A dieci anni puliscono la spiaggia della riviera romagnola

A Cervia (RA) un gruppo di bambine e bambini si è auto-organizzato e ha istituito delle giornate di pulizia delle spiagge, coinvolgendo altri piccoli e grandi frequentatori del litorale. Un bellissimo gesto dal grande valore simbolico. Tommaso, Federica, Maria Giulia, Celeste e Virginia sono di Cervia e hanno dieci anni. C’è anche la piccola Eleonora che ne ha solo sei. Alcuni giorni alla settimana durante le loro vacanze estive li passano a camminare avanti e indietro per la spiaggia della loro città armati di sacchi e guanti. Raccolgono rifiuti di ogni genere che i bagnanti lasciano sulla sabbia e nell’acqua della riviera. Il gruppo si muove allegro a chiassoso lungo il bagnasciuga. “Ma che bravi! Sono davvero speciali!” dicono quelli che li vedono passare commentando un’azione che per i bambini è quasi naturale. Loro invece si sorprendono per altro. Non si capacitano di come gli adulti possano abbandonare con tanta noncuranza i rifiuti in un luogo che è di tutti – “è pieno di sigarette, ieri abbiamo trovato anche un accendino!” – e ripulirlo sembra loro un gesto scontato.

Ci sediamo tutti su un lettino. Hanno percorso più di due chilometri sotto il sole cocente e li “costringiamo” a riposarsi un po’, ma se fosse per loro andrebbero avanti senza sosta. Ci mostrano orgogliosi i sacchi già mezzi pieni di spazzatura. 

Come vi è venuta questa idea? 

L’idea ci è venuta ispirandoci a un’iniziativa che ci hanno fatto fare a scuola, che si chiama “Passeggiata ecologica”. Un giorno abbiamo deciso di fare anche noi una piccola passeggiata e abbiamo trovato tantissimi rifiuti. Volevamo raccoglierli. Ci siamo chiesti se qualcuno per caso volesse farlo con noi. Allora abbiamo raccolto le firme al mercatino dei bimbi [organizzato ogni lunedì sera dalla Croce Rossa, ndr] e abbiamo messo insieme un piccolo gruppo. 

Cosa dicono gli altri bagnanti quando vi vedono passare? 

La gente ci dice che siamo bravissimi e ci fa i complimenti. Una signora ci ha dato anche una mano. 

Perché lo fate? 

Perché la nostra maestra ci ha insegnato che è giusto farlo. E poi volevamo salvare i pesci dalla plastica e anche noi stessi. 

Cos’altro si può fare oltre a raccogliere i rifiuti? 

Smettere di usare la plastica. Per esempio usare le borracce anziché le bottiglie oppure utilizzare le cannucce biodegradabili o evitare i palloncini – in spiaggia ne abbiamo trovati un sacco – o i cotton fioc, servirsi di bicchieri di vetro invece di quelli usa e getta di plastica. 

Qual è la cosa più strana che avete raccolto? 

Le reti dei giochi dei bimbi, una scarpa e delle mutande usate.  

Mentre parliamo Celeste si interrompe e raccoglie una sigaretta. “Non riesco a capire: la gente fuma, fa male a sé stessa e inquina”.  

Bevete l’acqua in bottiglia?  

No, io la vado a prendere con le bottiglie di vetro alla centrale. 

Chi è che beve l’acqua del rubinetto? 

Tutti i bambini alzano la mano.

 “Abbiamo deciso di fare un cartellone così magari si unisce più gente quando camminiamo. Al mercatino abbiamo messo delle foto e dei fogli per lasciare i contatti”. I bambini non si tengono. Sfornano nuove idee a ciclo continuo e con il loro entusiasmo contagiano tutti i presenti. Se volete aiutarli li trovate ogni lunedì sera al mercatino dei bambini organizzato dalla Croce Rossa. Oppure potete sempre seguire il loro esempio passeggiando e raccogliendo i rifiuti sulla spiaggia dove andate in vacanza, facendo plogging nel parco vicino a casa, parlando con i vostri conoscenti di questa iniziativa. E se vi sembra poco non dimenticate che anche un grande fuoco parte da una piccola scintilla.

