Food Coop: il docu-film che cambia il modo di vendere e comprare

Come si può risparmiare gestendo in prima persona, con modalità cooperative nel significato vero del termine, il reperimento, la vendita e l’acquisto dei prodotti? In un certo senso si riscoprono valori distorti nel tempo: è quanto ci racconta Food Coop il docu-film di Thomas Boothe.foodcoop

Nel 1973 a New York nasce un supermercato, il Park Slope Food Coop, gestito totalmente dai clienti-soci, impegnati in prima persona nel lavoro di organizzazione e di sviluppo del progetto. I soci, cioè, sono anche impiegati come magazzinieri, operai, contabili, commessi, con un tot di 3 ore mensili che devono obbligatoriamente prestare all’interno del negozio. Si tratta di una vera e propria rivoluzione e i vantaggi sono molteplici: minori costi e, di conseguenza, prezzi più bassi, qualità dei prodotti maggiormente garantita, tracciabilità e trasparenza dal produttore al cliente finale, maggiore equità per i fornitori. Al momento, il punto vendita di Brooklyn coinvolge migliaia di soci cui è affidata la maggior parte del lavoro ma vi sono anche impiegati regolarmente stipendiati dalla cooperativa. La quota annuale per essere soci è di circa 100 euro e viene reinvestita nel progetto stesso. Thomas Boothe, regista del film Food Coop, ci racconta con il suo lavoro dettagliatissimo questa esperienza che sta ormai ispirando molti paesi anche in Europa. Egli stesso ha ripetuto l’esperienza di Brooklyn creando, dopo il film, un supermercato cooperativo a Parigi, dove vive. Boothe incontra le persone, una per una, parla con loro, ci fa la spesa insieme e le segue poi nel loro viaggio verso casa. Alcune volte si tratta di viaggi lunghissimi, da un capo all’altro della città, con i mezzi pubblici e a piedi, magari a sera tardi e dopo una giornata di lavoro. E’ come se la dimensione personale fosse il vero focus di questo film e l’esistenza del supermercato solo il pretesto per il racconto delle vite che ci girano attorno o, meglio, ci entrano dentro. C’è la vita delle coppie che fanno i conti a fine mese e i soldi non bastano ma, scontrini alla mano, con la cooperativa, riescono a risparmiare il 40 per cento rispetto a un normale supermercato. Ci sono i soci che trovano nella coop una nuova dimensione di socialità e ne escono diversi, nuovi, più contenti: riuscire a trovare il cibo che cerchi, discuterne con gli altri, scambiarsi le ricette, essere direttamente responsabili in prima persona di un progetto comune, ti cambia. D’altra parte, sappiamo bene che la dimensione e la natura stessa di un sistema come quello del supermercato non ha al centro la persona ma il prodotto: che deve costare meno possibile a un consumatore veloce, distratto, poco interessato a ciò che mette nel carrello, non importa cosa ci sia dietro in termini di qualità dei prodotti e di costi umani e ambientali. Né importa quanti siano i passaggi del cibo per arrivare sugli scaffali del supermercato, finalmente disponibile ai clienti finali. Soltanto chi ha la possibilità economica, in alcune zone degli Stati Uniti, come viene evidenziato bene nel film, riesce a nutrirsi di cibo fresco e di buona qualità, di verdure e frutta di stagione, di cereali non conservati né trattati. I prodotti industriali la fanno da padrone e in molti quartieri non c’è scelta: o il grande mall o niente. Il film ascolta i soci mentre lavorano tra gli scaffali: insegnanti, registi, artisti, psicologi, operai, coppie che si ritrovano insieme a parlare scaricando la merce. Non ci sono divisioni sociali o differenze tra loro: il desiderio di accedere a un cibo buono, fresco ed equo è qualcosa che accomuna tutti. Si tratta di un modo per prendersi le proprie responsabilità sul cibo che mangiamo senza delegare ad altri le nostre scelte e fornendo alla cooperativa, senza barare, il proprio tempo con regole ed orari da rispettare, pena l’esclusione dal progetto. Si tratta di iniziare a immaginare un modello nuovo, pur con tutte le difficoltà, imperfezioni o contraddizioni legate all’idea stessa di supermercato. Un modello che recuperi la persona e le sue necessità. Ne parliamo con Giovanni Notarangelo, tra i responsabili del progetto, che ci dice che la strada è ancora in salita ma che i soci cominciano ad arrivare, almeno formalmente. Si prevede di riuscire a partire nel 2018 anche se, dice, è necessario fare le cose con calma perché il progetto poggi e si sviluppi su basi solide.

