Collegato agricoltura: sfalci e potature non saranno più rifiuti

Approvato a larghissima maggioranza da Senato il Collegato Agricoltura. Nel testo confermata la norma che mette sfalci e potature fuori dalla disciplina rifiuti. Bernocchi: “Crollerà la differenziata e aumenteranno i costi per i cittadini”1

Il Senato ha approvato il 6 luglio, in via definitiva il Collegato Agricoltura. Secondo il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina siamo di fronte ad un “provvedimento fondamentale che arriva alla fine di un lungo e approfondito lavoro in Parlamento. Come Governo raccogliamo la sfida di innovare e sviluppare un settore cardine per l’economia italiana. Le parole d’ordine sono semplificazione, tutela del reddito, ricambio generazionale e organizzazione”.

Il collegato, una specie di Milleproroghe agricolo, contiene al suo interno non solo norme strettamente inerenti al settore dell’agricoltura. Infatti c’è una norma in particolare che porta sfalci e le potature al di fuori dell’ambito dei rifiuti urbani.

Perplessità su questa nuova norma giungono da un po tutto il mondo dei rifiuti, si veda la nostra intervista a Marco Avondretto responsabile area rifiuti di Acea Pinerolese e la lettera aperta del Presidente del Cic Alessandro Canovai al presidente dell’Anci.

Abbiamo chiesto al Delegato Energia e Rifiuti diell’ANCI Filippo Bernocchi un commento sull’approvazione in via definitiva del “Collegato agricolo”, all’interno del quale una norma prevede che sfalci e potature urbane escono dal regime dei rifiuti.

In pratica non verrebbero più conteggiati nella raccolta differenziata e, di conseguenza non sussiste più l’obbligo di raccolta da parte dei comuni, con una probabile ricaduta sugli investimenti e sull’occupazione all’interno del settore del recupero dei rifiuti organici delle raccolte differenziate. Inoltre va ricordato che, gli sfalci e potature, vengono considerati rifiuti organici, e quest’ultimi costituiscono mediamente circa il 40% dei rifiuti.

Un Filippo Bernocchi, molto amareggiato, ha detto: “Da anni hanno tentato di far passare questa norma, prima con il Ddl Concorrenza e addirittura nel Ddl Madia (la riforma della Pubblica Amministrazione, nda), e poi finalmente approvato quasi all’unanimità dal Senato nel Collegato AgricolturaQuesta nuova norma porta solo svantaggi e complicazioni al sistema di gestione dei rifiuti. Si spera che il legislatore riesca a porre rimedio altrimenti lo farà la l’Europa in quanto una legge europea individua gli sfalci e le potature come rifiuti (Direttiva Europea 98/2008 sui rifiuti). Il primo risultato di questa norma sarà il crollo generalizzato della raccolta differenziata, vanificando tutti gli sforzi e i sacrifici fatti dai comuni e dall’Anci negli ultimi anni.

La seconda ricaduta diretta è quella sui cittadini. Cosa farà degli sfalci e delle potature del suo giardino?Ovviamente non può bruciarli. Non essendo più un rifiuto non potrà inserirli nei sistemi comunali per la gestione differenziata dei rifiuti. E quindi? Nonostante paghi la Tari (che sicuramente non diminuirà con questa norma) sarà costretto a chiamare un ditta per smaltirli, con la diretta conseguenza di maggiori costi. Altrimenti dovrà abbandonarli di nascosto chissà dove.

L’Anci è da molto tempo che ha chiesto di essere ascoltata in merito a questa nuova norma, ma nessuno ha voluto sentire il suo parere. Speriamo che il legislatore si ravveda e che Beuxelles non apra una procedura d’infrazione contro l’Italia. C’è tempo, ma è meglio non cominciare a sprecarlo

Fonte: ecodallecitta.it

Sfalci e potature: Fiper scrive al presidente Anci Fassino per l’impiego a scopi energetici

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Lettera aperta di Fiper (Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili) al presidente dell’ANCI Piero Fassino per l’impiego di sfalci e potature da verde urbano a fini energetici in relazione al Collegato Agricoltura in discussione al Senato. On line il testo della lettera

 

Gentile presidente Fassino,

 

le scrivo a nome della Federazione dei Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili-FIPER che rappresento in qualità di presidente riguardo la modifica all’art. 185 del Testo Unico Ambientale inserita nel collegato agricolo all’art. 41 del Ddl S 1328-B che prevede l’impiego delle potature del verde urbano a fini energetici che verrà discusso al Senato lunedì 20 giugno 2016.