 Fonte: http://www.italiachecambia.org/2019/07/dieci-anni-puliscono-spiaggia-riviera-romagnola/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

«Pulisci gli argini dei fiumi e ti tieni la legna»: ed è stato il taglio selvaggio. Esposto in Procura

A denunciarlo è la Lipu nel dossier “Fiumi in fumo”: in Emilia Romagna gli enti locali hanno chiesto a ditte private di “ripulire” gli argini dei fiumi permettendo loro di tenersi la legna ricavata. Il risultato? Secondo la denuncia dell’associazione: distruzione di habitat ed ecosistemi fluviali e taglio selvaggio.9752-10530

Hanno tagliato oltre 417 ettari di vegetazione su una lunghezza totale di quasi 200 chilometri di aree demaniali. Senza rispettare le prescrizioni e distruggendo habitat ed ecosistemi fluviali di elevato valore conservazionistico. E, infine, ricavando oltre 76mila metri cubi di biomassa, da cui sono derivati profitti privati ai danni della collettività. La Lipu-BirdLife Italia denuncia nel nuovo dossier Fiumi in fumo quanto successo dalla fine del 2012 al mese di marzo 2016 in cinque ambiti fluviali dell’Emilia-Romagna, dal torrente Parma al Savena, dal Sillaro al Rio Acqua Chiara ai corsi d’acqua minori nel modenese (cui si aggiungono i dati raccolti in altri fiumi tra parmense e modenese) dove «ditte private hanno effettuato tagli lungo i fiumi, entrando in possesso del legname ricavato a compensazione delle spese sostenute spesso senza pagare alcun canone per l’utilizzo di area demaniale. Le aziende hanno realizzato interventi che vanno ben oltre le prescrizioni fornite degli enti preposti effettuando, a causa della disattenzione generale e di controlli insufficienti, tagli indiscriminati per massimizzare i guadagni».

Il dossier Fiumi in fumo – che la Lipu ha realizzato col l’aiuto dei propri volontari e di quelli di altre associazioni ambientaliste, comitati e singoli cittadini – offre una dettagliata analisi dei cinque casi oggetto di studio, dalla descrizione dei danni ambientali alle norme violate fino alle interferenze con rete Natura 2000, completata da una vasta documentazione cartografica e fotografica che testimonia gli scempi effettuati.

«Si tratta di un fenomeno preoccupante e in costante aumento non solo in Emilia-Romagna, ma su tutto il territorio nazionale e al quale contribuiscono – oltre all’insufficienza dei controlli – politiche europee che incentivano la produzione di energia da biomasse legnose (le bioenergie rappresentano il 65% al mix di energie rinnovabili della Ue) e, inoltre, la spesso anacronistica politica di gestione dei nostri fiumi» spiegano dalla Lipu. Nel dossier – per il quale la Lipu ha consegnato, limitatamente al caso di Parma, un esposto alla Procura della Repubblica della città emiliana – si denunciano le gravissime conseguenze di questi interventi in termini di perdita di biodiversità, distruzione di habitat ripariali (protetti dalla Direttiva comunitaria “Habitat”), compromissione della funzione dei fiumi come corridoi ecologici, perdita di fondamentali servizi ecosistemici come la limitazione dell’erosione, il rallentamento della corrente, la mitigazione delle piene, la ricarica delle falde acquifere sotterranee.

“E’ preoccupante – afferma Claudio Celada, direttore Conservazione natura della Lipu – vedere come norme, linee guida, studi e ricerche vengano disattesi senza nemmeno fornire adeguate spiegazioni, in nome di una presunta sicurezza idraulica e della necessità di agire d’urgenza, bypassando la buona pratica della programmazione e pianificazione. Abbiamo inoltre spesso riscontrato la mancanza di una Valutazione d’incidenza, obbligatoria anche quando gli interventi sono stati eseguiti al di fuori (di pochi chilometri) dai siti Natura 2000, in quanto gli effetti negativi dei tagli ricadono sulle specie e sugli habitat protetti.

