SISTEMA “OFF GRID”: IN ITALIA TERMINATA LA PRIMA CASA AUTOSUFFICIENTE AL 100%. STACCATA DALLE RETI DEL GAS E DELLA LUCE. TUTTO VIENE “AUTOPRODOTTO”. ECCO COME FUNZIONA

Petrolio addio! Nelle Marche la prima casa off-grid autonoma e scollegata dalle reti E’ stata inaugurata la prima casa off grid d’Italia che ha definitivamente detto addio al petrolio perché  autosufficiente e staccata da luce e gas. È stata realizzata a Monsano, in provincia di Ancona, ed è la prima casa italiana completamente indipendente da fonti fossili inquinanti, scollegata dalla rete elettrica nazionale e dalla tradizionale fornitura di gas. A far diventare realtà ciò che fino a poco tempo sembrava impossibile è stata la Energy Resources, un’azienda marchigiana particolarmente attenta al problema dell’impatto ambientale e al risparmio energetico, capitanata dal lungimirante Enrico Cappanera.1

Grazie alle tecnologie green sviluppate negli ultimi anni, l’azienda è riuscita a mettere a punto un progetto rivoluzionario: realizzare abitazioni che non siano più dipendenti dal petrolio! “Ha ragione Moody’s – ha commentato Cappanera – ora le multinazionali possono realmente preoccuparsi, è finita l’era del petrolio. Operazioni come questa rendono più concreti i concetti legati alla terza rivoluzione industriale ed aprono le porte ad una nuova stagione per l’umanità, dove sarà la generazione distribuita di energia elettrica da fonti rinnovabili a ripristinare l’equilibrio tra uomo e pianeta“. Un grande successo per un’azienda di grande rilievo, che ha saputo investire nello sviluppo eco-sostenibile, dando origine al fortunato SES – Smart Energy System, un impianto di energia intelligente, capace di integrare l’abitazione con un sistema di gestione dell’energia. Il risultato? Non solo una grande soddisfazione per Cappanera e la sua realtà, ma soprattutto “una reale democrazia energetica“, che spalanca le porte a tutti “a dispetto delle grandi manovre di multinazionali dell’energia, di governi poco lungimiranti e di istituti di credito ancora legati ad un sistema basato sulle fonti fossili ed al loro monopolio“. Nell’abitazione si produce energia pulita a impatto e chilometri zero: qui viene prodotta, gestita distribuita e utilizzata, senza la necessità di reti, intermediari o filiere di distribuzione.2

Anche Francesco Del Pizzo, AD di Terna Plus – ha continua l’ad di Energy Resources – scommette su un futuro dove i sistemi di accumulo di energia serviranno a stabilizzare la rete elettrica esistente, garantendo la crescita delle rinnovabili. D’altronde Jeremy Rifkin ha basato le sue teorie su cinque pilastri di sviluppo principali dove la micro produzione di energia ed il suo accumulo serviranno ad uscire dall’empasse energetico e dalla crisi economica ed ambientale globale“. “Quello che fino ad oggi è stato definito consumatore – ha concluso Cappanera – deve trasformarsi finalmente in produttore capace di orientare le proprie scelte in modo consapevole: sapere quanta energia si ha possibilità di produrre, e quindi di utilizzare, è fondamentale anche per rilanciare i concetti di risparmio energetico e riduzione delle emissioni inquinanti”.

Alla luce di questo, oggi non è ancora più ridicolo parlare di nucleare?

