Animali in ospedale: l’Emilia Romagna apre le porte a cani e gatti

Entro sei mesi verranno organizzate occasioni di incontro fra lungodegenti e animali, nel nome della pet therapy

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La Regione Emilia Romagna  permetterà l’ingresso degli animali di compagnia in ospedali, case di riposo e di cura. Fino a ora c’era stato qualche esperimento, ma le iniziative erano state sporadiche, estemporanee e sperimentali. Ora i lungodegenti potranno godere della compagnia di cani e gatti anche in ospedale: per legge. I problemi logistici di certo non mancheranno e anche se la legge proposta da PD e Verdi è stata approvata dall’Assemblea Regionale alcuni dubbi permangono come quello della presenza di cani e gatti nelle camere di degenza o l’istituzione di luoghi riservati all’incontro fra pazienti e animali. Bisognerà, ovviamente, mettere in atto un protocollo molto rigoroso per far sì che le norme igieniche e di sicurezza ma entro sei mesi la legge potrebbe diventare esecutiva. Naturalmente questa possibilità sarà riservata ai lungodegenti o ai malati terminali, difficilmente, invece, ne beneficeranno pazienti in cura per pochi giorni. Approvata la legge gli ospedali dell’Emilia Romagna restano in stand by per capire se i luoghi di incontro saranno all’aperto o al chiuso e come saranno articolati gli incontri dal punto di vista dei tempi, della logistica, dell’igiene e della sicurezza . In Italia uno dei primi ospedali a praticare la pet therapy è stato il pediatrico Meyer di Firenze. Dall’estate 2002 alcuni cani sono stati addestrati accuratamente per realizzare momenti di incontro e animazione con i bambini. Questi cani sono controllati con cura sotto il profilo  medico-veterinario e incontrano i bambini ricoverati o presenti in Ospedale per cure e accertamenti in un giardino attrezzato oppure in una stanza d’attesa. Un’iniziativa che ha raccolto parecchi consensi e che, di sicuro, sarà una sorta di faro anche per i colleghi dall’altra parte degli Appennini.

Fonte: ecoblog

 

 

Agricoltura: nel 2012 boom di star up al femminile

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In controtendenza con i dati sull’imprenditoria italiana crescono le aziende guidate da donne. Nel 2012 sono nate 102.391 imprese al femminile che hanno fatto salire a 1.424.743 il numero complessivo nei più disparati settori produttivi. L’analisi condotta da Coldiretti sui dati Unioncamere al 31 dicembre 2012 evidenzia come il 16% delle imprese femminili operi nell’agricoltura, nei servizi di alloggio e ristorazione.

Si tratta di un dato molto interessante specialmente se si considera che in ambito giovanile (under 35) il 2013 è iniziato con 22.373 imprese in meno rispetto a dodici mesi prima, pari a un -3%: la quota delle imprese giovanili in agricoltura è scesa all’11,4% del totale.

Tirando le fila della sua analisi Coldiretti sottolinea come l’aumento dell’imprenditoria femminile abbia dato un nuovo impulso al settore in termini di innovazione e creatività: dalle attività legate alla lavorazione del prodotto agricolo in loco allo sviluppo di agriturismi e bed and breakfast, dagli agriasili alle fattorie adibite alla pet-therapy e alla didattica, dalle adozioni di piante e animali online alle agrigelaterie, si sono moltiplicate le attività parallele o connesse all’agricoltura e all’allevamento.

La sfida di coniugare le esigenze del mercato con quelle della salute e della qualità della vita ha accresciuto il numero di aziende agricole a conduzione femminile tanto da raggiungere un 29% che rappresenta un dato superiore alla media. Ed è proprio nelle attività più innovative e multifunzionali che le imprese in rosa hanno dimostrato una spiccata attitudine all’adattamento a un mercato liquido e in costante evoluzione.

Fonte:ecoblog