Quante persone al momento hanno aderito al progetto per l’ emporio di comunità?

Al momento la cooperativa deve essere ancora costituita ma lo statuto è stato definito e abbiamo raccolto circa 200 adesioni ma ne stanno arrivando altre. C’è riscontro e molte persone si dicono pronte a partecipare. Il film ci sta aiutando a far conoscere il progetto e c’è entusiasmo e interesse.

Cosa c’è al centro del progetto?

L’obiettivo principale non è il prezzo più basso come molti pensano ma, piuttosto, vogliamo valorizzare il fatto che intorno a questa iniziativa possono nascere molti aspetti positivi di socialità e percorsi possibili per le persone. Si può immaginare un nuovo protagonismo per il cittadino.

Che numero di soci vi siete prefissi di raggiungere? E con quale quota?

Tra i 300 e i 500 soci per iniziare. La quota non è fissa ma una tantum e l’abbiamo fissata, per iniziare a minimo 125 euro, lasciando la possibilità a chi può versare di più. I soci dovranno essere persone attive e non semplici simpatizzanti del progetto.

Riguardo agli spazi?

Ci servirà uno spazio piuttosto grande di almeno 200 metri quadri e questo significa, volendo affittare uno spazio da privati, fare un passo impegnativo. Un’altra idea può essere quella di iniziare in un posto anche più piccolo e poi ingrandirci in seguito. Al momento ci stiamo lavorando e stiamo cercando spazi anche non commerciali, in comodato d’uso o con un affitto calmierato. Stiamo inziando a lavorare anche sui prodotti e i produttori ma anche alle iniziative extra legate alla cultura e la socialità dei cittadini.  Non solo, quindi,  consumo ma le persone al centro della cooperativa.

 Guarda il trailer

Fonte: ilcambiamento.it

Energia: l’alleanza per risparmiare e non inquinare

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Sono quasi duemila i cittadini e le organizzazioni che dall’1 giugno potranno acquistare l’energia da ènostra o avvalersi dei servizi tecnici di Retenergie per l’autoproduzione  e l’efficienza energetica. Grazie a una convenzione tra le due cooperative energetiche i rispettivi soci avranno ora pari trattamento: fine della doppia adesione dunque, mentre si lavora all’ipotesi di fusione.

“Dalla costituzione di ènostra, che ci ha visto tra i soci fondatori, abbiamo capito che era a portata di mano l’obiettivo statutario di Retenergie di produrre e consumare la propria energia, obiettivo oggi condiviso dai Soci di entrambe le cooperative” dichiara con soddisfazione Giovanni Bert, socio numero uno della cooperativa e nuovo presidente del CdA di Retenergie.

L’annuncio è stato fatto nel corso dell’Assemblea annuale dei Soci, che si è tenuta a Firenze il 20 maggio 2017, dove Marco Mariano, storico presidente di Retenergie, ha passato il testimone. “La possibilità di chiudere il cerchio tra produzione e consumo in questo momento vede una sua concreta possibilità nella collaborazione con ènostra – ha detto – e sulla fattibilità di  questa ipotesi si sta concentrando un notevole sforzo da parte dei gruppi di lavoro delle rispettive cooperative”.