FONTE: greenme.it

SISTEMA “OFF GRID”: IN ITALIA TERMINATA LA PRIMA CASA AUTOSUFFICIENTE AL 100%. STACCATA DALLE RETI DEL GAS E DELLA LUCE. TUTTO VIENE “AUTOPRODOTTO”. ECCO COME FUNZIONA

Petrolio addio! Nelle Marche la prima casa off-grid autonoma e scollegata dalle reti. E’ stata inaugurata la prima casa off grid d’Italia che ha definitivamente detto addio al petrolio perché  autosufficiente e staccata da luce e gas. È stata realizzata a Monsano, in provincia di Ancona, ed è la prima casa italiana completamente indipendente da fonti fossili inquinanti, scollegata dalla rete elettrica nazionale e dalla tradizionale fornitura di gas. A far diventare realtà ciò che fino a poco tempo sembrava impossibile è stata la Energy Resources, un’azienda marchigiana particolarmente attenta al problema dell’impatto ambientale e al risparmio energetico, capitanata dal lungimirante Enrico Cappanera.Schermata-2014-11-01-alle-14.32.48

Grazie alle tecnologie green sviluppate negli ultimi anni, l’azienda è riuscita a mettere a punto un progetto rivoluzionario: realizzare abitazioni che non siano più dipendenti dal petrolio!

“Ha ragione Moody’s – ha commentato Cappanera – ora le multinazionali possono realmente preoccuparsi, è finita l’era del petrolio. Operazioni come questa rendono più concreti i concetti legati alla terza rivoluzione industriale ed aprono le porte ad una nuova stagione per l’umanità, dove sarà la generazione distribuita di energia elettrica da fonti rinnovabili a ripristinare l’equilibrio tra uomo e pianeta“.

Un grande successo per un’azienda di grande rilievo, che ha saputo investire nello sviluppo eco-sostenibile, dando origine al fortunato SES – Smart Energy System, un impianto di energia intelligente, capace di integrare l’abitazione con un sistema di gestione dell’energia. Il risultato? Non solo una grande soddisfazione per Cappanera e la sua realtà, ma soprattutto “una reale democrazia energetica“, che spalanca le porte a tutti “a dispetto delle grandi manovre di multinazionali dell’energia, di governi poco lungimiranti e di istituti di credito ancora legati ad un sistema basato sulle fonti fossili ed al loro monopolio“. Nell’abitazione si produce energia pulita a impatto e chilometri zero: qui viene prodotta, gestita distribuita e utilizzata, senza la necessità di reti, intermediari o filiere di distribuzione.Schermata-2014-11-01-alle-14.28.37

Anche Francesco Del Pizzo, AD di Terna Plus – ha continua l’ad di Energy Resources – scommette su un futuro dove i sistemi di accumulo di energia serviranno a stabilizzare la rete elettrica esistente, garantendo la crescita delle rinnovabili. D’altronde Jeremy Rifkin ha basato le sue teorie su cinque pilastri di sviluppo principali dove la micro produzione di energia ed il suo accumulo serviranno ad uscire dall’empasse energetico e dalla crisi economica ed ambientale globale“.

Quello che fino ad oggi è stato definito consumatore – ha concluso Cappanera – deve trasformarsi finalmente in produttore capace di orientare le proprie scelte in modo consapevole: sapere quanta energia si ha possibilità di produrre, e quindi di utilizzare, è fondamentale anche per rilanciare i concetti di risparmio energetico e riduzione delle emissioni inquinanti”.

Alla luce di questo, oggi non è ancora più ridicolo parlare di nucleare?

Fonte: grandecocomero.com

I berlinesi vogliono comprarsi la loro rete elettrica

L’idea è di due giovani tedesche che hanno creato una rete di cittadini che ha raccolto circa 5 milioni di €. La strada è ancora lunga, ma è un buon passo per gestire in modo democratico la transizione verso le energie rinnovabili

