Una valle a piedi: sta per nascere il Cammino del PiemonteSud

Un nuovo grande cammino, costellato da tanti anelli votati alla scoperta del territorio dell’Appennino piemontese. Il cammino del PiemonteSud tocca Bobbio e si bagna nel mare di Portofino. Ne abbiamo parlato con Francesco Arecco, che sta lavorando al lancio di questo percorso che collega le Aree Protette e i Siti Comunitari Natura 2000 dell’Appennino Piemontese, dalla Val Borbera alle Langhe.

Alessandria – Il Cammino del PiemonteSud. Un nome semplice che vuole rievocare il passaggio di tutte le culture che nei tempi andati hanno popolato il versante nord dell’Appennino e una rete di sentieri che intreccia i territori di oggi e li valorizza. Servono scarpe buone oppure due ruote gonfie: questo cammino collega a piedi e in mountain-bike tutte le aree protette che si trovano sotto l’ala dell’ente di gestione della parte meridionale dell’appennino piemontese.

Un’idea nata dopo il lockdown e che vuole superare il campanilismo e liberarsi dal forte individualismo che questo territorio ha vissuto negli anni. E già lo slancio a fare rete è la prima nota di colore del progetto.

Fotografia Adriano Giraudo

PIEMONTESUDUN CAMMINO CHE COINVOLGE TUTTI I SENSI

Il Cammino PiemonteSud sarà lanciato in primavera e invita il pellegrino a godersi il paesaggio senza correre, camminando lentamente e ristorandosi con i silenzi dei boschi. E avrà un passaporto su cui sarà possibile timbrare le tappe, proprio come quello di Santiago. L’itinerario prevederà, poi, diversi “anelli di conoscenza del territorio”, affidati alle amministrazioni locali, ad associazioni, aziende e a chiunque voglia entrare in relazione con le persone che partecipano al cammino, con l’intento di mostrare ai gitanti tutte le peculiarità della propria terra.

Anche la definizione dell’intero percorso è in progress e sarà ultimata strada facendo, in collaborazione con il CAI, come già accaduto in altri cammini. Le prime 15 tappe però sono pronte: l’itinerario dell’alta val Borbera, dalle Capanne di Cosola sino alla riserva di Spigno, è completo. «Oltre alle tracce GPS, il Cammino del PiemonteSud offrirà ai camminatori i podcast di sentiero», spiega Francesco Arecco, consigliere dell’Ente di gestione delle aree protette dell’appennino piemontese.

«Abbiamo coinvolto esperti in ambito naturalistico, un micologo e un botanico, passando per il naturalista dell’avifauna, dell’ungulato o del lupo, molto presente su tutto l’Appennino». Non mancheranno poi approfondimenti culturali: «Abbiamo recuperato aneddoti e testimonianze che fanno parte della memoria storica di queste terre e registrato spiegazioni di architetti che illustrano i numerosi reperti archeologici e santuari che costellano l’area».

Un nome semplice che vuole rievocare il passaggio di tutte le culture che nei tempi andati hanno popolato il versante nord dell’Appennino e una rete di sentieri che intreccia i territori di oggi e li valorizza

Si può quindi scegliere di camminare avvolti dal silenzio della natura oppure di percorrere i tratti insieme a qualcuno che ci porta per mano, passo passo, e che ci fa immergere nella cultura di questo territorio così vasto. Ci sarà anche la possibilità di avere a disposizione un’audioguida di riferimento per ogni tratto, da ascoltare in viaggio mentre ci si avvicina alla prima tappa.

IL PERCORSO

Da Bobbio – cittadina attualmente in provincia di Piacenza, ma dall’anima piemontese – si scende lungo la Via del Sale e del Mare e si arriva fino al parco di Portofino. A metà del tratto che porta verso sud, il percorso di biforca e la deviazione permette di raggiungere Carrega Ligure, esplorando la val Borbera, per giungere ad Arquata, toccando il sottovalle con Gavi e tutto il suo patrimonio vitivinicolo. Poi si incontra Bosio, nel cuore del Parco delle Capanne di Marcarolo, zona di calanchi tutelata dall’ente parco. Da Ovada ci si dirige verso Molare e poi Langhe sino a Mondovì. Ma l’idea è di arrivare sino a Nizza.

