Greenpeace: il pesce che mangiamo contiene plastica

I risultati dei test effettuati dall’associazione ambientalista parlano chiaro: quasi un terzo del pesce contiene microplastiche.http _media.ecoblog.it_8_826_greenpeace-pesce-plastica

Sono molto preoccupanti i risultati della ricerca condotta da Università Politecnica delle Marche, Greenpeace e Istituto di Scienze Marine del CNR di Genova che conferma la presenza di particelle di microplastica anche in pesci e invertebrati pescati nel Mar Tirreno. I campionamenti, centinaia, sono stati effettuati l’estate scorsa dai volontari di Greenpeace a bordo della nave Rainbow Warrior. Tra il 25% e il 30% del pesce analizzato, proveniente da diversi siti di campionamento nel Tirreno, contiene almeno una particella di plastica di dimensioni inferiori a 5 millimetri. Sono interessate diverse specie di pesci con differenti abitudini alimentari, dalle specie planctoniche, agli invertebrati, fino ai pesci predatori. Percentuali simili si riscontrano anche nel pesce dell’Adriatico.

I risultati ottenuti confermano ancora una volta che l’ingestione di microplastiche da parte degli organismi marini è un fenomeno diffuso e sottolineano la rilevanza ambientale del problema dei rifiuti plastici in mare – commenta la docente di Biologia Applicata alla Università Politecnica delle Marche Stefania Gorbi È urgente quindi che la ricerca scientifica acquisisca nuove conoscenze e contribuisca a sensibilizzare la coscienza di tutti su questa tematica emergente.

La maggior parte delle plastiche ritrovate nel pesce è polietilene (PE), cioè il polimero con cui si produce il packaging e dei prodotti usa e getta.

Ciò che ci preoccupa maggiormente è la rapida evoluzione di questo problema e la graduale trasformazione delle microplastiche in nanoplastiche – precisa Serena Maso, Campagna Mare di Greenpeace – particelle ancora più piccole che se ingerite dai pesci possono trasferirsi nei tessuti ed essere quindi ingerite anche dall’uomo“.

Secondo le stime più accurate, ogni anno finiscono in mare circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici di vario tipo con una netta prevalenza di imballaggi monouso usa e getta: bottiglie d’acqua e bibite ma anche fustini di detersivi liquidi.

Foto: Unsplash

Fonte: ecoblog.it

Sacchetti, in attesa del voto sulla direttiva UE: Polieco sostiene la proposta di Potocnik

“Il Consorzio PolieCo esprime il suo apprezzamento per lo sforzo profuso dall’Unione Europea nella direzione di favorire in  Europa l’utilizzo di borse multiuso al posto degli shoppers usa e getta, utilizzando un apposito strumento normativo di prossima promulgazione che dovrebbe, tra le altre cose, mettere fine alle tante diatribe che sono scaturite in alcuni Paesi membri”
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“Il Consorzio PolieCo – Consorzio nazionale per il riciclaggio dei rifiuti dei beni a base di polietilene –
esprime il suo apprezzamento per lo sforzo profuso dall’Unione Europea nella direzione di favorire in Europa l’utilizzo di borse multiuso al posto degli shoppers usa e getta, utilizzando un apposito strumento normativo di prossima promulgazione che dovrebbe, tra le altre cose, mettere la parola “fine” alle tante diatribe che sono scaturite in alcuni Paesi membri. Tale soddisfazione scaturisce dall’allineamento della proposta alle istanze contenute nella cosiddetta “gerarchia dei rifiuti”, laddove si indica chiaramente l’obiettivo primario di riduzione della produzione di rifiuti ed il prioritario riuso dei vari beni. Si ricorda che, in Italia, nella fattispecie dei beni in polietilene (PE) questi sono sottoposti proprio al contributo PolieCo nettamente inferiore al contributo CAC per le plastiche. Tale apprezzamento anticipa la vicina scadenza del prossimo 10 marzo, allorquando il Parlamento europeo voterà un provvedimento per la sostanziale messa al bando degli shoppers in plastica usa e getta in favore delle borse multiuso. (Ndr: in realtà la proposta di direttiva europea lascia liberi i singoli Stati dell’Unione Europea di intraprendere i provvedimenti che riterranno più efficaci ai fini di ridurre il consumo di sacchetti in plastica usa e getta. Tali misure possono prevedere bandi, tassazioni o altri tipi di incentivi e obiettivi di riduzione)”. “Si sottolinea, inoltre, come lo strumento scelto dalla Commissione Europea per indicare la strategia europea per i rifiuti di plastica nell’ambiente – approvata dal Consiglio su relazione dell’ottimo On. Vittorio Prodi – che, tra l’altro, prevede di modificare la direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio per ridurre il consumo di borse di plastica in materiale leggero, fornisce un chiarimento definitivo sull’assoggettamento alla normativa imballaggi esclusivamente delle borse di plastica con uno spessore inferiore ai 50 micron, riportando nell’ambito della disciplina dei beni le borse con uno spessore superiore ai 50 micron, istanza, questa, da sempre sostenuta dal PolieCo stesso. Pur non disconoscendo la valenza innovativa delle bioplastiche compostabili, che ha portato lo scrivente Consorzio ad affiancare, da subito, i propri associati nelle politiche di eventuale riconversione produttiva, il PolieCo è da sempre convinto che favorire, come detta la norma comunitaria, la riduzione della produzione di rifiuti plastici attraverso la promozione di borse multiuso sia un obiettivo pienamente coerente con i target comunitari di sostenibilità. Non solo, in questo caso il Legislatore si fa anche protagonista di un’istanza educativa nel settore ambiente laddove stabilisce un freno alla cultura dell’usa e getta e del consumismo disgiunto da ogni prospettiva eticoambientale”.

Il Consorzio Polieco

Fonte: ecodallecittà