Orticoltura urbana, il 20 febbraio parte il corso del Bioparco di Roma

Il Bioparco di Roma organizza un corso teorico-pratico per insegnare a realizzare in modo semplice ed economico un orto in casa e per coltivare piante da frutto, orticole e ornamentali. Iscrizioni entro il 23 gennaio. Tutti i dettagli381622

Parte il 20 febbraio il nuovo corso teorico-pratico di orticoltura e giardinaggio organizzato dalla Fondazione Bioparco di Roma. Il corso, rivolto a tutti gli appassionati di giardinaggio, intende fornire le conoscenze per realizzare in modo semplice ed economico un orto in casa e per coltivare piante da frutto, orticole e ornamentali. Il corso, che si svolgerà dal 20 febbraio fino al 12 giugno 2015, è articolato in 8 lezioni a cadenza mensile (il venerdì pomeriggio dalle 14.30 alle 16.30) con esercitazioni di gruppo, lezioni teoriche e simulazioni pratiche presso il Bioparco di Roma (Piazzale del Giardino Zoologico)

Calendario e argomenti delle lezioni

20/02/2015 Il frutteto e l’orto familiare in terrazzo e in giardino: il terreno e la nutrizione delle piante
27/02/2015 Potatura delle piante da frutto e ornamentali (sul campo)

20/03/2015 Riproduzione e moltiplicazione delle piante

27/03/2015 Orticoltura urbana e sistemi idroponici semplificati

17/04/2015 Principi per la difesa delle colture orticole ed ornamentali

08/05/2015 Le conserve fatte in casa

22/05/2015 Non solo orti: la coltivazione delle piante ornamentali ed il giardino sostenibile

12/06/2015 Le piante aromatiche: dalla dieta mediterranea all’evidenza scientifica
La quota di partecipazione al corso è di € 240,00 (iva inclusa) e comprende tutti i materiali e le attività pratiche. A tutti i partecipanti verrà consegnato un kit di lavoro contenente guanti, cesoie, coltello per innesti ed un blocco per appunti. Ad ogni lezione saranno fornite le dispense cartacee sugli argomenti trattati. Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di frequenza.
Per l’iscrizione al corso: Inviare una mail a orti.urbani@bioparco.it, entro e non oltre il 23 gennaio 2015
Altre info sul sito del Bioparco di Roma

Fonte: ecodallecitta.it

Piante ornamentali velenose per le api, l’allarme di Greenpeace nel dossier Eden tossico

Le piante ornamentali nel 79% dei casi sono contaminate da pesticidi killer delle api. Lo rivela Greenpeace nel dossier Eden Tossico

Greenpeace ha presentato oggi il dossier Eden Tossico in cui ha analizzato l’uso dei pesticidi nel settore florovivaistico e specialmente per le piante ornamentali. Dalle analisi fatte è emerso che il 79% delle piante erano contaminate da pesticidi killer per le api e che nel 98% dei campioni erano presenti residui di insetticidi, erbicidi o fungicidi. Sono state analizzate 86 piante ornamentali come la viola, la campanula e la lavanda acquistate in negozi del settore, nei supermercati e centri del fai da te in 10 diversi Paesi europei. Inoltre le analisi hanno evidenziato in quasi la metà dei campioni i residui di almeno uno dei tre insetticidi neonicotinoidi limitati in Europa e vietati in Italia per il 43% per l’ imidacloprid, per l’8% per il thiamethoxam e per il 7% per il clothianidin.FRANCE-AGRICULTURE-ANIMALS-BEES

Spiega dunque Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura di Greenpeace Italia:

I fiori sui nostri balconi o nei nostri giardini possono contenere pesticidi tossici, che mettono a rischio api e altri impollinatori. Finché si continueranno a utilizzare pesticidi killer delle api per la coltivazione di piante e fiori, tutti noi possiamo essere complici inconsapevoli di una contaminazione ambientale che mette a rischio le api.Il bando parziale in vigore su alcuni neonicotinoidi non basta a proteggere le api e gli altri impollinatori. È necessario subito un divieto assoluto dei pesticidi dannosi per le api, che sia il primo segnale di un cambio radicale dell’attuale modello agricolo industriale basato sulla chimica di sintesi

Gli antiparassitari rilevati dalle analisi nelle piante ornamentali acquistate in Europa pongono una questione urgente, ossia la necessità di maggiori controlli da applicare al settore florovivaistico.

Fonte: Comunicato stampa

© Foto Getty Images

“Give bees a chance”, la campagna di Greenpeace per salvare le api

Nonostante l’accumularsi di evidenze sul ruolo negativo dei pesticidi, non si sono fatti decisivi passi avanti per salvare le api. Greenpeace lo ricorda con una campagna mirata.