San Martino di Roccaforte Ligure, una tratta del Cammino del PiemonteSud

Lungo tutto il percorso PiemonteSud, tratto per tratto, ci saranno a disposizione una cartina in pdf, le coordinate e tutte le tracce GPS, i materiali video e i podcast. «Abbiamo già avviato le registrazioni di voci e suoni del parco, ma anche antiche fiabe del territorio rivolte ai piccoli gitanti». L’intento è dare il via a un percorso culturale, umano e di relazioni sociali: «Vogliamo far sì che ciascun contributo in questo cammino arricchisca l’intero progetto e tutti coloro che decideranno di unirsi a noi si sentano parte di un percorso grande che fa del bene a tutti i territori coinvolti».

Francesco Arecco, da gaviese, pur conoscendo bene l’area non nasconde che questo lavoro lo sta portando a investigare e scavare nella cultura e nelle tradizioni locali: «Sto scoprendo territori nuovi e interessanti anche sul piano della buona alimentazione e del buon bere».

Proprio per questo è stato anche creato un circuito di amici del cammino del PiemonteSud: «Abbiamo stilato una lista di servizi utili a camminatori, con ristoranti, trattorie, strutture ricettive dove pernottare e botteghe dove acquistare i prodotti tipici locali da portarsi a casa». E il progetto dimostra anche il suo ampio respiro, che svalica i confini regionali: «Vogliamo, poi, collegarci a un cammino nazionale che passa subito sotto di noi, l’Alta Via dei Monti Liguri, creando un parallelo nel versante nord dell’Appennino».

Fonte: https://www.italiachecambia.org/2022/03/cammino-piemontesud/?utm_source=newsletter&utm_medium=email

La Costiera Amalfitana a piedi: un viaggio sul Sentiero degli Dei

Il Sentiero degli Dei. Basta il nome per far intuire la spettacolarità di questo sentiero da percorrere a piedi: una passeggiata sul paradiso della Costiera Amalfitana, uno tra gli itinerari più suggestivi del Mediterraneo. Basta il nome per far intuire la spettacolarità del sentiero: percorretelo nella direzione che va da Agerola a Nocelle in modo da camminare in leggera discesa e avere davanti il panorama della Costiera Amalfitana e di Capri.sentiero-dei

Dimenticate l’automobile e indossate scarpe comode, percorrendo il “Sentiero degli dei”  si va alla scoperta di un angolo di paradiso. Il nome infatti non è solo un appellativo ma una promessa: saranno 7,8 chilometri – un percorso che collega Agerola a Nocelle (frazione di Positano), nello scenario della splendida costiera Amalfitana – immersi in un panorama mozzafiato, a passeggio lungo la macchia mediterranea in bilico tra cielo e mare. Il percorso non è soltanto un sentiero turistico ma anche una via di collegamento tra le frazioni che si susseguono, può capitare infatti di incontrare contadini che trasportano il raccolto sul dorso del mulo. Oltre alla bellezza mozzafiato, il Sentiero degli dei è anche testimone di millenni di storia e rappresenta una delle tante mulattiere che in questo territorio venivano utilizzate prima che fosse costruita la Statale 163.sentiero-dei-2


Ci sono due percorsi che dividono il Sentiero in “alto” e “basso”. Il primo parte da Bomerano e finisce a Santa Maria del Castello, è leggermente più difficile perché più inerpicato tra le rocce ma il paesaggio è lo stesso; il “basso”, più battuto dai turisti, è quello che attraversa Nocelle prima di avventurarsi lungo i famosi 1300 scalini che portano a Positano. All’ingresso, nella piazzetta di Agerola, c’è un infopoint dove è possibile prenotare una guida – se si desidera fare un’escursione guidata – o prendere una mappa dell’itinerario, anche se tutto il percorso è contrassegnato dalla segnaletica bianca rossa. La fatica si farà sentire, ma alla fine si è ricompensati da un bagno nelle acque cristalline di questo mare, esperienza magnifica già di per sé ma che dopo l’”impresa” regala ancora più soddisfazione. Il Sentiero degli dei è un percorso di trekking classificato come media difficoltà, ma non bisogna sottovalutare la lunga camminata (si impiegano circa 3-4 ore). Come in tutti i percorsi e le escursioni, è importante attenersi alle regole, indossare scarpe e indumenti adeguati e non abbandonare il percorso segnalato. Fatte le necessarie raccomandazioni non resta che immergersi nelle bellezze di questo itinerario spettacolare, considerato tra i più suggestivi del Mediterraneo.

Fonte: http://www.italiachecambia.org/2017/07/costiera-amalfitana-piedi-viaggio-sentiero-degli-dei/?utm_source=newsletter&utm_campaign=general&utm_medium=email&utm_content=relazioni

ORGANIZZA UNA VACANZA CONSAPEVOLE!