FIPER da anni si batte per fare in modo che le potature del verde urbano non siano più considerate rifiuti, come avviene già in molti altri Paesi Europei e possano quindi essere utilizzate ai fini energetici. La modifica ora introdotta dal collegato Ambientale riprende la logica del parere rilasciato dal Ministero dell’Ambiente lo scorso 17 maggio 2015 sulla possibilità di classificare le potature del verde urbano quale sottoprodotto nel rispetto dei requisiti previsti dall’art.184 del Testo Unico Ambientale, posizione che, tra l’altro, era già la stessa introdotta da Cottarelli nel suo piano di Spending Review (Capitolo misure sotto i 100 milioni di euro: valorizzazione biomasse legnose).

Nei giorni scorsi abbiamo appreso con stupore da un’agenzia di stampa che Filippo Bernocchi di Prato, vostro delegato ANCI a Energia e Rifiuti avrebbe appoggiato la mozione del presidente del Consorzio Italiano dei Compostatori, Alessandro Canovai e nonché presidente di ASM spa, municipalizzata che gestisce la raccolta rifiuti di Prato, affinché questa tipologia di residuo rimanga nella disciplina rifiuti.

Dal punto di vista economico, per l’amministratore pubblico, l’utilizzo del verde urbano trasforma la gestione di questa biomassa da costo di smaltimento a vendita sul mercato con relativo ricavo. È bene che ANCI sappia che, a livello nazionale, il quantitativo disponibile di potature del verde urbano si attesta dai nostri studi intorno ai 3-4 milioni di Tonnellate/anno con un costo di smaltimento di circa 180-240 milioni di Euro a fronte di un possibile ricavo, in caso di utilizzo energetico, di 80-120 milioni. Il beneficio economico complessivo per l’Amministrazione pubblica Italiana potrebbe aggirarsi quindi tra 240-360 milioni di Euro/anno.

Diversificare gli usi e aumentare la competitività dei “beni pubblici” ci sembra un interesse generale da perseguire, promuovere e salvaguardare. Tra l’altro non si capisce la preoccupazione del Presidente Canovai e del comparto che rappresenta dal momento che, la classificazione delle potature, fuori dal regime di gestione dei rifiuti, non vieterebbe ai compostatori di impiegare questo materiale quale strutturante della fabbricazione del compost come da loro indicato.

Chiaramente ci si misurerà sul mercato, nella logica della concorrenza nei diversi usi (compost – energia) ed è chiaro che i Comuni potranno sempre più beneficiare economicamente di questa competizione per l’acquisto delle potature di loro pertinenza.

Credo non sia invece sostenibile la tesi secondo cui se detta biomassa viene considerata rifiuto permetta alle amministrazioni comunali di raggiungere gli obiettivi previsti per la raccolta differenziata.

Quanto sopra premesso, le sarei grato di conoscere la posizione ufficiale di ANCI in merito alla questione potature, auspicando che ANCI voglia appoggiare la proposta inserita nel collegato agricolo, facendosi parte attiva affinché l’art. 41 non subisca ulteriori impedimenti ostativi.

Colgo l’occasione per porgerle cordiali saluti e rimango a disposizione per un eventuale confronto per meglio illustrarle le tematiche sopra trattate.

F.I.P.E.R.presidente
Walter Righini

Fonte: ecodallecitta.it

 

Sfalci e potature, cos’è cambiato nel 2014 a Torino

A Torino dai dati Amiat sembrerebbero dimezzati i quantitativi di sfalci e potature rispetto ad un anno fa: nel periodo gennaio-agosto si passa dalle 3575 tonnellate conferite nel 2013 alle 1978 del 2014. Ma la ragione sta nel fatto che da quest’anno sono le stesse cooperative che si occupano del verde pubblico a doversi far carico del conferimento380588

Nei primi 8 mesi dell’anno diminuisce -quasi si dimezza- la frazione verde conferita ad Amiat. Quali le ragioni? Il primo pensiero va alla riduzione di sfalci e potature dettata dai chiari di luna del bilancio comunale. Ma il passaggio dalle 3575 tonnellate conferite nel 2013 alle 1978 del 2014 non può essere imputabile esclusivamente ad una minor cura del verde pubblico. La risposta al quesito ci viene suggerita da Renzo Minetti di Agriforest, una delle cooperative che si occupa di gran parte degli sfalci e potature della città: “A partire dall’ultimo bando per l’assegnazione del servizio, il conferimento della frazione verde è in carico alle cooperative stesse e non più ad Amiat. Noi ad esempio abbiamo iniziato a portare tutto in impianti privati a Vinovo e San Mauro che avviano il materiale al compostaggio o ne fanno cippato”. Per questa ragione i quantitativi non sono ancora entrati nel “bilancino” Amiat, ma verranno aggiunti soltanto a fine anno, in un’unica soluzione, sotto la voce “da terzi”.
Dall’Amiat continuano comunque a passare circa la metà degli sfalci e delle ramaglie della città che vengono anche in questo caso avviate a recupero attraverso, rispettivamente, la ditta Koster di San Nazzaro Sesia (NO) e in un impianto della Tecnogarden a Vimercate (MI).

Fonte: ecodallecitta.it