Il CdA e i Soci hanno ringraziato Marco Mariano, che rimane nel Consiglio di Amministrazione, per l’insostituibile impegno profuso negli oltre otto anni di vita di Retenergie. Avvicendamenti anche tra i consiglieri, con l’ingresso di nuove figure dotate di  specifiche competenze tecniche e strategiche.

“Essere produttori e consumatori di energia rinnovabile e cooperativa è ancora più facile. La partnership tra ènostra e Retenergie è una nuova opportunità: auspichiamo che ciò possa rendere più agevole per tutti i Soci chiudere il ciclo di produzione, consumo e risparmio della propria energia. È un ulteriore passo avanti: non sarà l’ultimo”. È unanime la soddisfazione del CdA per questo nuovo traguardo e punto di partenza, accolto con entusiasmo dai soci presenti all’assemblea di Firenze.

Chiudere il ciclo significa disporre di energia autoprodotta in quantità sufficiente a coprire il fabbisogno dei Soci di entrambe le cooperative. Sono 246 gli ulteriori KWp di cui dispone Retenergie dopo l’acquisizione dei due impianti denominati “Bevagna” (198,675 kWp) e ”Cantalupo” (47,25 kWp) ubicati in Umbria, nel comune di Bevagna (PG). L’energia prodotta, che si stima in 280 MWh/anno, sarà interamente ceduta a ènostra perché la possa vendere ai soci di entrambe le coop. È aperta la campagna di capitalizzazione di questi impianti che possono essere finanziati diventando soci sovventori, aumentando la propria quota di sottoscrizione del piano di sviluppo fotovoltaico oppure attivando la sottoscrizione di prestito sociale.

1084 Soci, 13 progetti realizzati, 936 kWp installati e 2.055.000€ investiti: questi i numeri della dote di Retenergie in vista della nascita del primo soggetto cooperativo di produzione e vendita di energia rinnovabile, etica e condivisa. Ancora pionieri, dopo quasi dieci anni dalla costituzione della prima cooperativa di produzione energetica avvenuta nel 2008.

 

Fonte: ilcambiamento.it

Riciclo incentivante: da Nord a Sud i progetti che cambiano le abitudini degli italiani

Riciclare correttamente per risparmiare su tasse dei rifiuti e bollette o per ricevere buoni sconti e premi: sono ormai decine i progetti che in tutta la Penisola mettono al centro il riciclo incentivante per promuovere l’economia circolare grazie alla tecnologia avanzata degli eco-compattatori di Eurven.
Le regioni più virtuose si confermano quelle del Nord, ma cresce l’attenzione al riciclo anche tra gli abitanti del Centro e del Sud Italia.

 

 

 Non è un segreto che sempre più italiani abbiano un occhio attento al corretto smaltimento dei rifiuti, complice la diffusione della raccolta differenziata sul territorio nazionale, ma anche dell’arrivo di esperienze innovative e vantaggiose per l’utenza come i compattatori incentivanti di Eurven.
L’azienda veneta leader nel settore dei compattatori, infatti, da anni lavora perché su tutto il territorio nazionale si diffondano progetti in grado di rendere la raccolta differenziata un gesto non solo corretto per l’ambiente, ma anche vantaggioso per le tasche dei cittadini.
Collocati in scuole, fabbriche, ospedali, supermercati, stazioni, aeroporti, centri commerciali, comuni e piazze di tutta Italia, i sistemi di raccolta – incentivanti e non – sono in grado di raccogliere mediamente 1.000 bottiglie di plastica al giorno, per un totale di circa 27 milioni di bottiglie al mese.
Cash for trash: le municipalizzate italiane riducono le tasse sui rifiuti
Innovazione e riciclo sono le parole chiave di “Cash for Trash”, il progetto che, in collaborazione con l’app 2Pay e con le municipalizzate italiane, permette di ridurre la tassa sui rifiuti. I cittadini che conferiscono correttamente i rifiuti negli eco-compattatori possono accedere agli sconti offerti dall’associazione commercianti del territorio o dai supermercati e ottenere 1 centesimo per ogni pezzo consegnato sul proprio borsellino elettronico tramite 2Pay, l’app su smartphone che semplifica il processo di pagamento abbattendo i costi delle transazioni. L’importo maturato può essere speso nei negozi convenzionati, per pagare la bolletta dei rifiuti o essere inviato al proprio conto corrente. Il progetto ha preso il via con il supporto di Evergreen in Veneto, Toscana, Liguria, Campania ed Emilia Romagna.