Luca Gianotti: viaggiare a piedi per trovare (anche) se stessi

Vivere il territorio a ritmi lenti e in profondità, conoscere l’altro e guardarsi dentro. È questa l’idea ispiratrice della Compagnia dei Cammini, associazione che lavora per diffondere la cultura del camminare nel nostro Paese, proponendo viaggi a piedi in aree mediterranee.

“Ho iniziato poco dopo l’adolescenza, e in breve tempo ho scoperto i benefici del camminare. È nata così una passione che oggi occupa un posto centrale nella mia vita”. Comincia così il racconto di Luca Gianotti, coordinatore della Compagnia dei Cammini, nata dalla precedente esperienza de “La Boscaglia” e in linea con la sua filosofia ed i suoi valori. L’associazione propone viaggi a piedi, anche in compagnia degli asinelli, viaggi in barca a vela con trekking e viaggi di Deep walking con esperienze di meditazione camminata. Ogni anno, inoltre, viene organizzata la camminata evento “Compagni di Cammino” , che lo scorso anno ha condotto le guide ed i viandanti sui passi della Sicilia virtuosa  e che il prossimo novembre sbarcherà in Puglia, terra generosa e in gran fermento.1781950_611358848934048_1249352089_n

Per la Compagnia dei Cammini fare turismo responsabile significa rispettare la natura, non inquinare, tutelare la salute, valorizzare l’economia solidale, preferire il cibo biologico, naturale e locale. A differenza di molti tour operator che propongono tra i servizi il trasporto dei bagagli dei viaggiatori, chi viaggia con la Compagnia dei Cammini porta con sé soltanto uno zaino. “Lo zaino – spiega Luca Gianotti – ti fa sentire libero, puoi fermarti in ogni momento, dormire in tenda o sotto le stelle, anche se molte volte le persone fanno fatica ad entrare in contatto con il loro lato più selvatico. Inoltre, camminare con soli 6-7 chili sulle spalle che contengono tutto il necessario per viaggiare anche per un mese ti fa acquisire la consapevolezza, una volta tornati a casa, della quantità di cose di cui ci circondiamo e di quanto queste non servono e non ci recano felicità”. Spesso chi decide di mettersi in cammino intraprende il viaggio da solo ma in breve tempo si crea un legame forte con gli altri viandanti. “Il camminare – ci spiega Gianotti – ha il potere forte di creare il gruppo: spesso si arriva da soli e ci si mette in gioco, ma in due o tre giorni condividendo emozioni, fatiche e momenti positivi si crea subito il gruppo che, per il periodo del viaggio, diviene una sorta di organismo vivente a se stante. Così come per il benessere di un corpo ogni parte deve essere in salute, allo stesso modo per generare disarmonia in un gruppo basta che una sola persona non stia bene”.10730773_766484063421525_6649220928142959151_n

Fondamentale è dunque la consapevolezza delle persone riguardo al tipo di esperienza che si apprestano a vivere. Per questo motivo lo staff della Compagnia dei Cammini ritiene importante entrare in contatto diretto con coloro che sono interessati ai viaggi, al fine di avere un confronto sulle aspettative e motivazioni di ognuno. Inoltre, sul sito dell’associazione è disponibile un decalogo  scritto da Luca Gianotti che ben riassume la filosofia del camminare. Prima regola? Liberarsi dalle ansie della quotidianità e lasciarle a casa. Soltanto così, infatti, è possibile scoprire il vero valore del cammino: l’incontro con il territorio, con gli altri viandanti, con le persone che vivono nei luoghi in cui si cammina… e con se stessi.10404240_715338328536099_2352555457413100082_n

Il viaggio a piedi, così inteso, costituisce anche un’occasione di ricerca interiore, guidati dalla bellezza del silenzio, dai suoni della natura, dai rumori dei propri passi e respiri. In questo senso, come evidenzia Luca Gianotti, la riscoperta del Cammino di Santiago di Compostela ha segnato una svolta epocale. “Negli ultimi anni si è ampliato il numero di persone che si mettono in cammino ed è aumentato il bisogno interiore di camminare per capire se stessi, oltre al mondo che ci circonda. Soprattutto per noi occidentali, più irrequieti e meno abituati alla meditazione, il cammino diventa così anche uno strumento per compiere un lavoro spirituale”.10614331_772983172771614_3057065503897482961_n

Come ha scritto Luca Gianotti nel libro “L’arte del camminare”, “camminare lento significa saper vivere il presente senza fretta, godersi il cammino fermandosi a osservare un fiore o a scambiare due parole con un contadino, sapendo che siccome abbiamo la tenda con noi, e qualche cibo di scorta, possiamo anche far tardi, nessuno ci aspetta, non corriamo nessun rischio. Per questo i cammini in completa autonomia, in libertà, nei quali il nostro zaino diventa la nostra casa, nei quali abbiamo con noi la tenda, i viveri, il necessario, sono i più terapeutici. Possiamo fermarci quando vogliamo”.