“Con questo dossier – prosegue Celada – vogliamo sensibilizzare ai temi della biodiversità e della tutela delle specie e degli habitat ripariali tutti i soggetti coinvolti nella gestione idraulica dei fiumi. Ma anche favorire l’avvio di un processo di rinaturalizzazione dei corsi d’acqua che in tutta Europa, tranne che nel nostro Paese, sta portando incoraggianti risultati, sia in termini di protezione della natura sia di aumento della sicurezza idraulica”.

FIUMI IN FUMO: I NUMERI DEI 5 CASI ANALIZZATI

Corso d’acqua /Tratti interessati dai tagli /Area disboscata/Biomasse tagliate
Rii Acqua Chiara e Lavezza/2,6 Km / 6,7 ha / 1.200 mc
Corsi d’acqua minori nel modenese/ 61,9 Km / 131,5 ha / 24.306 mc
Torrente Parma / 7 km / 55,6 ha / 7.000 mcTorrente Savena / 12 km / 25 ha / 2.850 mc
Torrente Sillaro / 7,1 km / 36,5 ha / 7.100 mc

IL DISBOSCAMENTO DEI CORSI D’ACQUA EMILIANO-ROMAGNOLI

Tratti interessati al taglio : 197,2 chilometri
Area disboscata : 417,3 ettari
Biomassa estratta: 76.259 metri cubi

Fonte: ilcambiamento.it

 

Pulire l’acqua con gli scarti di agrumi e i rifiuti petroliferi

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Acqua depurata sostenibilmente, utilizzando i residui del trattamento degli agrumi e i rifiuti dell’industria petrolifera, è questo lo straordinario risultato raggiunto da un gruppo di ricercatori della Flinders University di Adelaide, Australia. I risultati dello studio condotto dai ricercatori australiani insieme a quelli dell’Università statunitense di Tulsa, dell’Institute of Molecular Medicine, dell’università di Lisbona e di quella di Cambridge sono stati pubblicati sulla rivista Angewandte Chemie e sono a dir poco sorprendenti. Grazie alle bucce d’arancia e ai rifiuti petroliferi si può infatti creare un polimero in grado di pulire le acque dall’inquinamento da mercurio. Ogni anno gli impianti petroliferi producono 70 milioni di tonnellate di zolfo residuo, mentre la lavorazione degli agrumi produce 50 milioni di tonnellate di limonene: dall’unione di questi due composti reperibili in abbondanza si può ottenere il zolfo-limonene che funge da collante con il mercurio, impedendone la diffusione in acqua e suolo. Obiettivo dei ricercatori è arrivare a utilizzare il polimero come rivestimento per tubi o filtri idrici, in modo da depurare le acque dai metalli dannosi per la salute.

Fonte:  Angewandte Chemie

Come pulire e disinfettare il materasso

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Sapete quanti acari possono vivere in questo stesso momento nel vostro materasso? Tra i 100.000 e i 10.000.000 in base a quanto è vecchio. Si tratta di un rischio per la nostra salute. È possibile che soffriate di allergie e problemi di insonnia senza sapere che il vero problema “dorme” ogni notte nel vostro materasso. Cosa si può fare? Gli esperti consigliano di cambiare il materasso ogni 10 anni, ma tutto dipenderà anche dalla sua qualità. Quello che appare ovvio è che è imprescindibile, durante tutta la vita utile del materasso, pulirlo periodicamente al fine di liberarvi dei terribili acari. Oggi, nel nostro spazio, vi spieghiamo come potete disinfettare il vostro materasso. È davvero facile!