A Nord i cittadini risparmiano sulla Tari
Le regioni più virtuose sono quelle del Nord, dove si concentra oltre il 60% dei riciclatori incentivanti targati Eurven. Apripista il Veneto con numerosi progetti attivi, tra cui “Equaazione – Tu ricicli, io ti pago” che ha preso il via nei comuni di Conegliano, Adria, Piove di Sacco e Monselice e che sarà attivato tra marzo e aprile anche a Vittorio Veneto, Oderzo, Soresina, Piadena e Lavarone. Il progetto permette ai cittadini più virtuosi di risparmiare sulle tasse, riconoscendo un centesimo per ogni bottiglia inserita e pagando la TARI annuale al cittadino che nel mese avrà riciclato di più. I centesimi accumulati con il riciclo vengono scalati direttamente dalla bolletta della luce. Da fine gennaio ad oggi sono stati circa 250.000 i conferimenti nei quattro comuni in cui è già attivo l’eco-compattatore.
Ottimi risultati anche a Este (PD), dove presso il Centro Commerciale Extense con il progetto “Riduci, Ricicla, Ricompensa” sono state recuperate in soli due mesi 41.380 bottiglie di plastica: il macchinario premia i clienti consegnando loro buoni sconto da spendere presso i negozi del Centro Commerciale, compreso l’ipermercato Interspar.
In provincia di Belluno spicca il progetto “Acquistare Riciclando Feltre” promosso dal comune di Feltre, dove è stato inaugurato un eco-compattatore per raccogliere bottiglie di plastica, lattine e scatolame in acciaio. Installato a metà gennaio 2017, ha da subito suscitato curiosità da parte dei cittadini: ad oggi sono oltre 24.000 i pezzi conferiti. I coupon ricevuti in cambio dei rifiuti possono essere spesi presso oltre cinquanta attività commerciali del luogo e i musei comunali: con due coupon si può avere un biglietto d’ingresso ridotto anziché intero.
Molto particolare il progetto del Politecnico di Torino: si tratta di un compattatore di bottiglie in PET basato sull’interazione, che si propone di studiare i comportamenti dell’utente finale per proporre nuovi servizi. A ogni bottiglia consegnata al BlueTotem corrisponde una risposta interattiva sul video touch: l’utente può esprimere desideri e pareri sui progetti per lo stesso Campus e visualizzare una mappa interattiva costantemente aggiornata con le reazioni di tutti gli utilizzatori e la rete dei soggetti coinvolti nel corretto riuso del PET.

Al Centro Italia i rifiuti si trasformano in acqua
Al Centro il Lazio è tra le regioni con più installazioni di eco-compattatori e progetti. Tra i più interessanti c’è il progetto “Greeny Ecopunti – La plastica si trasforma in acqua” di Genazzano (RM) che mostra come anche i rifiuti possano trasformarsi in un bene prezioso: conferendo le bottiglie di plastica nell’eco-compattatore, i cittadini  ricevono in cambio ecopunti da caricare su una card e da utilizzare per prelevare gratuitamente l’acqua presso la Casa dell’AcquaSi (Lorenzoni). In un mese, il macchinario ha raccolto oltre 15.000 bottiglie di plastica.
Anche in Umbria crescono le iniziative: a Gubbio è partito a febbraio 2017 “Ricompattiamoci” con il posizionamento di due ecocompattatori. Gli abitanti della città possono conferire le bottiglie di plastica nelle macchine, inserire il codice fiscale dell’intestatario della tassa sui rifiuti e ritirare l’eco-bonus. Lo scontrino può essere utilizzato presso le attività commerciali del territorio aderenti, consultabili sul sito www.ricompattiamoci.it, oppure per ottenere uno sconto sulla TARI di 5 euro ogni 300 conferimenti o di 10 euro ogni 600 conferimenti. In 28 giorni di attività ci sono stati 12.000 conferimenti ciascuna, per un totale di 24.000. I cittadini che si sono identificati attraverso tessera sanitaria sono stati 450 e 5 di loro hanno già superato la soglia  dei 200 conferimenti.
Ad Assisi (PG) invece sono le scuole a cogliere l’opportunità di fare educazione ambientale attraverso il riciclo incentivante: all’interno di due istituti comprensivi sono stati installati i RAEE box, punti di conferimento incentivanti che in cambio di vecchi dispositivi erogano sconti e bonus a studenti e cittadini.