Visualizza La Compagnia dei Cammini sulla Mappa dell’Italia che Cambia

Il sito de La Compagnia dei Cammini

Fonte:italiachecambia.org

Pedibus, ad Angera la scuola si raggiunge a piedi

L’iniziativa del Comune di Angera in collaborazione con il locale Comitato Genitori porta i bambini a scuola grazie a un sistema di percorsi con accompagnatori adulti. Permettere ai bambini di raggiungere la scuola a piedi, limitando il traffico automobilistico e stimolando i più giovani all’attività fisica e alla socializzazione, è questo l’obiettivo del Pedibus di Angera, l’iniziativa in cui adulti “autisti” accompagnano a piedi i bambini “passeggeri” lungo quattro percorsi convergenti alla scuola primaria. Dal 2014 i genitori di Angera, località in provincia di Varese, sulla sponda lombarda del Lago Maggiore, si sono riuniti in un comitato per permettere ai bambini del paese di raggiungere la scuola a piedi. Dei 200 bambini che ogni giorno raggiungono l’edificio scolastico solamente una ventina (10%) arriva a piedi di inverno, mentre il numero sale a cinquanta (25%) in primavera. Dal 2 marzo 2015 l’amministrazione comunale, in collaborazione con il Comitato Genitori, ha segnalato con un’apposita cartellonistica gli itinerari pedonali con i quali è possibile raggiungere la scuola. Niente problemi di parcheggio, zero inquinamento, attività fisica e sicurezza garantita dagli accompagnatori, il Pedibus angerese permette di raggiungere la scuola in un tempo compreso fra i 5 i 10 minuti. Tutti i bambini che aderiranno avranno in omaggio una fascia slap-wrap catarifrangente che li renderà più visibili sulla strada. Per favorire la sicurezza dei bambini verranno presi altri provvedimenti fra cui l’impiego di volontari LSU con paletta. Si ricorda che ci si puo’ iscrivere al Pedibus in qualsiasi momento dell’anno e richiedere fermate aggiuntive. Chi desidera informazioni o vuole offrirsi volontario accompagnatore per una delle 4 linee, può rivolgersi ai numeri 348 8516760 e 340 5036371.Mappa-percorsi-620x366

Fonte:  Comunicato Stampa

Schiacciavano pulcini con i piedi, citate a giudizio 5 persone a Brescia

Pulcini schiacciati perché non conformi, il Corpo Forestale dello Stato ha denunciato 5 persone, tra cui un veterinario, di un allevamento avicolo di Brescia. La pratica orribile avveniva in un’azienda di allevamento di pulcini in provincia di Brescia: i pulcini che non erano ritenuti idonei alla commercializzazione erano buttati in un cassone e schiacciati con i piedi dal personale. Così il Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Brescia del Corpo forestale dello Stato, a seguito di una indagine partita su iniziativa della Forestale e diretta dal dott. Ambrogio Cassiani, Sostituto Procuratore di Brescia (lo stesso che ha seguito Green Hill) ha denunciato lo scorso giugno 5 persone per maltrattamento e uccisione di animali senza giustificato motivo. Oggi, quelle stesse persone, i proprietari dell’allevamento e un veterinario, sono state citate a giudizio con decreto immediato. La Forestale riuscì a salvare 74 pulcini che furono affidati ai volontari della LAV di Verona.10369011-386117394901795-5045747167071781977-o

Dice Roberto Bennati, Vice Presidente LAV, ricordando quella terribile vicenda:

Oggi esprimiamo la nostra soddisfazione per gli esiti dell’inchiesta, che ha portato all’accusa di maltrattamento di animali e di uccisione non legale per i proprietari dell’azienda ed il veterinario responsabile. E’ più che mai necessario contrastare la violazione dei diritti degli animali, proprio in quegli ambiti economici dove tutto viene considerato normale, come l’allevamento a fini di macellazione o a fini di sperimentazione, come nel caso Green Hill. Si tratta di prassi diffuse e in molti casi tollerate, la cui eradicazione rappresenta un importante fattore di civiltà, che può essere ottenuto anche grazie alla integrità e indipendenza dei servizi veterinari delle ASL, i principali organismi di controllo.10344165-386117314901803-450452274291511005-o