L’importanza di pulire e disinfettare il materassomal-di-testa-500x332

È possibile che in più di un’occasione abbiate sentito dire che non rifare il letto, o almeno far passare delle ore prima di rifarlo, aiuti ad eliminare gli acari. Bene, questo è vero, ma solo se si aprano le finestre in modo che l’aria ventili il letto. Secondo gli immunologi, in questo modo gli acari moriranno. Bisogna ricordare, però, che gli acari sono artropodi, ovvero dispongono di un esoscheletro. Morendo, quindi, la pelle e lo scheletro esterno rimarranno attaccati alle lenzuola, ai cuscini e ai materassi, rappresentando un vero pericolo per tutte le persone allergiche. Per questo motivo, bisognerebbe cambiare le lenzuola ogni settimana, ma cosa succede con il materasso? È la parte del letto in cui si accumulano di più gli acari della polvere, sia vivi sia morti. Risulta necessario, quindi, disinfettare il materasso almeno una volta al mese.

Effetti degli acari sulla nostra salute

  • Gli acari sono aracnidi di dimensioni microscopiche che possono attraversare la stoffa delle lenzuola dal materasso. Anche se si cambiano regolarmente le lenzuola, quindi, la presenza degli acari nel materasso continua ad essere pericolosa.
  • Dovete sapere che le reazioni allergiche derivano dalle feci degli acari e dagli stessi acari morti. Se ventilate il letto, ma non pulite il materasso, il loro scheletro rimarrà e vi causerà problemi di salute.
  • Uno dei sintomi più comuni di questa condizione consiste nel soffrire di allergia, accompagnata da lacrimazione, occhi rossi, starnuti, asma, tosse, rinorrea, mal di gola, etc.
  • Anche svegliarsi con molte cispe negli occhi di solito dipende dalla presenza degli acari.
  • I problemi alla pelle, di insonnia e il mal di testa sono sintomi che non bisogna sottovalutare. Se il vostro materasso ha più di dieci anni, questi saranno gli effetti più evidenti.

Come pulire e disinfettare il materassoletto-sfatto-500x243

Di cosa si ha bisogno?

  • Un bicchiere di bicarbonato di sodio (250 grammi).
  • 5 gocce di olio essenziale tea tree oil.
  • Un recipiente di plastica con il coperchio.
  • Un colino o un setaccio.

Cosa fare?

  • È molto facile. La prima cosa da fare è togliere le lenzuola e mettere il materasso in un posto in cui ci sia sole e spazio sufficiente per muoversi e pulirlo. L’ideale è senza dubbio un balcone oppure una terrazza.
  • Perché utilizzare il bicarbonato di sodioPerché è un prodotto economico ed efficace nella pulizia quotidiana. Permette di eliminare l’umidità, i cattivi odori e qualsiasi tipo di batteri, sporcizia e, soprattutto, i fastidiosi acari. L’olio essenziale tea tree oil,come forse sapete, è uno dei migliori disinfettanti naturali che esistono. Potete trovarlo facilmente nelle erboristerie. Non è costoso e vi servirà per una moltitudine di usi, come preparare a mano un disinfettante oppure pulire il bagno e la cucina. Presenta un gradevole odore e, inoltre, permetterà al vostro materasso di riconquistare quel piacevole aroma di “nuovo”.
  • Prendete un recipiente di plastica e versatevi 250 grammi di bicarbonato. Aggiungete 5 gocce di te tree oil e mescolate bene in modo da ottenere una miscela omogenea. Perfetto, ci siamo quasi!
  • Il passo successivo: tramite un setaccio o un colino, spargete la miscela a base di bicarbonato e tea tree oil sul materasso. Prima solo su un lato; lasciate agire per un’ora. In seguito, fate lo stesso sull’altro lato e lasciate agire per ora. In questo modo, disinfetterete il vostro materasso.
  • Infine, non dovete far altro che passare l’aspirapolvere sulla superficie del materasso per ritirare la sporcizia ora aderita al bicarbonato. Come vedete, si tratta di un trucchetto davvero facile, ideale da applicare una volta al mese. Questa semplice pratica vi garantirà un riposo più profondo e sano. Che ne dite di iniziare fin da subito a metterlo in pratica?

