La luna al guinzaglio, a Potenza i rifiuti diventano opere d’arte

Il suo inventore, il drammaturgo Alfred Jarry, definì la patafisica come “la scienza delle soluzioni immaginarie” per problemi che non esistono. Ma se il mondo è così pieno di problemi e le soluzioni spesso scarseggiano, perché non cavalcare l’intuizione fantasiosa e dissacratoria dello scrittore francese per rendere il mondo e la società in cui viviamo un posto migliore? E perché non risolvere più problemi con una sola soluzione? È proprio questo ciò che fa La luna al guinzaglio, l’associazione che ha sede nel Salone dei Rifiutati.

Sara Stolfi e Rossana Cafarelli sono due delle sette persone che portano avanti l’attività di questa strana, intrigante e prospera realtà che affonda le sue radici nella Potenza di dieci anni fa. «La luna al guinzaglio – ricorda Rossana – è nata nel 2003 come associazione culturale, per un’esigenza pratica. Ognuno di noi, portati a termine percorsi personali di studio e formazione, si è chiesto cosa avremmo fatto “da grandi”: saremmo tornati nella nostra terra d’origine, la Basilicata, o saremmo rimasti dove eravamo? Da questa riflessione è nata l’idea di sperimentare questa formula, pensando che a partire da essa avremmo potuto inventare una nuova dinamica lavorativa, ma anche ricreare delle relazioni». Riassumere in poche parole l’attività della Luna è difficile, ma Sara e Rossana individuano tre macrotemi intorno ai quali si sviluppano le iniziative dell’associazione: «Partiamo dai problemi reali e quotidiani della gente, li facciamo passare attraverso il contenitore del Salone dei Rifiutati, che ospita oggetti considerati non più utili, e combiniamo questi due fattori in una soluzione che, come fa La luna al guinzaglio, suscita stupore e poesia». È proprio questo il processo grazie al quale sono nate le “patamacchine”.raee

«Era il 2010 quando abbiamo pensato di dare una nuova vita ad alcuni rifiuti elettronici, i cosiddetti RAEE, all’epoca oggetto di una nuova legislazione. Per sensibilizzare su questo tema, abbiamo pensato di coinvolgere la cittadinanza per riconvertire questi rifiuti in qualcosa di utile. Ispirandoci alla patafisica, abbiamo battezzato i risultati prodotti da questo esperimento “patamacchine”». Si tratta di opere interattive, tematiche, che hanno degli scopi precisi. Per esempio, il “Catalogatore di sogni” è una cassettiera che ha la capacità di immagazzinare e conservare i sogni, mentre il “Guarisci pensiero” è un dispositivo ottenuto dall’assemblaggio di vecchi aerosol, di un pedale di un organo, di una sedia, di un casco e di un tubo luminoso, che trasferisce i pensieri cattivi alla macchina per l’aerosol, la quale li assorbe e li trasforma in una nube di talco profumato al rilascio del pedale. Insieme, le patamacchine formano un set di opere capace di risolvere problemi «che abbiamo individuato interpellando direttamente le persone, le quali attraverso colloqui e questionari ci hanno parlato dei pensieri pesanti della notte, dei sonni agitati, della difficoltà di essere sempre sottovalutati, dei sogni irrealizzati, dei litigi troppo frequenti e così via».pata

L’utilità delle patamacchine è duplice: «Quando sono esposte al pubblico – racconta Sara – sono accompagnate da una doppia pannellistica, che spiega sia l’aspetto ambientale, ovvero il recupero di oggetti altrimenti destinati allo scarto, sia quello artistico, poetico e scientifico». Queste creazioni sono anche molto utili all’associazione, poiché costituiscono fonte di guadagno e di visibilità: «Le noleggiamo, partecipiamo a call di musei o a collaborazioni con amministrazioni. Per esempio, un’azienda pubblica di Novi Ligure che si occupa di acqua e politica ambientale voleva festeggiare i suoi quarant’anni di attività con una mostra che parlasse di sostenibilità, declinata però in un contesto artistico:  Museo dei Campionissimi. Le patamacchine erano l’elemento perfetto in questo senso, così gliele abbiamo affittate. Le mostre sono anche spazi didattici, dove le guide possono organizzare laboratori che permettono di approfondire il concetto di base che ha permesso di creare le opere. In questo caso il nostro pacchetto commerciale prevede anche la formazione degli operatori dei musei». In questo modo, le opere hanno calcato importanti palcoscenici in tutta Italia, dal Parco della Musica di Roma al Festival della Scienza di Genova.riciclo

L’attività della Luna al guinzaglio è più che mai eterogenea. La sua casa, il Salone di Rifiutati, inaugurato nel 2008 in una zona periferica di Potenza, ha una doppia dimensione: «Da un lato – spiega Rossana – si ispira al Salon des Refusés, storico spazio parigino di sperimentazione artistica, mentre dall’altro è un salone inteso nella sua dimensione di incontro, di luogo di socialità, di agorà. Noi pensiamo di avere a che fare non tanto con l’arte, quanto piuttosto con i processi: la nostra è l’arte della relazione».laboratorio

