Amianto, credito di imposta al 50% per le rimozioni sui capannoni

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Un emendamento al Collegato Ambiente approvato dalla Commissione Ambiente del Senato ha stanziato 5,536 milioni di euro per il 2015 e 6,018 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017 per fornire un credito di imposta del 50% a tutte quelle imprese che effettueranno interventi per rimuovere le coperture in amianto dei loro capannoni o eventuali altri componenti. Il rimborso per le spese sostenute nei lavori di manutenzione avverrà con il credito di imposta e potrà compensare debiti pregressi nei confronti della Pubblica Amministrazione. Il Governo ha approvato nei giorni scorsi un emendamento a hoc avanzato nello scorso mese di marzo. I benefici verranno riconosciuti a coloro che effettueranno interventi di bonifica sia sui beni che sulle strutture produttive e sarà ripartito in tre quote annuali di pari importo. Visto che si comincerà con gli interventi realizzati nel 2016, gli anni in cui si potrà usufruire dei benefici fiscali saranno 2017, 2018 e 2019. È previsto un tetto di spesa complessivo di 5,667 per ognuno degli anni 2017, 2018 e 2019, mentre il credito di imposta non viene riconosciuto per interventi di importo inferiore ai 20mila euro. Va inoltre ricordato che il credito di imposta non concorre alla formazione del reddito e nemmeno della base imponibile Irap. Per accedere ai benefici del credito di imposta occorrerà compilare il modello F24 online.

Fonte:  Public Policy

Amianto, a Sassuolo la rimozione si paga con l’8 per mille

Lo scorso 12 dicembre l’amministrazione comunale hanno deciso che la bonifica del nido Sant’Agostino andrà eseguita con le risorse provenienti dall’8 per mille del gettito Irpef53474572-586x388

C’è l’amianto nel nido Sant’Agostino di Sassuolo e, per mettere in sicurezza la struttura e apportare tutte le modifiche necessarie a migliorare le condizioni igienico-sanitarie, sono stati stanzianti fondi per 340mila euro che dovranno garantire la manutenzione straordinaria. Una delle opere più onerose sarà la sostituzione dell’attuale pavimento interno in vinil-amianto con una superficie in linoleum. Da dove arriveranno i soldi per pagare questi lavori? Con una delibera dello scorso 12 dicembre è stato deciso che i soldi per la bonifica e la ristrutturazione dell’asilo dovranno essere reperiti dall’8 per mille del gettito Irpef. Si tratta di una soluzione irrituale, ma non inedita visto che è già stata utilizzata in altri comuni vicini. L’attuale Governo, infatti, ha dato la possibilità di richiedere una quota dell’8 per mille dell’Irpef come contributo per le spese di adeguamento anti-sismico, efficienza energetica, ristrutturazione, messa in sicurezza e miglioramenti igienico-sanitari degli immobili scolastici. Dopo il terremoto del 2012, gli uffici tecnici avevano disposto l’esame degli immobili scolastici interessati dagli effetti del sisma. Se le cose rimarranno come sono, il Comune non dovrà sborsare un euro. Il pavimento in vinil-amianto non presenta problemi per la salute, ma la sostituzione verrà messa in atto coerentemente con i cambiamenti delle normative rispetto all’epoca in cui l’asilo nido venne edificato. Il caso emiliano farà scuola anche altrove? Viene da chiederselo visto che – secondo le stime più recenti – sono circa 2400 le scuole italiane nelle quali è ancora presente, in maniera più o meno massiccia, l’amianto, materiale fuorilegge dal 1992.

Fonte:  Gazzetta di Modena

USA: se il pane ha trenta ingredienti

Gli additivi non migliorano la qualita’ del pane ma compensano alle perdite della lavorazione industriale e ne prolungano la vita. E’ possibile farne a meno, ma non e’ facile trovare un pane senza di essi.

Ingredienti del pane tradizionale: farina,acqua, lievito, sale.

Ingredienti del pane industriale, almeno negli USA: da trenta a quaranta, di cui almeno una ventina sono additivi.

La foto in basso mostra ad esempio i ventotto ingredienti di un tipico pane bianco in cassetta. Poiche’ contiene anche farina integrale, ma all’apparenza e’ bianco, cio’ significa che la farina e’ stata sbiancata con cloroperossido di calciobromato di potassio o altre meraviglie dell’industria chimica. Queste sostanze non sono indicate perche’ vengono usate per la preparazione della farina e quindi non sono tecnicamente ingredienti del pane.

