Vestiti nuovi per neonati? Un enorme spreco di soldi, tempo e risorse

Avete mai pensato a quante risorse si sprecano per la produzione di vestiti nuovi per neonati? E quanti soldi e tempo perdono i genitori per l’acquisto di capi destinati ad essere usati pochissime volte e spesso realizzati con materiali che fanno male alla pelle? A partire da queste domande e ispirato dalla nascita di una nipotina, Vincenzo Rusciano ha deciso di creare YouKoala, startup nata con l’idea di ‘far viaggiare’ e scambiare abiti dei bambini da 0 a 12 anni di qualità controllata e certificata. Nell’epoca in cui nascono progetti per il recupero del cibo o per la salvaguardia dell’acqua, non tutti pensano ai vestiti come fonte di spreco ambientale. Ma qualcuno lo ha fatto e per far fronte a questo problema ha creato YouKoala, startup dedicata al riuso di vestiti per neonati.boy-1916204_960_720

Non tutti lo sanno ma per ogni maglietta che viene prodotta se ne vanno 2.700 litri d’acqua e in media il 73% dei vestiti da noi utilizzati va al macero. Che è una cosa molto comune quando si tratta di vestiti per neonati: un mese e la taglia è cambiata. Infatti è proprio la nascita di una nipotina a ispirare Vincenzo Rusciano, CEO di YouKoala, e a fargli aprire gli occhi su un mondo che fino a quel momento non aveva considerato. All’esperienza personale si somma però una consapevolezza ambientale, che è la base fondante di questo progetto: «Io sono un attivista ambientale, mi piace informarmi su tante cose e sono arrivato alla consapevolezza che i vestiti sono la prossima plastica», ci spiega.

«Le case di moda prima facevano due collezioni all’anno, ora ne fanno 5, 6 o addirittura 7. Tutto questo contribuisce a distruggere gli ambienti naturali e spesso si usano anche dei materiali che fanno male alla pelle delle persone». Vincenzo, che ha già avuto esperienze in altre startup, lavora con Livio Pedretti, CTO, e con il supporto fondamentale di Vincenzo Fierro, pediatra ed allergologo. Tutti condividono la necessità di porre un freno allo spreco che c’è dietro la produzione di vestiti e di creare un vestiario che sia di qualità, non dannoso per la salute. La qualità dei capi che YouKoala propone è sempre controllata e certificata: «I capi che proponiamo nei nostri kit sono fatti di cotone organico certificato GOTS, il che significa sia che il cotone è effettivamente di qualità sia che nella sua produzione non è stata utilizzata manodopera infantile».booties-2047596_960_720

Ma come funziona esattamente? C’è un sito a cui ogni genitore può registrarsi per richiedere un kit di vestiti per neonato sottoscrivendo una sorta di abbonamento mensile. Il pacco (fatto di cartone riciclato con chiusura a lacci, in modo da essere riutilizzato più volte) può arrivare ogni tre o sette settimane a casa di chi lo richiede e può contenere 12, 24 o 48 capi. Quando arriva il nuovo pacco, il vecchio viene restituito e i vestiti usati verranno lavati e sterilizzati in una lavanderia esterna in modo da essere riutilizzati senza rischi. In questo modo i vestiti per neonato viaggiano, vengono riutilizzati, mai buttati dopo qualche mese nel cassonetto. Un’operazione che al giorno d’oggi è necessaria perché quella solidarietà fra famiglie e quello scambio continuo tende a perdersi, soprattutto nelle grandi città. Il 70% dei clienti di YouKoala proviene infatti dall’Emilia Romagna in su ed è attratto proprio da questa filosofia di sostenibilità ambientale alla base. «All’inizio c’è molta sorpresa da parte delle persone, perché è una cosa abbastanza differente; ma poi quando ne parli ti dicono che ha senso. E i genitori in particolar modo apprezzano questa nostra ‘magia’ perché si sentono responsabili della salute dei loro bambini e dell’ambiente».

Un apporto fondamentale, nella nascita di YouKoala, è stato dato da alcune mamme. Prima dell’apertura, infatti, Vincenzo e gli altri hanno sondato il terreno attraverso un gruppo Facebook di mamme e non a caso il loro apporto è risultato fondamentale, perché dettato dall’esperienza diretta.shoes-505471_960_720

«È una cosa bellissima, che nasce con delle motivazioni molto forti e che pian piano sta cambiando la mentalità delle persone», ci racconta Vincenzo, che si ritrova spesso a confrontarsi anche con chi la pensa differentemente da lui e chi giudica la startup poco utile. In realtà spesso succede, però, che gente che prima non pensava allo spreco che si verifica per la produzione di vestiti adesso ci pensi: già questa è una conquista. Il prossimo passo è espandersi, pensare ad una moda che salvaguardi l’ambiente e che sia effettivamente di qualità. Ma è ancora un obiettivo lontano. La direzione, comunque, è ben orientata: «Spero che tutto questo permetterà al mondo di diventare un posto sostenibile».