L’utenza è molto eterogenea e va dagli insegnanti ai ragazzi, alle mamme, ai semplici curiosi. Il filo conduttore è il lavoro sugli oggetti, ma si ritrovano sempre gli elementi della sostenibilità a trecentosessanta gradi e della sperimentazione dei linguaggi. «Quest’anno la programmazione degli eventi si è divisa in quarti di luna, per arrivare poi alla luna piena. Su base trimestrale cerchiamo di programmare cinque o sei proposte fra laboratori ed eventi serali aperti alla cittadinanza. La luna al guinzaglio è un luogo legato all’arte per creare una relazione, dove poi ognuno elabora il proprio linguaggio. E non manca mai la dimensione del quotidiano, del reale, del lavoro manuale, del rapporto diretto con l’oggetto».

Francesco Bevilacqua

Il sito di La luna al guinzaglio

Fonte: italiachecambia.org

La turbina eolica più potente del mondo è operativa in Danimarca

Pensata per l’off shore, dove i venti sono forti e costanti, una singola turbina da 8MW potrebbe produrre di oltre 40 GWh e soddisfare i consumi di 10000 famiglie.

Il video qui sopra ha i titoli in danese, ma le immagini parlano da sole per mostrare le straordinarie dimensioni della nuova turbina eolica V164 da 8 MW, ultima nata della Vestas. La pala eolica più potente del mondo è stata pensata e progettata per le applicazioni off shore, dove i venti forti e costanti permettono dei load factor (1) superiori al 50%; gli elevati costi delle fondazioni sottomarine e delle decine di km di cavi di allacciamento alla rete impongono infatti di sfruttare al massimo la potenza disponibile localmente. Poichè i siti ventosi “buoni” sono abbondanti, ma comunque in numero limitato, è del tutto sensato sfruttare al massimo l’energia che vi si può ottenere. I numeri sono impressionanti: il rotore viene posto a 130-140 m di altezza, le pale hanno un diametro di 164 m e spazzano un’area di oltre 21000 m². Le singole pale da 80 m equivalgono a9 autobus double decker messi in fila (vedi immagine in fondo). La produzione annua di una singola turbina può variare da 28 a 42 GWh per una velocità media annua del vento tra 8 e 11 m/s (2). Una sola turbina potrebbe quindi sopperire al fabbisogno elettrico di 10000 famiglie (3). Il primo prototipo funzionante è stato installato a Østerild in Danimarca nel gennaio del 2014. La produzione potrebbe iniziare il prossimo anno.Pala-eolica-V-164

(1) E’ il tempo equivalente in cui il vento soffia alla massima velocità operativa di 12 m/sec a cui corrisponde la piena potenza di 8 MW

(2) Velocità elevate sulla terraferma, ma abbastanza comuni a 130 m sopra la superficie del mare.

(3) Stima con un livello di consumi italiano di 1 MWh all’anno pro capite per una famiglia di 4 persone

Fonte: ecoblog.it

Energia eolica in Danimarca al 55% per tutto il mese di dicembre

Il record danese è avvenuto grazie ai continui investimenti nelle rinnovabili e mostra che la rete è in grado di gestire la potenza intermittente del vento

Durante lo scorso mese di dicembre la produzione eolica ha fornito il 55% dell’energia elettrica della Danimarca. E’ una buona notizia, non solo per i danesi, ma per tutto il mondo, perchè mostra che se si fanno gli adeguati investimenti, la rete elettrica è perfettamente in grado di assorbire e gestire la potenza intermittente del vento, con buona pace di tutti i profeti di sventura che in questi anni hanno più volte detto che era impossibile o troppo problematico. Il fatto significativo è che questo record è mediato su tutto il mese e non riguarda solo i momenti eccezionali di tempesta, come è accaduto ad esempio in Germania. Nella notte tra il 30 novembre e il 1° dicembre la produzione danese di energia dal vento ha pesino superato la domanda, raggiungendo il 138%. In questi casi l’energia viene esportata, come mostra in tempo reale il sito Energinet: nel momento in cui scrivo la Danimarca sta esportando circa 1 GW di potenza verso la Germania e la Svezia. Il record è stato raggiunto anche grazie ai nuovi investimenti che hanno portato nel 2013 il parco eolico da 4,2 a 4,8 MW e la produzione da 10,3 a 11,1 TWh. L’obiettivo è il raggiungimento del 50% dei consumi entro il 2020. Qui è appena il caso di ricordare che l’Italia produce più energia dal vento della Danimarca, visto che nel 2013 ha quasi raggiunto i 15 TWh. Il vento tra il Mare del Nord e il Baltico è più forte che nel mediterraneo, ma i siti italiani disponibili sono più numerosi, compresi quelli in cui alcuni integralisti (utili idioti delle lobby fossili) vorrebbero impedire l’installazione delle turbine.TO GO WITH AFP STORY BY Pierre-Henry DES

fonte: ecoblog