Ecoturismo in Repubblica Dominicana

La Repubblica Dominicana si apre al turismo ecologico e responsabile. Il progetto eco-turistico Tubagua Ecolodge, nella zona di Puerto Plata a nord, è una delle opportunità che questo paese offre per restare al di fuori dei circuiti dello sfruttamento del territorio e della popolazione.repubblicadominicana

Per una vacanza on the road a contatto con la natura, la Repubblica Dominicana è un’ottima destinazione, con un suo lato più selvaggio immerso in un paesaggio rurale autentico tra passeggiate in montagna, escursioni a cavallo, rafting, torrentismo, grotte, cascate e rutas gastronomiche. Ciò che può rendere speciale un viaggio oggi in questo paese è la possibilità di praticare un turismo ecologico e responsabile. Ci sono numerosi eco-lodge o ranchos,punto di partenza per scoprire la destinazione più autentica e alternativa. Il progetto eco-turistico Tubagua Ecolodge, nella zona di Puerto Plata a nord, è una delle opportunità.rd

Si è appena guadagnato il titolo di vincitore nella categoria Turismo Sostenibile all’interno del Premio organizzato  da Centro de Innovación Atabey, un importante istituzione locale che si occupa di ambiente e turismo sostenibile e che premia i progetti impegnati nella tutela del territorio e nella adozione di pratiche sostenibili.  Tubagua sorge ai piedi della scenografica Ruta panoramica, una montagna che connette la costa nord di Puerto Plata alla Valle del Cibao. Tante le esperienze che l’eco lodge offre ai suoi ospiti: passeggiate a cavallo, visita di una vicina ruta del caffè, passeggiate con guida nei boschi, visita dei villaggi locali, corsi di yoga open air e tanto altro. E ancora tante le realtà analoghe che popolano il territorio, ranchos arredati con uno stile rustico e con elementi tradizionali dominicani, sono situati nelle zone interne dell’isola caratterizzate da temperature generalmente fresche. Alcuni di essi sono appoggiati da organizzazioni no profit volti a promuovere il turismo sostenibile come nel caso del rancho Hachienda Cufa, a Guananico, e del Rancho Ecológico El Campeche a San Cristóbal, impegnati in progetti di sostenibilità e tutela dell’ambiente. Nel cuore della Reserva Cientifica Loma Quita Espuela, si trova il Rancho Don Lulù, creato al fine di promuovere il turismo responsabile e per sostenere le famiglie locali. Esso offre escursioni come la visita della riserva e il sentiero Bosque del Cacao. Altri quali Rancho Las Guázaras, Rancho ConstanzaRancho Olivier,Casa Tranquila, Sonido del Yaque sono strutture alberghiere ecologiche che sorgono in mezzo alle montagne di Jarabacoa nel cuore dell’isola e che integrano il turismo di montagna con attività di tipo sociale e formativo a contatto con la natura.  E ancora ilRancho Don ReyLa Casa de Tarzán e il Rancho Platón, a Barahona nel sud ovest, sono ideali per cavalcate o per sport più avventurosi come kayak, tubing e mountain bike.

Per maggiori informazioni:

Ente del Turismo della Repubblica Dominicana
Piazza Castello, 25
20121 Milano
Tel. 02 8057781
www.godominicanrepublic.com

Fonte: ilcambiamento.it

Caffè, un fungo minaccia la produzione messicana

Cafeteros messicani in allarme per l’Hemileia vastatrix, un fungo che sta distruggendo le piantagioni di caffè Immagine

Si chiama Hemileia vastatrix il fungo che sta devastando le piantagioni di caffè del Centro America. I cafeteros lo chiamano la “ruggine arancione” o la “ruggine del caffè” e la sua diffusione sta preoccupando i coltivatori per la velocità con la quale si sta allargando a macchia d’olio nelle piantagioni dell’America Centrale. Dopo Colombia e Brasile, infatti, il Messico è il terzo produttore mondiale di caffè. Le macchie giallognole hanno iniziato a comparire nell’agosto 2012, un focolaio trasportato dal vento che ha colto di sorpresa i coltivatori costringendolo a eliminare la metà delle piante. L’altitudine contribuisce a limitare i danni, ma l’aumento della temperatura e le alterazioni nelle stagioni delle piogge hanno favorito la diffusione di questo fungo che prolifera con il caldo e l’umidità. Nel 2012 la malattia ha causato un danno del 30% e, a un mese dalla stagione del raccolto, i coltivatori di caffè messicani temono che l’incidenza possa essere ancora maggiore quest’anno. Si calcola che in tutto il Paese siano stati colpiti 60mila ettari di coltivato: dal Chiapas agli stati di Veracruz e Puebla. Nel vicino Guatemala, da dove la “peste” del caffè sembra giungere in Messico, le perdite sono state nell’ordine di 270 milioni di dollari. In Costa Rica, Panama, Nicaragua, Repubblica Dominicana, El Salvador, Honduras, Giamaica e Perù si è perso sino al 40% del raccolto. Amecafe stima che in Messico si sia perso il 10%, ma a preoccupare maggiormente è l’impatto dell’Hemileia vastatrix sul raccolto 2012-2013. La “ruggine del caffè” ha un impatto devastante anche a livello sociale, privando i piccoli agricoltori dell’80% del loro reddito e costringendo i grandi produttori ad assumere meno lavoratori per la stagione dei raccolti. Perdite che hanno un impatto di non poco conto sull’economia nazionale.

Fonte:  El Pais