Le normative europee prevedono che si possano uccidere animali negli allevamenti intensivi a patto che siano gassificati o triturati con un sistema che prevede la morte istantanea dell’animale. Le carcasse sono poi smaltite come sottoprodotto di origine animale. Ai pulcini invece, toccava diversa sorte e dopo essere stati schiacciati con i piedi venivano raccolti nei cassoni dei rifiuti generici e dichiarati scarsi di incubatoio, ovvero gusci.10446300-386117338235134-6368902690368414412-o

Fonte: Corpo Forestale dello StatoLAV
Foto | Corpo forestale dello Stato@facebook

Giovani senza motore: si comincia dagli Stati Uniti?

Un nuovo studio USA fa scalpore: le ultime generazioni americane si stanno allontanando dall’automobile, che scende (per la prima volta) dell’1,5% tra le scelte di mobilità quotidiana. Un cambiamento importante, ma che non deve far perdere di vista i numeri: l’auto rimane un mezzo usato abitualmente dal 90% dei giovanissimi380714

Un recente studio americano, pubblicato ad ottobre 2014 da PossU.S. Pirg Education Fund e Frontier Group sta facendo discutere negli Stati Unitiper la prima volta l’automobile perde punti tra le ultime generazioni. Non solo in senso metaforico (l’auto non è più un mito per la maggior parte dei ragazzi nati attorno al 2000, i cosiddetti Millennials – più o meno dai 16 ai 24 anni – a differenza di quanto accaduto finora per tutte le generazioni del dopoguerra), ma anche a livello percentuale nel modal share. Ossia, tra i mezzi di trasporto usati quotidianamente, l’automobile ha subito la prima inversione di tendenza da decenni: – 1,5%.  La riduzione è limitata alla generazione 16-24, ma proprio per questo è rilevante: non si tratta di un calo generalizzato, motivato dalla crisi economica e dei consumi, ma di una vera e propria scelta generazionale. La generazione più giovane oltretutto, un elemento quanto mai promettente per il futuro.
A conferma dell’inversione di tendenza, crescono, rispetto alle scelte delle generazioni precedenti, anche l’abitudine ad usare la bicicletta, a muoversi a piedi e – con un’impennata notevole e significativa per le scelte di politica urbana- i mezzi di trasporto pubblici(Fig 1) I dati sono confortanti anche quando, invece del confronto tra le ultimissime generazioni, prendiamo in considerazione il decennio 2001 – 2009 (Fig. 2): l’America completamente auto-centrica a cui eravamo abituati sta cambiando faccia: rispetto al 2001, i giovani di età compresa tra i 16 e i 23 anni hanno aumentato i propri spostamenti in bicicletta del27%, a piedi del 16%, sui mezzi del 4% – proporzioni curiosamente invertite rispetto al confronto tra Millennials e generazione precedente – mentre quelli in automobile sono calati del 15%.
Ottime notizie, che non devono però far perdere di vista la realtà dei numeri. Nonostante l’inversione di tendenza in atto, anche per la generazione più giovane l’automobile resta il mezzo più diffuso. Il calo dell’1,5% si innesta comunque su una percentuale altissima: l’automobile è un mezzo di trasporto usato abitualmente (NB: da quotidianamente ad almeno una volta a settimana) dal 90% dei giovanissimi. I mezzi pubblici vengono usati abitualmente dal 20% di loro (era appena l’8% per la generazione prima), la bicicletta dal 19%, e i piedi – per spostamenti che prevedano di camminare per diversi isolati – da circa il 47%.

Leggi il rapporto: Millennials in Motion: Changing Travel Habits of Young Americans and the Implications for Public Policy

Fonte: ecodallecitta.it

Benefici di camminare scalzi

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Camminare scalzi, diversamente da come pensano molte persone, apporta benefici alla nostra salute, poiché con questo semplice gestosi possono esercitare tutti i muscoli del piede, i quali si rafforzano se lo facciamo di frequente.

Se non siete abituati a realizzare questa attività, dovete svolgerla con precauzione. È fondamentale fare riscaldamento prima di iniziare, in modo da essere tranquilli ed iniziare a sentire questa sensazione di libertà offerta dal camminare per diverso tempo scalzi. Potete farlo per circa quindici o venti minuti per i primi giorni. 

Cosa sapete al riguardo?