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2018/11/vestiti-nuovi-neonati-spreco/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Il mondo ha consumato le sue risorse: da oggi siamo in rosso

Al 1 agosto la popolazione mondiale ha consumato tutte le risorse normalmente prodotte dal pianeta in un anno, ma se vivessimo tutti come i vietnamiti…http _media.ecoblog.it_d_dd9_gfn-country-overshoot-day-info

Benvenuti nel primo giorno di debito mondiale: da oggi il mondo è in riserva, con la giornata di ieri abbiamo consumato tutte le riserve che il mondo ha prodotto e produrrà nel 2018. Si chiama Earth Overshoot Day, lo calcola ogni anno il Global Footprint Network (Gfn) e l’anno scorso è caduto un giorno dopo: il 2 agosto. Si tratta, però, di una media mondiale calcolata in base alla media dell’impatto ambientale di tutti i paesi del pianeta. Paesi che, ovviamente, non consumano risorse e non inquinano tutti allo stesso modo. I Country Overshoot Days per ogni singolo paese, infatti, sono tutti diversi. L’Italia è in rosso da molto prima: il 24 maggio. Gli estremi in negativo e in positivo sono, rispettivamente, il Qatar e il Vietnam. Se tutto il mondo avesse l’impatto ambientale che si registra in Qatar le risorse finirebbero il 9 febbraio di ogni anno, se invece al mondo ci fossero solo vietnamiti avremmo tempo fino al 21 dicembre. E’ chiaro che si tratta di due paesi completamente diversi tra loro e con un tenore e uno stile di vita praticamente agli antipodi, è la somma che fa il totale e il totale è che la popolazione mondiale dovrebbe avere 1,7 pianeti terra per sostenere i suoi consumi. Tra l’altro il dato italiano è significativo: il nostro paese non è né il Vietnam né il Qatar (e neanche l’America, per fare un esempio più comprensibile) eppure consumiamo in meno di sei mesi le risorse che ci dovrebbero bastare per dodici.

Fonte: ecoblog.it

Piemonte, nuove risorse per piste ciclabili e sicurezza stradale approvati dalla Giunta Regionale

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4,5 milioni per le piste ciclabili extraurbane, 890 mila euro per la ciclabilità cittadina, 171mila per “Bicibus” e “Pedibus”, 250 mila per il programma regionale per la mobilità ciclabile, 55 mila per le campagne di sicurezza stradale. Lo stanziamento di ulteriori 4,5 milioni (oltre ai 10 già inseriti a bilancio lo scorso anno)  per le piste ciclabili e di altri finanziamenti  per progetti sulla sicurezza stradale sono stati  l’oggetto della prima delibera approvata questa mattina dalla Giunta Regionale. 4,5 milioni sono stati inseriti per l’incremento delle assegnazioni del bando “Percorsi ciclabili sicuri” in corso (per portare le risorse regionali stanziate complessivamente a € 14.500.000,00) e consentire di scorrere la graduatoria del bando stesso che definiva gli interventi finanziabili. Nella stessa delibera 171.000 euro sono stati stanziati per lo scorrimento della graduatoria delle scuole che hanno partecipato nel 2017 al bando “Bicibus.pedibus” (Risultano in graduatoria 27 progetti presentati da scuole che non sono stati finanziati per esaurimento delle risorse). 250.00 euro sono stati deliberati per la redazione di un programma regionale per la mobilità ciclabile (con il documento sarà rilevata la rete ciclabile principale ed individuate le priorità di intervento per il completamento e la messa in sicurezza).  Inoltre 25.620 euro sono stati allocati per iniziative di comunicazione e 29.000 euro per inziative di educazione verso studenti e docenti. Le misure approvate rappresentano il programma di azione annuale (2018) previsto dal Piano Regionale della Sicurezza Stradale. Con una differente delibera, sono stati autorizzati ulteriori 889.674,54 di fondi Nazionali per la realizzazione in cofinanziamento di un programma per la progettazione e realizzazione di interventi per la sicurezza della circolazione ciclistica cittadina all’interno dei Comuni con popolazione superiore a 20.000 abitanti.

Il cofinanziamento sarà erogabile nella misura massima del 50% delle spese ammissibili di progettazione e realizzazione degli interventi che abbiano un importo complessivo di spesa previsto pari o superiore a euro 100.000 e che il contributo massimo assegnabile per ogni intervento proposto fino a € 300.000.

