Acqua, Ue pensa a provvedimenti per il risparmio idrico

Bruxelles sta ragionando a misure per ottimizzare l’efficienza di docce e rubinetti474956735

L’acqua diventa un bene sempre più prezioso e l’Unione Europea sta pensando a manovre anti-spreco che puntano su docce e rubinetti efficienti. Dopo quanto fatto con televisori e frigoriferi, l’idea è di spingere i consumatori a un acquisto più consapevole. Rubinetti e docce taglia-consumi idrici riducono molto i costi dell’acqua e del riscaldamento e si ripagano velocemente tramite bollette più magre, spiega Jack Hunter dello European Environmental Bureau, l’associazione che riunisce 140 organizzazioni ambientaliste europee, fra cui Legambiente. Rompigetto e riduttori di flusso hanno dimostrato di avere grandi potenzialità di risparmio. Secondo le stime un riduttore di flusso fa risparmiare 42 euro per ogni rubinetto in 10 anni e si ripaga in un anno o, al massimo, in un anno e mezzo. Con i miscelatori termostatici per le docce il risparmio può arrivare persino a 330 euro in dieci anni, con una copertura dei costi nel giro di un anno. Secondo le stime le misure per il risparmio idrico dovrebbero portare benefici per un totale di 1,2 miliardi di euro l’anno considerando che la media di consumo pro-capite di acqua in Europa oscilla fra i 100 e i 200 litri al giorno (10-15% per bere e cucinare, 25-30% per i servizi igienici, 30% per lavatrici e lavastoviglie, 30% per l’igiene personale). Il confronto con gli altri Paesi europei evidenzia differenze molto marcate: 152 metri cubi il consumo medio in Italia, 126 metri cubi in Spagna, 113 in Gran Bretagna e 62 in Germania. Senza dimenticare l’anacronismo delle nostre “reti colabrodo” che disperdono circa un terzo dell’acqua presente nelle condutture.

Fonte:  Ansa

Spalma incentivi, denuncia di assoRinnovabili alla Commissione UE

In vista della definitiva approvazione del provvedimento da parte del Senato, l’associazione ha deciso di chiedere alla Commissione europea l’apertura di una procedura di infrazione ai danni dell’ItaliaPale_pannelli

“A seguito dell’approvazione del Decreto Competitività da parte della Camera, rimangono al Parlamento e al Governo margini sempre più esigui per evitare la fuga dall’Italia degli investitori esteri e le migliaia di contenziosi che esporranno il nostro Paese a pesanti risarcimenti e bruttissime figure”. Così assoRinnovabili, a proposito della recente approvazione alla Camera del provvedimento spalma incentivi.  In vista della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (con l’ultima approvazione del Senato che avverrà nei prossimi giorni), l’associazione ha deciso, insieme a una cinquantina di grandi operatori fotovoltaici, di scrivere alla Commissione Europea chiedendo l’apertura di una procedura di infrazione contro lo Stato Italiano per violazione della Direttiva 2009/28/CE che aveva fissato i target europei per lo sviluppo delle energie rinnovabili.  Non appena la norma entrerà in vigore, assoRinnovabili coordinerà poi i ricorsi degli operatori, sia nazionali sia esteri (le adesioni sono già molto numerose), “ingiustamente penalizzati da un provvedimento che modifica unilateralmente e retroattivamente i contratti sottoscritti con il GSE”.  Due i filoni già attivati: il primo, a cui parteciperanno gli operatori italiani, mira ad ottenere la dichiarazione di incostituzionalità dello spalma incentivi, come già segnalato dal Presidente Emerito della Corte Costituzionale Prof. Valerio Onida; il secondo, riservato invece agli investitori esteri, dimostrerà che è stato violato il Trattato sulla Carta dell’Energia che tutela gli investimenti nei paesi aderenti (tra cui l’Italia).
“Auspichiamo ancora che il Governo metta riparo all’errore strategico insito nel provvedimento spalma incentivi – ha dichiarato Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili – Se ciò non avverrà, ricorreremo in tutte le sedi possibili e rappresenteremo tutte le parti coinvolte e danneggiate da questa norma, miope e controproducente. La recente sentenza della Corte Costituzionale Bulgara, che ha annullato una tassa retroattiva del 20% sui ricavi degli impianti fotovoltaici ed eolici, dimostra che la certezza del diritto non può essere stravolta: siamo sicuri che anche la Corte Costituzionale Italiana giungerà alle medesime conclusioni”.

 

 

 

Fonte: ecodallecittà.it