Un mulino recuperato che produce farine da grani antichi

Stefano Pransani ha studiato agraria per poi laurearsi e creare la sua azienda agricola biologica. Da sempre interessato al mondo dei cereali, ha deciso di recuperare un vecchio mulino sempre di famiglia e coinvolgere i contadini della sua zona nella produzione di farine ricavate da grani antichi. Questa è la storia del Molino Pransani. Stefano Pransani ha sempre amato la terra e la bicicletta. Le pedalate però subiscono un rallentamento dopo un infortunio e comincia un altro tipo di percorso. Perché non investire tutte le sue energie nella terra? Stefano ha fatto così e da questa forte passione, specialmente per i grani, ha origine la storia che vi raccontiamo oggi.

Siamo a Sogliano al Rubicone, un comune tra Forlì e Cesena. Stefano è nipote e figlio di mugnai: il nonno, lo zio e il “babbo” (come chiamano il papà da queste parti) avevano acquistato un mulino e li esercitavano la loro professione, finché negli anni Settanta il mulino viene chiuso. Il papà da solo non riesce a portare avanti l’attività e nel frattempo le strutture industriali prendono il sopravvento, rendendo difficile la gestione di un’azienda familiare di questo tipo. Stefano studia agraria, si laurea e acquisisce l’azienda agricola dal nonno nel 1995, che converte subito al biologico. In contemporanea, data anche la tradizione familiare, Stefano aveva cominciato a interessarsi e a studiare approfonditamente la tematica dei grani antichi e delle possibili farine ricavabili da questi. Su questo tema, la consapevolezza venti anni fa non era certo quella di oggi ma Stefano non demorse e cominciò a titolo sperimentale e familiare ad effettuare le prime propagazioni di grano nei terreni della sua azienda agricola. Da questo inizio quasi giocoso, l’idea del “salto in avanti” venne da sé: perché non recuperare il vecchio Mulino e nel frattempo convincere gli agricoltori della zona a coltivare i grani antichi? L’idea di Pransani era quella di comprare i cereali, trasformarli nel mulino per ricavarne e vendere la farina. Un progetto di filiera locale, di recupero del territorio e della varietà di grani antichi e un progetto imprenditoriale con basi ben solide.molino-pransani-3

“Qui c’era un mulino con un impianto molto datato acquistato da mio nonno, mio zio e mio padre che facevano i mugnai” ci racconta Stefano “e la struttura era soprattutto in legno: molto bella esteticamente ma non in linea con le esigenze igienico-sanitarie di oggi. Abbiamo reso il mulino compatibile con un impianto industriale moderno, rifacendoci comunque sempre all’impianto originario e ai diagrammi del mulino a pietra degli anni cinquanta, con macinazioni molto lente allo scopo di non riscaldare il grano. Una buona macinazione, dato il basso contenuto di glutine dei grani antichi, può fare in modo che le farine ricavate siano poi più malleabili e di conseguenza utilizzabili”.

Da questa base si sviluppò così l’idea di coinvolgere i contadini del luogo per dare linfa alla sua attività e per diffondere la consapevolezza sul tema dimenticato dei grani antichi: “Quando ho deciso di rimettere in moto il mulino la cosa più facile per me fu quella di ritornare da chi aveva sempre fatto il grano che veniva portato un tempo al mulino. Abbiamo così coinvolto tutti gli agricoltori della zona nella coltivazione di queste varietà di grani antichi e nell’arco di dieci anni siamo passati dalla produzione di trecento quintali a undicimila quintali, il massimo stoccaggio al momento per questo tipo di impianto. Cerchiamo di mantenere questi volumi per mantenere la qualità inalterata. La cosa particolare era che qui nessuno coltivava più questi cereali da almeno cinquanta-sessanta anni, c’erano solo delle piccole nicchie che resistevano. Abbiamo ora una discreta quantità e varietà genetica: il Rieti, il primo grano selezionato da Nazareno Strampelli durante la Battaglia del Grano, il Gentil Rosso e il Frassinetto che sono originari di qua, poi diverse linee di Inallettabile e questi sono grani che manteniamo in purezza. Da diversi anni inoltre realizziamo delle miscele in campo, con tanti altri grani, perché la sinergia di questi grani spesso migliora la qualità della farina”.Wheat_Flour_Bread_Flour_Whole_Wheat_Flour

Per rendere economicamente sostenibile il suo progetto, Pransani fornisce i semi di questi grani a chi vuole seminarli, e insieme a queste realtà stipula poi un contratto dove viene stabilito il prezzo con cui comprerà la materia prima. Sono circa venti le aziende coinvolte nell’operazione e la particolarità sta nel fatto che la contrattazione sul prezzo è collettiva, per permettere il più possibile la trasparenza e la sostenibilità economica degli attori coinvolti. Durante il nostro incontro, Stefano ci spiega anche le caratteristiche e l’utilità delle farine ricavate da questi grani: “Queste farine proveniente dai grani antichi hanno meno glutine, dalle tre alle quattro volte in meno rispetto alle farine tradizionali. Per questo ha un decadimento dell’impasto più veloce, gli impasti tendono a crescere meno. L’artigiano o la persone che le lavorano devono modificare il loro lavoro per adattarsi a queste farine, ma una volta fatto i prodotti che si possono ottenere sono di straordinaria qualità. È ormai quasi senso comune che i prodotti derivati da queste farine non raffinate siano più salutari e ricchi di nutrienti, sulle farine raffinate ci sono molti dubbi sia dal punto di vista del valore nutrizionale che dei possibili effetti negativi sul nostro organismo”.molino-pransani2