Le “api verdi” (greenbees) di questo simpatico video di Greenpeace si stanno mobilitando per protestare con i pesticidi venduti dalle multinazionali dell’ agribusiness che non mettono in pericolo solo la loro esistenza, ma anche la produzione di cibo per gli umani. Un terzo di tutta la produzione agricola dipende infatti dal ruolo di impollinazione delle api. Si accumulano infatti sempre più evidenze contro i pesticidi neonicotinoidi come killer delle api, in primo luogo a livello di coltivazioni agricole e in secondo luogo anche per le piante ornamentali. Se l’Unione Europea sta muovendo i primi passi per vietare alcuni di questi veleni, si sta ancora facendo troppo poco a livello planetario. “Give bees a chance“; parafrasando la celebre canzone di John Lennon, Greenpeace invita a sostenere la campagna per salvare le api. L’ONG chiede di vietare i pesticidi dannosi alle api, sostenere pratiche agricole sostenibili e migliorare la conservazione degli habitat naturali; le monoculture senza fiori per le api sono un deserto!Greenbees

Fonte: ecoblog.it

“Eden” tossico per le api: pesticidi nelle piante ornamentali

Il 79 per cento delle piante ornamentali analizzate sono risultate contaminate da pesticidi killer delle api. Alcuni campioni addirittura da sostanze illegali in Europa. Questi i risultati di un nuovo rapporto di Greenpeace International “Eden tossico: i loro veleni nel tuo giardino”, che evidenzia l’ampio uso di pesticidi dannosi per le api nel settore della florovivaistica. Le piante analizzate sono state acquistate in negozi di giardinaggio, supermercati e centri del fai da te in dieci Paesi europei per un totale di oltre 35 varietà di piante molto diffuse come viola, campanula e lavanda, note per attirare le api.eden_tossico

Il 79 per cento delle piante ornamentali analizzate sono risultate contaminate da pesticidi killer delle api. Alcuni campioni addirittura da sostanze illegali in Europa. Questi i risultati di un nuovo rapporto di Greenpeace International “Eden tossico: i loro veleni nel tuo giardino”, che evidenzia l’ampio uso di pesticidi dannosi per le api nel settore della florovivaistica. Le piante analizzate sono state acquistate in negozi di giardinaggio, supermercati e centri del fai da te in dieci Paesi europei per un totale di oltre 35 varietà di piante molto diffuse come viola, campanula e lavanda, note per attirare le api. Il 98 per cento dei campioni conteneva residui di insetticidi, erbicidi o fungicidi. Molti campioni erano contaminati da un “cocktail” di pesticidi diversi. Insetticidi ritenuti pericolosi per le api sono stati trovati in 68 piante (il 79 per cento dei campioni). In quasi la metà dei campioni sono stati rilevati residui di almeno uno dei tre insetticidi neonicotinoidi – il cui uso è stato limitato nell’Unione europea per evitare gli impatti sulle api – in alcuni casi ad alte concentrazioni: il 43 per cento conteneva imidacloprid, l’8 per cento il thiamethoxam, mentre il clothianidin è stato trovato nel 7 per cento del totale. «I fiori sui nostri balconi o nei nostri giardini possono contenere pesticidi tossici, che mettono a rischio api e altri impollinatori. Finché si continueranno a utilizzare pesticidi killer delle api per la coltivazione di piante e fiori, tutti noi possiamo essere complici inconsapevoli di una contaminazione ambientale che mette a rischio le api» dichiara Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. Tra le sostanze rilevate dallo studio, in 12 delle 86 piante ornamentali analizzate (il 14 per cento del campione) sono stati rilevati pesticidi non autorizzati nell’UE, tra cui due tossici per le api. Non è chiaro se si tratti di applicazioni illecite effettuate in Europa o di importazioni da Paesi dove gli standard sono inferiori a quelli dell’UE. Anche se da questo studio non è possibile trarre conclusioni definitive sull’impatto di queste sostanze tossiche sulle api, è plausibile che api e altri impollinatori possano essere esposti a concentrazioni rischiose quando visitano queste piante. «Il bando parziale in vigore su alcuni neonicotinoidi non basta a proteggere le api e gli altri impollinatori. È necessario subito un divieto assoluto dei pesticidi dannosi per le api, che sia il primo segnale di un cambio radicale dell’attuale modello agricolo industriale basato sulla chimica di sintesi» conclude Ferrario. La presenza di residui di antiparassitari non autorizzati in piante ornamentali vendute in Europa evidenzia la necessità di un maggior rigore dei sistemi di monitoraggio e gestione delle filiere nel settore florovivaistico. Questa però è solo la cima dell’iceberg. Quello che serve è lo sviluppo e la promozione di pratiche agricole ecologiche, che garantiscano ambienti salubri e sicuri all’interno di aziende agricole e giardini, dove insetti e biodiversità possano prosperare.

Leggi qui la sintesi del rapporto in italiano.

Fonte: il cambiamento.it