Gli studi condotti al riguardo hanno dimostrato che quando i piedi sono a contatto diretto con la terra, si riceve una grande quantità di benefici per la salute sia del corpo sia della mente. Come sappiamo tutti, nei piedi ci sono molte terminazioni nervose che, entrando in contatto con la terra, aiutano ad eliminare dal corpo elementi nocivi come lo stress e l’ansia. La cosa migliore è farlo direttamente sulla terra, su un prato e all’aria aperta, ma se non ne avete la possibilità, potete farlo anche a casa vostra, sopra il pavimento in legno o con le mattonelle.

Benefici del camminare scalzifelicidad

  • Stimola la circolazione sanguigna, che a sua volta permette una migliore ossigenazione.
  • Permette all’organismo di eliminare con maggiore facilità una buona quantità di grassi e tossine.
  • Elimina lo stress, la depressione e la nevrosi, rafforzando il sistema nervoso.
  • Previene le vene varicose poiché rafforza il sistema venoso e permette una migliore distribuzione dei nutrienti in tutto l’organismo.
  • Quando si fanno delle camminate a piedi scalzi, si fa pressione su tutte le terminazioni nervose connesse ai diversi organi del corpo, permettendo di risanare alcune malattie che si presentano in seguito all’ostruzione di questi canali di energia che ricevono il nome di meridiani.

Esiste una terapia chiamata riflessologia, la quale consiste nel liberare energie accumulate che non fluiscono in modo naturale, provocando così diversi tipi di patologie; tra queste soprattutto quella del sistema nervoso troppo alterato. Questa liberazione avviene mediante la pressione di punti strategici che si trovano nella pianta dei piedi. Quando camminiamo senza scarpe, su questi punti viene esercitata una pressione in modo naturale, riuscendo in questo modo a sentirci rilassati e migliorando, di conseguenza, la nostra salute. Tuttavia, è molto più efficace quando si realizza sul prato.

Ricordate…

Nonostante si tratti di una terapia rilassante molto facile da realizzare, bisogna seguire certe accortezze nello svolgerla, dato che sul suolo possono esservi alcuni oggetti che possono provocare ferite e danni ai nostri piedi. Allo stesso modo, è fondamentale iniziare poco per volta e, man mano che i muscoli si rafforzano, aumentare la durata di queste passeggiate.

E voi lo fate spesso? 

Fonte: viverepiusani.com/

Trasporti e rincaro delle tariffe: le città italiane a confronto

Bologna ha appena ritoccato le tariffe degli autobus; a Milano si discute di un nuovo aumento del 13% e la Regione Piemonte prospetta nuovi rincari del 15% su tutti i trasporti, ferro e gomma, anche se il Comune di Torino non ne vuol sentir parlare. Ma quanto costa oggi prendere il bus nelle città italiane?375752

L’ultima ondata di rincari era arrivata a cavallo tra 2011 e 2012, quando tutte le più grandi città italiane avevano ritoccato le tariffe, con aumenti sul biglietto singolo fino al 50% del valore. All’annuncio erano seguite immancabili le proteste, ma anche la consapevolezza che le tariffe italiane restavano tra le più economiche d’Europa: l’idea avrebbe dovuto essere questa: il servizio costa di più, ma la qualità migliora. La storia è andata da un’altra parte: i rincari non sono serviti a coprire nemmeno il debito accumulato dalle aziende e dai comuni, e presto sono arrivati i tagli: meno linee, meno autobus in circolazione. Accorpamenti, “razionalizzazioni” ed “efficientamenti”: di miglioramenti del servizio nessuna traccia, l’obiettivo era piuttosto cercare di restare in piedi. Una cosa tutt’altro che scontata: emblematico lo stop degli autobus di Napoli, rimasti a secco perché non c’erano più soldi per il carburante. Un anno e mezzo dopo, la situazione è tutt’altro che migliorata, e già si parla di nuovi aumenti (di prezzo) o nuovi tagli (del servizio).
I nuovi rincari 