Sud Italia: Molise e Basilicata premiano cittadini e commercianti
Riciclare e sostenere i piccoli esercenti locali è lo scopo di Mon€y4Trash, l’innovativo progetto lanciato a fine gennaio dal Comune molisano di Gambatesa: conferendo bottiglie in plastica PET e lattine, infatti, non soltanto i cittadini ricevono sconti da spendere presso i negozi aderenti, ma anche i commercianti hanno la possibilità di risparmiare concretamente. Conservando gli scontrini erogati dal macchinario incentivante, gli esercenti possono detrarre la somma accumulata dalla TARI annuale. I cittadini hanno dimostrato grande sensibilità nei confronti dell’iniziativa: in media, vengono raccolti 1.500 rifiuti al giorno, tra lattine e bottiglie di plastica
Anche a Latronico, in provincia di Potenza, il progetto “La banca del riciclo” premia sia cittadini che commercianti: per ogni bottiglia di plastica o lattina conferita, il macchinario eroga al cittadino virtuoso un Ecopunto del valore di 0,08 centesimi di euro. Conservando gli Ecopunti dei clienti e arrivando ad un ammontare di almeno 20 euro (oppure un qualsiasi importo ma solo dopo 4 mesi), i commercianti che aderiscono all’iniziativa potranno essere rimborsati monetariamente dell’intera somma presentando gli scontrini in Comune. Dal 21 febbraio ad oggi sono stati conferiti nel macchinario 5.270 imballi.
“Dal Nord al Sud, tutti questi progetti mostrano come in Italia il riciclo incentivante sia la formula vincente per promuovere l’economia circolare”, spiega Carlo Alberto Baesso, General Manager di Eurven. “Riciclare correttamente per risparmiare su tasse dei rifiuti e bollette o per ricevere buoni sconti e premi è sicuramente un incentivo che stimola i cittadini e che permette di avere ricadute positive su economia locale e ambiente”.

 

 

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Chi è Eurven

Eurven è leader nei sistemi a monte di raccolta differenziata, compattazione e riciclo rifiuti. Tra i suoi clienti Coca Cola, Ikea, San Benedetto, Despar, Conad, Coop, Pam, Panorama, Autogrill, Unes, Gardaland, Mirabilandia, Leroy Merlin e molti altri.

Maggiori informazioni su: www.eurven.com

 

 

Fonte: agenziapressplay.it

 

Spesa elettrica nei piccoli appartamenti, è possibile risparmiare?