Tra gli ingredienti degni di nota:

propionato di calcio. E’ un conservante che ritarda la proliferazione di muffe e batteri. E’ associato a irritabilita’, disattenzione e disturbo del sonno nei bambini

* mono e digliceridi e DATEM. Vengono usati per evitare che il pane diventi raffermo e per velocizzare il processo di lievitazione. Sono grassi trans, ma secondo le norme della FDA non vengono conteggiati tra i grassi e le calorie.

iodato di potassio. Oltre che come agente per la protezione degli esposti alle radiazioni, viene usato per migliorare la lievitazione

* ferro e vitamine. Vengono aggiunte per “rimediare” alla perdita di nutrienti dovuta alla rimozione della crusca. Viene chiamata eufemisticamente farina arricchita, ma non c’e’ alcuna garanzia che l’aggiunta di vitamine a posteriori possa avere lo stesso effetto delle vitamine naturalmente presenti nella farina integrale.

Questi additivi non servono naturalmente a migliorare la qualita’ del pane, la stessa da migliaia di anni se la farina e’ buona, ma a compensare perdite dovute alla lavorazione industriale e a prolungare la vita del prodotto. In un supermercato Walmart ho chiesto ai commessi se potevo trovare del pane fatto solo con farina acqua e lievito. Mi hanno guardato come se fossi un marziano e mi hanno detto di provare nella sezione “panetteria”. Anche li’, il pane cotto nei forni del supermercato era pero’ pieno di additivi. Come potervi sfuggire?Pane-28-ingredienti

Fonte: ecoblog.it

Rimozione amianto e fotovoltaico, l’accoppiata conviene ancora!

Senza Conto Energia non c’è più la possibilità di ripagarsi la rimozione e lo smaltimento dell’eternit grazie al fotovoltaico? Abbiamo indagato, scoprendo che, grazie alle detrazioni fiscali, la convenienza per le famiglie e per le imprese rimane.
È dagli anni ’40 del secolo scorso che si sa per certo che l’amianto è una sostanza estremamente pericolosa, le cui fibre, se respirate o ingerite, possono provocare tumori, ma solo nel 1992 l’Italia ha proibito con un’apposita legge la produzione e l’uso di prodotti che lo contengono e obbliga alla rimozione dall’ambiente di questo minerale, in Italia presente soprattutto nei manufatti di Eternit, miscela di cemento-amianto, con cui sono stati realizzati nei decenni scorsi centinaia di chilometri quadri di coperture. Da allora, però, delle 32 milioni di tonnellate di Eternit che si stima essere in circolo in Italia, anche nei tetti di 3000 scuole, ne sono state rimosse e smaltite legalmente appena il 2%, mentre non si conosce ancora con precisione dove sia il restante 98%, perché non esiste un completo censimento nazionale, mentre le Regioni procedono in questo campo in ordine sparso.  Un’ottima idea per far sparire da sopra le nostre teste l’amianto, in realtà l’Italia l’aveva avuta negli anni scorsi, quando con i vari Conto Energia, avevano riservato un incentivo maggiore del normale, a chi, approfittava della rimozione di un tetto di Eternit, per l’installazione di un impianto fotovoltaico. A fine 2012, grazie a questa possibilità, di cui avevano approfittato soprattutto nel Nord e Centro Italia, erano stati risanati 26.000 tetti con amianto, per una superficie di 20 kmq e una potenza elettrica ottenuta di circa 2,5 GW.

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Da luglio 2013, gli incentivi al solare FV sono finiti. Con essi è dunque sparita la possibilità di ripagarsi rimozione e corretto smaltimento grazie all’elettricità prodotta dal sole?
Per le famiglie, esiste la possibilità di usare la detrazione del 50% sui lavori di ristrutturazione domestica che, oltre al fotovoltaico, è utilizzabile anche per la rimozione dell’amianto. Ma visto che l’amianto è pericoloso a tutte le latitudini, forse, per rendere più semplice e spedita la sua rimozione dai capannoni italiani, si potrebbe valutare l’ipotesi di dare uno sconto fiscale simile a quello destinato alle famiglie anche alle imprese, calcolandolo in modo che si recuperi, in tempi ragionevoli, sia la spesa dell’impianto che quella del risanamento del tetto, e tenendo conto che le imprese, normalmente, possono auto-consumare ben più delle famiglie e che quindi potrebbe bastare anche uno sconto più ridotto. L’idea sembra essere condivisa dallo stesso Piano Nazionale Amianto, ideato dal governo Monti per censire e rimuovere la pericolosa sostanza almeno nei luoghi più sensibili, dove si legge: “Il reperimento delle risorse finanziarie può essere coadiuvato da interventi di defiscalizzazione delle attività di bonifica. Ad esempio, il sistema incentivante per la sostituzione delle coperture con pannelli fotovoltaici ha già dato ottimi risultati in quelle regioni che lo hanno praticato”.