Milano le Commissioni sono al lavoro su un rincaro delle tariffe a partire dal 2014: il biglietto singolo dovrebbe passare da 1,5 a 1,7 euro, quindi +13,3%. Ma a salire di più sarebbe il prezzo dell’abbonamento mensile: da 30 a 36 euro (+20%). Una differenza importante, che sembrerebbe colpire di più i pendolari che i “passeggeri per un giorno”. Secondo la ricostruzione del Corriere l’insolita proposta partirebbe da una considerazione apparentemente banale ma che fa riflettere: l’ultima ondata di aumenti del 2011 ha fatto sì che sempre più cittadini scegliessero l’abbonamento rispetto al ticket singolo. E se da un lato è proprio questo l’obiettivo a cui dovrebbe aspirare ogni comune, dall’altra il cambiamento ha portato a una perdita economica di 937.000 euro per le casse di Palazzo Città. (Leggi l’articolo del Corriere) Che ora cerca di correre ai ripari con i nuovi aumenti. Non tutti però sono d’accordo. “No all’aumento degli abbonamenti mensili e annuali per il trasporto pubblico – scrive Edoardo Croci, ex assessore ai trasporti di Milano e promotore dei 5 referendum ambientali – sarebbe paradossale, dopo aver deliberato abbonamenti agevolati per la sosta, che aumentasse il costo degli abbonamenti per il trasporto pubblico. Si tratta infatti di misure che tendono a favorire l’uso dell’auto rispetto al trasporto pubblico, in contrasto con quanto chiesto dai milanesi con l’approvazione a larga maggioranza dei cinque referendum per l’ambiente e la qualità della vita a Milano due anni fa. Prima di aumentare il costo del trasporto pubblico si dovrebbero rivedere una serie di agevolazioni, di cui non sono stati ben stimati gli effetti. Inoltre si dovrebbero rendicontare gli utilizzi dei proventi di Area C, destinati in primo luogo al miglioramento del servizio di trasporto pubblico”. Scelta già fatta invece a Bologna, dove il biglietto orario passa da 1,20 a 1,30 euro, il giornaliero da 4 a 5 euro e l’abbonamento mensile da 36 a 38 euro. Per limitare l’effetto, il Comune ha garantito che non ci sarà nessun aumento sull’abbonamento annuale e che le tariffe resteranno bloccate così come sono ora almeno per i prossimi tre anni. A Torino la situazione è più complicata: la Regione Piemonte ha – per ora ufficiosamente – annunciato nuovi aumenti del 15% su tutto il trasporto locale, sia autobus che ferrovie, ma Provincia e capoluogo si oppongono alla decisione. I rincari sul territorio sono già stati pesanti e il servizio è stato oggetto di tagli importanti: difficile spiegare un nuovo aumento ai cittadini. In particolare, l’assessore alla Mobilità del Comune di Torino Claudio Lubatti ha escluso categoricamente la possibilità: “Abbiamo già analizzato il piano tariffario cittadino con il rapporto costi-ricavi previsto dalla Regione. Siamo in linea, non intendiamo applicare nuovi aumenti in un periodo così difficile per le famiglie torinesi. Il servizio della città raggiunge già il rapporto ricavi costi del 35% e l’amministrazione non intende ritoccare al rialzo nessuna tariffa di propria competenza”.

Quanto costa oggi prendere il bus nelle città italiane

Il biglietto singolo oggi costa 1,5 euro a Torino, Milano, Roma e Perugia, dove però il biglietto singolo dura 70 minuti e non 90. 1,3 euro a Bologna1,2 a Napoli, Firenze, Cagliari e Ancona1 euro a Bari. Se a Milano sarà approvato l’aumento, come sembra intenzionata a fare la Giunta, passerà ad 1,70 euro. Potrebbe superarla Torino, se la Regione la spunterà, perché un aumento del 15% si tradurrebbe in un biglietto singolo da 1,75 euro. Un’ipotesi che – ricordiamo – è comunque fuori discussione secondo il Comune.

Fonte: eco dalle città

Parco del Lambro chiuso ai motori: si entra solo più a piedi o in bicicletta!

Chiuso definitivamente 24 ore su 24, l’accesso da cui potevano entrare le auto nel parco Lambro. Una scelta condivisa con il Consiglio di Zona 3 e le attività presenti all’interno, con l’obiettivo di salvaguardare il verde e la sicurezza delle tante famiglie che lo frequentano, a piedi o in bicicletta375317