Poco più di trenta euro. È la bolletta dell’energia elettrica del Signor P. relativa al solo mese di settembre, che vive da solo in un monolocale. Un importo normale, in media con i consumi delle famiglie italiane, ma è da questi valori che si parte per un risparmio consapevole381538

Tenere a bada i costi delle utenze domestiche è un problema per molti, ma allo stesso tempo non tutti hanno la pazienza di tenere costantemente sotto controlli consumi e relativi prezzi. Il nostro signor P, che vive in un piccolo appartamento di Torino di meno di 30 mq, ritiene che le proprie spese per l’elettricità siano eccessive: si parla di poco più di 30 euro per una bolletta mensile,quella di settembre. Carte alla mano analizza i consumi nelle tre fasce orarie, prova a districasi tra le voci “servizio di vendita” (l’energia effettivamente consumata), “servizio di rete” (i costi per trasportare l’energia fino all’utenza) e “imposte”, e scopre  che il costo dell’energia davvero consumata è pari ad un…40% circa della bolletta. I restanti tre quinti sono spese fisse e tasse. Soffermandosi su questo dato, realizza che se anche avesse spento l’interruttore generale della sua casa per un mese avrebbe comunque speso poco meno di otto euro. Sconfortato continua a leggere la bolletta, cerca risposte on line ma i suoi consumi sono standard, precisi fin all’ultimo watt e centesimo. Scopre che il consumo medio di elettricità di una famiglia italiana composta da 3/ 4 persone si aggira attorno ai 3000 kWh e che il calcolo fatto dall’Istat della spesa media mensile delle famiglie è pari a 49,78 euro. Per un single i dati non cambiano di molto: consumo annuo pari a 1100 kWh annui e una spesa che si aggira sui 30 euro mensili. Rassegnato, crede che sia impossibile ridurre i consumi e di conseguenza risparmiare. Ma non è vero.
Questi sono alcuni consigli che possiamo dare al signor P. per limitare i consumi elettrici, senza fare sacrifici e risparmiando sulla bolletta. Il risparmio più immediato è possibile evitando di lasciare i dispositivi elettrici in stand-by, staccandoli direttamente dalla rete elettrica o attraverso delle normali ciabatte con interruttore. Solo per fare un esempio: un vecchio televisore in stand-by consuma quasi dodici euro all’anno (uno nuovo meno della metà). Ci sono poi altri consumi in cui non è sempre facile distinguere il consumo in fase di carica da quello in stand by: un pc portatile circa sei euro, uno pc fisso e relativo monitor più del triplo, un telefono cordless cinque euro, uno stereo ben ventitré euro etc. Alla fine, fonte AEEG, sprechiamo più di ottanta euro l’anno. Altre forme di economia si possono ottenere con comportamenti virtuosi attuabili quotidianamente. Potranno sembrare banalità ma ad esempio ricordarsi di spegnere la luce quando si esce da una stanza  fa risparmiare in un anno circa trenta euro, oppure l’utilizzo a pieno carico di lavatrici e lavastoviglie comporta un risparmio di circa ottanta euro. Un’altra mossa intelligente è il posizionamento del frigorifero, che se posto in un luogo al riparo dalla luce diretta del sole comporta una notevole economia, circa venti euro. Altri risparmi, a lungo termine, possono derivare dall’acquisto di elettrodomestici proporzionati all’uso famigliare e a basso consumo energetico. Utile a questo scopo è il sito internet eurotopten.it, che guida il consumatore a scegliere i migliori elettrodomestici e apparecchi ecofriendly sul mercato.
Vivere senza elettricità sarà impossibile ma risparmiarla non costa nulla.

Fonte: ecodallecitta.it

 

Il risparmio energetico a casa: come vivere meglio risparmiando e tutelando l’ambiente

Il risparmio energetico a casa, un tema molto concreto che riguarda tutti noi. Ecco qualche semplice suggerimento molto pratico che ci permetterà un notevole risparmio energetico in bolletta ed anche una qualità di vita più equilibrata e con meno impatto sull’ambiente.risparmio-energetico-a-casa-e1322468520362-400x250

Dal corretto isolante termico per la vostra abitazione, alla scelta delle lampadine a LED,  e persino qualche dritta su come vestirvi, eccovi tutto quello che vi può servire per ridurre i consumi energetici!

