La lotta allo spreco della ministra francese

La ministra francese dell’ecologia, Ségolène Royale, prosegue nella sua lotta contro gli sprechi e ha ottenuto l’ok dai supermercati che si impegnano a limitare i rifiuti alimentari. La Royale sta anche proponendo di modificare il sistema europeo che determina la scadenza di certi cibi.sprecoalimentare_vignetta

Naturalmente non li può obbligare per legge, ma la Royale ha ottenuto dai supermercati del paese l’impegno a tagliare gli sprechi e ridurre i rifiuti alimentari. E’ stato siglato un vero e proprio accordo tra la ministra francese dell’ecologia e i rappresentanti delle catene di supermercati francesi: il cibo non venduto verrà regalato agli istituti della carità. L’accordo vieta anche di distruggere il cibo invenduto che sia ancora commestibile e abolisce la data di scadenza per determinati prodotti come zucchero e aceto. Nel giro di tre mesi partiranno i primi controlli e la Royale assicura che userà tutti gli strumenti legali a sua disposizione per garantire il successo dell’accordo. Altra parte dell’intesa riguarda il fatto di ampliare la gamma di prodotti per i quali abolire l’obbligo di indicare la scadenza, ma la lista viene formulata dall’Unione Europea e per modificarla occorrerà intavolare una trattativa. La Royale ha quindi intenzione di nominare una commissione di esperti che individuino una serie di raccomandazioni che poi potranno essere sottoposte alle autorità europee competenti in materia. E’ però vero che la maggior parte degli sprechi e dei rifiuti alimentari prodotti si individuano nelle case private e nei ristoranti, come risulta da un rapporto redatto dal parlamentare francese Guillaume Garot. In media i francesi gettano dai 20 ai 30 chili di cibo a persona ogni anno, inclusi 7 chili di alimenti nemmeno aperti. Se si considera l’intera filiera alimentare, la cifra sale a 140 chili a persona ogni anno. Ma il problema non è chiaramente solo francese. L’Onu ha stimato che venga sprecato nel mondo dal 30 al 50% del cibo. In media, nell’Unione Europea gli sprechi arrivano a 179 chili di cibo gettato e, se si continua così, si stima che si arriverà a 126 milioni di tonnellate ogni anno nel 2020. In Italia riscuote molto successo l’iniziativa “Brutti ma buoni della Coop, che prevede la distribuzione ai bisognosi dei cibi quasi a scadenza e rimasti invenduti. Collaudata ed efficacissima anche l’esperienza di Banco Alimentare, che dall’1 gennaio di quest’anno ha già raccolto 45mila chili di cibo da fornire a cittadini in difficoltà.

Fonte: ilcambiamento.it

In Inghilterra il primo supermarket off-grid grazie ai rifiuti alimentari

La catena di supermercati Sainsbury ha puntato da tempo sulla sostenibilità ed è pronta a diventare autonoma grazie al biometano ottenuto dal trattamento dei rifiuti alimentari.

A Cannok, nel West Midlands inglese, il punto vendita della catena di supermercati Sainsburyè pronto a staccarsi dalle rete elettrica producendo autonomamente l’energia necessaria alla propria attività. Per riuscire in questa impresa utilizzerà i suoi stessi rifiuti alimentari. Sainsbury ha lavorato insieme alla società di riciclaggio Biffa sulle nuove tecnologie di digestione anaerobica che sono in grado di produrre biogas a km zero. L’ambizioso progetto prevede che tutti gli alimenti deteriorati o scaduti vengano mandati allo stabilimento Biffa di Cannok dove saranno trasformati in biometano da un digestore che utilizzerà il gas per la produzione di elettricità in un impianto di cogenerazione. Da qui l’energia elettrica verrà trasmessa direttamente al negozio. Si tratta di un progetto senza precedenti per il Regno Unito che conferma l’impegno ambientale di Sainsbury, da tempo impegnato sul recupero e il riciclaggio di tutti i rifiuti prodotti, sulla distribuzione delle eccedenze alimentari alle persone bisognose e sulla trasformazione di quelle non più commestibili in mangimi per animali. La strategia del gruppo prevede la riduzione del 30% delle emissioni climalteranti fra il 2005 e il 2020. Tessera fondamentale del “puzzle” che dovrebbe portare Sainsbury al raggiungimento di questo obiettivo è il programma di solarizzazione da tempo intrapreso dall’azienda che conta su ben 69.500 moduli fotovoltaici installati sui tetti di 170 dei suoi 572 punti vendita, una dotazione che garantisce alla sua rete di vendita ben 15MW di potenza. Inoltre, a partire dal 2009, Sainsubury utilizza nel proprio parcheggio diverse piastre dell’energia elettrica per alimentare le sue casse.Immagine-620x340

Foto | Youtube

Fonte:  The Guardian