Chiuso definitivamente tutti i giorni della settimana, 24 ore su 24, l’accesso da cui potevano entrare le auto nel parco Lambro. Una scelta condivisa con il Consiglio di Zona 3 e le attività presenti all’interno, con l’obiettivo di salvaguardare il verde e la sicurezza delle tante famiglie che lo frequentano, a piedi o in bicicletta. “Un provvedimento importante per la nostra città, a tutela delle famiglie, delle bambine e dei bambini, dell’ambiente e del verde – hanno dichiarato gli assessori Chiara Bisconti (Qualità della vita e Verde) e Pierfrancesco Maran (Mobilità e Ambiente) -. Il parco Lambro è uno dei più grandi del nostro Comune, una risorsa ambientale irrinunciabile per Milano, e non aveva senso fosse raggiungibile con mezzi a motore. Adesso finalmente tutti potranno viverlo in sicurezza e serenità”. “Accogliamo con soddisfazione questa notizia, richiesta dalla Zona diverso tempo fa, e che ha richiesto un po’ di tempo per necessità di organizzazione e di tutela dei diritti di chi ha attività di interesse pubblico all’interno del Parco”, ha dichiarato il presidente della Commissione Qualità dell’Ambiente urbano e Mobilità del Consiglio di Zona 3, Dario Monzio Compagnoni. “Ci auguriamo che ora, in un ambiente più protetto, il parco venga fruito al meglio da bambini e famiglie con attività sportive e ricreative anche nel periodo invernale, durante il quale ora era aperto alle auto”. Dal divieto di transito sono derogati biciclette, mezzi di soccorso, di emergenza e di polizia, veicoli per manutenzione stradale, del verde, dei sottoservizi e dell’Amsa, gli aventi diritto in quanto proprietari o locatari di attività interne al parco, Guardie ecologiche di zona e operatori dell’Ente Parco Agricolo Sud, i veicoli delle associazioni con finalità socio-sanitarie o assistenziali interne al parco (e i loro operatori o utenti dei servizi con documentazione rilasciata dall’associazione), auto-negozi con autorizzazione, veicoli per la predisposizione di eventi autorizzati dalla Polizia locale, trasporto cose per carico/scarico destinati alle attività interne (da lunedì a sabato).

Fonte: eco dalle città

ISFORT: Ci si sposta meno per lavoro. E sempre meno in bici e a piedi.

Isfort analizza gli spostamenti per lavoro degli italiani: nell’ultimo anno 1 italiano su 4 non è uscito di casa in un giorno medio feriale. Nonostante la crisi, 3 spostamenti lavorativi su 4 sono con l’auto privata, e a calare di più sarebbero i tragitti in bicicletta e a piedi: gli unici gratuiti…375311

Ci si muove sempre meno, e sempre meno per lavoro: una fotografia triste e nota quella dell’Osservatorio Mobilità di ISFORT, che tuttavia segnala anche alcuni aspetti su cui vale la pena riflettere. Perché in tempi di crisi così acuta, si sceglie sempre meno di andare al lavoro a piedi o in bicicletta? Almeno apparentemente, perché si va sempre più lontano. Sul totale degli spostamenti dovuti al lavoro la percentuale di quelli che prevedono l’allontanamento dal comune in cui si vive sono aumentati e raggiungono oggi il 52,3% del totale. Solo due anni fa erano il 46,2%: un salto di 6,1punti percentuali. Eppure resta pur sempre un 47,7% di persone che lavorano nel comune di residenza, e che percorrono circa 7 km di media: un tragitto che secondo Isfort viene coperto in un tempo che varia tra i 15 e i 19 minuti ad una velocità media inferiore ai 30  km/h. Apparentemente le condizioni ideali per scegliere la bicicletta, escludendo le categorie di lavoratori che necessitano obbligatoriamente del proprio veicolo per il trasporto merci. Nonostante le premesse, la percentuale di spostamenti totali a piedi o in bici è calata fino al 7,8%. Era il 10% nel 2006. Un calo che è più accentuato di quello che proporzionalmente ci si attenderebbe dato l’aumento della distanza tra casa e luogo di lavoro. (Facendo i calcoli, la percentuale dovrebbe essere almeno all’8,8%). Pur con tutte le cautele d’obbligo vista la metodologia del sondaggio (Ricordiamo che Isfort si avvale di campionamenti telefonici su una base di circa 15.000 intervistati), l’impressione è che il risparmio economico non sia una priorità nella scelta del mezzo con cui muoversi. “Tra i mezzi utilizzati per andare al lavoro – scrivono i ricercatori – il distacco è evidente: 3 spostamenti su 4 sono con l’auto privata. In tempi di crisi il mezzo pubblico conquista circa 4 punti percentuali passando dal 9,7% del 2006 al 13% del 2012, ma in realtà l’aumento delle quote percentuali del trasporto pubblico è(prevalentemente)dovuto ad una forte diminuzione, in termini assoluti, dell’uso dell’auto privata. Infatti, nel 2006 per andare al lavoro si registrano 16,5 milioni di spostamenti con il mezzo privato e 2,1 con il mezzo pubblico; nel 2012 quest’ultimi passano a 2,2 milioni, mentre quelli con l’auto privata crollano a 12,4 milioni”. Insomma, nonostante la crisi e il caro carburante, gli Italiani continuano a scegliere prevalentemente l’auto. Servizio pubblico devastato dai tagli o problema culturale?

fonte: eco dalle città