  • Uno dei problemi a monte è: sappiamo davvero quanta energia consumiamo? Senza un dispositivo di monitoraggio dell’energia, è veramente difficile capirlo. Perciò, un’ottima idea sarebbe quella di procurarsene uno. Lo trovate  anche sul web, ci sono molte soluzioni di domotica domestica in grado di visualizzare a dirvi quanti Kw state consumando, come ad esempio la Presa e il Monitor Conta Energia EcoDHOME.
  • Le prese elettriche sono tra i killer del consumo: quante volte lasciamo sotto carica più del dovuto computer e cellulari? potrebbe fare al caso vostro uno stand-by Killer per migliorare l’efficienza energetica: interrompe in automatico la fornitura di corrente elettrica quando i dispositivi hanno finito di caricare o sono spenti. Se non volete comprarla, staccate sempre le spine quando non usate un apparecchio!
  • Utilizzate lampade a risparmio energetico ma ancora meglio convertitevi direttamente alle lampade a Ledche sono il futuro del basso consumo.  Le lampadine Led consumano l’80% in meno e durano ben 25 volte di più di quelle a incandescenza. Anche la diffusione della luce delle lampadine Led è stata migliorata, per cui sarete avvolti da una calda e morbida illuminazione! E il vostro portafogli ringrazierà!,
  • Procuratevi un termostato intelligente come Nest ad esempio. Saprà lui quando è il momento di riscaldare e raffreddare l’ambiente. Soprattutto, eviterà gli sprechi, in particolare quando non siete in casa.
  • Fate un audit energetico. Siate consapevoli dei consumi energetici delle vostra casa: è come fare un check-up completo dal medico: dopo, siete inevitabilmente più sicuri! L’audit serve soprattutto per individuare dove ci sono perdite di calore per procedere, eventualmente, con un isolamento!
  • Cercate di valutare anche in ambito di assemblee condominiali soluzioni come ad esempio il teleriscaldamento, sarà una battaglia condominiale ma vale la pena combatterla 
  • Sigillare tutte le perdite della casa con l’isolamento. E ricordate: non è mai troppo. Anche se non vi sembra così, ci sono migliaia di posti, fessure, spifferi dalle finestre, ecc..dove il vostro calore scappa!, vu suggeriamo anzi una Termografia per capire quale sia il reale stato di isolamento e dispersione termica della vostra abitazione.
  • Finestre a doppio vetro. Sono il miglior investimento, sia per la protezione dal freddo e dal caldo, sia per i rumori esterni. Ma se avete una casa “anzianotta” magari di quelle del centro storico, allora il consiglio è quello di sigillare il più possibile, anche nelle zone intorno al vetro. La legge finanziaria anche nel 2012 vi aiuterà a detrarre il 55% della spesa.
  • Usate in maniera intelligente le tende, vi aiuterà per trattenere il calore o la frescura d’estate. Ad esempio, se la vostra casa riceve i raggi solari per qualche ora al giorno, sappiate che questo è un potentissimo mezzo di riscaldamento! In questo caso tirate via le tende o mettete ben al lato e raccogliete più raggi è possibile! Tenetele ben in vista, invece, d’estate per il filtraggio dei raggi solari!
  • Vestitevi secondo la stagione. Anche in casa. Se indossate un bel maglione non sentirete la necessità di regolare il riscaldamento a temperature tropicali, anzi. Babbucce calde, ben coperti e…sarete nel comfort più totale!
  • Siete delle cuoche provette? scoprite come utilizzare al meglio il forno elettrico. Se fate spesso biscotti o cibi che richiedono la cottura in un forno inoltre potreste comportarvi come facevano le antiche popolazioni: spegnete il riscaldamento e raccoglietevi in cucina attorno al forno. Sarà intimo e il profumo dei vostri manicaretti contribuirà a riscaldarvi

Se riuscirete a mettere in pratica questi accorgimenti pratici, avrete ottimizzato il risparmio energetico della vostracasa con anche benefici in termini di risparmio sulla vostra bolletta elettrica da non disprezzare.

Fonte: tuttogreen.it