nuova cultura a contrasto dello spreco alimentare. Ancora scarsa, secondo il sondaggio di Just Eat, l’introduzione di misure per ridurre il fenomeno; la family bag è stata adottata solo dal 10% dei ristoranti oggetti dell’indagine, nonostante il 53% dei clienti la richieda; l’ottimizzazione della spesa dal 68% e la promozione di donazioni di pasti ai bisognosi dal 20%. In questo scenario l’iniziativa Ristorante Solidale è stata già positivamente accolta dai ristoranti, il 55% avrebbe infatti piacere ad aderire per contribuire a limitare gli sprechi e beneficiare delle agevolazioni previste dalla nuova normativa antispreco. L’87% dichiara di non sapere dell’esistenza di agevolazioni fiscali per chi è attivo nel limitare gli sprechi alimentari, infine il 35% degli intervistati si dichiara disponibile a ricevere maggiori informazioni sull’argomento; segno di una nuova sensibilità alla lotta agli sprechi. Tutte le informazioni sull’iniziativa, le modalità di adesione e le città attive, sono disponibili sul sito www.ristorantesolidale.it.

Fonte: ecodallecitta.it

Il primo ristorante solidale a 1 Euro

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A Settembre nascerà a Milano il primo ristorante solidale a 1 euro il “Ruben“. Di che cosa si tratta? E’ una sorta di ristorante solidale creato dall’ex presidente dell’Inter Ernesto Pellegrini, il quale realizza uno dei sogni della sua vita, un modo per ringraziare dell’estrema fortuna ricevuta. Ernesto Pellegrini si è costruito, partendo dal basso e facendo fortuna nel mondo della ristorazione, l’idea del nome “Ruben” deriva dalla memoria di un contadino morto di stenti 50 anni fa a cui lo stesso Pellegrini era affezionato. Il ristorante avrà 500 posti coperti e si dividerà in due turni dal lunedì al sabato, dove i più bisognosi potranno mangiare un pasto completo con 1 euro di spesa. I clienti potranno usufruirne per un massimo di due mesi e saranno invitati da parrocchie, associazioni di volontariato o centri di ascolto.  I potenziali clienti potranno essere persone con consistenti debiti, persone che hanno perso il lavoro, papà separati, ex carcerati, profughi e anche parenti dei malati in trasferta.

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“Ruben” aprirà in via Gonin 52, un’idea veramente altruista, creata da un uomo che vuole dare la possibilità a delle persone di riscattarsi nella vita, un aiuto concreto a tutti quelle persone che non hanno avuto la stessa sua fortuna nella vita. Pellegrini aggiunge:” è un modo per ringraziare il buon Dio del tanto che ho avuto dalla vita. E ho voluto farlo partendo da quello che so fare meglio: ristorare le persone. Ruben ha lavorato per tre generazioni nella mia famiglia… Ruben non sono riuscito ad aiutarlo. Oggi però vorrei aiutare qualcuno dei tanti Ruben che vivono il loro momento di difficoltà e di disagio. Io ho sempre conservato nel mio cuore il ricordo di quell’uomo buono e lavoratore”.  Un’iniziativa innovativa che sarà possibile, dunque, grazie al vero volontariato italiano, alle associazioni cattoliche e non che vogliono aiutare il prossimo, alla volontà di un imprenditore che dimostra il vero significato dell’aiutare il prossimo.

Fonte: ambientebio.it/