Fonte: viverepiusani.com

Come pulire il pavimento in marmo, pietra e granito in modo ecologico

Scopriamo insieme le soluzioni naturali su come pulire il pavimento in marmo, pietra e granito in modo ecologico. Nell’ambito della nostra Guida alla pulizia della casa con prodotti Biologici, affrontiamo ora il tema della pulizia dei pavimenti in marmo, pietra e granitopavimento-in-marmo-400x250

Il marmo, nonostante la sua robustezza, è molto sensibile all’azione del tempo, all’usura, ai detersivi tradizionali, ed alle sostanze acide. Molte volte, le superfici in marmo acquisiscono un aspetto trascurato proprio perché vengono puliti con prodotti chimici multiuso non indicati alla loro pulizia.

Ecco dunque, vari suggerimenti per mantenere il marmo sempre lucido e uniforme.

  • La pulizia ordinaria delle superfici, non solo in marmo ma anche in granito, (di bagno, cucina, piani di lavoro ecc), deve essere fatta semplicemente con sapone di marsiglia. Passate una spugna morbida inumidita sul sapone e poi strofinate il marmo, granito o pietra. Poi basta risciacquare con panno umido. Se la superficie si presenta più sporca del solito cospargetela con bicarbonato prima di passare la spugna insaponata. Il sapone non solo sgrassa il marmo, ma gli dona lucentezza, non lo intacca ed è antibatterico.
  • La pulizia dei pavimenti in marmo, (e anche granito, e pietra naturale) evitate di usare i detersivi tradizionali per pavimenti, ma usate una miscela fatta con 3 litri di acqua, 2 cucchiai di bicarbonato, 10 cucchiai di alcol e 1 pezzettino di sapone di marsiglia sciolto nel secchio, strofinate il sapone in una spugna molto bagnata e premetela dentro al secchio, così non dovete aspettare che il sapone si sciolga. Passate questo “detersivo” sul pavimento, usando uno straccio in microfibra molto ben strizzato.
  • Se il marmo ha perso la naturale lucentezza, provate a levigarlo con la pietra pomice, una polvere abrasiva molto fina in vendita nei ferramenta. Mischiate acqua e polvere di pomice e strofinate il marmo o granito usando una spugna da cucina. Strofinate bene la superficie, insistendo sulle eventuali zone macchiate, quindi risciacquate e lavate la superficie interessata con sapone di marsiglia e risciacquate un’altra volta.
  • Se il marmo si presenta sporco, macchiato di grasso e di altre sostanze, o in cattivo stato,provate a fargli un “applicazione”. Prendete del “bianco di spagna” (un tipo di gesso), o anche del comune gesso, bagnatelo con poca acqua q.b. per fare una crema liquida e applicate su tutta la superficie da trattare. Copritela bene e lasciate in posa per 30 minuti. Poi spolverate il marmo per togliere l’eccesso di gesso, poi lavatelo con sapone di marsiglia e risciacquate, si può anche utilizzare per superfici in pietra naturale e granito.

E se cade qualcosa di acido come mi comporto?

Gli acidi sono veri nemici del marmo, sostanze come: succo di limone, aceto, succo di frutta, anticalcare, pomodoro, detersivi acidi, ecc., se rimangono a lungo sulla superficie possono corrodere la parte lucida del marmo rendendolo opaco e ruvido. Nel momento in cui una di queste60974196_1-250x187

sostanze, o qualsiasi altro acido, tocca la superficie del marmo, toglietelo subito con uno straccio e lavate la zona in questione con sapone di marsiglia e bicarbonato o anche sapone e soda solvay; si può anche mettere semplicemente un composto fatto con bicarbonato e acqua sulla parte dove è caduto l’acido. Se la macchia è preesistente, provate a levigarla con la pietra pomice, e dopo strofinate la zona macchiata del marmo o granito con una spugna insaponata in sapone di marsiglia e ricoperta di soda solvay. Strofinare per bene il marmo e risciacquarlo con uno straccio inumidito in acqua e alcol.