 

Fonte: qualenergia

L’università di Stanford rimuove i suoi investimenti dalle aziende fossili

Dando ascolto alla campagna studentesca Fossil Free, il Senato Accademico a scelto di rimuovere la quota dei 18,7 miliardi di dollari del portafoglio fondi dalle aziende che estraggono e commerciano carbone, gas e petrolio. L’università di Stanford è il primo grande ateneo del pianeta ad avere deciso di disinvestire i propri fondi dalle aziende fossili. Appena un anno fa è partita la campagna Fossil Free, che si è subito diffusa tra tutti gli studenti americani e a cui hanno aderito le città di San Francisco e Seattle. «Stanford ha una responsabilità come un cittadino globale di promuovere la sostenibilità per il nostro pianeta e per questo lavoriamo intensamente nella ricerca e nei programmi educativi», ha detto presidente dell’Università John Hennessy. «Rimuovere i nostri investimenti dal carbone è un passo piccolo, ma costruttivo, mentre prosegue il lavoro per sviluppare soluzioni energetiche sostenibili e praticabili per il futuro.» Il Senato Accademico dell’Università ha così deciso disinvestire i propri fondi pensione impegnati in aziende che trattato combustibili fossili. Si tratta di una piccola percentuale di 18,7 miliardi di dollari del portafoglio dell’università, ma a detta degli amministratori rappresenta comunque una bella somma. L’Università di Stanford vanta tra i suoi docenti e ricercatori 31 premi Nobel (di fui 22 viventi); tra questi ricordiamo Stiglitz (economia, 2001), Shockley (fisica, 1956) e il più straordinario di tutti, Linus Pauling (chimica 1954 e pace 1962).

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Fonte: ecoblog.it

Amianto: un altro passo verso un’Europa libera dall’asbesto

Il lungo cammino per bandire l’amianto dal territorio comunitario ha fatto un ulteriore passo in avanti con la seduta del Parlamento Europeo dello scorso 14 marzo nella quale è stata approvata la relazione Minacce per la salute sul luogo di lavoro legate all’amianto e prospettive di eliminazione di tutto l’amianto esistente, redatta da Stephen Hughes, che nei mesi scorsi aveva già ottenuto pareri positivi da parte delle commissioni Ambiente sanità pubblica e sicurezza alimentare e Occupazione e affari sociali.

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Il testo affronta il problema amianto in maniera piuttosto articolata. Prioritario è il problema del censimento e della registrazione della presenza di amianto su suoli ed edifici pubblici e privati, nei luoghi di lavoro e nelle condutture per l’acqua. Secondo la proposta, l’amianto deve rientrare nelle strategie correnti riguardanti la sensibilizzazione e l’informazione tra i lavoratori, cittadini, organi di vigilanza e istituzioni. Inoltre la Commissione invita a realizzare centri di trattamento e inertizzazione dei rifiuti contenenti amianto. La sicurezza sui luoghi di lavoro è uno dei punti cardine della relazione; l’UE viene esortata a mettere a punto, entro il 2028, piani d’azione per la rimozione sicura dell’amianto dagli edifici pubblici e per l’informazione e l’orientamento dei privati a sottoporre le proprie abitazioni a controlli e valutazioni sui rischi connessi alla presenza di amianto. Nella relazione viene citato l’esempio virtuoso della Polonia che ha avviato un percorso con l’ambizione di diventare il primo Paese “asbestos free”. Secondo le indicazioni della relazione Hughes, l’azione globale dovrebbe essere coordinata dai ministri competenti, mentre le relative autorità competenti avrebbero il compito di verificare la conformità dei piani di rimozione a livello locale. Nel testo si parla anche di provvedimenti volti a sviluppare una formazione specifica in relazione all’amianto per ingegneri civili, architetti e dipendenti di aziende per la rimozione dell’amianto regolarmente registrate. Nella relazione, Hughes chiama in causa gli stati membri affinché provvedano alla formazione dei medici del lavoro, con conoscenze adeguate al trattamento delle patologie amianto-correlate. Tutti gli argomenti (compresi i temi legati alle assicurazioni, ai risarcimenti e alle associazioni dei familiari e delle vittime dell’amianto) hanno come obiettivo finale il divieto mondiale dell’amianto.

Fonte:  Quotidiano Sicurezza