Se agli inizi l’iniziativa di Stefano era considerata eccentrica e figlia di un passato senza futuro, il tempo invece sembra dare ragione a Pransani: “Io ho un distributore del prodotto nelle Marche, che a sua volta distribuisce in vari centri macrobiotici. Nel corso degli anni poi sono arrivati da noi anche clienti privati, tra cui gli amici del Forno Cappelletti.  Oggi facciamo vendita al dettaglio e adesso c’è più richiesta di quanto riusciamo a produrre, la domanda è cresciuta costantemente e in maniera potenziale, è un fenomeno che mi ha stupito dato che nei primi anni era più difficile lavorare e c’era meno richiesta. All’inizio la mia attività con i grani antichi era vista come strana, ma oggi penso che almeno il settanta per cento delle aziende di questa zona produce per e insieme a me. In generale vedo un aumento della consapevolezza delle persone sui temi legati all’alimentazione, in particolare sul tema legato ai cereali. In molti mi chiedono i semi ed è un aspetto divulgativo della mia attività che mi da molta soddisfazione: più piccole realtà si creano meglio è, perché l’obiettivo primario rimane la diffusione e la consapevolezza su questi temi”.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2017/05/io-faccio-cosi-168-mulino-recuperato-produce-farine-grani-antichi/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

Inventato un tessuto che produce energia da sole e vento

brillamento-solare

Un team di ricercatori del Georgia Institute of Technology ha sviluppato un innovativo tessuto che è in grado di produrre energia a partire dal sole e dal vento. Questo tessuto insieme fotovoltaico ed eolico è costituito da un polimero economico e leggero, con microcelle solari e nanogeneratori capaci di convertire l’energia meccanica prodotta dalle vibrazioni in elettricità. Leggero e traspirante, il tessuto è anche economico perché è stato realizzato con tecnologie già diffuse sul mercato, come le fibre con le celle solari. Nella fase sperimentale è stato rilevato come 20 centimetri quadrati di tessuto possano produrre 2 volt di energia al minuto grazie alla luce solare e ai movimenti delle fibre causati dal vento. Questo tessuto potrebbe rivelarsi una tecnologia molto utile per ricaricare i dispositivi elettronici, dallo smartphone ai device indossabili in ambito medico. C’è, però, un problema da risolvere: trovare un materiale per renderla impermeabile e impedire che i componenti si rovinino.

Fonte:  Nature

A Firenze il 17-19 maggio torna Terra Futura 2013

download

Dal 17 al 19 maggio 2013 torna a Firenze ‘Terra Futura‘, la mostra-convegno internazionale dedicata alle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale giunta quest’anno alla decima edizione. L’ evento, che si svolgerà alla Fortezza da Basso, rappresenta un momento di riflessione e dibattito sulle best practice di governo e d’impresa, i modelli di comportamento virtuosi attuabili nel privato come nel pubblico e le soluzioni possibili agli squilibri indotti dalla globalizzazione, per un futuro equo e sostenibile, sopratutto in chiave ambientale. L’edizione 2013, che celebra il decennale della manifestazione, avrà come titolo ‘Dieci anni dopo: oltre la crisi per una nuova Europa‘ e proporrà ai visitatori diversi appuntamenti culturali , un’area espositiva completamente rinnovata, momenti di spettacolo, iniziative rivolte ai giovani, alle scuole e alle famiglie, oltre ai consueti momenti di formazione, i convegni e i workshop dedicati agli operatori del settore. I tempi di quest’anno sono cinque:

  1. Abitare – promuovere e suggerire stili di vita e consumi quotidiani rispettosi dell’ambiente e delle risorse comuni
  2. Produrre –  sensibilizzare le aziende ad un uso più attento e consapevole delle risorse idriche ed energetiche lungo tutta la filiera produttiva
  3. Coltivare –  esplorare il nostro rapporto con la natura e nel rispetto della biodiversità
  4. Agire – farsi promotori di azioni propositive a partire dai piccoli gesti quotidiani
  5. Governare – richiamare l’attenzione delle istituzioni e degli enti locali affinché mettano in campo tutti gli strumenti politici necessari per innescare un cambiamento anche dall’alto

L‘ingresso alla manifestazione è libero. Per chi volesse arrivare alla Fortezza da Basso in bicicletta, il Comune di Firenze metterà a disposizione appositi servizi di noleggio in diversi punti della città. Per tutte le informazioni dettagliate sulla mostra-convegno visitate il sito www.terrafutura.it.

Dove: Firenze, Fortezza da Basso

Quando:  da venerdì 17 a domenica 19 maggio 2013

Orari: 9.00 – 20.00 (venerdì); 9.30 – 24.00 (sabato); 10.00 – 20.00 (domenica)

Fonte: tuttogreen