Firenze, primo processo per l’amianto in una scuola

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Nonostante siano migliaia le scuole italiane nelle quali sono presenti parti e manufatti in amianto, il processo in corso al Palazzo di Giustizia di Firenze è il primo che discute la presenza dell’asbesto in un edificio scolastico. La presenza dell’amianto nella scuola era finta sugli organi di informazione dopo che il preside aveva affisso cartelli che vietavano di correre, appendere quadri, sbattere le porte e urtare le pareti per non far staccare l’amianto presente sotto l’intonaco. Grazie all’Osservatorio Nazionale Amianto la vicenda era poi approdata in tribunale: al centro dell’inchiesta c’è stata la vicenda di un professore deceduto per neoplasia.

“E’ necessario affermare la cultura della prevenzione primaria e cioè evitare ogni forma di esposizione all’amianto e a tutti gli altri cancerogeni e ciò è possibile solo evitando il rischio e quindi bonificando l’amianto, specialmente dalle scuole. Non riesco a comprendere i motivi per i quali gli amministratori della Provincia di Firenze e del Comune di Firenze, tra cui Matteo Renzi, che all’insediamento come presidente del Consiglio, si era dichiarato attento ai problemi della scuola, abbia ritenuto di lasciare l’amianto in questo importante istituto fiorentino, ponendo a rischio la salute del personale docente e non docente e degli allievi”

ha spiegato Ezio Bonanni.

Secondo il Renam (Registro Nazionale dei Mesoteliomi) dell’Inail sono 63 i casi di mesotelioma registrati tra il personale docente e non docente degli istituti scolastici italiani. Dati – come sottolinea l’Ona – in difetto visto che l’esposizione all’amianto provoca altre neoplasie.

Fonte:  AdnKronos 

Eternit bis, processo al via il 12 maggio 2015

Nel processo Eternit Bis l’imputato Stephan Schmidheiny dovrà rispondere dell’omicidio volontario con dolo eventuale di 258 persone uccise dall’amianto. 138888260-586x390È fissato per il prossimo 12 maggio l’inizio del processo cosiddetto Eternit Bis che vede imputato il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, chiamato a rispondere dell’omicidio di 258 persone decedute fra il 1989 e il 2014. Visto l’alto numero delle persone offese, il tribunale di Torino ha scelto la strada dei pubblici proclami, con un richiamo anche in Gazzetta Ufficiale per l’udienza preliminare prevista fra poco più di un mese. Il reggente del tribunale torinese, Francesco Gianfrotta, ha disposto che il decreto di fissazione dell’udienza venga pubblicato sui siti internet delle Regioni Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, del Comune di Torino e Lavorocampania.it. Inoltre, una copia sarà consultabile, per le persone offese, anche nelle sedi dei Comuni di Torino, Cavagnolo, Casale Monferrato, Rubiera, Napoli-Bagnoli. A differenza di quanto avvenuto con il clamoroso ribaltamento in Cassazione, l’imputazione per omicidio volontario con dolo eventuale non rischia la prescrizione. Bruno Pesce, anima del Comitato Vertenza Amianto, ha spiegato che la battaglia per la ricerca della giustizia ripartirà da zero, voltando pagina rispetto al disastro ambientale che era il capo di imputazione del processo iniziato nell’aprile 2009:

Il disastro comprendeva tutto, l’insieme del danno. La Cassazione ha voluto evitare di instaurare il principio per cui quando un disastro è ancora in essere è ancora in essere anche il reato. Una novità che avrebbe coinvolto anche altre situazioni, dalle industrie chimiche a quelle petrolchimiche, fino alle discariche abusive. Forse per questo la Cassazione ha preferito dare un’interpretazione sulla base di un codice scritto 80 anni fa, quando i disastri erano crolli o incendi e avevano tutt’altra natura rispetto al caso Eternit. Ora però il processo è per omicidio. Dovremo esaminare caso per caso e far valere il dolo. Noi confidiamo di ottenere Giustizia, seppur con una battaglia che deve ricominciare da capo, cosa che non è degna di un Paese civile.

Ma il “fronte” torinese non è l’unico nel quale il magnate svizzero dovrà vedersela con la legge:Emanuele Cavallaro, sindaco del Comune di Rubiera dove fino agli anni Novanta aveva sede uno dei maggiori stabilimenti italiani di Eternit ha infatti presentato quarantasette denunce per omicidio alla procura di Reggio Emilia che potrebbe seguire l’esempio di quella di Torino.

Dopo che la pena è stata cancellata, quando ho saputo che a Torino i magistrati si erano mossi in un’altra direzione, ho deciso come pubblico ufficiale di agire e procedere per il reato di omicidio. Il nostro territorio è stato segnato da vicino dalla storia della Eternit, abbiamo avuto vittime e ammalati, e le conseguenze le continuiamo a pagare anche oggi,

ha dichiarato il sindaco emiliano a Silvia Bia de Il Fatto Quotidiano. Il cerchio intorno al “filantropo” elvetico si stringe e il processo Bis di Torino potrebbe diventare l’apripista di rivendicazioni diffuse in tutti i luoghi in cui Eternit ha operato facendo ammalare migliaia di operai e famigliari dei medesimi. Non solo in Italia, naturalmente.

Fonte:  Radio Gold , Il Fatto Quotidiano

© Foto Getty Images

Processo Tirreno Power, Medicina democratica si costituisce parte civile

Medicina Democratica ha deciso di presentarsi come parte civile al processo contro Tirreno Power e anche di fornire assistenza a chi intende richiedere risarcimento

Medicina Democratica si costituisce parte civile nel processo Tirreno Power e attraverso il progetto Ma che colpa abbiamo noi assisterà chi vuole presentare la richiesta di risarcimento. In sostanza con il progetto Ma che colpa abbiamo noi MD procede alla raccolta delle cartelle cliniche e di tutta la documentazione medica di coloro che sostengono di essere state vittime di danni causati dall’inquinamento seguendo il classico procedimento delle class action americane. Nella pratica all’interno del processo che si svolge a Savona nei confronti dei responsabili della centrale elettrica di Vado Ligure si inizia così a dare un nome e cognome alle vittime che già la Procura di Savona ha rilevato attraverso una perizia commissionata essere in eccesso rispetto alle medie nazionali, di circa 1000 unità all’anno.ma-che-colpa-abbiamo-noi-620x350

Il ragionamento alla base del processo è in fondo semplice e parte da un dato scientifico confermato anche dall’OMS: le polveri sottili ovvero i PM10 inquinano e causano malattie gravi quali, cancro, autoimmuni e cardiovascolari.

Spiega il dott. Annibale Biggieri epidemiologo ambientale e docente universitario di statistica medica:

Un tempo credevo che l’unica opera visibile dalla luna fosse la muraglia cinese. Un professore americano mi ha fatto notare che esiste un’altra opera visibile dalla luna: l’inquinamento’’. Risponde così Biggeri a una Signora che chiede a quale distanza possono arrivare le emissioni della centrale. Le polveri sottili si depositano a grandi distanze. Per effetto del ricircolo, a causa dei venti, le polveri possono continuare a muoversi nel tempo. E’ per questo che anche i migliori provvedimenti non hanno effetto nel breve periodo. E’ comunque possibile sviluppare modelli matematici per conoscere le zone di ricaduta. Con il fenomeno dell’inversione termica, al contrario, le emissioni resta intrappolate, come in una stanza chiusa.

Fonte:  Speziapolis