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Due anni fa due giovani tedesche hanno una un’idea straordinaria, assai meno folle di quanto potrebbe sembrare a prima vista: una sottoscrizione popolare per comprare la rete elettrica della città di Berlino, che verrà messa a gara nel 2015. Arwen Colell e Luise Neumann-Cosel hanno così fondato la Bürger Energie Berlin (energia dei  cittadini di Berlino), di cui vedete qui sopra la grafica della home page. La rete è gestita attualmente dall’azienda svedese Vattenfall, che nonostante il nome (1) non ha alcun interesse a sviluppare le energie rinnovabili. Attualmente la rete di Berlino è alimentata al 90% dal carbone e questo secondo Colell  è del tutto inaccettabile se la Germania vuole raggiungere il suo traguardo di ridurre le emissioni di CO2. Bürger Energie Berlin in meno di due anni ha raccolto oltre mille sottoscrittori con un capitale di 5 milioni di €. Se la strada è ancora molto lunga (il valore della rete è stimato in almeno 800 milioni), l’idea che i cittadini possano prendere il controllo della rete elettrica è di straordinaria importanza perchè permetterebbe id gestire in modo democratico la transizione energetica verso le rinnovabili. Lasciare questa transizione in mano alla corporations è piuttosto problematico: per il CEO della Vattenfall, l’energia solare è “un mostro portato a terra“. Le grandi aziende dell’energia, E.ON, RWE, Vattenfall e EnBW che fino a qualche hanno fa spadroneggiavano in Germania ora “lottano per la sopravvivenza“. Lo sviluppo di energia eolica e solare (quest’ultima per il 40% nelle mani dei piccoli produttori) ha fatto scendere i prezzi dell’energia ed ha ridotto drasticamente la domanda di energia dalle centrali a gas e carbone possedute dai big. Non è solo una transizione, ma una vera e propria lotta di classe energetica e dipende anche da noi definire chi sarà il vincitore.

Bürger Energie Berlin è anche su Facebook.

(1) Vattenfall in svedese significa “cascata”

Fonte: ecoblog

Eolico off-shore, brusco aumento installazioni nel 2013

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Con 400 MW connessi alla rete elettrica tra gennaio e giugno, London Array ha contribuito in massima parte al boom dell’eolico offshore nel primo semestre 2013. Come evidenzia l’ultimo rapporto dell’EWEA (European wind energy association, la lobby continentale delle fattorie del vento), la parte iniziale dell’anno ha visto complessivamente1.045 MW di nuova potenza installata negli impianti marini. È quasi il doppio dei 523 MW registrati nello stesso periodo del 2012, grazie soprattutto a due progetti. C’è London Array, la centrale offshore più grande del mondo, realizzata nell’estuario del Tamigi e appena inaugurata (175 turbine per 630 MW cumulativi, in parte già collegati alle linee di trasmissione lo scorso anno); poi c’è l’impianto danese di Anholt, con i suoi 350 MW. In totale sono 277 gli aerogeneratori finora entrati in funzione nel 2013; 254, invece, quelli costruiti ma non ancora attivi. Quindi è bastato un semestre per quasi raggiungere la capacità installata nell’intero 2012; all’appello mancano, infatti, appena 121 MW, che con tutta probabilità saranno ampiamente superati nei prossimi mesi. È chiaro, però, che l’eolico offshore continua a dipendere da pochi, complessi e costosi progetti di vastissime dimensioni. Così potrebbe presto esaurirsi la spinta impressa da alcuni maxi investimenti: tanto che nel primo semestre 2013 si è chiusa soltanto un’operazione di copertura finanziaria in questo settore delle fonti rinnovabili, per i 288 MW della centrale di Butendiek in Germania. Con meno capitali all’orizzonte, l’incertezza su regole e incentivi e un rallentamento degli ordini per nuove turbine,l’eolico marino non può assolutamente adagiarsi sugli allori, nemmeno nei mercati più maturi di Gran Bretagna e Germania. Eppure i lavori stanno proseguendo in 18 centrali, che quando saranno terminate sommeranno altri 5.000 MW alla potenza totale installata in Europa, pari attualmente a circa 6.000 MW. Dal rapporto EWEA emerge la crescente concentrazione dell’eolico offshore: non solo a livello geografico, con la Gran Bretagna sempre in testa alla maggior parte delle classifiche (numero di turbine installate e connesse), ma anche per quanto riguarda le aziende coinvolte. Dong Energy è lo “sviluppatore” che ha collegato la quota più consistente di MW nel primo semestre 2013, poco più di 400, assorbendo il 39% del totale. Siemens, invece, ha fornito quasi il 90% delle turbine definitivamente installate nel medesimo periodo, ben 244 aerogeneratori per 866 MW complessivi.

Fonte: Energia24Club.it