“Queste risorse – ha commentato l’assessore ai trasporti della Regione Piemonte Francesco Balocco – testimoniano l’attenzione della Regione alla mobilità su bicicletta, sia in ambito urbano che a fini turistici. Questo tipo di infrastrutture assume per il nostro territorio una rilevanza strategica per i benefici, ambientali, economici e sulla salute dei cittadini che tale modalità attiva di trasporto comporta se opportunamente incentivata e dotata di percorsi funzionali. In particolare è rilevante l’aspetto collegato al cicloturismo per il quale la vocazione turistica della nostra Regione, offre enormi potenzialità per lo sviluppo di un settore già in forte crescita, anche per valorizzare territori oggi considerati marginali che ne possono beneficiare.”

Fonte: ecodallecitta.it

Economia circolare, UrbanWins a Torino lancia le agorà fisiche

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La prima Face-to-Face Agorà di UrbanWins torinese si svolgerà il 29 giugno 2017 presso Open Incet (via Cigna 96/17) per discutere di rifiuti, riuso e sharing economy. UrbanWins, la rete di città europee creata nell’ambito del programma Horizon 2020, lancia le agorà fisiche in otto città pilota europee – Cremona, Torino e due città dell’area metropolitana di Roma capitale, Albano Laziale e Pomezia (Italia), Bucharest (Romania), Leiria (Portogallo), Manresa e Sabadell (Spagna). Lo scopo è di conoscere, condividere e discutere con il maggior numero di cittadini idee sul tema dei rifiuti, delle risorse e dell’innovazione. La Città di Torino, insieme alle altre città della rete, vuole individuare nuove modalità per estendere la raccolta differenziata, aumentare il riuso e riutilizzo di beni a fine vita, stimolare nuovi modelli economici basati sull’economia circolare e la sharing economy. Per fare questo, invita i cittadini al partecipare alle Agorà fisiche, gruppi di lavoro a tema finalizzati all’ideazione e progettazione di proposte concrete e applicabili.

Info e iscrizioni

La prima Face-to-Face Agorà di UrbanWins torinese si svolgerà il 29 giugno 2017 presso Open Incet, via Cigna 96/17, Per iscriversi occorre accedere al sito Urbanwins e seguire le istruzioni. Inoltre sarà possibile comunque seguire i lavori e il progetto on-line accedendo alla piattaforma e registrarsi.

La partecipazione è gratuita, ma è necessaria la registrazione. Per ulteriori informazioni, contattare:

E-mail: urbanwins@comune.torino.it / info@openincet.it

Numero di telefono: Open Incet: +39 011 19482728

Fonte: ecodallecitta.it

 

Le risorse mondiali sono già esaurite, è l’Earth overshoot Day 2014

Il 19 agosto si è registrato l’Over shoot Day, ossia l’esaurimento delle risorse del Pianeta durate appena 8 mesi a fronte di un anno

Il 19 agosto abbiamo avuto l’Over shoot Day, ovvero in meno di otto mesi l’umanità ha consumato risorse rinnovabili che sarebbero dovute bastare per un anno. Siamo al deficit ecologico secondo i calcoli del Global Footprint Network, il centro di ricerca internazionale sulla sostenibilità. L’Earth Overshoot Day nasce nel 2000 e da allora viene calcolata ogni anno la data in cui il consumo di risorse supera la capacità rigenerativa della Terra. E’ impressionante constatare che dal 2000 la data di esaurimento delle risorse si sia spostata sempre più indietro, ovvero dagli inizi di ottobre fino alla metà di agosto.overshoot-535x350

Ha detto Mathis Wackernagel, presidente del Global Footprint Network and cocreatore dell’Impronta Ecologica:

Il problema del superamento della capacità rigenerativa sta diventando una sfida del 21° secolo. E’ sia un problema ecologico che economico. Le nazioni con deficit di risorse e basso reddito sono particolarmente vulnerabili. Anche i paesi ad alto reddito che hanno avuto la possibilità economica di proteggersi dagli effetti più diretti generati dalla loro dipendenza dalle risorse devono rendersi conto che devono trovare una soluzione a lungo termine per superare tale dipendenza prima che diventino problemi troppo grandi rispetto alle loro capacità economiche.