Cose importanti da ricordare su Come pulire il pavimento in marmo, pietra e granito in modo ecologico:

Se il pavimento è sottoposto a un forte traffico deve essere sciacquato e risciacquato giornalmente cosi da evitare il trasporto dall’esterno di materiale abrasivo, il miglior consiglio è dunque lavarlo con acqua possibilmente, per  rimuovere il quotidiano sporco, estremamente importante per garantire la bellezza di marmi e graniti. Questa semplice accortezza lo curerà nel tempo preservando per anni la sua lucentezza!

Fonte: tuttogreen.it

Pulire gli Oceani dalla Plastica, la soluzione da uno studente di 19 anni

Gli Oceani sono invasi dalla plastica, ma un giovane studente olandese di 19 anni ha progettato una soluzione e dimostrato la sua fattibilità

Uno studente olandese di 19 anni ha progettato un gigantesco imbuto per catturare la plastica che galleggia negli Oceani. Oramai The Garbage State Patch, così sono chiamati gli agglomerati di plastica che si trovano negli Oceani, in più di un caso hanno assunto le vere e proprie dimensioni di isolotti, tanto da guadagnarsi sia il riconoscimento in vero e proprio Stato, sia la nascita di un Ambasciata a Roma. Boyan Slat durante una vacanza in Grecia a 16 anni ha realizzato quanto immenso fosse il problema dei rifiuti di plastica nel ma solo dopo una vacanza alle Azzorre ha deciso di progettare una soluzione: un grosso imbuto che seguendo le correnti marine raccoglie i rifiuti.garbage

All’inizio aveva progettato un grosso rastrello che trainato da due navi avrebbe raccolto i rifiuti, ma era troppo dispendioso e inquinante e dunque Boyan ha abbandonato questa idea. All’inizio dell’estate 2012, il ragazzo ha avuto l’idea di costruire una macchina che assomiglia a un grande imbuto. Questo strumento sarebbe da utilizzare seguendo le correnti dei fondali, il che eviterebbe un dispendio energetico costoso e inquinante:

Invece dare la caccia ai rifiuti sprecando energia è sufficiente attendere che i rifiuti in plastica arrivino da noi.

Il sistema è piuttosto semplice, ma si doveva avere l’idea. Un gruppo di tubi e boe si estende per 100 chilometri sotto il quale sono attaccati pannelli di tre metri che vanno a bloccare i rifiuti. Flora e fauna marina non corrono nessun rischio poiché Boyan ha pensato a tutto e soprattutto all’ecosistema marino. Gli schermi sono di tre metri e abbastanza grandi da bloccare i rifiuti e non influire sugli ecosistemi. Dopo più di sei mesi di prove e riflessioni, il giovane Boyan ha presentato il suo progetto a The Cleanup Ocean per l’organizzazione TedXDelft. Nello stesso anno l concept è stato assegnato il premio “Migliore strumento Design” presso l’Università di Delft (Paesi Bassi). Nel frattempo Boyan è stato riconosciuto dalla Intel come uno dei venti più promettenti giovani imprenditori nel mondo. Martedì scorso, ha presentato il suo progetto a New York riassunto in 530 pagine per promuovere la sua nuova campagna di raccolta fondi. Per svolgere la sua ricerca, Boyan ha lanciato una prima campagna di crowdfunding raccogliendo più di 327.000 euro. Secondo esperimenti condotti il metodo potrebbe liberare l’ Oceano Pacifico della metà dei rifiuti in meno di 10 anni.

Dopo aver dimostrato la validità e la rilevanza del progetto, Boyan vuole andare oltre, infatti dice:

Questo metodo dimostra che gli oceani puliti non sono una cosa impossibile.

Attraverso la Fondazione The Cleanup Ocean è alla ricerca di due milioni di dollari. Sul sito web della campagna, le donazioni sono trasformate in “chili di rifiuti” rimossi.

Fonte:  Le Figaro

Foto | The Ocean Clean Up