Se fino al 1961 vivevamo secondo un equilibrio di risorse consumate e risorse rigenerate, dagli anni ’70 in poi sia la crescita economica, sia la crescita demografica hanno mandato al collasso lo sfruttamento delle risorse naturali. Attualmente viviamo una sproporzione evidente per cui l’86% della popolazione mondiale usa risorse più di quanto i loro ecosistemi nazionali riescano a produrre. Il Global Footprint Network ci spiega che per soddisfare questo bisogno di consumo ci sarebbe bisogno di 1.5 Terre per fornire le risorse ecologiche rinnovabili; e prima della fine di questo secolo, proiezioni ci dicono che sarebbero necessari le risorse prodotte da 3 pianeti. L’eccessivo sfruttamento ci sta portando alla deforestazione, scarsità di acqua dolce, erosione del suolo, perdita di  biodiversità e accumulo di CO2 nella nostra atmosfera il che porterà a costi umani e economici sempre più crescenti. Alcune nazioni più lungimiranti hanno deciso di affrontare il problema, come le Filippine che adotteranno l’Impronta Ecologica in funzione di indicatore per le loro politiche nazionali, e ciò per proteggere i territori e pianificare la gestione delle risorse. Anche gli Emirati Arabi Uniti progettano di ridurre la loro impronta ecologica, come anche il Marocco che lavora al progetto “Plan Maroc Vert” lungo 15 anni e che porterà a ottenere una agricoltura sostenibile.

Fonte:  Comunicato stampa

Piemonte: il TAR sospende i tagli al trasporto pubblico decisi dalla giunta Cota

E’ stata accolta la richiesta dell’ATAP, società che gestisce il tpl a Biella e Vercelli, per la sospensione della delibera con cui la Regione Piemonte aveva deciso di tagliare del 16% i trasferimenti per i trasporti pubblici su gomma e ferrovia per il triennio 2013-2015

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Con un’ordinanza il TAR del Piemonte ha accolto l’istanza cautelare presentata dall’ATAP, la società che gestisce il trasporto pubblico nei territori di Biella e Vercelli, sospendendo la delibera di Giunta della Regione Piemonte del 6 maggio 2013 con cui venivano tagliati drasticamente i trasferimenti per il trasporto pubblico locale. L’atto impugnato prevedeva per il triennio 2013-2015 una riduzione del 16,21% degli importi messi a disposizione per i trasporti pubblici su gomma e ferrovia a favore di Province e Comuni piemontesi. Con il provvedimento cautelare il TAR intima quindi alla Regione Piemonte “di riesaminare gli atti di programmazione dei servizi alla luce dei vizi evidenziati nel ricorso introduttivo e palesati nella motivazione dell’ordinanza”, come spiega una nota dello Studio Massimo Malena & Associati che ha assistito la società di tpl del biellese. L’ATAP ha deciso di fare ricorso al TAR in quanto la delibera della Giunta Cota penalizzava particolarmente la città di Biella, con un taglio di risorse del 35% (pari a 425.064 euro, passando da 1.139.194 a 714.130 euro), e l’intera provincia, con un taglio del 34% per il 2013 (per complessivi 1.589.652 euro, da 4.646.197 a 3.066.245). Nel triennio 2013-2015, secondo il piano messo a punto dalla Giunta Cota, la Provincia di Biella avrebbe dovuto rinunciare complessivamente al 37,5% delle risorse (da 4.646.982 a 2.811.838 euro) contro una media del 16,35% prevista per le restanti province piemontesi. Nello stesso triennio la città di Biella avrebbe perso addirittura il 66% delle risorse a fronte di una media del 32,25 per cento delle altre città capoluogo di provincia.

Fonte: ecodallecittà

Passaporto dei prodotti, l’idea europea per massimizzare risorse e riciclo

Il Commissario all’Ambiente Ue Janez Potocnik lancia la proposta di un “Passaporto dei prodotti” per raggiungere target ambiziosi sulla produttività delle risorse117075788-586x414

Il Commissario all’Ambiente dell’Unione Europea Janez Potocnik ha lanciato oggi l’idea, proposta in origine da quattro paesi dell’Ue, tra cui l’Italia e molte ong, imprese ed associazioni di consumatori, di istituire un “Passaporto dei prodotti” al fine di massimizzare l’uso delle risorse europee e del riciclo. In una riunione tenutasi a Bruxelles il Commissario Potocnik ha dunque rilanciato l’iniziativa, che ha il dichiarato scopo di creare una sorta di economia circolare delle risorse interne all’Unione Europea, possibile tuttavia solo con un know-how completo sulla composizione del prodotto e su come può essere smantellato e riciclato.

Secondo stime recenti, l’Ue potrebbe ridurre realisticamente fra il 17% e il 24% la richiesta di materiali per la sua economia, aumentando il Pil e creando fra 1,4 e 2,8 milioni di posti di lavoro.

ha spiegato Potocnik, aggiungendo che solo se cambiamo veramente il modo in cui produciamo e consumiamo, l’industria europea può rimanere competitiva.

All’interno di questo progetto saranno previste norme anche riguardanti l’uso di agenti chimici e prodotti nocivi sulle risorse agricole e ci si concentrerà sull’eliminazione progressiva dei sussidi “nocivi per l’ambiente”, come quelli ai carburanti fossili e sull’uso dell’acqua in agricoltura, nell’industria e nell’energia.

Fonte: ecoblog